Domanda sul Sacconi

Suonare e costruire i violini
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CarloPi
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Domanda sul Sacconi

Messaggio da CarloPi »

In questo bel libro, l'autore descrive dettagliatamente come debba essere orientata la fibra del legno della tavola e che essa debba essere ricavata da una tavola di abete rosso tagliata radialmente e non "di scorza"; i motivi descritti sono relativi alla ottimizzazione della resistenza che la fibra autunnale conferisce alla struttura quando essa sia orientata ortogonalmente alle superfici della tavola, determinandone la rigidità e quindi la risposta sonora. Per contro quando descrive le caratteristiche del legno per il fondo non esprime particolari raccomandazioni: questa differenza è dovuta al fatto che l'acero è un legno più robusto oppure che il fondo concorra in modo molto meno critico nelle risposte acustiche?
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claudio
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Re: Domanda sul Sacconi

Messaggio da claudio »

L'abete e l'acero sono due piante completamente diverse e con diverse proprietà. In liuteria la tavola in abete è la responsabile principale del suono dello strumento, dato proprio dalla caratteristica del legno di essere leggero ed elastico, infatti l'alternanza di legno poroso della crescita primaverile, e di legno duro della crescita autunale, permettono quella resa acustica ottimale che tutti conosciamo.

E' importante nel caso dell'abete che il taglio sia radiale, cioè a dire che lo "spicchio" ottenuto da un tronco di diametro variabile dai 60 agli 80cm, una volta aperto a libro ed unito per ottenerne una tavola armonica di violino, presenterà la fibre ortogonalmente al piano di incollaggio sul contorno fasce. In questo modo è garantita la resistenza e l'elasticità ottimale per cui la tavola armonica possa lavorare al meglio.

Nell'acero invece questa differenza tra crescita autunnale e primaverile delle fibre è piuttosto ridotta, per cui si può quasi indifferentemente usare un legno tagliato radialmente o di scorza. Dico "quasi" perché la resa sonora dei fondi tagliati radialmente e di scorza non è esattamente sovrapponibile, in quanto il secondo avrà sempre la proprietà di essere leggermente meno reattivo e di restituire un timbro leggermente più dolce.
Questo è dovuto al fatto che il taglio di scorza pur in modo ridotto offre una resistenza minore rispetto ad un fondo in due pezzi ottenuto da un pezzo tagliato radialmente. Anche la presenza dell'incollatura centrale comporta un aumento della rigidezza, incollatura che è comunque quasi sempre presente anche nelle tavole armoniche.

Sulla scelta dell'abete si può discutere all'infinito, diciamo che in genere è meglio scegliere un legno ben stagionato con densità medio-bassa, anche se ciò non vuole affatto dire che i legni più pesanti suonino peggio.
Il "segreto" non sta tanto nel legno o nella sua stagionatura, ma nel capire da parte del liutaio l'esatta natura di "quel" legno, in modo da trarne il maggiore profitto possibile.

Faccio qualche piccolo esempio personale: io ho da sempre preferito allargare la mia scelta un po' a tutti i tipi di abete, con preferenza alla fibra stretta che va ad allargarsi nelle zone laterali, la cui densità può comunque variare anche in modo notevole. Negli ultimi due anni ho realizzato due violini, uno con legno "pesante", l'altro con legno "leggero". Una volta terminati e consegnati, il primo strumento ha fin da subito rivelato una voce molto pulita e ricca di armonici, mentre il secondo una voce leggermente più scura, ma entrambe molto ben dotati di un'ottima dinamica e capacità di risposta.

Con il passare dei mesi le differenze si sono un poco ridotte, gli strumenti si sono adattati alle diverse proprietà di chi li sta suonando, e francamente nemmeno io riesco a capire alla distanza quale fu lo strumento costruito con abete pesante e quello con legno leggero, eppure tra le due tavole armoniche una volte finite nelle bombature e negli spessori (bordi, filettatura e sguscia da rifinire perché io lavoro a "cassa chiusa"), c'era una differenza di quasi 20 grammi!

