Action ....anche nel violino?

Suonare e costruire i violini
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violino7
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Action ....anche nel violino?

Messaggio da violino7 »

Avete visto che recentemente per necessità d'informazione contingenti e, lo confesso, anche per mio piacere di conoscenza, ho spaziato verso nuovi settori liutarii che non quelli classici finora percorsi,.... cioè verso il mandolino e la chitarra.

Ebbene, sono arrivato alla conclusione che allargare il giro dell'orizzonte possa aiutare a capire meglio in ambiti più ristretti.
Si creano cioè delle sinergie cognitive di grande aiuto
, almeno questo ho potuto rilevare.



Action ....anche nel violino?

La domanda così come l'ho impostata, sottintenderebbe che ci sia una risposta quasi scontata: ...sì!

Tanta scontata, però, non lo sarebbe per niente: di action infatti si parla diffusamente per la chitarra ed altri strumenti a corda e, che io sappia, mai se ne è sentito parlare riguardo il violino.

Infatti la definizione di action è semplicemente: "la distanza tra la corda vibrante e la tastiera", quindi nel violino ovviamente non può mancare.

Entrando nel merito della questione, mi sembra non si sia mai parlato di come e perchè l'action influisca sul rendimento sonoro nel violino.


Ve ne vorrei parlare percorrendo gradualmente i vari passaggi cognitivi fino ad arrivare a quelle che ritengo siano delle valide (e forse interessanti) considerazioni sulla fisiologia del violino.
.
Ricercare sopra tutto due cose: la verità e la bellezza.

- Lino Santoro -
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violino7
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Messaggio da violino7 »

Vi chiedo di seguirmi, nel senso mentale, in quanto non propongo calcoli matematici, ma solo deduzioni logiche. metodo che dovrebbe semplificare molto.

Ve ne vorrei parlare percorrendo, gradualmente, i vari passaggi cognitivi fino ad arrivare a quelle che ritengo siano delle valide (e forse interessanti -a giudizio vostro!) considerazioni sulla fisiologia del violino.

Naturalmente ho bisogno del vostro contributo:
ditemi se la mia logica è sbagliata o no.
Tenete presente che prima di 3 - 4 mesi fa non avevo letto nulla di tecnico sulla chitarra, quindi nella fase che voglio illustrare io sono semplicemente un appassionato curioso e nient'altro, non sicuramente un esperto, ed a maggior ragione, quindi, chiedo il vostro apporto costruttivo. In sostanza non illustro certezze, ma propongo dei quesiti che hanno bisogno di conferme!

So che nel forum ci sono molti appassionati della chitarra, oltre che del violino.
Questo forse è l'unica occasione nella quale chitarra e violino in qualche maniera vengono messi in relazione.
Nella fase iniziale dovrò parlare dell'action nella chitarra, ma solo perchè partendo dalla chitarra è più facile capirne il meccanismo.


Io intanto per completezza direi anche che la action la ritroviamo non solo nel violino ma anche in tutto il quartetto classico in quanto presente in tutti gli strumenti a corda nei quali vi sia anche una sottostante tastiera di riferimento per la diteggiatura.

Intanto ditemi se l'argomento vi sollecita qualche interesse!
Io posso dire che sto qui a parlarne perchè le conclusioni cui sono arrivato sono a mio modo di vedere certamente "illuminanti"
.......questo è forse il motivo principale che mi portano a divulgarle, nella speranza che servano a molti!

Speriamo! Ma vi avevo detto che ho bisogno di certezze.

