Mondomusica 2010 - Cremona 1-3 ottobre.

Suonare e costruire i violini
famar
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Messaggio da famar »

Insomma, non lo dite cosa vi siete comprati? Io avevo pensato ad una bella fresa CNC abbinata ad un computer con CAD così potrei fare concorrenza ai cinesi! :wink: Peccato, non c'erano frese. Però a poco prezzo si potevano portar via 2 signori di mittenvald in perfetto stile tirolese e con tanto di pezzi di speck :D .
Dai, confidatevi.
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Atomino
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Messaggio da Atomino »

Io non ho acquistato nulla. In fiera si rischia sempre di acquistare qualcosa della quale non si ha necessità a prezzi non proprio favorevoli. Sicché !!!!
- Alberto Soccini -
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fisher
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Messaggio da fisher »

Infatti. Ad esempio un fondo intero per violino a 250€ o uno che in mano sembra cartone a 90 a me sembra un pelino troppo per quanto belli fossero stati.
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edi
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Messaggio da edi »

Dipende anche dove... :)
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Atomino
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Messaggio da Atomino »

Certo. Ma ammetterai che l'effetto "emotivo" (o effetto fiera), spinge a volte gli appassionati ad acquisti non proprio azzeccati.....
- Alberto Soccini -
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edi
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Messaggio da edi »

Atomino ha scritto:Certo. Ma ammetterai che l'effetto "emotivo" (o effetto fiera), spinge a volte gli appassionati ad acquisti non proprio azzeccati.....
Sicuro! :)
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OrzO
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Messaggio da OrzO »

Ciao, rieccomi, finalmente posso consultare il forum dalla mia nuova postazione estera. :wink:

Io sono stato alla fiera il primo giorno, non sò perchè, ma quest'anno più di altri ho avuto l'impressione di una fiera elitaria, un'ambiente sciccoso, d'altissimo borgo....questo non m'è piaciuto.
I personaggi importanti della liuteria che ho conosciuto ed i liutai in genere (ma anche i bravi musicisti) mi è sempre sembrata gente piuttosto umile e modesta, semplice.
A Cremona invece ho fiutato questo sofisticato ambiente fatto d'estetica e gente che arriva lì esponendo un solo strumento in un cubo di velluto; e poi che prezzi!!!! un fondo da violoncello non può costare 2000 euro è pur sempre un pezzo di legno, le montature indiane che 2/3 anni fa costavano 18 euro adesso ne costano 60....come si fa?
Ovviamente però si tratta pur sempre di un concentrato di liuteria, e questo non può che portare anche delle conseguenze positive.
Fra i commercianti c'è ancora qualcuno che propone prezzi onesti mi è sembrato e ho visto anche il lavoro di qualche bravo liutaio.
eccius
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Messaggio da eccius »

Le giuste riflessioni di Orzo possono in qualche misura essere collegate al dibattito di ieri su "Stranezze su EBay", cui ha partecipato utilmente Edi.
I valori degli strumenti contemporanei sono a volte davvero irragionevoli.
Mi è capitato di assistere alla richiesta di 12.000 euro per violini mediocri offerti da liutai con pochi anni di esperienza alle spalle, o dotati di un talento assolutamente ordinario.
E questa propensione alla sproporzione, che non collima con i fondamenti etici che dorvrebbero illuminare la strada di chi participa al mercato della liuteria, finisce con il dischiudere le porte alla produzione orientale.
La evocata sproporzione si riverbera naturalmente sul mercato della liuteria storica, rendendola appunto elitaria; ossia trasformandola da vicenda culturale a vicenda "salottiera". Questa degenerazione va contrastata a mio parere. E mi fa piacere che giovani lutaio come Orzo percepiscano perfettamente il bisogno di porre una specie di argine virtuoso.
Eccius
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edi
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Messaggio da edi »

Ovviamente siamo ancora d'accordo Roberto! :-)
eccius
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Messaggio da eccius »

Caro Edi,
grazie per la tua testimonianza a sostegno di quanto detto. Se le voci si aggregano e tentano di fare fronte comune, credo che alla fine tutti i componenti del mondo (operativo) della liuteria possano alla fine trarre effetti benefici!
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violino7
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Messaggio da violino7 »

eccius ha scritto:Caro Edi,
grazie per la tua testimonianza a sostegno di quanto detto. Se le voci si aggregano e tentano di fare fronte comune, credo che alla fine tutti i componenti del mondo (operativo) della liuteria possano alla fine trarre effetti benefici!
Io mi aggrego, certamente e condivido quanto detto! :?

