Punti di vista sulla catena.

Suonare e costruire i violini
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Lino
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Punti di vista sulla catena.

Messaggio da Lino »

Premessa doverosa;
sono 12 anni che cerco di capire e superare alcuni concetti non scientifici che sono stati ripetuti ed accettati per tanti anni da moltissime persone; e' necessario che ci si renda conto che il violino e' semplicemente un oggetto di legno e colla che si muove meccanicamente, e che a seconda di come si muove suona piu o meno bene. Questo movimento e' determinato dalla combinazione delle forze e delle tensioni, dalla distribuzione delle masse e cosi via.
Cosi mi sono convinto che questo approccio poteva essere valido, dopo alcune prove iniziali e ho deciso di approfondirlo.
Questa nuova discussione non vuole essere assolutamente una lectio magistralis, ma semplicemente l'esposizione e la eventuale discussionecritica dell''approfondimento, secondo il mio punto di vista e della mia esperienza, delle tecniche usate dagli antichi liutai, senza in alcun modo sminuirne l'importanza.
Cio premesso, riprendendo l'argomento catena, allego una foto presa da Sacconi dove si evidenzia che la zona di risonanza (A) e' ben distinta dalla zona di molleggio e di minore spessore (B) per questo motivo incollo la catena (C) nella posizione della foto; la catena originale, va a rendere inutile la diminuizione dello spessore su i polmoni. Oltretutto la (C) coprendo in trasversale piu fibre mi permette, tramite la acquisita rigidita' in quella zona, di avere spessori minimi anche di 2 mm e meno, a tutto vantaggio della diminuzuione di massa e quindi di migliore accelerazione quando sollecitata dal sistema arco-corde-ponticello.
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Lino
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Re: Punti di vista sulla catena.

Messaggio da Lino »

Collegato alla catena si puo' parlare del ponticello che sempre su Sacconi si legge: "Nel ponticello vanno osservate due essenziali caratteristiche per la giusta trasmissione delle vibrazioni delle corde alla tavola arrnonica.
Primo, i piedini Stradivari li teneva sempre piuttosto aIti, in modo che la pressione di questi sulla tavola armonica risultasse uniformemente distribuita; oggi si commette l'errore di ridurli quasi a zero, per cui la pressione si restringe alla sola parte centrale.
Secondo, il traforo del ponticello era sempre studiato in modo da non indebolirne mai la giusta rigidità, necessaria per una prcnta trasmissione delle vibrazioni delle corde.
Ciò che non awiene, o awiene con ritardo, nei casi di movimenti laterali del ponticello, dovuti ad indebolimento pet traforo sbagliato." (Sacconi- i segreti di Stradivari, pag 140)
Credo che con questo commento Sacconi abbia colto appieno l'importanza del dualismo Catena-ponticello per l'efficenza del sistema che mette in vibrazione la tavola.
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claudio
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Re: Punti di vista sulla catena.

Messaggio da claudio »

Il tuo esperimento mi sembra comunque interessante, anche se penso non possa mai trovare applicazione nella pratica quotidiana del liutaio. Esplorare nuove possibilità è sicuramente una delle prerogative della catena, e difatti negli ultimi 200 anni si sono visti in proposito brevetti ed esperimenti di ogni tipo. Ad esempio il padre del liutaio fiorentino Lapo Casini brevetto un sistema a due catene parallele che applicò ad alcuni suoi strumenti e ad altri che aveva restaurato, ma la cosa non ha avuto un seguito e nemmeno il figlio ha seguito questa sua strada.

In epoca antica tra 1600 e 1700 anche si sperimentava abbastanza sulle catene, ma mai in modo da stravolgere le regole fondamentali riguardanti la sua posizione, si lavorava esclusivamente su lunghezza, altezza e spessore.

In epoca moderna i restauratori si sono attenuti agli stessi parametri degli antichi, però hanno aumentato lunghezza, altezza e spessore, arrivando al canone considerato standard rispettivamente di 270mm, 10/13mm, 5.5/6mm.

Uno dei problemi fondamentali della catena è che essa influenza in modo importante il timbro e la risposta dello strumento, inoltre essa prevede una sua sostituzione perché nel tempo tende a "stancarsi" (in un periodo di tempo di una trentina di anni circa), o semplicemente il musicista percepisce una possibilità di miglioramento con una nuova catena. Questo però comporta sempre una variazione del timbro dello strumento, cosa non sempre accettata dal musicista.

