“check-up” violino

Suonare e costruire i violini
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Violino99
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“check-up” violino

Messaggio da Violino99 »

Buonasera a tutti! Ho un violino di liuteria che richiederebbe un po’ di “manutenzione” e vorrei portarlo dal mio liutaio quanto prima. Volevo chiedere intanto ogni quanto solitamente si cambia il ponticello e quali sono le cose da far fare al liutaio periodicamente.
Grazie!
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claudio
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Re: “check-up” violino

Messaggio da claudio »

Domanda sempre ottima che offre spunti di riflessione: il violino è uno strumento la cui messa a punto ha un inizio, uno stato di "grazia", e quindi un inevitabile declino. Questo perché lo strumento violino, viola e violoncello, sono strumenti che funzionano vibrando, ed essendo costituiti di legno, risentono molto anche delle condizioni ambientali in cui sono esposti.

Di norma la montatura effettuata con il migliore ponticello ed anima possibili, lavorati e posizionati a regola d'arte, richiede controlli periodici ogni 6 mesi circa. Ma è un periodo che varia moltissimo da strumento a strumento, esistono alcuni strumenti che richiedono piccoli aggiustamenti anche dopo un solo mese dall'ultimo controllo. Altri invece che continuano ad andare benissimo anche dopo un anno.

Non c'è una regola di comportamento precisa, di solito è l'orecchio del musicista che dovrebbe avvertire la necessità di un intervento, ma spesso il musicista provvede a questa necessità cambiando solo le corde. Mentre anche il solo cambio delle corde richiederebbe un minimo di controllo dell'anima.

Un buon ponticello può arrivare a durare anche 30 anni, oppure durare una sola stagione in cui il musicista suoni in zone molto umide. Ricordo ad esempio i miei amici musicisti impegnati nel festival pucciniano a Torre del Lago venirmi a trovare molto spesso con i ponticelli ridotti malissimo a causa del clima umido, favorito oltretutto dal suonare alla sera all'aperto, momento in cui la rugiada imperla le foglie delle piante e qualunque altro oggetto che si trovi all'aperto.

Per la resa sonora dello strumento non sempre ci si rende conto che esso può suonare meglio, è spesso un fatto di abitudine e di assuefazione che lo impedisce, è anche per questo motivo che le prove acustiche semplicemente per riuscire a capire la reale capacità sonora, andrebbero fatte relativamente spesso, magari assieme a qualche collega per scambiare vicendevolmente il ruolo di esecutore/ascoltatore. E' importantissimo infatti riuscire a capire come e quanto la voce dello strumento si proietti nello spazio e venga percepita da chi ascolta, perché spesso possono esserci vere e proprie sorprese da questo punto di vista.

Ovviamente, il tutto dipende dal tipo di musicista che si è, e dal tipo di strumento che si possiede e dal suo impiego. Nell'impiego solistico e cameristico la cura dello strumento assume il grado massimo di importanza, nell'impiego orchestrale un poco meno, ma anche qui dipende dall'orchestra e dal ruolo che si è chiamati a ricoprire.

A questo proposito mi piace ricordare un piccolo aneddoto dei miei anni pisani: avevo il laboratorio vicino al teatro, cosa che mi consentiva di frequentare i concerti in modo regolare 1 o 2 volte la settimana, la stagione concertistica era sempre molto ricca e ce n'era davvero per tutti i gusti. Venne il giorno in cui la solista Viktoria Mullova venne a suonare a Pisa assieme all'Orchestra Regionale Toscana, in programma c'era uno dei concerti per violino di Mozart.

Giocando di anticipo andai ad assistere alle prove, perché spesso è proprio dalle prove che si capisce meglio il musicista e lo strumento che viene suonato, ed in effetti rimasi affascinato dal bellissimo suono di Viktoria Mullova e del suo Stradivari del 1723. Finita la prova andai a farle visita nel camerino, lei molto cordialmente mi accolse ed io altrettanto cordialmente le dissi chi ero e le chiesi il favore di farmi vedere lo strumento.

Lei con tutta la naturalezze e la disponibilità di questo mondo mi porse il suo meraviglioso Stradivari, opera matura del maestro cremonese che rivelava i segni dell'età, ma di una bellezza sbalorditiva e commovente. Mentre osservavo lo strumento in ogni suo particolare, e lo fotografavo da ogni angolo (non mi chiedete dove abbia messo le fotografie, era ancora il periodo della pellicola, credo che i negativi siano in qualche recesso ignoto del mio laboratorio), quando ad un certo punto notai che il ponticello era tutto spostato verso il Sol, completamente fuori centro, che assolutamente anomala anche per uno Stradivari.

