L'importanza dell'estetica in un violino

Suonare e costruire i violini
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Nachtwey
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L'importanza dell'estetica in un violino

Messaggio da Nachtwey »

Forse potrà sembrare una domanda banale,ma vorrei sapere cosa ne pensate dell'importanza che il musicista da alla bellezza e precisione esteriore di un violino (o di un altro strumento ad arco).
Quando provo uno strumento ovviamente la cosa più importante che valuto è il suono e la comodità ma non nascondo affatto che guardo la qualità della vernice,il taglio delle f se è preciso,se il filetto presenta indecisioni,se lo strumento ha una buona simmetria e se comunque è curato e preciso nei dettagli,per non parlare dellla marezzatura del fondo
Eppure ad un musicista queste cose non dovrebbero interessare particolarmente,quindi cosa spinge in generale un musicista a scegliere uno strumento che soddisfi anche il proprio gusto estetico?
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directy
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Re: L'importanza dell'estetica in un violino

Messaggio da directy »

il mio è uno strumento di fabbrica molto molto vecchio.. ne ha viste tante ed ha tanti segni, tacche e cicatrici, le punte sono consumate e ci sono profondi incavi laterali dovuti a chissà quante decine di spalliere malamente incastrate in qualche modo. Chissà le storie che ha passato prima di arrivare fino a me... chissà quante persone lo hanno usato e sognato di diventare violinisti prodigio o che altro. Spesso ci penso... Mi piace il mio strumento con tutti i segni dei suoi trascorsi.. non penso mi piacerebbe uno strumento bello lustro.. almeno la penso così...
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claudio
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Re: L'importanza dell'estetica in un violino

Messaggio da claudio »

@Nachtwey, anche questa che poni oggi è una bella questione a cui rispondo molto volentieri perché è giusto mettere in chiaro alcuni punti fondamentali che riguardano non solo gli strumenti, ma anche le scelte dei musicisti e la convivenza con i loro strumenti.

Il violino, come ogni strumento ad arco, rappresenta una sintesi perfetta tra funzionalità ed estetica, cioè a dire che non si possono tralasciare gli aspetti estetici a favore della funzionalità sonora, questa è nei fatti una contraddizione in termini molto difficile da capire per i "moderni" come noi, e che non viene più insegnata semplicemente perché il consumismo e l'industrializzazione hanno appiattito tutto riservando la questione solo alle "eccellenze" formate da elites culturali/commerciali che hanno a cuore il bene del loro portafogli.

Si pensi ad esempio a quando si acquista un'automobile nuova: di solito quel che colpisce del nuovo "fiammante" è proprio la vernice, che però ha sempre il grande difetto di essere stata applicata a spruzzo e quindi di produrre un certo riflesso di "martellatura" antipatico ed irrimediabile.

Si pensi invece alle automobili Lancia degli anni '50 e 60', costruite ancora interamente a mano, verniciature ed imprimiture applicate e levigate a mano, così come si era sempre fatto dal 1600 in poi per le carrozze trainate dai cavalli, dando seguito ad una lunghissima tradizione per cui esistevano i maestri che componevano le vernici, i maestri carrozzieri che le sapevano applicare a guisa e con la cura di un affresco. La parola "carrozziere" dovrebbe suggerire qualcosa di un passato glorioso dell'artigianato. E le Lancia all'epoca erano considerate automobili eccellenti da tutti i punti di vista, sia estetici, che meccanici e prestazionali. Ciò che appariva all'esterno si rifletteva all'interno.

Si pensi poi ad un compositore come Claudio Monteverdi (adoro la sua musica), e ad un liutaio come Nicolò Amati, queste due figure si sono incontrate, piaciute, frequentate, per cui la musica dell'uno non può concepirsi senza gli strumenti dell'altro e viceversa. E quindi si osservi un violino di Nicolò Amati ben conservato nella sua semplice immediatezza, niente a che fare con i violini "monumentali" di Stradivari, ma il taglio di quel riccio, lo splendore di quel legno e della sua vernice, ce lo fanno apparire ancor più ricco nella sua apparente modestia. Ed il suono, io ascoltai dal vivo un famoso violino N. Amati degli anni '50 del 1600 suonato dal primo violino del Quartetto di Venezia, rimasi totalmente abbagliato dalla ricchezza del suono e degli armonici, una qualità del suono assoluta e nel suo genere inarrivabile, una quarta corda di cui ho ancora fresco il ricordo del suo nitore, la sua facilità assoluta nelle posizioni alte, una luce di suono splendida e ardita, non saprei come meglio definire una meraviglia mai ascoltata prima come quella. Per non parlare del Mi, la famosa prima corda, di cui abbiamo parlato recentemente in un'altra discussione.

