Chiude il Consorzio dei Liutai a Cremona?

Suonare e costruire i violini
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violino7
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Messaggio da violino7 »

Fabio_Chiari_liutaio ha scritto:Basta non piangere poi quando le botteghe artigine chiudono.
La difesa che dovrebbe fare in particolare la liuteria cremonese nei confronti della concorrenza cinese dovrebbe essere decisamente quella di puntare alla "qualità", anzi arroccarsi sulla difesa della presunta superiorità della qualità dichiarata dal marchio di Cremona.

A chiudere sarebbero certamente le botteghe che da quel punto di vista non sanno neanche raggiungere lo standard offerto dai cinesi. Certo c'è la questione del prezzo, ma ovviamente "la qualità non ha prezzo predefinito".

L'iniziativa commerciale del liutaio Tossani, allora acquista un altro aspetto, in un certo senso a suo modo è pure essa una denuncia plateale.

Infatti ieri mi chiedevo perchè tanta meraviglia se poi sappiamo, e lo riteniamo normale, che violini cinesi vengono da molto tempo venduti con marchio europeo, ed invece dovremmo considerare uno scandalo se i cinesi ora vengono a venderceli direttamente, magari gli stessi, ma a prezzi inferiori?

E poi, ancora mi chiedo! Ma se gli stessi cinesi che ieri hanno propagandato i loro violini volessero essere presenti con un loro stand a Mondomusica, gli dovrebbe essere rifiutata la richiesta? :roll:
Là vengono commercianti, belli e brutti, da tutto il mondo! :?
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- Lino Santoro -
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talus
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Messaggio da talus »

Come ho gia scritto tempo fa , la Cina con oltre un 1.000.000 di violinisti ed una capacita' economica d'acquisto superiore a quella americana ed europea da parte di 50.000.000 di cinesi rappresenta e rappresentera' sempre piu un mercato di riferimento per gli strumenti italiani di valore.
Mentre i cinesi si aggirano a Cremona e qualcuno spaccia violini cinesi per italiani il sottoscritto aprira' in cina l'inizio dell'anno prossimo " La Casa del Violino Italiano ".
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Fabio_Chiari_liutaio
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Messaggio da Fabio_Chiari_liutaio »

Il problema è un pò più complesso e non limitabile all'arrivo dei cinesi, in realtà in questo paese le cause del declino della liuteria sono molteplici.
Prima causa gli pseudoliutai che lavorano a nero avendo però uno stipendio fisso statale o parastatale, non hanno scadenze fiscali, hanno la certezza della pappa alla fine del mese, possono fare i prezzi che vogliono, ecc.
Secondo, il commercio infame che fanno molti professori dei conservatori e delle scuole di musica. Terzo, uno stato di incapaci disonesti che decide le regole in cui una bottega artigiana onesta deve barcamenarsi. Mi pareva ovvio che essendo questi problemi endemici di un paese di merda come il nostro (lo dice anche il nostro beneamato fuhrer), insegnare ad allievi cinesi un'arte delicata come la liuteria era l'ultima cosa furba da fare ma è stata fatta anche questa stronzata. Premesso questo io ritengo che nonostante tutto chi ha le capacità possa vivere a testa alta, basta essere creativi, propositivi avere delle convinzioni e difenderle a tutti i costi e via discorrendo, certo non fa piacere sentir dire che su ebay si trovano dei capolavori di liuteria a duecento euro, che i liutai che fanno un ponticello e ti chiedono cento euro sono dei ladri, che in fondo in fondo non c'è tutta questa differenza fra uno stentor e un violino di liuteria, che
i liutai vendono violini cinesi col loro nome dentro..........
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violino7
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Messaggio da violino7 »

Fabio_Chiari_liutaio ha scritto: .................................................................................................. essendo questi problemi endemici di un paese di merda come il nostro (lo dice anche il nostro beneamato fuhrer), insegnare ad allievi cinesi un'arte delicata come la liuteria era l'ultima cosa furba da fare ma è stata fatta anche questa stronzata.
...........................

Fabio, ti capisco! Sono con te......e ti riconosco anche la dote di lungimiranza e chiarezza in poche parole, come con la frase qui sopra.

Però sono sicuro che ancora i cinesi l'arte della liuteria non l'abbiano imparata per bene, se la loro qualità rimane abbastanza scadente,........... prova ne è che Eccius vuole andare in Cina, a vendere che cosa? Qualcosa che ancora loro non hanno! :wink:
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- Lino Santoro -
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violino7
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Messaggio da violino7 »

violino7 ha scritto:.......... prova ne è che Eccius vuole andare in Cina, a vendere che cosa? Qualcosa che ancora loro non hanno! :wink:
ERRATA CORRIGE=......Talus..................................