Vorrei dire che quest'anno ho anche notato la diminuzione degli stands dei liutai italiani rispetto agli anni passati, e, entrando nel pratico, come esempio al di sopra di tutti vorrei sottolineare anche l'assenza di un nome di una certa importanza nella recente liuteria cremonese, come Morassi, .....e questo, come dicevo, credo sia indice dei tempi che cambiano! ....anche se la cosa mi lascia molto pensare! :roll:

Poi, alla luce di quest'ultima considerazione, visto che gli espositori anche quest'anno sono aumentati, in generale ne deduco che l'effetto globalizazzione sia sempre di più imperante. Va bene comunque per gli organizzatori della mostra, questa è certamente la cosa che a loro più conta!

Io sono un osservatore attento e, magari a posteriori, ragiono sul perchè delle cose, ma l'impressione che ho avuto, anche per questa edizione e sempre di più, è che nella fiera della liuteria di Cremona si sia prestata molta attenzione ad allargare il business al massimo grado ed ad ampio raggio, ma che nello stesso tempo non ci sia stata alcuna sensibilità riguardo al lavoro e la figura del "semplice liutaio", che fino a prova contraria dovrebbe essere l'embrione indiscusso a sostegno di tutto il castello.
.
Ricercare sopra tutto due cose: la verità e la bellezza.

- Lino Santoro -
eccius
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Messaggio da eccius »

Anche la tua testimonianza, preziosa e meditata, mette viepiù in luce che qualosa nel mondo della liuteria si sta movendo contro l'involgarimento provocato dalla noncurante tendenza alla "commercializzazione" priva di valori e di contenuti. Forse, aggiungo, l'idea stessa di "fiera" è in elettiva antitesi con l'artisticità innervante il lavoro del liutaio. Il quale, a mio parere, non è un artigiano ma un artista, come lo scultore. Il violino d'autore è un bene artistico (prova ne sia che è suscettibile di prelazione statale a certe condizioni che non sto ora a elencare, ma che sono state studiate a fondo nel libro da me curato). La "serialità" del lavoro tramuta casomai il liutaio-artista in liutaio-fabbricante; questi è pur sempre un artigiano, che ha invero smarrito il plusvalore artistico del proprio lavoro manuale e intellettuale. L'identità artistica del liutaio dovrebbe distinguere ciascun artista dall'altro. L'appartenenza a uno scuola dovrebbe rappresentare l'alveo ove fluisce l'individualità di ciascun allievo, che poi si eleverà a mestro con il passare del tempo. Oggi, sia consentito l'esempio, noi riteniamo Nicola Utili un maestro eterodosso; addirittura il mercato lo classifica alla stregua di un autore "naif", le cui opere (alludo a quelle successive al 1913) valgono pochissimo, nonostante la genialtà del suo trasmettere arte tramite il legno e la vernice utilizzati; ma è giusto questo svilimento? Forse Nicola Utili era meno bravo di un copista straordinario e oggi giustamente osannato da tutti come Fagnola, che ha innovato molto meno a paragone di Utili? Entrambi erano peraltro accomunati dalla fede ideologica; quindi almeno su questo aspetto non affiorano ragioni discriminatrici. Si dimentica che Utili era anche uno scrittore e un ricercatore di soluzioni innovative. Si afferma oggi, come opinione diffusa, che i liutai giovani lavorino tutti allo stesso modo. Non so se questo sia vero; ma se lo fosse allora la critica va indirizzata ai loro maestri, i quali non sono stati evidentemente in grado di custodire è preservare a futura memoria le tradizioni loro consegnate dai capiscuola del novecento. Io sono un professore universitario oltre che un violinista (non di professione naturalmente); non conosco i programmi della scuola di liuteria cremonese. Mi piacerebbe sapere se lì si insegna, ad esempio, la storia della liuteria; se ci sono corsi ove si trasmettono i rudimenti su come identificare i tratti distintivi dei grandi maestri nel novecento. Forse su questi temi una riflessione sarebe opportuna. Non credete?
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Messaggio da edi »