Se prendiamo uno strumento di Guarneri del Gesù vediamo spesso che il lavoro è alquanto trascurato, le forme irregolari, le effe posizionate in modo impreciso, le fasce che mostrano qualche bruciatura prodottasi durante la piegatura, insomma una enorme differenza tra i suoi lavori e quelli dei suoi contemporanei, eppure di Guarneri del Gesù non diresti mai che il suo possa essere il lavoro casuale di un dilettante, anche perché di solito le sue vernici, quelle sopravvissute abbastanza intatte, mostrano in ogni caso la mano di un maestro.

Un maestro può prendersi qualche licenza, un dilettante o un apprendista invece non possono, il motivo non sto nemmeno a spiegarlo.

Per quanto riguarda la costruzione degli strumenti dei liutai moderni e contemporanei vale lo stesso discorso, o perlomeno dovrebbe, ma purtroppo si è sempre preferito sedurre l'occhio prima ancora che l'orecchio, semplicemente perché far suonare bene uno strumento e far suonare bene tutti quelli che si costruiscono è DIFFICILE. Per questo motivo è stato sempre più facile in epoca moderna compensare le deficienze del suono con una cura possibilmente bella e seducente nella costruzione.

Per quanto riguarda il musicista è pur vero che spesso egli non sappia distinguere la precisione dallo stile, ma in musica egli sa benissimo che senza le cosiddette "acciaccature", gli abbellimenti, un certo tipo di colpi d'arco o di vibrato, quella musica perde ogni attrattiva e quindi significato. In liuteria è la stessa identica cosa: Monteverdi ed Amati docunt.

Purtroppo oggi il musicista che voglia arricchire il suo bagaglio di conoscenza sullo stile e sulla funzionalità degli strumenti ad arco deve sostanzialmente armarsi di tanta pazienza perché nessuno ad oggi è in grado di poterlo aiutare in modo concreto.
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claudio
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Re: L'importanza dell'estetica in un violino

Messaggio da claudio »

@Directy: ogni strumento ha una storia a sé e non è detto che uno strumento di fabbrica non abbia da raccontare cose straordinarie, così come talvolta accade che strumenti di tal fatta esprimano suoni eccellenti.
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Nachtwey
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Re: L'importanza dell'estetica in un violino

Messaggio da Nachtwey »

Ti racconto un piccolo aneddoto:

Quando ero ragazzo e studiavo in Conservatorio,il mio insegnante che era un professionista piuttosto affermato e che possedeva un prezioso violino del settecento,mi disse che ne stava cercando uno meno prezioso,di liuteria moderna, da usare in occasioni dove uno strumento come il suo non era necessario,questo per vivere più tranquillamente.
A quel punto gli chiesi perchè non rivolgersi al liutaio che aveva costruito il mio strumento,dato che quando lo comprai ne aveva apprezzato le qualità sonore.
Lui mi rispose di no e la motivazione fu "vedi qui? in questo punto il filetto non è preciso,è un po' irregolare" e mi fece notare altre piccole imprecisioni,che anche io avevo notato ma di cui non me ne curavo,forse proprio perchè ero molto giovane. Ovviamente rimasi stupito e amareggiato da quella che per me era superficialità e lasciai cadere il discorso.
Forse il dubbio che si insinua nella mente del musicista è che uno strumento poco curato nei dettagli ma che suona bene sia un po' frutto della fortuna e del caso,che forse il liutaio non sia sufficientemente abile o che non ci metta tutto l'impegno possibile,mentre uno strumento curato e che suona bene è frutto di una padronanza dell'arte da parte del liutaio. Cosi come hai già detto tu,ci sono anche strumenti esteticamente molto seducenti,che riescono addirittura a far perdonare delle mancanze dal punto vista sonoro,mancanze che probabilmente non verrebbero perdonate (o almeno farebbero brontolare) ad uno strumento con qualche pecca estetica. Trovo interessante la psicologia che si cela dietro la scelta di uno strumento

Nel mio caso nel corso degli anni sono tornato periodicamente a far visita a quello che al tempo era il mio liutaio e provai diversi suoi strumenti e me ne piacque solo uno,anche se non in modo entusiastico. Quindi il mio violino fu un caso? Probabile

Ora come ora guardo anche io la precisione dei dettagli,perchè indubbiamente un lavoro preciso è un bel biglietto da visita,senza perdere di vista il suono che rimane la cosa più importante.Però adesso più che valutare un solo strumento,cerco,se possibile, di valutare in toto il lavoro del liutaio provando vari strumenti per capire qual è il suo standard
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claudio
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Re: L'importanza dell'estetica in un violino

Messaggio da claudio »

In un lavoro artigianale le imprecisioni e le incoerenze sono sempre presenti, l'importante è che siano errori da artista e non da principiante.