E Talus che il prossimo anno aprirà un negozio in Cina.

Scusatemi entrambi, con questi nickname faccio un po' di confusione! :cry:
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edo
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Messaggio da edo »

Mi sembra di capire che alcuni pensano sia stato, e sia tuttora, uno sbaglio insegnare ai cinesi (o a chiunque altro non sia italiano) a fare i violini: ma secondo voi era possibile non farlo? Ed in che modo?

ciao

edo
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Fabio_Chiari_liutaio
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Messaggio da Fabio_Chiari_liutaio »

Ci sono alcuni fenomeni che non sono arginabili ma salta all'occhio anche di chi non è del mestiere che il modo di fare dei cinesi non è mai stato commercialmente corretto. Il mio amico che aveva una avviata ditta artigiana di oggetti per l'illuminazione dopo aver creato un suo sito personale per trattare con l'estero ha visto all'improvviso crollare le vendite. Nella affannosa ricerca delle cause ha trovato alcuni siti cinesi che avevano copiato pari pari i suoi modelli e gli avevano fregato nel vero senso della parola tutti i clienti. Morale il mio amico ha chiuso la ditta, licenziato i suoi quattro dipendenti ed ora vive facendo di tre mesi in tre mesi il facchino ad un grande magazzino. La sua situazione è diversa da quella di un liutaio poichè è molto più facile copiare un lampadario che un bel violino ma il principio è lo stesso. Il problema secondo me è che le scuole di liuteria sono nate spesso per far cassa e basta e non per insegnare un mestiere tradizionale e quindi pur di guadagnare ha insegnato senza guardare se ci fossero dei pericoli in agguato, e poi molti liutai chiedono soldi per insegnare. Basta fare uno più uno e si capisce che spesso è stato maggiore il guadagno dovuto all'insegnamento piuttosto che quello ottenuto con la produzione personale e via dicendo
comunque ribadisco, se hai qualcosa da dire non c'è cinese che ti possa rompere i coglioni alla fine i nodi vengono al pettine e si può vivere alla faccia di quelli che ne inventano di sotto terra per arricchirsi facilmente
come dice il vecchio detto del Mugello: Col tempo e con la paglia si matura la sorba e la canaglia.......io sono ancora vivo.
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claudio
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Messaggio da claudio »

talus ha scritto:Come ho gia scritto tempo fa , la Cina con oltre un 1.000.000 di violinisti ed una capacita' economica d'acquisto superiore a quella americana ed europea da parte di 50.000.000 di cinesi rappresenta e rappresentera' sempre piu un mercato di riferimento per gli strumenti italiani di valore.
Mentre i cinesi si aggirano a Cremona e qualcuno spaccia violini cinesi per italiani il sottoscritto aprira' in cina l'inizio dell'anno prossimo " La Casa del Violino Italiano ".
Questi discorsi da "business" io personalmente li detesto, perchè sono da sempre convinto che il liutaio debba stare molto attento a stare fuori dai grandi numeri. A Cremona ci si è prima lasciati irretire dalla seduzioni di Giappone e Corea, esaurito il filone si è iniziato con la Cina. Ma si dà il caso che i Cinesi sappiano valutare molto meglio dei Giapponesi e Coreani ciò che si tenta loro di spacciare. Alla faccia dei grandi numeri. Apri pure la tua bella "Casa del Violino Italiano", rimango in attesa di constatarne i risultati. Si correrà il rischio di fare la stessa fine che si è fatta negli Stati Uniti: masse di strumenti non solo invenduti, ma anche piuttosto disprezzati dai musicisti, moltissimi dei quali di origine cinese e taiwanese. Con questo voglio dire che il lavoro del liutaio è come quello del pittore, che per la qualità non potrà mai fare un discorso legato ai grandi numeri, e che un buon violino trova sempre posto, prima o poi, in qualunque posto del mondo. E questo lo sanno bene perfino i cinesi.
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Messaggio da Surreale »

Io credo che insegnare a stranieri a costruire violini non sia uno sbaglio. Ma sul discorso dei cinesi credo che qualche errore sia stato commesso negli anni passati. Dall`inizio anni 80 tutti sanno come operano i cinesi, vengono in Italia, osservano, si fingono amiconi, apprendono i segreti dei lavori e poi tanti saluti, tornano in Cina dove la manodopera ha costi irrisori e i diritti non si sa cosa siano, insegnano ad operai a riprodurre in serie e cosi' via...
Questo vale anche per la liuteria. Il primo cinese ad imparare la liuteria e' giunto a Cremona negli anni 80 (pagato dal governo cinese), e' riuscito a diventare allievo di uno dei liutai piu importanti ed ora e' direttore di una scuola di liuteria e di una fabbrica di strumenti a Pechino.
Conoscendio il modo di fare dei cinesi, forse sarebbe bastata qualche precauzione in piu... e magari scegliere con piu attenzione gli allievi!
edo ha scritto:Mi sembra di capire che alcuni pensano sia stato, e sia tuttora, uno sbaglio insegnare ai cinesi (o a chiunque altro non sia italiano) a fare i violini: ma secondo voi era possibile non farlo? Ed in che modo?

