Rastremazione delle fasce (chiarimenti su Sacconi).

Suonare e costruire i violini
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Arcale
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Messaggio da Arcale »

Quello era il primo, fatto su una forma stradivari 1715 presa a mondomusica. Ma concordo sul fatto che sia venuto con le punte eccessive.
Perciò mi sono ridisegnato la forma (metodo Sacconi) e ho realizzato una nuova forma mia.
Adesso sto terminando il secondo. Sto rifinendo il bordino poi ho il manico pronto da incollare.
Contemporaneamente ho iniziato il terzo, lavorando da solo a casa lontano dallo sguardo del maestro al quale non sto facendo vedere nulla, tantomeno gli errori/orrori che voglio imparare a riconoscere e correggere da solo. Di questo ho pronte le fasce e il fondo da incollare, ma viste le ultime nozioni sono tentato di procedere a realizzare il piano ed incollare questo per primo. Un po per quello che sosterrebbe Savart, un po perché avendo proseguito ne mio lavoro con la rastremazione dalla parte del fondo, ho riscontrato che una volta che questo è incollato e poi tolta la forma, in generale i sei zocchetti tendono ad andare "fuori squadra" cioè tendono leggermente ad aprirsi. Forse è vero ciò che dice Savart, come potrebbe essere che la tensione data dal fondo accentui questo effetto.
Diciamo che sono molto lontano dall'avere un mio metodo, che poi c'è da vedere anche come risponde questa mia forma, che comunque a me piace.
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davidesora
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Messaggio da davidesora »

Quando si incollano le fasce (libere dalla forma) al fondo, queste tendono sempre a deformarsi un po' seguendo le deformazioni che il fondo ha subito inevitabilmente durante lo scavo della parte interna, "aprendosi" leggermente.
Però con l'incollaggio della tavola, riportando correttamente le fasce sui segni della forma, le deformazioni si correggono per forza e le fasce ritornano nella posizione corretta, così come i piani di tavola e fondo.
Il sistema di piazzamento delle tavole con i chiodini ai tasselli superiore e inferiore del sistema cremonese descritto da sacconi servono proprio a questo, ossia a poter riportare il tutto nella posizione corretta prevista durante la costruzione.
Secondo me non fa poi sta grande differenza incollare prima la tavola oppure il fondo, se si incollano rispettando i segni fatti in fase di tracciatura del contorno, una volta chiusa la cassa tutto tornerà come prima (quando la fasce erano sulla forma).
La scelta della sequenza costruttiva dipende dal proprio sistema di lavoro e da come ci si trova meglio, non credo sia possibile affermare con certezza assoluta come procedesse Stradivari, anche se concordo con Sacconi, prima il fondo è più probabile.
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Arcale
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Messaggio da Arcale »

Bene, grazie Davide. Eccco Claudio il secondo. In questo ho ecceduto nella sguscia. Devo sempre correggermi in qualcosa. Poi quel che non correggero'... sara' una mia caratteristica :)

Immagine
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Arcale
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Messaggio da Arcale »

Ah... nel terzo ho aperto appena la curva superiore delle C
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claudio
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Messaggio da claudio »

Sapendo di più di come procedi si può anche dare una risposta maggiormente articolata poichè mi è sembrato evidente che nelle tue richieste di chiarimento sulla rastremazione delle fasce vi sia la necessità di sapere come operare sui tuoi strumenti.

Io credo che le scelte debbano essere a 360°, cioè a dire che faresti bene a parlare di queste tue possibili scelte anche con il tuo maestro, io sono sempre stato per il confronto allargato :)

In quanto ad affidarsi ai principi di Savart io ti invito a pensarci bene, egli è passato alla storia per il violino trapezoidale, quindi le sue parole per me vanno prese con le molle in quanto elabora una serie di enunciati che non solo trovano una improbabile applicazione nella costruzione di nuovi strumenti, ma che sono spesso anche totalmente slegati dalla tradizione italiana antica. Ovviamente l'opera di Savart non cessa per questo il suo interesse storico e documentale.

All'epoca in cui costruii i miei primi violini anch'io mi documentavo leggendo questi autori che spesso trovavo contraddittori, ciò contribuiva non poco ad aumentare la mia confusione mentale, con il proseguire degli anni ho quindi cercato di fare una specie di esame stratigrafico delle fonti dividendoli per fonti e aree geografiche, sostanzialmente Italia, Francia e Inghilterra (non vi ho compreso la Germania perchè non conosco il tedesco), coprendo un arco cronologico che andava dalla fine del 1700 fino ai giorni nostri percorrendo tutto il 1800 e il 1900.

