Diametro anima e influenza sul suono

Suonare e costruire i violini
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Nachtwey
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Diametro anima e influenza sul suono

Messaggio da Nachtwey »

Ho fatto una ricerca qui sul forum e anche nel web ma non ho trovato una risposta esauriente ed univoca (forse questa non esiste)

Dato che m' incuriosisce molto la messa a punto dei violini vorrei sapere per cortesia come il diametro dell'anima influisce sul suono di un violino

Così su due piedi mi viene da pensare che un'anima sensibilmente più larga sia anche più rigida (a parità di durezza di legno) e che quindi contribuisca a rendere più rigido lo strumento e che alcuni strumenti possano beneficiarne,mentre in strumenti piuttosto rigidi un'anima più flessibile possa risultare più indicata

Sbaglio?
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claudio
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Re: Diametro anima e influenza sul suono

Messaggio da claudio »

Anche questa una domanda che trovo interessante e a cui rispondo volentieri: in origine i violini barocchi avevano un'anima del diametro di circa 5mm, poi con l'avvento del violino moderno, manici più lunghi e corde con una tensione superiore, si è passati ad un diametro ufficiale di 6mm. Ad oggi la pratica suggerisce un'anima un diametro di 6.2/6.3mm, che io trovo ottimale per i miei strumenti perché la sua maggiore rigidezza aumenta la prontezza e migliora l'uniformità tra le 4 corde, conferendo allo strumento una timbrica tipicamente romantica.

E poi non bisogna dimenticare la natura del legno di cui è costituita un'anima, per questo vorrei raccontare un episodio che vide coinvolti me e il compianto M° Paolo Crispo: mi diceva di non essere soddisfatto di un suo strumento di cui da poco era stata cambiata l'anima, il suono era divenuto improvvisamente troppo scuro e privo di attrattiva, lui mi disse che il liutaio ne aveva fatta una appositamente ricavandola da una vecchia trave di almeno 300 anni.

Io esaminai lo strumento, apparentemente sembrava fosse tutto a posto, quindi gli chiesi il permesso di smontare ponticello e anima per un'esame più accurato, osservai quindi che l'anima sembrava effettivamente fatta di un legno vecchissimo, perché di colore molto scuro e di venatura sottile e marcata, quasi nera. Constatai che era un po' troppo lunga e che forse poteva essere quello il motivo del suono problematico, quindi mi accinsi a farla più corta di qualche decimo di mm. Durante la lavorazione mi accorsi che la polvere prodotta da questa anima misteriosa produceva un odore che avevo già sentito altrove, ma di cui non riuscivo a ricordare l'origine.

Rimontato lo strumento notammo un certo miglioramento generale, ma quella particolare timbrica scura era rimasta, a quel punto non sapevo più che pesci prendere, e così rimasi pensoso stropicciando tra le dita la polvere prodotta dall'anima per saggiarne ancora una volta l'odore, quando improvvisamente l'immagine di una matita apparve nella mia mente. Infatti, chi di noi da bambino non ha mai messo una matita tra i denti traendone dopo qualche istante un sapore ed un odore particolare, come balsamico, dolce di resina? Ricordai di quando un mio amico costruttore di chitarre lavorava alcune tavole armoniche in cedro del Libano, che casualmente avevano lo stesso odore del legno con cui sono fatte le matite.

Altrettanto casualmente il cedro del Libano ha un colore cannella piuttosto scuro, tanto da poterlo scambiare con un abete stagionatissimo. Ricordo che l'abete rosso vecchissimo assume colorazioni molto scure, del tutto simili al cedro del Libano. Detto fatto, smontai ancora una volta lo strumento e riesaminai più attentamente l'anima, ne grattai un poco la superficie con una lama affilata e notai che oltre a possedere lo stesso odore del cedro del Libano, ne possedeva anche la stessa durezza, cioè a dire che questo tipo di legno è decisamente morbido.