ciao

edo
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Messaggio da Surreale »

Condivido in pieno queste considerazioni.
E' triste ammetterlo ma questa e' la realta'...
Fabio_Chiari_liutaio ha scritto:Il problema è un pò più complesso e non limitabile all'arrivo dei cinesi, in realtà in questo paese le cause del declino della liuteria sono molteplici.
Prima causa gli pseudoliutai che lavorano a nero avendo però uno stipendio fisso statale o parastatale, non hanno scadenze fiscali, hanno la certezza della pappa alla fine del mese, possono fare i prezzi che vogliono, ecc.
Secondo, il commercio infame che fanno molti professori dei conservatori e delle scuole di musica. Terzo, uno stato di incapaci disonesti che decide le regole in cui una bottega artigiana onesta deve barcamenarsi. Mi pareva ovvio che essendo questi problemi endemici di un paese di merda come il nostro (lo dice anche il nostro beneamato fuhrer), insegnare ad allievi cinesi un'arte delicata come la liuteria era l'ultima cosa furba da fare ma è stata fatta anche questa stronzata. Premesso questo io ritengo che nonostante tutto chi ha le capacità possa vivere a testa alta, basta essere creativi, propositivi avere delle convinzioni e difenderle a tutti i costi e via discorrendo, certo non fa piacere sentir dire che su ebay si trovano dei capolavori di liuteria a duecento euro, che i liutai che fanno un ponticello e ti chiedono cento euro sono dei ladri, che in fondo in fondo non c'è tutta questa differenza fra uno stentor e un violino di liuteria, che
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Messaggio da violino7 »

Se mi tollerate ancora per poco e se il gestore non mi cancella......

se vi può interessare perchè siamo sempre in tema, vi vorrei spiegare con una sorta di aneddoto quello che ho capito io della strategia commerciale dei cinesi e di come i commercianti italiani invece si siano dati la zappata sui piedi da soli...................
è un po' quello che sta succedendo in liuteria, solo se volessimo considerare un violino alla stessa stregua di un comune oggetto vendibile.

Un po' dappertutto in Italia stanno proliferando i negozi gestiti dai cinesi.
Per l'appunto circa due mesi fa qui nella mia città ne hanno aperto uno, generico, che ha la caratteristica di trovarsi però in posizione ideale all'interno di un centro commerciale.
Io per abitudine diffido di questi negozi perchè lasciano a desiderare dal punto di vista qualitativo, ma questa volta ho voluto curiosare.
Dentro vi ho trovato una sorta di bazar con tipologie merciologiche più varie (giocattoli, abbigliamento, ferramenta, profumeria ecc.....) ed ad un certo punto con mia grande meraviglia mi sono accorto che alcuni prodotti io li ho visti nei negozi che normalmente frequento, maggiormente supermercati, ma certamente a prezzi più elevati.

Allora ho dedotto questo:
per anni e forse per decenni il commercio italiano ha vissuto vendendo anche prodotti "Made in China", evidentemente lucrando abbondantemente, se è vero che oggi i cinesi possono venire in Italia e proporre a prezzi dimezzati la stessa merce che vendono gli italiani.


Dove sta il vantaggio dell'apertura dei mercati alla Cina?

La merce di cui sto parlando è di bassa qualità, sul cui commercio ora noi saremmo perdenti. Siamo invece vincenti per i prodotti e la tecnologia di alta qualità, di cui loro sono carenti (ma, attenzione, su cui si stanno però anche gradualmente attrezzando!).

Talus insegna! A proposito....auguri! :)

Dobbiamo renderci conto che il violino può essere un prodotto di alta qualità e come tale esportabile!

Solo che c'è un aspetto negativo ulteriore ed è che strategicamente ora i cinesi sono in grado di penetrare nel mercato e poi competere in futuro anche qualitativamente in maniera graduale.


