Archetto.
- licuti
- Utente Esperto I
- Messaggi: 517
- Iscritto il: martedì 24 maggio 2005, 0:00
- Località: Lodi ma preferirei altro...
- Contatta:
Dissento, fortemente dissento.claudio ha scritto:Caro Licuti, l'arte deve colpire al cuore, per questo motivo non può essere di tutti. Se poi aggiungiamo che oltre al cuore, spesso colpisce anche il portafogli, possiamo dire che è anche un pò puttana.
Potrebbe non essere di tutti perché non tutti hanno la capacità di apprezzare, ma un discorso del genere può essere fatto se tutti hanno pari condizioni di accesso. Non è così.
Sul fatto che colpisca il portafogli perché c'è dietro il lavoro di artisti seri che fanno bene il proprio lavoro, sono d'accordo.
Quando dico che l'arte non è democratica non ne faccio assolutamente un discorso sociale, o perlomeno, il sociale è toccato solo in maniera marginale. Ciò che intendo dire è che la "Qualità" (n.b. la "Q" maiuscola), non la si trova facilmente perchè per prima cosa essa deve essere saputa riconoscere sia dall'artista che dal fruitore dell'opera. Sulla fruizione il discorso può essere infinito, ma sull'artista è ben certo che la Qualità è cosa tosta da raggiungere, al prezzo di sudore, lacrime e sangue. In una parola sola: "Sacrificio".
Come considerazione a margine, mi chiedo cosa veramente voglia dire "pari condizioni d'accesso": le condizioni di accesso dipendono prima di tutto dal talento e dalla determinazione di chi si sente chiamato ad una qualsiasi arte figurativa. Grandi artisti sono nati durante guerre, rivoluzioni, pestilenze, devastazioni naturali e ogni evento infausto che abbia funestato l'umanità. In un certo senso, quel che doveva accadere è accaduto e così sarà anche in futuro. Negli anni 70 ci fu da parte dell'Olanda o della Danimarca, non ricordo bene se l'uno o l'altro, una specie di "democratizzazione di massa" della produzione artistica, tale da concedere a coloro che se la sentivano di poter esprimere il loro livello vero o presunto. Ma dopo circa una decina di anni si constatò il totale fallimento di quell'esperimento e la totale mediocrità dei risultati raggiunti dal punto di vista artistico.
Credo molto di più ad una funzione terapeutica dell'arte, in quanto qualsiasi individuo può accostarsi alla creazione artistica, senza nulla pretendere, e giovarsi di risultati che possono essere di grande importanza per lo sviluppo della propria sensibilità e sensibilità.
Come considerazione a margine, mi chiedo cosa veramente voglia dire "pari condizioni d'accesso": le condizioni di accesso dipendono prima di tutto dal talento e dalla determinazione di chi si sente chiamato ad una qualsiasi arte figurativa. Grandi artisti sono nati durante guerre, rivoluzioni, pestilenze, devastazioni naturali e ogni evento infausto che abbia funestato l'umanità. In un certo senso, quel che doveva accadere è accaduto e così sarà anche in futuro. Negli anni 70 ci fu da parte dell'Olanda o della Danimarca, non ricordo bene se l'uno o l'altro, una specie di "democratizzazione di massa" della produzione artistica, tale da concedere a coloro che se la sentivano di poter esprimere il loro livello vero o presunto. Ma dopo circa una decina di anni si constatò il totale fallimento di quell'esperimento e la totale mediocrità dei risultati raggiunti dal punto di vista artistico.
Credo molto di più ad una funzione terapeutica dell'arte, in quanto qualsiasi individuo può accostarsi alla creazione artistica, senza nulla pretendere, e giovarsi di risultati che possono essere di grande importanza per lo sviluppo della propria sensibilità e sensibilità.
-
- Utente Esperto I
- Messaggi: 354
- Iscritto il: venerdì 30 settembre 2005, 0:00
- Località: S.Donato Milanese
- Contatta:
Dico anch'io la mia.
Secondo me l'arte deve essere disponibile a tutti, anche se non tutti saranno in grado di apprezzarla.