Le opere a cui ho dato maggiore importanza, a parte il libro di Sacconi, sono state il libro di De Piccolellis (per certi versi legato al libro degli Hill su Stradivari), il libro degli Hill su Stradivari (ne esiste una ottima traduzione in italiano), il manoscritto liutario del bolognese Marchi, le lettere del Conte Cozio di Salabue e via via procedendo fino ai giorni nostri.

La divisione per aree geografiche è servita per individuare approssimativamente una differenza di approccio dei vari autori alla liuteria classica. Dal rigore non privo di un certo stile degli inglesi si passa infatti alla grandeur del francesi, spesso slegati dal contesto storico culturale italiano (forse risentivano ancora degli influssi nefasti dell'imperialismo napoleonico? comq faccio salvo l'opera dell'abate Sibire che trovo pregevole e piuttosto densa di richiami agli strumenti originali), per poi passare agli italiani che spesso appaiono piuttosto dimessi e lacunosi (quanto è difficile riappropriarsi della nostra cultura!).

Cito solo marginalmente i vari autori che hanno spesso pubblicato per Hoepli, di cui Angeloni è un esempio, ma sicuramente nel vasto panorama letterario della liuteria un posto d'onore dovrebbe essere anche per loro.

Le opere dei nostri giorni appaiono sicuramente più rigorose ed aderenti ad un principio scientifico generale, per questo motivo definirei Sacconi come "l'ultimo romantico", segnando uno spartiacque tra lo scrivere antico e moderno sulla liuteria.

Assieme alla pratica quotidiana, questo è il pane dell'autodidatta, il quale non avendo la direzione diretta di un maestro, è più libero di scorrazzare in lungo e in largo tra le fonti libero di provare e sperimentare.

Ciò detto, non capisco ancora bene il motivo per cui vorresti introdurre tensione dalla parte del fondo anzichè dalla tavola, è una tua fase sperimentale oppure vi hai trovato vantaggi per cui vorresti proseguire su questa strada?
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Arcale
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Messaggio da Arcale »

Come già detto è l'insegnamento che mi è stato dato, e col quale ho costruito il primo violino, con felici risultati sonori.
Per me era normale che io continuassi con questo metodo, perché pensavo fosse l'unico. Sono nella fase in cui mi si è aperto un piccolo ventaglio e sono un pochino disorientato.
Troverò una strada... :)
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Arcale
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Messaggio da Arcale »

Comunque, con questa rastremazione lato fondo, il primo è andato. E Bene.
Il secondo è oramai andato, vedremo con la mia forma se sarà ancora bene.
Il terzo ho già rastremato le fasce quindi posso solo invertire l'ordine di incollaggio tavola-fondo, giusto per sperimentare. Poi deciderò se questa è la mia forma o se va cambiata, e se questo metodo mi soddisfa e soddisfa il musicista...

La foto dice quello che può (è pure un fermo immagine di un breve video) ma che vi pare?
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Messaggio da davidesora »

Arcale ha scritto:Comunque, con questa rastremazione lato fondo, il primo è andato. E Bene.
Il secondo è oramai andato, vedremo con la mia forma se sarà ancora bene.
Il terzo ho già rastremato le fasce quindi posso solo invertire l'ordine di incollaggio tavola-fondo, giusto per sperimentare. Poi deciderò se questa è la mia forma o se va cambiata, e se questo metodo mi soddisfa e soddisfa il musicista...

La foto dice quello che può (è pure un fermo immagine di un breve video) ma che vi pare?
E' sempre difficile cambiare quando i risultati sono stati incoraggianti, ma si può sempre far meglio..... :D
Secondo me la rastremazione delle fasce non ha poi tutta sta importanza diretta dal punto di vista acustico, ma influenzando la statica dello strumento aiuta a creare le condizioni migliori per il suo funzionamento.
Se per te farla dalla parte del fondo ha senso ed è più logico di altri sistemi non mi porrei troppi problemi e continuerei così.
Io faccio diversamente perchè mi sembra meglio, ma è solo il mio punto di vista (e di qualche altro predecessore autorevole..... :wink: ), ma la liuteria è bella perchè è varia. 8)
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Messaggio da claudio »

A prescindere dalle soluzioni adottate e dai risultati ottenuti, trovo che questo genere di discussioni siano molto utili poiché si ha occasione di verificare ed eventualmente correggere o anche arricchire il proprio patrimonio di conoscenza.

