Tavola a spessore costante.

Suonare e costruire i violini
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NFormaggia
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Tavola a spessore costante.

Messaggio da NFormaggia »

Ciao, spero vivamente che si tratti della sezione giusta, nel caso abbia commesso un errore, chiedo gentilmente di spostarla. Grazie. :D

Tra i vari argomenti trattati durante l'incontro nella sala del grano di Pisogne, il discorso sulla tavola a spessore costante mi ha particolarmente interessato e mi piacerebbe parlarne e discuterne, sopratutto per raccogliere dati e constatazioni da chi ha effettivamente messo in pratica questo "metodo".

Da sempre sono molto interessato allo studio degli spessori e di come questi influiscono sulla resa acustica dello strumento.
A scuola ci hanno insegnato a "spessorare" suddividendo in "zone"la tavola, ognuna con un diverso spessore.
Sembrerebbe un procedimento abbastanza corretto... diverse "funzioni" svolte dalle "zone" sulla tavola -> diversi spessori. Spesso però le soluzioni intuitive e dirette non sono le più consone ne tanto meno le più efficaci.

Da qui il mio interesse verso questo procedimento, di cui Sacconi non parla (se non ricordo male parla di "spessore costante al centro").

Ora, che vantaggi da una tavola a spessore costante?

L'unica idea che mi è venuta è quella di una vibrazione più omogenea, che però potrebbe non corrispondere con una resa acustica migliore.

Se non sbaglio qualcuno di voi ha direttamente sperimentato questo "metodo", mi piacerebbe avere feebacks. :D

Un grazie a chi risponderà! :D

Nicolò Formaggia.
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Manfio
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Messaggio da Manfio »

Si, Sacconi menziona che Stradivari faceva le tavole a spessore costante, e io faccio così. Ma ci sono altri che non fanno così e riescono ad ottenere buoni risultati, oggi e nel passato.
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claudio
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Messaggio da claudio »

Caro Nicolò, le tavole armoniche a spessore costante non sono cosa facile nè per il liutaio, nè per il musicista che si troverà a suonare lo strumento. Come ho già detto a Pisogne non basta adottare uno spessore costante per riuscire a far suonare un violino, e poi bisogna considerare che oggi molti musicisti non di rado amano premere abbastanza l'arco sulle corde e se lo strumento non è reattivo si pensa subito che il suono "si spezzi". Comunque sia io ho avuto risultati molto buoni soprattutto dal punto di vista timbrico, quindi mi permetto di darti alcuni consigli che ritengo utili. Importante prima di tutto avere una tavola con venatura stretta, circa 1mm, quindi una sguscia che nella zona prospiciente il bordo e il filetto sia spessa non più di 3.3mm. Segui le indicazioni del Sacconi, lui descrive molto bene la fase degli spessori della tavola e del fondo. Ignoro che modello tu voglia adottare, per la prima volta ti consiglierei un modello che Stradivari usò nell'ultimo periodo, se la memoria non m'inganna è la forma "B accorciata", ossia la stesse dimensioni del violino Harrison ma con una lunghezza di 35.4, invece di 36.3cm. Questo modello rispetto alla forma classica PG (vedi il cremonese 1715), risulta quindi un poco più stretto, ciò conferirà allo strumento una maggiore capacità di risposta qualora si usi una tavola armonica a spessore costante. Per lo spessore puoi usare tranquillamente anche la misura di 2.4mm, puoi anche aumentare un decimo o poco più se il legno che hai dovesse risultare di densità bassa (leggi: abete molto leggero). I primi strumenti ottenuti con questo metodo avranno un timbro piuttosto ampio con una prima corda molto dolce e buona uniformità sulle altre. E' probabile che la dinamica risulti un pò limitata, ma questo è dovuto essenzialmente alla sguscia non sufficientemente ampia e/o profonda, con un pò di esperienza si impara a combinare le dimensioni della sguscia con gli spessori ed in breve si otterrà una buona risposta. Al contrario degli strumenti spessorati su altri principi, quelli costruiti con tavola a spessore costante avranno un timbro da subito caldo e ampio che andrà meglio a definirsi con il tempo e l'esercizio. Mentre gli altri violini suonano piuttosto aspri appena finiti di costruire e che si ammorbidiranno con il tempo, quelli con tavole a spessore costante con il tempo e l'esercizio tenderanno ad essere più penetranti e definiti. La vernice: se si ha una tavola a spessore costante sarà molto facile soffocarla con una vernice spessa, quindi io raccomanderei una buona vernice ad olio come quelle usate da me o da Edo, sono sottilissime e lasciano il legno libero di vibrare al meglio. Nella zona attorno alle effe lo spessore dovrebbe essere più grosso di circa 0.3mm, e se proprio hai qualche timore, puoi ingrossare della stessa misura la zona dell'anima. Ho strumenti costruiti in questo modo da più di venti anni e ancora suonano senza nessun problema, l'unica accortezza è quella di fare esperienza ed imparare ad ascoltare. A mio parere questa è una buona base per costruire strumenti, anche se in futuro tu dovessi adottare altri metodi per gli spessori delle tavole. Ultima accortezza, le bombature: segui scrupolosamente le bombature degli strumenti originali, in particolare quelle degli Stradivari e dei Guarneri del Gesù dell'ultimo periodo. Buon lavoro!
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NFormaggia
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Messaggio da NFormaggia »

In primis vi ringrazio molto per i vostri interventi, specialmente Claudio che è stato davvero illuminante!

