Violino Astor

Suonare e costruire i violini
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claudio
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Violino Astor

Messaggio da claudio »

Sto ultimando un nuovo strumento, si tratta di un Guarneri forma "Alard", un poco personalizzata e adattato alle mie esigenze. Qui la cassa armonica appare prima e dopo il "bagno di sole", tanto per far capire che i raggi ultravioletti non sono cosa da poco, perchè qui stiamo parlando di una cassa armonica che non ha ricevuto altri trattamenti, se non il sole.

Qui le foto in alta risoluzione: https://www.claudiorampini.com/cpg/displ ... play_media

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Ultima modifica di claudio il lunedì 14 ottobre 2013, 16:11, modificato 1 volta in totale.
andante con fuoco
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davidesora
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Re: Violino Astor

Messaggio da davidesora »

claudio ha scritto: Qui la cassa armonica appare prima e dopo il "bagno di sole", tanto per far capire che i raggi ultravioletti non sono cosa da poco, perchè qui stiamo parlando di una cassa armonica che non ha ricevuto altri trattamenti, se non il sole.
Effetto notevole, hai esposto la cassa al sole diretto o indiretto e per quanto tempo + o - ?
Bella anche la marezzatura, un po' diversa dal solito, darà più personalità allo strumento.

Davide
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claudio
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Messaggio da claudio »

Grazie Davide, diciamo che la cassa è stata esposta al sole naturale e a quello artificiale, finchè la stagione lo ha permesso, si tratta di circa 2 o 3 settimane, a seconda dell'effetto da ottenere. Pubblico questi risultati perchè si parlava nella discussione riservata alla preparazione con gesso a scagliola, di preparazioni del legno.

Ebbene per come la vedo io e per i risultati raggiunti, la preparazione del legno deve essere intesa come diversi processi distinti per diverse funzioni. L'esposizione al sole serve a dare colore attraverso la foto ossidazione, ma i raggi UV hanno anche un effetto positivo sulle proprietà sonore dello strumento. Ovviamente si parla sempre di strumenti che si cerca di costruire a regolare d'arte, è inutile mettere al sole uno strumento cinese, non migliorerà mai!

Questo effetto di ossidazione lo si raggiunge attraverso i processi più disparati, l'ultima che ho letto è stata quella dell'urina di coniglio. C'è forse bisogno di arrivare a tanto? forse sì e forse no, dipende dall'obiettivo che ci si pone.

Da un punto di vista di antichizzazione degli strumenti praticamente tutto è lecito purchè si raggiunga un risultato credibile.

Invece dal punto di vista filologico il campo si restringe drammaticamente e le scelte dovrebbero essere condotte sulla base di fonti documentate o almeno interpretate al meglio.

Tutto quel che sappiamo al momento è attraverso l'osservazione degli strumenti antichi e l'esperienza di di altri artisti non specificatamente liutai, tra cui amo citare Benvenuto Cellini, che nel suo trattato di oreficeria parla appunto dei giochi di luce dei rubini incastonati in anelli e collane al cui fondo veniva posta una foglia d'oro.

A seconda dell'oro e della distanza della gemma della pietra dallo sfondo, si creavano giochi di luce di varia maniera onde valorizzare al massimo il gioiello.

Ma sono sicuro che a cercare bene si troverebbero anche altre esperienze più propriamente legate al legno.

Cioè a dire che l'ossidazione è veramente l'unica risposta in termini di preparazione del legno? sicuramente no, perchè la fotoossidazione fa parte del processo di preparazione, ma ancora non abbiamo risposto esaurientemente perchè nei fatti la preparazione stradivariana che aldilà o meno degli strati minerali, appare spesso di un colore giallo verdastro.

Ma non è sempre così, nel violoncello Cristiani il legno appare specificamente trattato con un colore che vira al marroncino. Questo vuol dire che siamo in qualche modo liberi, come del resto lo erano gli Amati, che a mio parere trattavano il legno in modo ancora più mirabile, di usare le sostanze più disparate per giungere al risultato. Ma soprattutto credo che si possano lasciare in pace i conigli.
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Messaggio da 1972pianoman »

finalmente!! è passato un po' di tempo dall'ultimo...
Comunque tornando ai conigli, io non ci penso proprio a toccarli, soprattutto l'urina. però ho scoperto che sono gli unici erbivori che espellono il calcio tramite l'urina...
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claudio
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Messaggio da claudio »