Un orecchio particolarmente esperto potrà preferire uno o l'altro strumento, ma nessuno potrà mai dire che quello costruito con legno pesante suoni male, oltretutto proprio in questi giorni la sua proprietaria si è laureata in violino con il massimo dei voti e la lode.
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CarloPi
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Re: Domanda sul Sacconi

Messaggio da CarloPi »

Grazie della ricca risposta, ecco perchè Sacconi non si è soffermato troppo nella descrizione di come debba essere orientata la fibra del fondo.
In merito al timbro mi ero invece immaginato una relazione diversa tra legno "pesante" e legno "leggero": avevo erroneamente pensato che il legno "pesante" avesse prodotto la voce "scura" perchè meno reattivo e più "inerte" (un po' come la relazione tra corde sottili e corde grosse) ma invece è il contrario.
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claudio
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Re: Domanda sul Sacconi

Messaggio da claudio »

Bisogna capire bene le differenze, chiuso non vuol dire scuro. Il timbro chiuso o sordo è appunto un suono che non trova sfogo, che rimane chiuso nello strumento, mentre scuro è la particolarità timbrica di uno strumento di essere particolarmente versato sulle frequenze più basse, ma che in ogni caso permette al suono di proiettarsi liberamente nella sala.

Il suono chiuso o sordo è un problema che spesso affligge gli strumenti dei liutai principianti (e non solo), che non dipende dal fatto di avere usato un legno pesante o leggero, ma di avere usato un metodo sbagliato nel costruire lo strumento.
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CarloPi
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Re: Domanda sul Sacconi

Messaggio da CarloPi »

Certo che il mondo della liuteria è incredibilmente profondo; da ascoltatore si può solo intuire - magari per similitudine con altre arti - che uno strumento possa comportarsi e dare delle rese in un modo piuttosto che in un altro solamente da dei dettagli solo apparentemente insignificanti; Sacconi si sofferma infatti sulla determinante influenza delle ff (taglio, profilo, disegno, spessori...) perchè è da loro che il suono "esce" dalla cassa armonica. E addirittura, a parità della loro forma, quanto si possa incidere sulla resa solamente variando l'inclinazione e le reciproche distanze.
E' veramente affascinante. E il fatto che anche ai "non principianti" possa accadere di non far esprimere il massimo da uno strumento, dà l'idea di quanto tutto sia complesso! E pensare che Stradivari non aveva gli strumenti attuali (siano essi attrezzi che strumenti di misura) ma, ad esempio, si legge che variava ad intuito lo spessore delle tavole a seconda della qualità del legno.
Solo esperienza data dalla gran quantità di strumenti fatti o una conoscenza "intuitiva" del processo sonoro? Mah! Davvero impressionante.
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claudio
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Re: Domanda sul Sacconi

Messaggio da claudio »

Il buon violino non nasce dalla bontà e precisione degli strumenti che servono a misurarlo e a costruirlo, ma nasce da un'idea. Sacconi quell'idea è riuscita a coglierla, sembrerebbe quindi scontato seguire le sue indicazioni e riflettere sulle sue parole, ma così purtroppo non è. Poco tempo fa si è addirittura fatto una specie di convegno su Sacconi, là dove nessuno aveva un merito particolare per parlare della sua opera, non avendo frequentato nemmeno da lontano la bottega di Francesco Bissolotti, che di Sacconi è stato uno degli allievi prediletti.

Per capire meglio l'aspetto "intuitivo" della costruzione del violino, bisogna sempre ricorrere al paragone con la pittura: forse il pittore per fare un bel quadro ricorre a strumenti di misura e a particolari apparechiature per mescolare i colori? Assolutamente no, il pittore agisce secondo l'estro della propria creatività. Il liutaio in questo senso non ha niente di diverso, non è certo il graduare le tavole di un violino con una tolleranza al centesimo di millimetro che potrà dargli uno strumento bello e sonoro.

Anche in in liuteria, come anche nella pittura, gli strumenti di lavoro vanno saputi usare, questo è essenziale.
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CarloPi
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Re: Domanda sul Sacconi

Messaggio da CarloPi »

Verissimo, altrimenti si rischia di fare brutte copie di mille riassunti. Sarebbe come prendere a riferimento Caravaggio e senza comprenderne appieno il suo studio sulla luce, tentare di copiarlo con la tecnica di Monet o van Gogh.
Quindi si può dire che in liuteria bisogna immaginarsi il risultato, acustico ed estetico, e "raggiungerlo" con una propria e cosciente strada che rispetti le tecniche e i canoni?
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claudio
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Re: Domanda sul Sacconi

Messaggio da claudio »

Soprattutto bisogna avere qualche modello, cioè a dire un maestro di cui si ha fiducia e di cui si può osservare il lavoro e poi ascoltare molti strumenti originali e non, cosa che implica una passione per la musica che ti porti a frequentare in modo regolare e spontaneo le sale da concerto.