A questo proposito nel libro di testimonianze raccolte da Francesco Bissolotti sul lavoro di Sacconi, vengono citati episodi in cui ai cambi di catena e/o di montatura conseguivano mutazioni più o meno rilevanti del timbro, che fortunatamente trovarono buona accoglienza. Ma non sempre è così, a volte il musicista non è soddisfatto del cambio del suono e il restauratore deve ricorrere all'intervento di un'assicurazione per risarcire il "danno".

Questo per far capire che le possibilità di migliorare il suono di uno strumento sono numerose, tuttavia quando si ha a che fare con uno strumento importante su cui è stata scritta gran parte della storia del repertorio musicale occidentale, si ha la necessità inderogabile di non uscire dai parametri considerati classici. D'altronde non mi sembra che i vari strumenti di Stradivari, Amati e Guarneri, montati in modo classico, finora non abbiano dato buona prova di sé, o che inducano al cambiamento dei parametri fondamentali di catena e montatura.

Oggi la tendenza, forse per la conseguenza del suono digitale delle registrazioni, sembra quella di un suono piuttosto "teso" e definito, spesso a scapito di una produzione di armonici che rende il suono meno plastico e meno avvolgente, cosa che si può ottenere lavorando su ponticello, anima e corde.

Sicuramente il tuo esperimento con una catena così esile può comportare una maggiore libertà di vibrazione della tavola, ma bisogna vedere il timbro che ne risulta, sicuramente diverso da quello che noi oggi consideriamo classico, inoltre la tenuta nel tempo a 20, 40, 60 anni non è dato saperla, anche perché le tavole armoniche nel tempo hanno la brutta abitudine di deformarsi, cosa che potrebbe accadere nel tuo caso in un arco temporale più breve.

Inoltre questo genere di esperimento vengono condotti su strumenti realizzati da dilettanti che nell'incapacità di far suonare il violino nel modo classico, vanno ad inventarsi sistemi più o meno astrusi per colmare le deficienze della costruzione. Potrebbe non essere il tuo caso, ma quasi sempre è così.
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Lino
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Re: Punti di vista sulla catena.

Messaggio da Lino »

Grazie Claudio, apprezzo il commento positivo e anche la latente critica; sono d'accordo sul fatto che non sia applicabile nella pratica quotidiana del liutaio, che spesso non ha tempo di permettersi prove, cosa che puo' fare con calma un amatore come nel mio caso; tuttavia non sono pienamente d'accordo sul fatto che siccome i classici hanno sempre fatto cosi' non sia conveniente una divagazione... ricordo a me stesso che anche i fratelli fratelli Wright costruirono un aereo che ha volato, oppure Marconi con la radio, ecc. se i di loro eredi avessero ragionato come i liutai moderni saremmo ancora, e secondo me lo siamo, al motore a vapore. Semmai la domanda da porsi e, ad esempio, perche' seppure Sacconi specifica come erano i ponticelli classici ad oggi vediamo piedini trasparenti e spessori cosi ridicoli? Ovviamente ho anche altri argomenti che magari se di interesse generale potremmo criticare praticamente e filologicamente. Sicuramente la mia catena permette solo un piu' libero movimento della tavola, che a sua volta aumenta l'altezza dell'onda sonora prodotta ma non ne cambia il tono, che dipende da altri fattori. Se aumenti il volume di un fischio, sempre fischio rimane.
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Re: Punti di vista sulla catena.

Messaggio da Mastromimmo »

Due anni fa circa mi è stato portato in bottega un violino di Luigi Auciello del 1930,il violinista si lamentava del suono,troppo "dritto" ed "essenziale" questi i termini usati pur avendo un volume notevole.il violino era del padre dell'attuale proprietario.
alla fine ho scoperto che la catena era incollata all'incirca nel modo tradizionale ma curvava sotto il piede del ponticello evitandolo e passando per il centro della tavola, se riesco recupero la foto e l'allego.
gli spessori erano nella norma forse la parte centrale intorno ai 2.8, non ricordo benissimo.
premetto che non mi sono mai scostato e questo fin dall'inizio da un modello di catena tradizionale,preferendola oggi abbastanza snella, 5,5 mm , come altezza massima data da bombatura max meno spessore tavola max quindi mediamente 12mm ed anche su quel violino ho operato cosi.
risultato il violino ha cambiato completamente voce,ricco di armonici perdendo quel "dritto" e sgradevole che effettivamente aveva.
in realtà l'operazione (poi ho scoperto) serviva solo per vendere quello strumento che fino ad allora non aveva convinto nessun violinista, e che con un "ritrovato"bel suono è stato venduto subito.
Benvenga chi prova a formulare nuove teorie ed esperimenti,nel caso che ho avuto io però si sono rivelati del tutto inutili.
la mia opinione (umile) è che forse dovremmo cercare di non scostarsi tanto da i tanti esempi di grandi liutai del passato ed accettare serenamente che il "piu" è stato ormai fatto e che non sarebbe per niente disdicevole riuscire anche ad avvicinarsi un pò ad essi.
trovo anche poco stimolante un abuso di strumenti elettronici che devo esser sincero anche io 15 anni fa ho usato ed anche con gran cognizione (sono stato per 25 anni un tecnico elettronico e sono cresciuto con analizzzatori di spettro,oscilloscopi,sweep marker,frequenzimetri ecc) ma che ho abbandonato quasi subito. Bisogna imparare dai grandi ,imparare a capire a come facessero ad avere questa grande sensibilità anche già solo nel tatto delle mani.
buona liuteria a tutti.
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claudio
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Re: Punti di vista sulla catena.