Ma non sono sicuro che dappertutto in Europa sia successo la stessa cosa.
Io sono abituato ormai da molto tempo a leggere il "Made in China" sui prodotti vendibili nei negozi italiani, ma a maggio mi sono recato in Francia per una settimana e mi ha colpito il fatto che, sarà stato un caso, ma su ogni prodotto che controllavo nei negozi ho notato esserci il "Made in France".
Che abbiano adottato i francesi una strategia di contrapposizione ai mercati stranieri sicuramente diversa dalla nostra e forse più avveduta??:roll: :roll:

Il tutto, di cui sopra, salvo errore ed omissioni; sono solo mie considerazioni rivedibili, anzi aspetto il vostro giudizio!
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Messaggio da edo »

Ora sto capendo molto di più certe prese di posizione che mi sembravano gratuite, portate pazienza, ma a chi si interessa di liuteria da poco tempo, come me, alcuni aspetti sfuggono.

Non occorre dire che il nostro sistema da una cinquantina d'anni a questa parte, prevede di far produrre i beni di largo consumo nei paesi a minor costo della manodopera.
Ne abbiamo avuto anche noi, sistema Italia, i nostri vantaggi, quando tedeschi e americani compravano tutto il comprabile. Non avevano nemmeno bisogno di fare ordini, noi producevamo e loro compravano, anche perchè i manufatti erano di discreta qualità e il prezzo per loro era vantaggioso. Anche qui da noi c'è stato sfruttamento, violazioni delle poche regole che c'erano nel mercato del lavoro, moneta deprezzata.
Mi sembra sia quello che sta succedendo adesso con la Cina ed altri paesi emergenti, anche se forse in misura molto maggiore in termini di sfruttamento della forza lavoro e di contraffazione dei prodotti.
Lo spazio per vendere i prodotti di eccellenza resterà invariato. Purtroppo fermare l'invasione di prodotti economici e magari anche di buona qualità, penso sarà impossibile, e come in molti altri settori anche qualche liutaio sarà costretto a chiudere bottega.
Gli studenti che possono spendere 8000 euro per un violino, o anche 6000 o 4000 sono, e saranno, purtroppo, sempre di meno.

ciao

edo
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Messaggio da OldFossil »

Fabio_Chiari_liutaio ha scritto:Il problema è un pò più complesso e non limitabile all'arrivo dei cinesi,...
...Terzo, uno stato di incapaci disonesti che decide le regole in cui una bottega artigiana onesta deve barcamenarsi. ...
... che
i liutai vendono violini cinesi col loro nome dentro..........
Ho come la leggera impressione che tu abbia centrato il problema, ho ascoltato storie da brivido riguardo ai cosiddetti studi di settore...molto più rilassante un sano film horror...e ritengo che l'ultimo (magari l'ultimo!) affronto sia il criterio escogitato per la lotta all'evasione fiscale...ma dove andremo a finire di questo passo?
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Messaggio da talus »

Caro claudio l'intento e' solo quello di vendere strumenti di liuteria italiana
di alta qualita' e non strumenti cinesi o taiwanesi. Non essendo liutaio mi aiutara' un ragazzo diplomato recentemente presso la scuola di Cremona ed un liutaio italiano che crede in questo progetto.Sara' una postazione avanzata delle liutaria italiana moderna in Cina.Per quando riguarda la logistica, lingua ecc saro' affiancato da alcuni miei parenti presenti a Pechino fin dal 1999 con una galleria d'arte.
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Messaggio da violino7 »

edo ha scritto:
Ne abbiamo avuto anche noi, sistema Italia, i nostri vantaggi, quando tedeschi e americani compravano tutto il comprabile. Non avevano nemmeno bisogno di fare ordini, noi producevamo e loro compravano, anche perchè i manufatti erano di discreta qualità e il prezzo per loro era vantaggioso. Anche qui da noi c'è stato sfruttamento, violazioni delle poche regole che c'erano nel mercato del lavoro, moneta deprezzata.
Mi sembra sia quello che sta succedendo adesso con la Cina ed altri paesi emergenti, anche se forse in misura molto maggiore in termini di sfruttamento della forza lavoro e di contraffazione dei prodotti.
.......................................................
Con la leggera differenza che nella stessa situazione non siamo andati alla conquista dei mercati, se non per un piccolo range di qualità che oggi rappresenta all'estero il "Made in Italy", ed abbiamo giustamente pensato a risollevare la nostra economia...........

Vedete che la "qualità" ha sempre avuto un mercato a parte.

I cinesi invece sembra non abbiano problemi economici al loro interno, almeno non è possibile saperlo, e vanno all'assalto comportandosi da "grande potenza" sulla scena economica internazionale. C'è davvero da temere, visto che dietro ci sono molte incognite! :(
Noi li vediamo sempre più numerosi invadere le nostre città, non sappiamo niente di loro, e spesso non cercano neanche di integrarsi, ma tendono a fare comunità a parte. :?
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