Gruppi di studio-lezione n. 1
Gruppi di studio-lezione n. 1
Ciao a tutti!
Vorrei iniziare una sorta di studio collettivo che coinvolga tutti, quindi
basato su esercizi semplici, sulle corde vuote, che secondo me sono la
base dello studio giornaliero.
Per iniziare corde vuote lente, da eseguirsi secondo quello che scrive Tartini nella bellissima lettera che trovate di seguito e della quale abbiamo parlato già nel forum.
Spero che nei prossimi giorni possiate dedicare qualche minuto a questo
esercizio e che da questo possano nascere domande, curiosità, dubbi
e perché no critiche.
Siete tutti invitati, principianti, professionisti, violinisti,
violoncellisti e ovviamente liutai!
Susanna
"Il di lei esercizio e studio principale deve essere l'arco in genere, così che ella se ne faccia padrona assoluta a qualunque uso o suonabile o cantabile. Primo studio deve essere l'appoggio dell'arco sulla corda siffattamente leggero che il primo principio della voce che si cava sia come un fiato e non come una percossa sulla corda. Consiste in leggerezza di polso ed in proseguir subito l'arcata; dopo l'appoggio leggero non c'è più pericolo di asprezza e crudezza. Di questo appoggio leggero ella deve farsi padrona in qualunque sito dell'arco, sia in mezzo sia negli estremi, e deve essere padrona con l'arcata in giù e con l'arcata in su. Per far tutta la fatica in una volta sola, si comincia dalla messa di voce sopra una corda vuota, per esempio sopra la seconda, LA. Si comincia dal pianissimo crescendo sempre poco volta, finché si arriva al fortissimo e questo studio deve farsi egualmente in su ed in giù. Ella incominci subito questo studio e vi spenda almeno un'ora, un poco la mattina ed un poco la sera, e si ricordi bene che questo è lo studio più importante e più difficile di tutti.
Quando sarà padrona di questo, le sarà facile la messa di voce che incomincia dal pianissimo a va al fortissimo e torna al pianissimo nella stessa arcata. Le sarà facile e sicuro l'ottimo appoggio dell'arco sulla corda e potrà fare col suo arco tutto quello che desidera. Per acquistare poi questa leggerezza del polso cui viene la velocità dell'arco, sarà cosa ottima che suoni ogni giorno qualche fuga di Corelli tutta di semicrome, e queste fughe sono tre nell'opera V, anzi la prima è nella prima suonata in re maggiore. Ella a poco alla volta deve suonarla sempre più presto, sino ad arrivare a quella velocità che le sia più possibile. etc etc etc . Saluti"
Vorrei iniziare una sorta di studio collettivo che coinvolga tutti, quindi
basato su esercizi semplici, sulle corde vuote, che secondo me sono la
base dello studio giornaliero.
Per iniziare corde vuote lente, da eseguirsi secondo quello che scrive Tartini nella bellissima lettera che trovate di seguito e della quale abbiamo parlato già nel forum.
Spero che nei prossimi giorni possiate dedicare qualche minuto a questo
esercizio e che da questo possano nascere domande, curiosità, dubbi
e perché no critiche.
Siete tutti invitati, principianti, professionisti, violinisti,
violoncellisti e ovviamente liutai!
Susanna
"Il di lei esercizio e studio principale deve essere l'arco in genere, così che ella se ne faccia padrona assoluta a qualunque uso o suonabile o cantabile. Primo studio deve essere l'appoggio dell'arco sulla corda siffattamente leggero che il primo principio della voce che si cava sia come un fiato e non come una percossa sulla corda. Consiste in leggerezza di polso ed in proseguir subito l'arcata; dopo l'appoggio leggero non c'è più pericolo di asprezza e crudezza. Di questo appoggio leggero ella deve farsi padrona in qualunque sito dell'arco, sia in mezzo sia negli estremi, e deve essere padrona con l'arcata in giù e con l'arcata in su. Per far tutta la fatica in una volta sola, si comincia dalla messa di voce sopra una corda vuota, per esempio sopra la seconda, LA. Si comincia dal pianissimo crescendo sempre poco volta, finché si arriva al fortissimo e questo studio deve farsi egualmente in su ed in giù. Ella incominci subito questo studio e vi spenda almeno un'ora, un poco la mattina ed un poco la sera, e si ricordi bene che questo è lo studio più importante e più difficile di tutti.