A presto!
.
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- Lino Santoro -
Violinoro
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Messaggio da Violinoro »

Violino7, è chiaro che provare nuove strade porti a risultati migliori anche nei campi gia percorsi!!! :D
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Messaggio da yidaki »

Per quanto mi riguarda io provengo da anni (tanti......25 circa) passati a suonare il Charango, che ha una "action" molto bassa......le tecniche utilizzate per suonarlo possono ricordare per certi versi quelle della chitarra flamenca, anche se in fin dei conti è uno strumento unico nel suo genere.
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claudio
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Messaggio da claudio »

Lino, siamo tutt'orecchi!
Ma non ti dimenticare che bisogna concludere la discussione sulle tastiere del mandolino che stai restaurando.
andante con fuoco
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violino7
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Messaggio da violino7 »

claudio ha scritto:Lino, siamo tutt'orecchi!
Ma non ti dimenticare che bisogna concludere la discussione sulle tastiere del mandolino che stai restaurando.
Claudio, negli ultimi dieci giorni in bottega non ho fatto nulla, a causa influenza, ma comunque su quel fronte devo solo relazionare!

E' tutto chiaro quello che devo fare: nuova tastiera con tasselli a sezione rettangolare autoprodotti, dove sono i tuoi dubbi?

Ma non subito, aspetto la bella stagione.
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- Lino Santoro -
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claudio
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Messaggio da claudio »

Lino, cerchiamo di stringere un pochino, hai aperto una nuova discussione e finora non si è detto nulla. Va bene seguirti mentalmente, però non abusarne.
Grazie per la comprensione.
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Messaggio da Ele58 »

Per la mia esperienza da chitarrista posso dire che per avere una buona accordatura su tutta
la tastiera,in una chitarra occorre compensare sul diapason,una corta premuta sul primo tasto allunga la corda sfalsandola di x,
se la stessa corda premuta nel tasto 22 allunga e sfalsa la stessa di y

Per essere più chiaro:
Dato un diapason, diciamo 650 mm, misura sulla quale si deve sviluppare la tastiera, la lunghezza della corda vibrante a vuoto sarà 650 + qualche mm di compensazione,
ma sfortunatamente la compensazione varia su tutte le sei corde e va effettuata corda per corda,considerando anche l'action.

+ action=più allungamento della corda al momento che un polpastrello pigia
- action=meno allungamento della corda al momento che un polpastrello pigia.

Ora per capirci, sulla tastiera per chitarra esistono i frets che sono fissi messi secondo un diapason dato.
Per il violino che come sapete ha una tastiera priva di frets,per centrare bene la nota,impostato il diapason
in fase di montatura dello strumento,poi per compensare e quindi calibrare la nota sulla tastiera è il
violinista,che corregge col dito.

Ora da non liutaio dico la mia:
In un violino action è una cosa matematica,qualsiasi sia l'angolo dell'incastro, il manico con la tastiera montata deve avere una proiezione nella zona del ponticello compresa tra i 26 e 27 mm. L'altezza del ponte si sà 33mm quello che minimamente potrebbe variare è il capotasto ma se il violinista è bravo compensa col suo polpastrello,tanto non ci sono i frets
a vincolarci.

Ritengo che su una chitarra al momento del set-up conviene utilizzare un action più bassa possibile per facilitarsi nella compensazione del diapason.

Ele58
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Messaggio da violino7 »

Claudio, ieri avevo scritto due pagine ed avevo concluso dicendo: "A presto"! Quell' "A presto" stava per "A domani sera", naturalmente, quindi eccomi qua!



Stabilita una certa corda vibrante e stabilito che in un certo punto debba esprimere una determinata nota, andando a premere sulla tastiera la lunghezza della corda vibrante stessa va a modificarsi in funzione della distanza di essa dalla tastiera.


la questione si concretizza in una schematizzazione pitagorica in relazione ad un triangolo rettangolo: prima della pressione la corda vibrante assume la lunghezza del cateto maggiore (dal dito al ponticello), dopo la pressione, al contatto con la tastiera, quella dell'ipotenusa.
Naturalmente quest'ultima misura è in funzione relazionale al cateto minore (altezza della corda dalla tastiera).

Questa problematica è di una certa importanza perchè poi la nota che si pensava di poter esprimere si è modificata, per cui è necessario apportare delle modifiche alla lunghezza della corda, variabili in funzione di alcuni parametri.
Questa è l'enunciazione del problema, valida per tutti gli strumenti a corda che abbiano una relativa tastiera.

La domanda che mi sono posto è: nella chitarra la faccenda è risolta in una certa maniera, cioè allungando la lunghezza delle corde! Che cosa avviene nel violino,invece?

