Liuteria della vergogna
Liuteria della vergogna
andante con fuoco
- davidesora
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Magari fossero solo un paio d'anni che si manifesta questa faccenda (come si dice nell'articolo), purtroppo è cosa vecchia e reiterata.....
Comunque gli stessi signori che propongono questi violini vendono porta a porta principalmente quintali di legno per liuteria, rigorosamente in nero esentasse.
Anche questa non mi sembra una cosa troppo edificante......
Nel seguito dell'articolo si parla anche della necessità di una certificazione di qualità scientifica del prodotto per risolvere la situazione : peccato che si tratti di pura fantascienza riuscire a dimostrare scientificamente la qualità di uno strumento, all'atto pratico sarebbe sempre e solo fumo negli occhi.
Davide
PS Grazie per la segnalazione, mi stava sfuggendo.
Comunque gli stessi signori che propongono questi violini vendono porta a porta principalmente quintali di legno per liuteria, rigorosamente in nero esentasse.
Anche questa non mi sembra una cosa troppo edificante......
Nel seguito dell'articolo si parla anche della necessità di una certificazione di qualità scientifica del prodotto per risolvere la situazione : peccato che si tratti di pura fantascienza riuscire a dimostrare scientificamente la qualità di uno strumento, all'atto pratico sarebbe sempre e solo fumo negli occhi.
Davide
PS Grazie per la segnalazione, mi stava sfuggendo.
- OldFossil
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Mah, da quel poco che appare nell'articolo l'impressione è sempre la stessa: il problema dell'Italia sono gli italiani che truffano gli altri (non ultimo un governo vampiro nei confronti degli artigiani ed imprenditori in genere e mollemente inetto nei confronti degli atteggiamenti illegali). I camion di legname non sono come le cavallette, che te le becchi e ne subisci i danni. Se chi è realmente interessato a proporre una manifattura genuina li rimandasse al mittente, di certe cose non si parlerebbe nemmeno. Quando i giornali parlano di certe cose a mio avviso la sfiducia tra chi produce e vende e chi acquista è già gravemente compromessa. Mi spiace solo per quelli onesti che a prezzo di grandi sacrifici vedono la loro credibilità venir sempre insidiata dal dubbio.
- Nick_70
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Bè, si potrebbe sempre obiettare su fatto che un liutaio, per bravo e veloce che sia, non potrebbe vendere più di X violini all'anno, potendo produrne, penso io, un 5/10 all'anno? (Il M° Morassi mi ha raccontato di esserne riuscito a produrne una 30a, ma una sola volta nella sua vita...).
Questo potrebbe essere già un metro... se uno ne vende 50/80 all'anno, già potrebbe puzzare un po', no?
Nick
Questo potrebbe essere già un metro... se uno ne vende 50/80 all'anno, già potrebbe puzzare un po', no?
Nick
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Non far ad altri ciò che non vuoi venga fatto a te!
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- davidesora
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Se un liutaio lavora da solo (rispettando i minimi requisiti che deve avere un violino cremonese che si possa seriamente chiamare tale) 30 violini all'anno sono pura fantascienza.Nick_70 ha scritto:Bè, si potrebbe sempre obiettare su fatto che un liutaio, per bravo e veloce che sia, non potrebbe vendere più di X violini all'anno, potendo produrne, penso io, un 5/10 all'anno? (Il M° Morassi mi ha raccontato di esserne riuscito a produrne una 30a, ma una sola volta nella sua vita...).
Questo potrebbe essere già un metro... se uno ne vende 50/80 all'anno, già potrebbe puzzare un po', no?
Nick
10 all'anno è un limite già estremamente impegnativo, per me personalmente comunque ancora nell'ambito della fantascienza pura, ma sono disposto a prendere in considerazione il fatto che sia possibile, se non ci si fanno troppi problemi sul come e il perchè si fanno le cose mentre le si fanno........
Davide
Appunto!... lo stavo per dire anch'io ed è cosa ormai vecchia e risaputa, tanto che di sè per sè essa da sola non fa più notizia!davidesora ha scritto:Magari fossero solo un paio d'anni che si manifesta questa faccenda (come si dice nell'articolo), purtroppo è cosa vecchia e reiterata.....
.................................