Io non pubblico nel forum tutti i violini che costruisco, credo sarebbe una monotonia che ci possiamo risparmiare.
Quindi gli erbivori coniglietti espellono nell'urina espellono anche il calcio, e sono gli unici a farlo. I puntini di sospensione lasciano intendere che c'è una seconda puntata e quindi attendiamo in suspence o il discorso è finito qua? :?:
Mi auguro che il contraddittorio sia un pochino più articolato, grazie.
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Messaggio da 1972pianoman »

dopo i risultati del tuo ultimo violino penso di chiudere qui' la questione. :cry:
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claudio
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Messaggio da claudio »

Non dirmi che ti ho deluso :lol:
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Messaggio da 1972pianoman »

no,no anzi :lol:
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Messaggio da claudio »

Ma discutiamone, non lasciamo che risultati esteticamente appaganti possano in qualche modo chiudere l'argomento.
Avendo avuto occasione di poter esaminare direttamente il Toscano 1690, posso dire che la sua verniciatura è di gran lunga differente da quella del Cristiani del 1700, in questi casi abbiamo due preparazioni molto diverse per quanto riguarda la colorazione del fondo, giallo verdastra nel primo caso e tendente al marrone nel secondo.

In entrambe i casi non si può mai parlare di una vera e propria coloritura del legno, e se veramente di coloritura si può parlare, questa è comunque tenue e non arriva mai a chiudere le marezzature dell'acero. Direi che anche per ciò che riguarda questa tenue coloritura del legno si potrebbe parlare di vere e proprie velature, diverse nella sostanza da quelle vere e proprie che si applicano sulla vernice ad olio, ma simile nel concetto.

Attualmente noi facciamo uso di raggi UV, nitrito di sodio, foglie di tè, ammoniaca, urine di varia natura (secondo R. Hargrave), aloe e chi più ne ha più ne metta. Quel che si può dire fin da ora è che la coloritura del fondo sia per mezzo di coloranti vegetali, che di coloranti chimici, è che nel primo caso si bada più al colore vero e proprio, nel secondo si cerca di produrre assieme alla colorazione anche un effetto di ossidazione del legno.

Il mio modo attuale di procedere consiste in una via di mezzo tra i due metodi: raggi UV e una tenue colorazione vegetale. E' vero che nel tempo i colori vegetali si alleggeriscono con il tempo, ma bisogna considerare che qui stiamo parlando di vere e proprie velature di colore, ossia di intensità molto leggere di colore che comunque nel tempo lasciano una loro traccia, a questo poi bisogna aggiungere che nel tempo il legno si ossida veramente per via naturale e quindi diventa più scuro, così come la vernice ad olio tende essa stessa a scurirsi.

A ciò segue il trattamento di chiusura dei pori, che in alcuni casi prevede l'applicazione di uno strato minerale semitrasparente come nel gesso scagliola di cui abbiamo parlato in un'altra discussione, ma anche di argille di varia natura o di pomice.

Oppure semplicemente si omette lo strato minerale, o perlomeno si incorpora una leggerissima quantità di eccipiente nello strato di preparazione, questo dipende dalla vernice che si usa (e quindi dal tipo di olio). Oppure si incorpora l'eccipiente in un poco di vernice e in questo modo si "massaggia" il legno facendolo diventare impermeabile.

Sono due scuole diverse che credo trovino riscontro nella pratica antica anche nell'ambito dello stesso autore, visto che le analisi stratigrafiche abbiano rivelato in alcuni casi la presenza di uno strato minerale senza legante, o di legante senza eccipiente.

Io preferisco attualmente l'uso di un legante senza eccipiente perchè trovo che la chiara d'uovo risponda in modo perfetto al compito di chiudere i pori del legno e di potervi stendere sopra la vernice senza rischio di anti estetici assorbimenti da parte del legno.

Questa mia decisione nasce dall'esigenza di preservare il legno accuratamente rasato da ogni eventuale rischio di rialzo del "pelo" da parte di ulteriori applicazioni di sostanze disciolte in acqua, come nel caso del gesso scagliola e simili, ma con una certa pratica penso che anche il metodo di applicazione diretta dell'eccipiente sul legno possa dare comunque risultati più che soddisfacenti.

Insomma la discussione è aperta, come si può capire da quanto detto finora, io preferisco un approccio "pittorico" alla preparazione, perchè in questo modo sono più libero di giocare con i colori e di raggiungere le tonalità preferite.