Se volete, e se avete capito tutto finora, passo direttamente alle conclusioni ed alle considerazioni che mi prefiggevo di dirvi fin dall'inizio.

Questo topic, ne sono cosciente fin dall'inizio, nasce con un inconveniente sostanziale, cosa che mi ha posto dei dubbi se proporlo o no, che è quello di dover necessariamente parlare della chitarra, sia pure in maniera limitata.
Questo non è generalmente ben accettato dai cultori del violino, io immagino!
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- Lino Santoro -
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OrzO
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Messaggio da OrzO »

violino7 ha scritto: la questione si concretizza in una schematizzazione pitagorica in relazione ad un triangolo rettangolo: prima della pressione la corda vibrante assume la lunghezza del cateto maggiore (dal dito al ponticello), dopo la pressione, al contatto con la tastiera, quella dell'ipotenusa.
Naturalmente quest'ultima misura è in funzione relazionale al cateto minore (altezza della corda dalla tastiera).

La domanda che mi sono posto è: nella chitarra la faccenda è risolta in una certa maniera, cioè allungando la lunghezza delle corde!
Dunque, non ho capito, ho da poco ultimato la mia prima chitarra classica:
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Messaggio da OrzO »

Ed effettivamente ho dovuto allungare la corda vibrante di qualche mm..
ma non ho capito il perchè: visto che l'ipotenusa é più lunga del cateto avrei dovuto accorciarla la distanza della corda O.o
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Messaggio da violino7 »

OrzO ha scritto:Ed effettivamente ho dovuto allungare la corda vibrante di qualche mm..
ma non ho capito il perchè: visto che l'ipotenusa é più lunga del cateto avrei dovuto accorciarla la distanza della corda O.o
Una corda tesa se pressata dall'alto verso il basso si allunga e diventa più rigida.

Una corda più tesa di prima per riammorbidirla va allentata nella tensione!
Per allentarla e riportarla alla tensione precedente occorre dargli altra corda, quindi va allungata!

Ecco una maniera per rimettere a posto la tensione delle corde (approssimativamente!) nella chitarra:

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Il ponticello nella chitarra classica è fisso, ma il tassello d'osso di battuta potrebbe essere regolabile.
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Messaggio da violino7 »

Nelle mie intenzioni c'era anche di parlare brevemente del perchè l'osso di appoggio al ponticello è anche inclinato e di quanto lo dovrebbe essere corda per corda, ma sforerei forse troppo nel campo della chitarra.


Fino a questo punto tutto fila liscio! A me interessa evidenziare che nella chitarra in qualche maniera ci deve essere un sistema di regolazione della lunghezza delle corde in relazione all'action.
Anche nel violino questo sistema di regolazione esiste perchè il ponticello non è fisso, ma variabile!

Si parla di aggiustamenti minimali che matematicamente possono anche essere quantificati e dimostrati. A me in questa sede interessa affermare solo il principio, anche per semplicità di illustrazione. Guardando la foto precedente potete avere l'idea visiva di quanto vari la lunghezza della corda vibrante, ma dovete considerare che oltre all'altezza dell'inclinazione va aggiunta l'allungamento già operato sul cantino.

Passando al violino, se è presumibile che aggiustamenti minimali sul ponticello possano anche frequentemente essere apportati per una ottimale accordatura, non è ipotizzabile, invece, che esso possa essere sistemato in obliquo.
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claudio
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Messaggio da claudio »

Lino, va benissimo anche che tu parli della chitarra, se questo serve ad una maggior comprensione dei concetti che vuoi esprimere. Le categorie del forum sono solo una linea guida approssimativa, tra le quali non c'è filo spinato, lo sconfinamento è di norma ben tollerato quando non se ne fa abuso. Quindi non ti preoccupare e vai avanti come vuoi.
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Messaggio da violino7 »

Claudio, cercherò di non abusare.


OrzO, complimenti per la tua prima chitarra! Molto bella! Mi sembra manchi solo la vernice. :)
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