In ciò sarei d'accordo con Licuti, sempre che egli intenda con "accesso" la fruizione dell'opera d'arte e non la produzione dell'opera d'arte.
Intendiamoci, anche la produzione dovrebbe essere accessibile, ma la produzione di arte avviene solo se il prodotto è arte e per produrre arte bisogna avere le capacità e la cultura (altrimenti si ricade nell'esempio di Claudio).
Poi nel caso specifico di violino e arco a mio parere la faccenda si complica: essi sono sia strumenti per produrre arte sia essi stessi prodotti d'arte (o quanto meno di artigianato artistico).
Senza violino e arco il concerto non suona, lo spartito non prende fisicità (acustica) e diventa impossibile la fruizione. Senza pennello e colori Michelangelo non dipigeva la Sistina.
Però il violino e l'arco possono rappresentare oggetti attraenti ed essere ammirati e collezionati in quanto tali, mentre il pennello non suscita grandi emozioni.
Bisogna tenere presente che il prezzo, oltre il livello a cui soddisfa le legittime ambizioni di guadagno dell'artefice (che possono legittimamente variare in base alla valutazione del lavoro), è solo conseguenza della "passionalità" e della speculazione che è collegata al fenomeno collezionismo.
Riconosco che non esistono criteri oggettivi per attribuire alle cose il giusto valore (è giusto per me, può non esserlo per te) ma personalmente cerco di oppormi in tutti i modi alla mentalità secondo la quale il valore di una cosa è dato dal suo prezzo.
Un'ultima considerazione personale: i milioni di euro per un quadro, una statua o un violino potrebbero essere accettabili considerando solo l'aspetto dell'importanza storica o del valore artistico in sé, non lo sono proprio in termini etici.
Secondo me l'arte deve essere disponibile a tutti, anche se non tutti saranno in grado di apprezzarla.
In ciò sarei d'accordo con Licuti, sempre che egli intenda con "accesso" la fruizione dell'opera d'arte e non la produzione dell'opera d'arte.
Intendiamoci, anche la produzione dovrebbe essere accessibile, ma la produzione di arte avviene solo se il prodotto è arte e per produrre arte bisogna avere le capacità e la cultura (altrimenti si ricade nell'esempio di Claudio).
Poi nel caso specifico di violino e arco a mio parere la faccenda si complica: essi sono sia strumenti per produrre arte sia essi stessi prodotti d'arte (o quanto meno di artigianato artistico).
Senza violino e arco il concerto non suona, lo spartito non prende fisicità (acustica) e diventa impossibile la fruizione. Senza pennello e colori Michelangelo non dipigeva la Sistina.
Però il violino e l'arco possono rappresentare oggetti attraenti ed essere ammirati e collezionati in quanto tali, mentre il pennello non suscita grandi emozioni.
Bisogna tenere presente che il prezzo, oltre il livello a cui soddisfa le legittime ambizioni di guadagno dell'artefice (che possono legittimamente variare in base alla valutazione del lavoro), è solo conseguenza della "passionalità" e della speculazione che è collegata al fenomeno collezionismo.
Riconosco che non esistono criteri oggettivi per attribuire alle cose il giusto valore (è giusto per me, può non esserlo per te) ma personalmente cerco di oppormi in tutti i modi alla mentalità secondo la quale il valore di una cosa è dato dal suo prezzo.
Un'ultima considerazione personale: i milioni di euro per un quadro, una statua o un violino potrebbero essere accettabili considerando solo l'aspetto dell'importanza storica o del valore artistico in sé, non lo sono proprio in termini etici.
- Giva
- Utente Esperto II
- Messaggi: 1275
- Iscritto il: martedì 6 settembre 2005, 0:00
- Località: prov. Parma
per come la vedo io per me pari condizioni d'accesso vale per chi vuole fare e per chi ne vuole godere, tutti dovrebbero poter esprimere la loro arte che può piacere o meno e tutti dovrebbero poter decidere se usufrire della prestazione artistica... poi vediamo che la musica costa cara per chi la fa e per chi la ascolta, i teatri costano cari a mantenerli e ad andarci... e penso che lo stesso discorso valga per qualsiasi forma di arte, per lo meno in Italia...claudio ha scritto:"pari condizioni d'accesso"
Ultima modifica di Giva il martedì 22 novembre 2005, 23:45, modificato 1 volta in totale.