Ed ora avanti con i vostri commenti e punti di vista, sempre molto graditi.
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Messaggio da 1972pianoman »

Sinceramente mi trovo in difficoltà. Sembrerebbe che ogni metodo dia un risultato credibile, e da ciò che dici pare che non ci sia una regola ferrea da seguire, in quanto anche in passato lo stesso autore procedeva in maniera diversa. A questo punto il discorso si basa sui gusti personali.
C'è chi predilige un fondo giallo, chi un fondo ossidato. Sinceramente ho provato un po' di tutto, ma sembra proprio che il risultato dell'ossidazione sia attualmente il migliore.
Il colore giallo verdognolo, che ha me non fa impazzire , sono riuscito ad ottenerlo con carbonato di calcio. l'ammoniaca da un bellissimo colore giallo che però svanisce dopo l'evaporazione. L'ammoniaca ad esempio che tutti evitano perché molto energica dopo l'evaporazione non lascia traccia, a differenza di vari carbonati e del famoso silicato.
Ho provato anche l'aloe, sia sciolto in alcol che in acqua con ammoniaca o con carbonato di potassio, con buoni risultati, ma tendo sempre a dare un colore marroncino piuttosto che giallognolo. Per il giallo ho provato la camala in alcol (bellissima), ma al sole sbiadisce, così come la reseda luteola (reseda dei tintori) abbondantemente presente anche qui in Piemonte e conosciuta fin dai tempi dei romani. Insomma vado a dormire tutti i giorni col mal di testa.
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Messaggio da claudio »

Direi che la tua tavolozza è molto ricca, ti manca solo di diventare una maestro nella pittura, tenendo ben presente che i grandi maestri del passato non avevano una tavolozza vastissima.

Riguardo all'ammoniaca ripeto che il suo effetto non è così transitorio come si potrebbe supporre, perchè una volta data la vernice quel giallo o quel genere di scurimento lo si ritrova. Ecco perchè non bisogna limitarsi solo a tingere di giallo le varie tavolette, spesso quel che appare bellissimo sotto la vernice è insignificante e viceversa. A peggiorare le cose bisogna anche aggiungere che qui si parla di tinture molto leggere, che però fanno una gran differenza a verniciatura ultimata.

Altrimenti facciamo come si è sempre fatto a Cremona negli ultimi 40 anni, ossia prendiamo una comune vernice poliresinosa ad alcool e la applichiamo su un legno non trattato, in questo modo tutti i problemi vengono risolti di colpo. E te lo dico per avere adottato per un certo numero di anni questo sistema di verniciatura, che però non rimpiango.
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Messaggio da 1972pianoman »

Devo essere sincero, temevo la tua risposta. Pensavo di aver incasinato la mia situazione. Invece è andata meglio di quello che pensavo. :oops:
Comunque, non avendo, al momento, particolari necessità, penso che continuerò ad esporre i miei strumenti (se così li vogliamo chiamare) al sole per qualche tempo e poi procedere con le fasi successive. Per il momento grazie per la disponibilità. Se dovessi avere altre notti insonni ve lo comunichero'.
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Messaggio da claudio »

Sono sicuro che tra i materiali che hai citato c'è quello giusto! :lol:
Il problema è che al momento manca il pur minimo appiglio che documenti il modo di colorire il legno da parte degli antichi, ma dato che gli antichi stessi hanno usato più sostanze e modi diversi di giungere allo scopo, e visto che ormai sappiamo con certezza che la preparazione è divisa in almeno due fasi: coloritura e chiusura dei pori del legno, il tutto dipende unicamente da come si sanno guardare le cose e tradurle in un'azione. Cioè a dire che data una vernice uguale per 10 liutai, otterremo sicuramente 10 verniciature completamente diverse.
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Messaggio da claudio »

Siamo arrivati alla fine, spero che vi piaccia il colore della vernice, si tratta di vernice all'ambra in cui sono stati usati terra d'ombra e lacca di robbia rosso scura (solo come correttivo). La preparazione invece è stata fatta con raggi UV e un poco di tè molto concentrato. Sono i soliti materiali che uso ormai da alcuni anni, i risultati mi sembrano migliori, ho imparato qualcosa di più sui colori e sulla stesura della vernice.

In questo senso non ho fatto velature molto pesanti, a tutto vantaggio di qualche mano in più di vernice colorata stesa molto sottilmente. Questo strumento mi piace più di quelli che ho fatto nel passato e mi ritengo fortunato di essere migliorato, in età ancora relativamente giovane, per cui non dispero di fare ancora meglio in futuro.

Credo che sia una regola a cui nessun liutaio sfugga, ognuno di noi ragginge i migliori risultati nella maturità, nessuno escluso.

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Messaggio da violino7 »

Beh, che dire? .......se pensi di migliorare ancora, nonostante gli ottimi risultati raggiunti anche in questo lavoro, vuol dire che non sei soddisfatto al cento per cento, e questo è positivo! :) ....sei sulla strada giusta per un grande avvenire! :P :P
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Ricercare sopra tutto due cose: la verità e la bellezza.

- Lino Santoro -
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