Messaggio da claudio »

Lino ha scritto: lunedì 26 agosto 2019, 13:37Sicuramente la mia catena permette solo un piu' libero movimento della tavola, che a sua volta aumenta l'altezza dell'onda sonora prodotta ma non ne cambia il tono, che dipende da altri fattori. Se aumenti il volume di un fischio, sempre fischio rimane.
E' proprio qui il problema più grosso: affermare che una catena del genere, come del resto ogni catena, non abbia influenza sul timbro dello strumento, significa non avere coscienza del suono, o che si è in malafede. Eppure mi sembra di avere scritto chiaramente come gli equilibri sugli strumenti originali siano così delicati da richiedere addirittura un'assicurazione per il restauratore che va a metterci le mani.
E tu te la vuoi cavare con il volume del fischio? :mrgreen:

Cmq i discorsi stanno a zero, se hai registrazioni e foto dei tuoi strumenti sarò ben lieto di ascoltare ed esaminare. Spero per te che gli strumenti siano in ordine dal punto di vista liutario, perchè ragionare su strumenti non costruiti a regola d'arte è battaglia persa in partenza.
andante con fuoco
Lino
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Re: Punti di vista sulla catena.

Messaggio da Lino »

Credo che la discussione possa finire qui visto che in questo caso hai espresso maleducazione e malafede; come ho detto, il timbro e' una caratteristica dell'onda sonora ed e' dovuto alla presenza maggiore o minore di armonici. L'onda sonora e' a sua volta prodotta da un oggetto vibrante, in questo caso una superficie curva, quindi la forma, la sezione, produce una migliore o peggiore onda sonora, sia che sia calcolata dall'esterno con le cosidette bombature, sia che sia calcolata dall'interno con i raggi di curvatura. la catena ha una funzione statica, e' una massa appesa a un corpo vibrante e non dinamica; anzi influisce nella maggior parte negativamente sulla dinamica della vibrazione rendendo la tavola maggiormente inerte essendo appesantita da detta massa. Purtroppo la fisica e la matematica non sono un'opinione, quindi puoi rassegnarti, non puoi discutere se non accetti questi principi.
Comprendo che vuoi pretendere di parlare dal pulpito, ma sei tu che imponi le tue idee impedendo discussioni al di fuori del tuo sapere e questo non e' certamente un segno di apertura mentale visto che inviti coloro che non ti adulano ad abbandonare il portale come hai fatto con me e con altri.
Ti auguro un buon proseguimento
Lino Belli
PS La lavorazione ottimale del legno, la verniciatura sono attivita' che puo' svolgere un qualsiasi bravo falegname mentre l'arte del liutaio e' quella di fare suonare gli strumenti che produce. Nascondersi dietro alla costruzione ed evitare qualsiasi discussione sull'acustica fa di te un buon falegname. ;)
Rinnovo gli auguri di buona giornata
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claudio
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Re: Punti di vista sulla catena.

Messaggio da claudio »

Benissimo, vedo che alla prova dei fatti chiedendo qualche semplice esempio sonoro e fotografie dei tuoi strumenti ci si sdegna piuttosto facilmente.

Io molto ingenuamente provo a dare spazio ai dilettanti sperando in qualche barlume di intelligenza, ma purtroppo va sempre a finire che gli esseri dotati di genio rivelino una insospettata permalosità.

Ma la domanda che mi sorge spontanea è questa: perché li trovo tutti io?

Discussione chiusa.
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