- Giva
- Utente Esperto II
- Messaggi: 1275
- Iscritto il: martedì 6 settembre 2005, 0:00
- Località: prov. Parma
la mia maestra sul tema dice sempre che si suonano contemporaneamente due strumenti diversi:il violino e l'arco.jofal ha scritto: Poi nel caso specifico di violino e arco a mio parere la faccenda si complica
e il Braghettone non poteva passare alla storia...Senza pennello e colori Michelangelo non dipigeva la Sistina.
anche quella è arte! pover uomo...
ma forse stiamo andando un pò OT che il maestro Rampini non ce ne voglia
- licuti
- Utente Esperto I
- Messaggi: 517
- Iscritto il: martedì 24 maggio 2005, 0:00
- Località: Lodi ma preferirei altro...
- Contatta:
Chiarisco il mio concetto di pari condizioni di accesso: non è soltanto quanto esprime Giva qui sopra, ma anche il fatto che condizionamenti ambientali quali la pubblicità, l'imposizione degli stili di vita, la povertà provocano una totale ignoranza nei confronti delle varie espressioni dell'arte.Giva ha scritto:per come la vedo io per me pari condizioni d'accesso vale per chi vuole fare e per chi ne vuole godere, tutti dovrebbero poter esprimere la loro arte che può piacere o meno e tutti dovrebbero poter decidere se usufrire della prestazione artistica... poi vediamo che la musica costa cara per chi la fa e per chi la ascolta, i teatri costano cari a mantenerli e ad andarci... e penso che lo stesso discorso valga per qualsiasi forma di arte, per lo meno in Italia...claudio ha scritto:"pari condizioni d'accesso"
Ripeto, non è detto che un ragazzo che ascolta Ramazzotti alla radio non si appassioni alla Traviata, ma non è detto neanche il contrario...
Non credo si tratti di "democratizzazione di massa", imporre sarebbe sempre e comunque sbagliato; l'importante è avere la possibilità di scegliere.
-
- Frequentatore
- Messaggi: 103
- Iscritto il: venerdì 1 ottobre 2004, 0:00
.
Una cosa è certa. Quasi nessun artista o genio , capace di produrre un'opera d'arte che sia tale, ha goduto in vita di un giusto riconoscimento. Di solito esso è postumo e dipende da tanti fattori. Il primo fra tutti, checchè se ne dica, il mercato. Ed il mercato non bada a valori etici o meno. Esso è diretto e regolato da gente a volte senza scrupoli, capace di portare alle stelle chi merita di stare alle stalle. Basti ricordare la beffa delle sculture di Modigliani. Volgari imitazioni, beffarono il "sommo" Argan ed altri soloni come lui. Sono loro che di fatto sono gli immorali. Gli artisti , tranne le dovute eccezioni hanno fatto la fame. E' proprio questa la purezza dell'arte....la miseria !!! Saluti .
Nulla è accettabile in termine etico. Dipende da cosa si intende per etico e non.jofal ha scritto:Un'ultima considerazione personale: i milioni di euro per un quadro, una statua o un violino potrebbero essere accettabili considerando solo l'aspetto dell'importanza storica o del valore artistico in sé, non lo sono proprio in termini etici.
Una cosa è certa. Quasi nessun artista o genio , capace di produrre un'opera d'arte che sia tale, ha goduto in vita di un giusto riconoscimento. Di solito esso è postumo e dipende da tanti fattori. Il primo fra tutti, checchè se ne dica, il mercato. Ed il mercato non bada a valori etici o meno. Esso è diretto e regolato da gente a volte senza scrupoli, capace di portare alle stelle chi merita di stare alle stalle. Basti ricordare la beffa delle sculture di Modigliani. Volgari imitazioni, beffarono il "sommo" Argan ed altri soloni come lui. Sono loro che di fatto sono gli immorali. Gli artisti , tranne le dovute eccezioni hanno fatto la fame. E' proprio questa la purezza dell'arte....la miseria !!! Saluti .