Si chiedeva anche un parere sul violino che appare in fotografia, è sempre difficile commentare attraverso fotografie, tuttavia mi sembra che ci sia da lavorare molto sulle punte di tavola, fondo e filetti, insomma credo che al momento non si può ancora parlare di "stile", anche se mi sembra che la mano ci sia e sia promettente.
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Messaggio da davidesora »

Arcale ha scritto: La foto dice quello che può (è pure un fermo immagine di un breve video) ma che vi pare?
Non capisco se i bordi sono già arrotondati oppure no, comunque le punte mi sembrano grosse e tozze, le linee dei bordi che convergono invece di aprirsi quando escono dalla punta accentuano questo effetto.
Ho l'impressione che tu non abbia ancora analizzato bene l'andamento delle linee delle punte, anche se l'estetica è un fatto personale e magari a te piace così :wink:

Davide

PS dall'ombra sulla tavola sembra che la bombatura sia un po' troppo "tedesca" (squadrata) ma è un po' azzardato trarre conclusioni da un dettaglio simile.....
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Messaggio da Arcale »

davidesora ha scritto:
Arcale ha scritto: La foto dice quello che può (è pure un fermo immagine di un breve video) ma che vi pare?
Non capisco se i bordi sono già arrotondati oppure no, comunque le punte mi sembrano grosse e tozze, le linee dei bordi che convergono invece di aprirsi quando escono dalla punta accentuano questo effetto.
Ho l'impressione che tu non abbia ancora analizzato bene l'andamento delle linee delle punte, anche se l'estetica è un fatto personale e magari a te piace così :wink:

Davide

PS dall'ombra sulla tavola sembra che la bombatura sia un po' troppo "tedesca" (squadrata) ma è un po' azzardato trarre conclusioni da un dettaglio simile.....
Al momento disponevo solo di questo fermo immagine, che non è ben definito. Infatti i bordi sono ancora da arrotondare, perciò pure sulle punte è ancora tutto da completare.
Per il momento mi piaceva sapere la vostra sulla forma, che ho disegnato da zero, cioè se è troppo fuori dalla norma nelle proporzioni o se ci posso lavorare ancora. Anche se la prospettiva dell'immagine non è l'ideale.
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Arcale ha scritto: Per il momento mi piaceva sapere la vostra sulla forma, che ho disegnato da zero, cioè se è troppo fuori dalla norma nelle proporzioni o se ci posso lavorare ancora. Anche se la prospettiva dell'immagine non è l'ideale.
La proporzione tra la parte superiore e quella inferiore mi sembra migliorabile, nel senso che mi sembrano troppo simili come dimensione (di solito la proporzione sulle larghezze è 4:5) ma la distorsione prospettica della foto accentua sicuramente questo aspetto.
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Davide in effetti hai visto bene. Il contorno fasce mi riporta 16.1 al polmone superiore e 19.6 quello inferiore. Dovendoci aggiungere i bordi delle tavole, la proporzione sarà leggermente sottodimensionata.
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Messaggio da Ananasso »

Tornando al tema della rastremazione delle fasce, riporto quanto dice Amelio Cicuttini, allievo 'anziano' di Bissolotti. Nel suo libro 'Il violino e la viola', ed. cremonabooks, che è una specie di diario di bordo sulla costruzione dello strumento, Cicuttini dice che

1- prima di incollare il fondo si riducono progressivamente a partire dalle punte superiori le fasce (lato fondo) fino a 1 mm. Il blocchetto di testa va piallato di conseguenza.

Poi:

prima di incollare la tavola, si riducono progressivamente a partire dalle punte superiori le fasce (lato tavola) fino a 1 mm. Il blocchetto di testa va piallato di conseguenza.

Quindi Cicuttini (non so se lo stesso si possa dire per Bissolotti) riduce le fasce di 1 mm lato fondo e di 1 mm lato tavola.
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edo
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Penso sia giusto leggere, studiare, chiedere, sentire più opinioni possibili. Poi ognuno trae le proprie conclusioni e opera secondo le convinzioni che ha maturato.
Però Claudio ha dato un suggerimento che mi sembra non si voglia seguire: prendetevi qualche poster di violoncello stradivariano dove ci sia una foto di lato e appoggiate un righello prima sulla linea delle fasce del fondo e poi su quella della tavola. Mettete pure in conto la deformazione prospettica al momento dello scatto e nonostante questo avrete qualche informazione in più su cui riflettere

Ciao

Edo
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