Il tuo criterio di scelta è buono ma a mio parere non ti mette al sicuro da nulla perché c'è un vizio di fondo che rischia di compromettere la serenità di un giudizio obiettivo: un bravo liutaio è un artista al pari di un pittore o di uno scultore, pretendere uno "standard" nel suo lavoro forse non è la sola cosa da tener presente, purché si abbia sempre cognizione delle variabili di un lavoro artigianale/artistico/manuale.

Nell'ambito del mio lavoro le cose hanno funzionato così: molti anni fa si è creato una sorta di "cliente zero", cioè a dire un musicista a cui è piaciuto il mio lavoro e che ha deciso di investirci soldi ed energie, nel tempo questo cliente zero ha diffuso il passaparola per cui i miei strumenti hanno iniziato ad essere conosciuti. Ovviamente non sono stati tutti rose e fiori perché assieme all'inevitabile necessità di migliorare il mio lavoro, c'era da scontrarsi sempre con una certa mentalità del violinista, per cui il violino antico anche se rappezzato e malridotto è per definizione migliore di qualsiasi violino nuovo contemporaneo, tuttavia non feci troppa fatica a far conoscere le buone qualità del suono dei miei strumenti.

Con il passare degli anni quel "cliente zero" ha determinato una sorta di piccola epidemia, per cui i musicisti hanno iniziato a cercarmi, ed oggi non è raro il caso l'essere riconosciuto negli intervalli durante i concerti o al loro termine, dagli esecutori stessi o dai musicisti presenti tra gli spettatori. Vengo contattato molto spesso privatamente da parte di studenti e professionisti giusto per avere un consiglio, un parere, qualsiasi cosa che riguardi il loro strumento, la musica, in un'ottica rigorosa fondata sul fatto che io non ho necessariamente niente da vendere.

Accade che qualcuno mi cerchi per avere un mio strumento, quindi fissiamo un appuntamento e dato che sono anni, per non dire almeno un paio di decenni, che non ho strumenti pronti in casa da far provare ai nuovi clienti, chiedo la cortesia ai miei clienti più vicini di venirmi a trovare con i loro strumenti per fare prove, confronti, saggi di qualità, e qualunque cosa che riguardi gli strumenti, il suono e la musica.

Questo è specialmente importante perché permette di avere sempre un confronto obiettivo sulla qualità del mio lavoro attraverso gli anni, ma soprattutto permette al musicista di valutare se la mia concezione del suono può fare al suo caso. Se tutto procede per il verso giusto si procede ad una conferma, che ha più la sostanza di una presa d'intenti, che di un ordine, poiché io non ho mai preso acconti di nessun genere.

Ritengo infatti che prendere acconti sulla costruzione di uno strumento è sbagliato, a meno che non si tratti di qualcosa di molto particolare che in caso di non accettazione farei molta fatica a riproporre altrove, perché l'impegno di "cucire addosso" al musicista lo strumento più adatto alle sue esigenze deve essere libero da ogni condizionamento. Per questo motivo il musicista se abita non lontano da me viene a farmi visita per valutare lo stato di avanzamento dei lavori, oppure sono io ad inviargli resoconti foto/video.

Nel frattempo si crea un rapporto di fiducia e comunicazione per cui ho modo di capire ulteriormente la personalità del musicista. A questo proposito devo dire che costruire uno strumento per uno studente è sicuramente molto più difficile che per un professionista, perché il secondo ha sicuramente idee più chiare, mentre il primo ha una personalità in evoluzione ancora non ben definita per cui sono "costretto" pensando a lui/lei, a proiettarmi nel tempo per capire che taglio dare allo strumento.

Fortunatamente i miei strumenti posseggono un certo grado di adattabilità e flessibilità per cui il musicista può farli crescere ed evolvere nella direzione che egli desidera, l'importante è capirsi bene fin dall'inizio.

A costruzione ultimata c'è la cosiddetta "prova in bianco", con uno strumento volutamente ed inevitabilmente ancora da rifinire, non solo per quel che riguarda la verniciatura, ma anche per quello che riguarda la messa a punto dello strumento: se lo strumento già a questo stadio incontra il favore del musicista, lo strumento ultimato e rifinito in ogni sua parte non potrà che essere migliore.