Io attualmente uso un modello di Garimberti, modificato dal liutaio milanese a partire dalla forma Pg di Stradivari.

Non sò se sia un modello adatto e in grado di rispondere adeguatamente ad una tavola a spessore costante, di sicuro Garimberti non ha usato questo metodo nella maggior parte dei suoi strumenti.
Adotterò quindi il modello consigliatami da Claudio (che penso sia presente tra quelli della scuola).

Spero di riuscire a sperimentare anche una vernice ad olio, per avere un dato empirico il più completo e valido possibile. Ma non sono sicuro di riuscirci dato che si tratta di una vernice da me mai utilizzata...spero che una vernice a spirito non falsi troppo il risultato finale.

Dovrei iniziare un violino (terminato quello in costruzione ora) entro la fine di Ottobre, proverò senz'altro questo metodo, vi farò sapere le mie impressioni, sopratutto dal punto di vista della resa acustica. :D
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claudio
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Messaggio da claudio »

Nicolò, mi piace molto questo tuo entusiasmo e voglia di provare cose nuove, spero davvero nella riuscita del tuo lavoro. Riguardo alla forma B accorciata, quella che ho costruito io ha queste dimensioni: 154, 102, 194cm. Dovrebbe essere la stessa con cui fu costruito il Muntz del 1736, se la memoria non m'inganna, puoi trovare questo strumento nei poster di The Strad. Nota di curiosità: dalla seconda metà del 1700 in poi, moltissimi strumenti di area tedesca sembrano essere stati costruiti su una forma simile, seppure adottando spessori e stili diversi.

Per la vernice ad olio penso di convenga iniziare con una di quelle prodotte da Padding o Lozano, già in questo modo la curva di apprendimento è molto ripida, quindi meglio non aggiungere la difficoltà della realizzazione.
Comunque puoi usare qualsiasi buona vernice ad alcool, a patto che alla fine sia sottilissima e non eccessivamente dura.

Già che ci sei potresti anche dare uno sguardo alla forma del cosiddetto "grande Amati", ossia la forma elaborata da Nicolò Amati alla quale si è riferito anche Stradivari, seppure con stili diversi sarebbe interessante confrontare le forme dei due liutai, compresa la forma B.
Altra particolare attenzione richiesta dalla forma B è quella che riguarda le punte, è piuttosto difficile almeno inizialmente armonizzare le punte con una forma così stretta, per questo motivo sarebbe bene studiarsi bene il Muntz e poi decidere la soluzione che si ritiene meglio per sè. I raccordi delle punte nelle forme classiche stradivariane ed amatiane sono più facili da fare, ma quando la forma si contrae le cose diventano più difficili, basta guardare le forme di Guarneri del Gesù, ma anche quelle di suo padre, di cui ho avuto occasione di prenderne le misure da un originale ed ha dimensioni molto simili alla B accorciata. Questo strumento di Giuseppe figlio di Andrea del 1698 ha un'armonia di forme stupenda, molto superiore a quella del Muntz realizzato da Stradivari quando ormai era in tarda età.
Insomma, dagli spessori costanti siamo andati a finire alle forme, il discorso si allarga e uno finisce con il distrarsi. :)

QUI qualche informazione sul Muntz
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Re: Tavola a spessore costante.

Messaggio da Nico09 »

Scrivo qui, dopo un bel po' che latito dal forum! Ho una curiosità riguardo alla possibilità di usare una tavola a spessore costante in abbinamento a bombature Amati (ho in mente N. Amati Alard, del quale ho i disegni Ashmolean). Questo perché per ora mi risulta più facile comprendere il funzionamentodo di una tavola a spessore costante che una tavola a spessori differenziati. Che effetti ci sarebbero?Potrebbe avere senso una lavorazione simile, o è un controsenso (lavorazione Stradivari su modello Amati)? Grazie!
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claudio
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Re: Tavola a spessore costante.

Messaggio da claudio »

Sul disegno che possiedi dovrebbero essere compresi gli spessori di tavola e fondo. Magari fai una foto del disegno e ne ragioniamo un attimo assieme.
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Re: Tavola a spessore costante.

Messaggio da Nico09 »

https://i.imgur.com/1wYGTMK.jpg tavola
https://i.imgur.com/7rqGJ0H.jpg e fondo

Potevo evitare la domanda, non avevo guardato che la tavola È a spessore costante (3mm)...
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claudio
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Re: Tavola a spessore costante.

Messaggio da claudio »

Ne ho approfittato per aggiungere le tue foto sul server del forum, in modo che non vadano perse per le future consultazioni.
La tavola in questo caso, anche se non si nota molto bene, è composta da una zona costante centrale ed un alleggerimento progressivo laterale, quindi è da lavorare in questo modo. Se adottare gli stessi spessori, è da vedere la densità dell'abete, se leggero e poroso si possono senz'altro usare le stesse misure, ma se fosse più denso e pesante si può andare agevolmente anche un paio di decimi o tre più sottile.

P.S.
Per allegare le immagini si deve usare l'editor completo, poi scegliere l'opzione "Allegati", e da lì aggiungere i propri files, che non devono superare i 700Kb, meglio se di dimensioni inferiori.
Allegati
1wYGTMK.jpg
7rqGJ0H.jpg
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