Feci notare queste cose all'amico Paolo Crispo e gli dissi che era stato leggermente preso in giro, e quel che gli fu propinata come un'anima fatta di legno di abete plurisecolare, era in realtà costituita da un banale legno di cedro del Libano, per giunta giovanissimo.

L'amico non sembrò ancora convinto, ma forte della mia scoperta gli proposi di realizzarne una nuova ricavandola da una tavoletta in abete rosso, per giunta vecchia solo di qualche anno. Rimontato lo strumento, questo tornò immediatamente a spiegare la voce perduta in modo inequivocabile, al di là di ogni possibile dubbio.

Da un piccolo imbroglio ne ricavai una piccola ma importante lezione: un'anima in legno morbido tende a scurire il suono e a far calare le proprietà di prontezza dello strumento, un'anima in legno duro al contrario ne aumenta la prontezza e ne schiarisce il suono, migliorandone anche il focus. Questo unitamente al diametro, le cui variazioni anche impercettibili hanno influenza sul suono, conferiscono all'anima proprietà ben precise. Anche per questo motivo quando si cambia l'anima ad uno strumento importante se ne provano anche 10 o 12 diverse in modo da poter scegliere il miglior compromesso.

Il tutto ovviamente senza tralasciare il fatto di vitale importanza che la posizione dell'anima è altrettanto importante per una resa ottimale di uno strumento.
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Nachtwey
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Re: Diametro anima e influenza sul suono

Messaggio da Nachtwey »

Grazie mille Claudio,davvero interessante ed affascinante. Ho iniziato a capire l'importanza di queste cose quando ad uno dei miei violini,come prova di messa a punto, fu sostituita l'anima e il suono che ne derivò,nonostante fosse stata posizionata il più precisamente possibile nello stesso punto, fu nasale e penetrante. Rimessa l'anima precedente tornò a suonare come prima e cioè più dolce e rotondo e osservando l'anima nuova notai che era totalmente diversa,venature fittissime e legno molto duro (me lo confermò anche il liutaio che la mise in opera)

Ma quello che non mi è ben chiaro è proprio la questione del diametro. Teoricamente parlando,se ad esempio ad un violino con le F piuttosto larghe si posizionasse un'anima via via più larga,partendo da 6 mm fino ad arrivare a 6.5 o anche un po' di più,cosa potrebbe succedere in temini sonori? Sempre ipotizzando che il legno usato sia il medesimo in modo tale da escludere la variabile della tipologia di materiale

Apro una piccola parentesi un po' polemica: perchè i liutai con cui mi sono confrontato hanno snobbato bellamente questi aspetti? per loro l'unica cosa importante è il punto in cui la si posiziona e come la si posiziona,ma la mia sensibilità di musicista e la mia esperienza (e me lo stai confermando anche tu) mi dicono che non c'è solo quello
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claudio
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Re: Diametro anima e influenza sul suono

Messaggio da claudio »

I fattori che influiscono sul buon posizionamento e sulla scelta dell'anima sono praticamente infiniti, laddove la cosa più importante è sapere più o meno esattamente cosa si sta facendo, improvvisando il meno possibile.

Per la mia esperienza un'anima più grossa in un violino 4/4 comporta il progressivo irrigidimento delle tavole. Ricordo che un'anima di 5mm comporta un suono molto chiaro perché le tavole sono più libere di vibrare, mentre una di 6.3mm scurisce ed uniforma il suono, ma siamo al limite superiore, dopo il quale lo strumento tende a perdere le sue proprietà sonore. Nelle viole il diametro dell'anima varia da 6.5 a 7.5mm, non tanto perché la viola ha una cassa più grossa, ma perché quello è il compromesso ideale per il suono della viola. Infatti, tra i diametri delle anime dei violini, delle viole e dei violoncelli, non vi è proporzione.