eccius ha scritto:Il quale, a mio parere, non è un artigiano ma un artista, come lo scultore.
Assolutamente d'accordo (come sul resto), ma credo che la liuteria sia un'arte ancor più completa della scultura, mentre la scultura deve soddisfare due sensi (la vista e il tatto), la liuteria deve soddisfarne quattro, ovvero tutti tranne il gusto :D tra questi l'udito è essenziale :) e aggiungerei la cultura storica e artistica indispensabili al liutaio
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claudio
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Messaggio da claudio »

eccius ha scritto: Si afferma oggi, come opinione diffusa, che i liutai giovani lavorino tutti allo stesso modo. Non so se questo sia vero; ma se lo fosse allora la critica va indirizzata ai loro maestri, i quali non sono stati evidentemente in grado di custodire è preservare a futura memoria le tradizioni loro consegnate dai capiscuola del novecento. Io sono un professore universitario oltre che un violinista (non di professione naturalmente); non conosco i programmi della scuola di liuteria cremonese. Mi piacerebbe sapere se lì si insegna, ad esempio, la storia della liuteria; se ci sono corsi ove si trasmettono i rudimenti su come identificare i tratti distintivi dei grandi maestri nel novecento. Forse su questi temi una riflessione sarebe opportuna. Non credete?
Il giovane liutaio, spesso, non ha esperienza tale da poter esprimere in modo pieno la propria personalità sugli strumenti. E' soprattutto una questione di maturità, che arriva con il tempo e la ricerca. Piuttosto possiamo chiederci se questo aspetto sia vivo non solo nei giovani liutai, ma anche in quelli meno giovani. Il giovane liutaio spesso è animato da uno spirito di ricerca superiore a quello dei maestri, i quali dopo aver raggiunto un grado di loro soddisfazione si "piantano" su uno standard produttivo dal quale difficilmente riescono a smuoversi. Ma la responsabilità principale è quella del mercato, soprattutto orientale, che spinge da sempre su strumenti su un tipo di violino che definire stereotipato è fargli un complimento. Ricordo di aver sentito parlare di un violino d'autore italiano rifiutato da un commerciante giapponese perchè lungo "solo" 35.2cm, ovviamente non tutti i commercianti si esprimono con questi paradossi, ma il concorso di colpa tra un certo tipo di scuola che tende a sedersi su discutibili successi commerciali e la voglia di fare business da parte di un certo tipo di commerciante producono prodottti tossici. Ovviamente il mondo della liuteria italiana è sufficientemente vario e diversificato da non fare di tutta un'erba un fascio, nel panorama italiano e cremonese in particolare.
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claudio ha scritto: Il giovane liutaio, spesso, non ha esperienza tale da poter esprimere in modo pieno la propria personalità sugli strumenti. E' soprattutto una questione di maturità, che arriva con il tempo e la ricerca. Piuttosto possiamo chiederci se questo aspetto sia vivo non solo nei giovani liutai, ma anche in quelli meno giovani. Il giovane liutaio spesso è animato da uno spirito di ricerca superiore a quello dei maestri, i quali dopo aver raggiunto un grado di loro soddisfazione si "piantano" su uno standard produttivo dal quale difficilmente riescono a smuoversi.
Assolutamente d'accordo Claudio, ma questo vale per tutte le arti, non solo per la liuteria :-)
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