Io nel merito puntualizzerei il fatto che l'articolo dovrebbe rimarcare ancor di più l'ottusità di chi pensa di valorizzare la liuteria cremonese semplicemente puntando all'incremento del giro d'affari ad essa collegata guardando semplicemente al "soldo" senza porre minimamente attenzione alla qualità... e dunque indirettamente alimentando e legittimando una illegalità di sostanza!:(
Vorrei sapere una cosa (ovviamente non lo dico a Davide ma alla platea): in seguito a questo articolo cosa è successo a Cremona? E' successo qualcosa? Si è mosso qualche "autorità della liuteria" a prendere provvedimenti od anche semplicemente ad esprimere biasimo per un dato di fatto? ....forse sono tutti indaffarati a preparare i prossimi eventi.
Ultima modifica di violino7 il domenica 14 settembre 2014, 0:41, modificato 1 volta in totale.
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Ricercare sopra tutto due cose: la verità e la bellezza.
- Lino Santoro -
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robinwood ha scritto:mi domando questi strumenti arrivati praticamente già pronti in realtà come suonano, visto che per l'estetica risultano alla fine indistinguibili dai cremonesi.
Parliamoci chiaro! Vorrei capire quanti vengono a Cremona per comprare e sanno distinguere in alta qualità tra violino e violino! In percentuale credo siano davvero in pochi e dunque quello che fa testo è solo il nome del liutaio, e teniamo anche presente che dall'altra parte la qualità dei manufatti offerti ai professionisti tende sempre a migliorare! E' una vera tentazione!
Penso, ovviamente, che la vera illegalità da contrastare sia la disonestà del professionista che certifica un'opera come autentica!
Più di dieci violini sono davvero molti per un lavoro annuale di un liutaio, allora viene da pensare che ci sia anche il lavoro "della bottega", dunque può essere che il lavoro di un allievo sotto il controllo del maestro venga certificato dal maestro in etichetta! Ma anche questo, per come la penso io, non andrebbe bene! ....e come immaginare che molti violini di Antonio Stradivari nella sostanza materiale non siano stati da lui prodotti (ma comunque da un artefice di gran livello, anche se forse alle prime armi!)....ed è comunque una cosa che credo sia successa anche in maniera molto diffusa, e parliamo già dell'epoca d'oro! Allora come la mettiamo?
Però,.....un conto è, al massimo, parlare di violini "di bottega" con l'esagerazione dell'apposizione dell'etichetta del maestro titolare (solo perchè c'è la sua supervisione e continua presenza), ed un conto invece di violini prodotti altrove e poi "plagiati" volontariamente! ....Preciso che sto parlando in via ipotetica, immaginando che queste cose avvengano realmente, perchè poi è difficile anche dimostrarle nel pratico perchè noi sappiamo solo dell'esistenza del commercio di specie.
Una grande incongruenza nella liuteria penso proprio risieda nel fatto che sia difficile dimostrare un plagio se ci sia l'avallo del liutaio in questione.
O mi sbaglio? ...vorrei sbagliarmi! Qualcuno sa dirmi come fare a smascherare questa situazione (ipotetica!)?
E poi, sbaglio o questa è una vecchia storia collegata anche a tutti i falsi veri o presunti che circolano in tutto il mondo, pur in presenza di concrete espertises?
Ultima modifica di violino7 il lunedì 15 settembre 2014, 0:56, modificato 1 volta in totale.
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- davidesora
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Non penso si muoverà nulla, il giornalista nell'articolo se ne guarda bene dal far nomi o fornire prove concrete.violino7 ha scritto:
Vorrei sapere una cosa (ovviamente non lo dico a Davide ma alla platea): in seguito a questo articolo cosa è successo a Cremona? E' successo qualcosa? Si è mosso qualche "autorità della liuteria" a prendere provvedimenti od anche semplicemente ad esprimere biasimo per un dato di fatto? ....forse sono tutti indaffarati a preparare i prossimi eventi.
Il solito articolo che esce in corrispondenza dell'inizio delle manifestazioni liutarie settembrine, tanto per fare "audience" e promuovere fantomatiche certificazioni scientifiche.....
Davide
- davidesora
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Mi hai tolto le parole di bocca, il problema non sono i venditori di violini in bianco ma chi glieli compera con intenzioni fraudolente.violino7 ha scritto: Penso, ovviamente, che la vera illegalità da contrastare sia la disonestà del professionista che certifica un'opera come autentica!