In ultimo posso dirti che non sono solo i liutai a snobbare questi aspetti preziosi che riguardano il suono degli strumenti, ma anche i musicisti. Io ad esempio ne conosco diversi che usciti entusiasti dal mio laboratorio, avendo loro raccomandato di farsi rivedere a scadenze regolari, finiscono con il non farsi rivedere per qualche anno, o addirittura non li rivedo più! Però posso confermare che non sono molti i liutai capaci di registrare uno strumento ad arco in modo acconcio.
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Re: Diametro anima e influenza sul suono

Messaggio da Nachtwey »

In un famoso negozio di articoli per la liuteria ho visto in vendita anime indicate per violino con un diametro da 6.5 mm , da qui la mia domanda

Ti confermo che ci sono musicisti che non si pongono problemi sulla messa a punto (o ci danno poca importanza) e nemmeno capiscono che è necessario farla periodicamente. Io invece sono una persona curiosa e cerco di imparare il più possibile

Come lo si trova un liutaio capace di registrare come si deve uno strumento? Si può capire facendo domande particolari? Non sempre il passaparola è sufficiente purtroppo
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claudio
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Re: Diametro anima e influenza sul suono

Messaggio da claudio »

Le anime già pronte sono un buon compromesso per strumenti di qualità media, una misura abbondante di 6.5mm permette facilmente di essere ridotta a 6.3 o 6.2mm facilmente. Ma la cosa migliore è prepararsi le anime da soli scegliendole dai vari tipi di abete disponibili in laboratorio, personalmente quando compro l'abete per le tavole armoniche, la mia scelta viene guidata anche dalla possibilità di ricavarne le anime.

La scelta di un liutaio per una messa a punto appropriata può non essere così scontata: se si vede che il liutaio prova a fare gli aggiustamenti dell'anima senza allentare le corde, meglio desistere, tanto per fare un esempio. Oppure la percezione che il nostro problema venga compreso può aiutare, anche se le impressioni personali non sono infallibili. Il passaparola resta senz'altro uno dei modi migliori per affidare la messa a punto ad un liutaio, ma anche in questo caso va mantenuta una certa riserva, lasciando ai risultati effettivi sullo strumento la parola finale.

E' un po' come con un medico: i risultati si vedono sempre alla fine di una cura, quindi è impossibile per un musicista stabilire in anticipo le competenze sulla messa a punto di un liutaio. Sicuramente un musicista che abbia esperienza sulla messa a punto del proprio strumento avrà migliori elementi di scelta.

Al contrario, se in laboratorio il tempo passa e si ha la percezione netta che qualcuno, magari con tutta la buona volontà, sta operando a caso, meglio considerare chiusa quell'esperienza e passare ad altro. L'obiettivo dovrebbe essere sempre quello di uscire dal laboratorio del liutaio con uno strumento migliore di quando si è entrati, anche quando lo strumento per varie ragioni permette un progresso limitato.

Se poi si notano segni di spazientimento da parte del liutaio, allora è bene sgomberare il campo il prima possibile.

Altra cosa per cui vale la pena stare molto attenti, è il cosiddetto effetto placebo: cioè a dire i miglioramenti presunti a fronte di interventi più o meno fittizi.

Per quanto mi riguarda la sola cosa importante per me è ascoltare lo strumento ed il musicista, tenendo sempre conto che quest'ultimo ha un orecchio le cui capacità di selezione e di ascolto sono in ogni caso superiori a quelle di un liutaio. Più di una volta infatti a me è capitato di arrivare a considerare finito un lavoro di messa a punto, quando invece al musicista pareva il contrario. Allora, con un certo scetticismo ho dovuto abbandonare le mie certezze ed avventurarmi nel territorio ignoto di un possibile effetto placebo, quando infine seguendo le percezioni del musicista, le varie regolazioni hanno portato effettivamente ad un miglioramento ulteriore, effettivo e concreto.

In questi casi un rapporto di intima intesa tra musicista e liutaio possono essere determinanti al fine del raggiungimento del cosiddetto "focus".
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Nachtwey
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Re: Diametro anima e influenza sul suono

Messaggio da Nachtwey »

Ti ringrazio molto
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