Purtroppo in 40 anni di frequentazioni di teatri e sale da concerto, io di liutai tra gli spettatori ne ho sempre visti pochissimi, in due o tre concerti in tutto. Per fare bene il liutaio devi conoscere bene la musica e gli strumenti, sembra quasi scontato dirlo. Puoi anche avere talento nel lavorare il legno, ma se non hai passione per la musica non andrai molto lontano nel costruire strumenti di qualità.

E' importante anche aver frequentato l'università, poiché questa a differenza delle scuole inferiori e superiori insegna un metodo di studio in cui lo studente è spesso lasciato a sé stesso in completa autonomia nel condurre ricerche e sperimentazioni, per poi mettere al vaglio il proprio lavoro.

Questo è importante perché spesso i liutai improvvisati partono da idee "geniali" completamente avulse da un contesto liutario e storico-artistico, solo perché magari sono bravi intagliatori, bravi falegnami, bravi meccanici, e via dicendo, così che nessuno metterà mai in discussione il loro lavoro, saranno solo gli amici e i parenti più stretti che lo guarderanno con rispetto incondizionato e penseranno appunto di avere un genio in casa che fa bellissimi violini.

Purtroppo questo metodo di studio tipico dell'ambiente universitario non è nemmeno insegnato nelle migliori scuolare di liuteria, laddove neanche i maestri docenti ne conoscono la natura, limitandosi a fornire un bagaglio tecnico spesso tutt'altro che completo, che ritengo molto prezioso per un artigiano come il liutaio le cui radici innegabilmente e indissolubilmente affondano nella nostra storia dell'arte.

Dico questo perché io oltre a provenire da una scuola tecnica dove ho imparato il disegno, ho avuto la fortuna di frequentare per alcuni anni il corso di laurea in Archeologia e Storia dell'Arte Romana a Pisa, ho studiato con il prof. Andrea Carandini, e tutto ciò che ho imparato in quell'ambito mi è risultato poi fondamentale per capire i violini, la loro storia, l'ambiente in cui sono nati, le tradizioni delle vernici, senza questa preparazione avrei avuto sicuramente meno possibilità di evolvermi e portare a compimento strumenti decenti.

Quindi non è solo l'intuito a guidare la mano del liutaio, ma l'intuito deve essere adeguatamente nutrito da un background culturale. E questo lo insegna precisamente anche Sacconi, che era un appassionato pittore ed aveva un'ottima conoscenza delle tradizioni artististiche antiche, così come evince dal suo libro, citatissimo in questo forum.

Questo i pittori di qualsiasi epoca lo sapevano benissimo e difatti anche chi tra loro ha saputo sviluppare uno stile personale originale dando un contributo fondamentale alla storia dell'arte, nei fatti si è sempre partiti da una tradizione ben radicata. Questo è il caso di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, che ha certamente portato una rivoluzione nella pittura antica, ma la sua fu una rivoluzione nel modo di vedere le cose, non nell'impiego dei materiali, poiché furono quelli che di consueto venivano usato nell'ambito artistico da millenni.

Si pensi ad esempio all'ossido di ferro rinvenuto nelle vernici originali antiche dei violini, è lo stesso pigmento che si usava nel Neolitico per dipingere sulle pareti delle caverne le scene di caccia. Una volta formato un background culturale, il chiudersi in laboratorio per fare un violino non rappresenta altro che il compimento di un percorso.
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CarloPi
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Re: Domanda sul Sacconi

Messaggio da CarloPi »

Immagino, un lavoro complesso, articolato, di spessore e che attinge a più discipline...
Non intendo iniziare un violino, ma sono rimasto affascinato al mondo della liuteria e al momento leggo questo bel libro di riferimento e mi sto documentando sul forum, davvero molto ricco. Grazie di tanta disponibilità!
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