La cosa buffa è che avendolo sentito suonare in sala fino a pochi minuti prima, non avrei mai detto che lo strumento potesse aver bisogno di una messa a punto!

Capii che lo scivolamento verso il Sol del ponticello fu causato dal tipo di pece piuttosto morbido usata dalla violinista, in abbinamento alle corde Oliv della Pirastro, la polvere della pece aveva così determinato una specie di "tappeto" sensibile al calore che permetteva un poco alla volta al ponticello di migrare verso il Sol per la differenza di trazione esercitata dalle corde, cioè a dire che la prima e la seconda corda possedendo una trazione superiore rispetto alle corde basse, trovando un "tappeto" morbido di pece depositato dall'arco, permettevano al ponticello di spostarsi verso la quarta corda. Questo non succede così spesso, ma succede.

Feci quindi notare la cosa alla violinista, la quale con la solita naturalezza e fiducia mi disse "me lo sistemi!". Ed io mi sedetti, un po' timoroso a dire il vero, in qualche attimo riportai il ponticello al centro, sfruttando il "tappeto" di pece e sfruttando la relativa bassa tensione delle corde in budello, che mi permisero di alleviare la pressione del ponticello sulla tavola armonica così da poterlo riportare al centro.

Il concerto andò benissimo e quando all'uscita la ritrovai le chiesi se il violino era andato bene, lei mi sorrise e mi fece di sì con la testa.

Ovviamente per una soluzione stabile e definitiva del problema, lo strumento avrebbe dovuto essere ripulito della deposito di pece, ma quello non era più un mio problema.

Questo aneddoto mi dà anche agio di ricordare che la pulizia dello strumento è importante, e che dovrebbe essere condotta da un bravo liutaio che eviti manovre e prodotti aggressivi per la vernice e lo strumento.
andante con fuoco
CarloPi
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Re: “check-up” violino

Messaggio da CarloPi »

Caspita Claudio, hai messo mano a uno Stradivari!!!!! Non riesco a immaginare a quanta emozione si possa provare!
Anche se molto più terra-terra, porto un esempio sulla criticità che l'umidità ingenera sulla produzione e riproduzione del suono. Dapprima a orecchio e poi con prove strumentali ho avuto modo di misurare la differenza di resa che hanno le casse acustiche a seconda del clima della giornata e quindi al variare di temperatura ma soprattutto di umidità: un produttore di casse acustiche, piacendogli molto la mia linea di riproduzione e amplificazione, mi chiese di poter fare delle prove strumentali di 4 prototipi di casse acustiche, che poi avrebbe messo in produzione. All'epoca ero giovane e vivevo da solo e quindi le prove si sono protratte per un paio di settimane in cui oltre alla variazione giornaliera della temperatura, vi furono parecchie oscillazioni del tasso di umidità relativa nell'aria i cui riflessi erano udibili a orecchio e misurabili strumentalmente.
Immagino quanto un cambio di temperatura o, peggio, di umidità possa influire sul comportamento di uno strumento la cui potenza sonora è data solo da una forma di amplificazione meccanica operata, oltretutto, da un materiale tanto sensibile all'umidità come il legno.
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claudio
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Re: “check-up” violino

Messaggio da claudio »

Se è per questo le mie mani le ho messe su parecchi strumenti originali prevalentemente per motivi di studio, e che mi hanno permesso di capire molte cose e di poterle applicare al mio lavoro, che ricordo essere quasi esclusivamente dedicato alla costruzione di strumenti nuovi. Questa è una precisazione importante, perché contrariamente a quanto si possa credere, i liutai che vivono esclusivamente della costruzione dei loro strumenti non sono molti, e spesso si cerca di sbarcare il lunario con il restauro e il commercio di strumenti. Quello che mi unisce ad un liutaio specializzato nel restauro è proprio l'aspetto della messa a punto. Ricordo anche che la costruzione degli strumenti richiede molto esercizio ed applicazione, non basta costruirne 1 o 2 l'anno per dire di avere una buona esperienza, la quale si può solo acquisire con studio ed applicazione.

Gli strumenti ad arco sono costituiti di legno, ma anche di resine e olii essenziali, i fattori climatici ambientali pur nella loro indiscussa importanza, rappresentano solo uno dei mille aspetti che influenzano il suono di uno strumento.
andante con fuoco
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