Se le cose venissero fatte alla luce del sole e legalmente non ci sarebbe niente di male, anche i violini di basso costo destinati a studenti e principianti hanno il diritto di esistere e di essere venduti, è la disonestà il vero problema.
Davide
- sullacorda
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Io mi ricordo quando più di 10 anni fa comprai il mio primo violino di liuteria e mi ricordo che passai da vari liutai sentendo amici e guardando in internet. Non ero e non sono un grande violinista, anzi, ma, per quello che sembrò a me, ci furono violini che mi piacquero e altri no. Poi chiaramente avevo un budget e non volevo attendere 2 anni per avere uno strumento e questo ridusse immediatamente alcune possibilità .. quindi feci la mia scelta. Negli anni ho visto vari ragazzi andare in cerca e alcuni mi hanno anche chiesto: io gli ho sempre risposto di comprare quello che si sentivano di comprare. Se per loro non c'era differenza o era trascurabile tra uno strumento da 2000 euro a uno da 8000 probabilmente gli andava benissimo quello da 2000, anzi forse anche da meno. Se poi uno a tutti i costi vuole spendere, problema suo e rischio suo. Non è il prezzo che fa il valore di uno strumento e, secondo me, vale anche il contrario: un liutaio non deve sentirsi bravo o "realizzato" perché riesce a vendere i suo strumenti per un certo prezzo.
In Italia poi abbiamo la mania di associazioni, ordini, .. che alla fine non tutelano un bel niente ma fanno solo burocrazia e costi. Un'associazione liutaia, come un ordine degli ingegneri o altro, dovrebbe avere il dovere di buttare fuori immediatamente, e senza tanti mezzi termini, chi è così disonesto. Purtroppo non è così e l'interesse è solo quello di tirare su soldi e creare un circolo normativo o altro per cui chi non fa parte dell'associazione non può lavorare: l'ottica dovrebbe essere invece quella di tutelare un mestiere, un'arte, e di coltivarla e valorizzarla. Così non è ed è per questo che certificazioni o altro contano quello che contano.
In Italia poi abbiamo la mania di associazioni, ordini, .. che alla fine non tutelano un bel niente ma fanno solo burocrazia e costi. Un'associazione liutaia, come un ordine degli ingegneri o altro, dovrebbe avere il dovere di buttare fuori immediatamente, e senza tanti mezzi termini, chi è così disonesto. Purtroppo non è così e l'interesse è solo quello di tirare su soldi e creare un circolo normativo o altro per cui chi non fa parte dell'associazione non può lavorare: l'ottica dovrebbe essere invece quella di tutelare un mestiere, un'arte, e di coltivarla e valorizzarla. Così non è ed è per questo che certificazioni o altro contano quello che contano.
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buongiorno, questa storia è effettivamente giò sentita e risentita e si è passati dal lavorare almeno un pochino a nulla, insomma minimo sforzo massimo guadagno, infatti prima usavano le cnc e ne sono state vendute tantissime proprio per costruire violini, macchinette anche relativamente semplici da usare ad un costo irrisorio , ve lo posso confermare perchè io con il mio passato da tecnico elettronico mi sono trovato a ripararle queste macchine e chiedere pezzi di ricambio per esse alle ditte fornitrici e scoprii già 10/13 anni fa che ne venivano vendute tantissime proprio ai costruttori di violini.in poco piu di due ore si aveva uno strumento rifinito al 90 percento poi la mano del liutaio finiva e umanizzava il lavoro, il tipo che me lo portò in riparazione invece ci scannerizzava il piede dei clienti e ci costruiva zoccoli personalizzati ad ogni piede.
i furbi ci sono e ce ne saranno sempre,in ogni lavoro ed in ogni situazione.
i furbi ci sono e ce ne saranno sempre,in ogni lavoro ed in ogni situazione.
Io confesso che quando approcciai la verniciatura comperai due cinesini per 200 euro l'uno, imparai ad aprirli, modificai alcuni spessori eccessivi, stondai le controfasce, diedi la vernice bianca e richiusi. Comunque un'esperienza. Poi li verniciai all'alcol. Li ho venduti a 400 euro comunque dichiarando che erano strumenti cinesi. Soprattutto fu una opportunità di impratichirsi un po' sulla stesura della vernice.