Il Marchi cosi recita a pagina 64 del suo manoscritto:
Mi trovo ad avere aperto tanti violini d’Amati, tanti di Stradivario, dell’Albani, Del Ruggeri, del Guarneri, e qualchuno di Stainer, tutti Celebri un più dell’altro, e quel che dico essermi successo d’uno, e successo pure di tutti gli altri Maestri. Per ogni violino che ho osservato per di dentro con il compasso di proporzioni, tutti quanti li ho trovati tanto vari nelle sue grossezze, che per sino è cosa da non credere, e voglio dire, che si misurano dieci violini d’Amati, tutti dieci sono diversi si nell’ordine, che nelle grossezze; e lo stesso accade im quelli di Stradivario, e così di tutti gl’altri Maestri, in grazia di che non mi curai più di fare ulteriori osservazioni, per non confondermi ulteriormente il capo.
Alla pagina successiva:
La migliore regola per ammaestrarsi in ordine al produrre buona voce ne stromenti, è il tener conto del rissultato che si ottiene nel coreggere li stromenti vecchi, che solo per questa via ho preso qualche buon lume, e che volesse il Cielo, che in questo non avessi mancato.
Confesso questa mancanza, perchè non la cometti tu o lettor caro se sei dell'arte, la qual mia mancanza a causato di dover andare più a longo per anni non pochi.
Veramente interessante! anche all'epoca, il problema degli spessori delle tavole costituiva un rompicapo per tanti.
Ciao, Giovanni
Il manoscritto liutario di G.A. Marchi
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Re: Il manoscritto liutario di G.A. Marchi
Perché oggi no ?giovanni ha scritto:........Veramente interessante! anche all'epoca, il problema degli spessori delle tavole costituiva un rompicapo per tanti.
Ciao, Giovanni
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Se è vero che questo Marchi, ha modificato gli spessori degli strumenti dei liutai classici spero che sia deceduto dopo una agonia lunghissima causata da una adeguata fustigazione e la scorticazione sulla pubblica piazza al pari di Marsia.............
<div>......chi va dietro altrui mai non gli passa innanzi.....(Michelagnolo Bonarroto fiorentino)</div><br>