Come vedi ogni passo della costruzione dello strumento è sempre soggetto a riflessioni e verifiche, questo permette a me e al committente di arrivare al traguando senza troppe sorprese, poiché l'unica preoccupazione del musicista dovrà essere quella di suonare bene e di sottoporre lo strumento alle messe a punto e alle verifiche periodiche.

Solo a strumento ultimato, dopo che lo strumento sarà stato consegnato per un periodo di prova, si procederà all'incasso del dovuto fornendo tutte le garanzie del caso per un'assistenza dedicata e continua nel tempo.

Mi sono sempre trovato bene lavorando in questo modo e devo dire che nel tempo i risultati sono sempre stati ottimi, anche se per quegli strumenti costruiti per i musicisti fuori dell'Italia l'assistenza non può essere diretta e si è costretti a valersi dell'opera di altri colleghi.

Se, contrariamente alle aspettative, lo strumento non dovesse piacere, nulla è dovuto e il musicista sarà libero di rivolgersi altrove.

In questa galleria fotografica che ho creato appositamente sono mostrati alcuni degli strumenti che ho costruito negli ultimi 20 anni, che mostrano l'avanzamento dei lavori e danno un'idea dell'evoluzione del mio lavoro, tutti strumenti costruiti secondo i criteri che ho descritto sopra e che rappresentano il frutto dell'intesa per me fondamentale con il musicista:
https://www.claudiorampini.com/cpg/index.php?cat=6
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Nachtwey
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Re: L'importanza dell'estetica in un violino

Messaggio da Nachtwey »

Eccomi,scusa la risposta tardiva

Ho letto con molta attenzione quello che hai scritto e mi piace molto il tuo approccio,un po' come farsi fare un abito su misura.
Interessante anche la galleria dei tuoi strumenti,devo dire che quello che mi è piaciuto di più (sempre parlando in termini puramente estetici ovviamente) è il Kircher

Hai mai pensato di fare registrazioni audio professionali( o per lo meno di ottima qualità) dei tuoi strumenti finiti?
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claudio
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Re: L'importanza dell'estetica in un violino

Messaggio da claudio »

Il Kircher è un violino costruito su forma Guarneri del Gesù, è un eccellente strumento e chi lo suona vi è molto affezionato, fortunatamente è rimasto nella zona dove abito e quindi lo posso vedere e seguire senza problemi. In questo caso non mi fu data nessuna indicazione precisa sul suono da ottenere, ma lo stesso ho tentato di "cucirlo" secondo le esigenze del committente.

In un mercato come il nostro dove il feticcio del violino antico è duro a morire, penso di aver sfruttato al meglio le possibilità garantite da uno strumento nuovo costruito da me: una suonabilità ottimale garantita da un manico e una montatura fatti su misura per il fisico del committente, la possibilità di poter "costruire" un suono che meglio si adatti alle esigenze del musicista, la possibilità di essere seguiti negli anni così che lo strumento sia sempre nelle migliori condizioni e sviluppi al meglio le proprie potenzialità, strumenti che già da subito rivelino buona parte delle potenzialità sonore e che permettono fin dai primi mesi di affrontare impegni anche importanti della carriera di un musicista, stabilità strutturale e costanza del suono superiore alla quasi totalità degli strumenti antichi, che pur nelle eccellenze evidenziano proprietà sonore di grande qualità, sono soggetti a variazioni di resa spesso anche penalizzanti per il musicista.

Qualche volta ho pensato di fare registrazioni professionali ma ho sempre desistito perché niente può sostituire la qualità dell'ascolto di uno strumento dal vivo.

A proposito dell'estetica del violino, oggi assistiamo ad un fiorente mercato di strumenti antichizzati dai prezzi spesso esorbitanti, il cui valore spesso non è mantenuto qualora venga deciso di rimetterli in vendita. Gli strumenti antichizzati, che i liutai specializzati definiscono con orgoglio a me incomprensibile come "copie", mostrano appunto un'estetica spesso molto curata e convincente, ma per la mia esperienza le qualità sonore riscontrate non furono minimamente paragonabili agli originali.

Eppure a molti musicisti luccicano gli occhi quando vedono un violino antichizzato.
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Re: L'importanza dell'estetica in un violino

Messaggio da Nachtwey »

I violini antichizzati non li sopporto,mi domando inoltre tra 200 o 300 anni come saranno. Tra l'altro trovo davvero brutti gli strumenti con un'antichizzazione grossolana e purtroppo non mancano. Forse ci sono liutai che cavalcano la moda e cercano di proporli anche loro ma non padroneggiano adeguatamente la tecnica. Trovo che l'antichizzazione,anche se può non piacere,debba essere fatta in modo perfetto,altrimenti molto meglio non farla
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