Quando sarà padrona di questo, le sarà facile la messa di voce che incomincia dal pianissimo a va al fortissimo e torna al pianissimo nella stessa arcata. Le sarà facile e sicuro l'ottimo appoggio dell'arco sulla corda e potrà fare col suo arco tutto quello che desidera. Per acquistare poi questa leggerezza del polso cui viene la velocità dell'arco, sarà cosa ottima che suoni ogni giorno qualche fuga di Corelli tutta di semicrome, e queste fughe sono tre nell'opera V, anzi la prima è nella prima suonata in re maggiore. Ella a poco alla volta deve suonarla sempre più presto, sino ad arrivare a quella velocità che le sia più possibile. etc etc etc . Saluti"
- Claus
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Re: Gruppi di studio-lezione n. 1
molto bello, grazie.Susanna ha scritto:Ciao a tutti!
Vorrei iniziare una sorta di studio collettivo che coinvolga tutti, quindi
basato su esercizi semplici, sulle corde vuote, che secondo me sono la
base dello studio giornaliero.
Per iniziare corde vuote lente, da eseguirsi secondo quello che scrive Tartini nella bellissima lettera che trovate di seguito e della quale abbiamo parlato già nel forum.
Spero che nei prossimi giorni possiate dedicare qualche minuto a questo
esercizio e che da questo possano nascere domande, curiosità, dubbi
e perché no critiche.
Siete tutti invitati, principianti, professionisti, violinisti,
violoncellisti e ovviamente liutai!
Susanna
"Il di lei esercizio e studio principale deve essere l'arco in genere, così che ella se ne faccia padrona assoluta a qualunque uso o suonabile o cantabile. Primo studio deve essere l'appoggio dell'arco sulla corda siffattamente leggero che il primo principio della voce che si cava sia come un fiato e non come una percossa sulla corda. Consiste in leggerezza di polso ed in proseguir subito l'arcata; dopo l'appoggio leggero non c'è più pericolo di asprezza e crudezza. Di questo appoggio leggero ella deve farsi padrona in qualunque sito dell'arco, sia in mezzo sia negli estremi, e deve essere padrona con l'arcata in giù e con l'arcata in su. Per far tutta la fatica in una volta sola, si comincia dalla messa di voce sopra una corda vuota, per esempio sopra la seconda, LA. Si comincia dal pianissimo crescendo sempre poco volta, finché si arriva al fortissimo e questo studio deve farsi egualmente in su ed in giù. Ella incominci subito questo studio e vi spenda almeno un'ora, un poco la mattina ed un poco la sera, e si ricordi bene che questo è lo studio più importante e più difficile di tutti.
Quando sarà padrona di questo, le sarà facile la messa di voce che incomincia dal pianissimo a va al fortissimo e torna al pianissimo nella stessa arcata. Le sarà facile e sicuro l'ottimo appoggio dell'arco sulla corda e potrà fare col suo arco tutto quello che desidera. Per acquistare poi questa leggerezza del polso cui viene la velocità dell'arco, sarà cosa ottima che suoni ogni giorno qualche fuga di Corelli tutta di semicrome, e queste fughe sono tre nell'opera V, anzi la prima è nella prima suonata in re maggiore. Ella a poco alla volta deve suonarla sempre più presto, sino ad arrivare a quella velocità che le sia più possibile. etc etc etc . Saluti"
Sto provando adesso, e mi nasce subito un quesito:
nel caso dell'attacco al tallone, che funzione svolgono le dita della mano destra?
Ossia, il movimento e' solo del polso o anche delle dita?
Ottima iniziativa! Di solito il primo esercizio a cui mi dedico è proprio quello delle corde vuote, pochi minuti per cercar di sciogliere il polso e avere una buona padronanza dell'archetto al tallone.
Un problema che ho è proprio quello descritto da Tartini nella sua lettera, quella dell'attacco un pò troppo forte che di certo nel mio caso non è "come un fiato".
Provero ad esercitarmi con arcate alternate nei tre punti dell'arco, tallone, centro e punta, cercando di curare questo aspetto.
L'esercizio va svolto alzando ogni volta l'arco e curando l'appoggio ad ogni cambio di arcata?
Un problema che ho è proprio quello descritto da Tartini nella sua lettera, quella dell'attacco un pò troppo forte che di certo nel mio caso non è "come un fiato".
Provero ad esercitarmi con arcate alternate nei tre punti dell'arco, tallone, centro e punta, cercando di curare questo aspetto.
L'esercizio va svolto alzando ogni volta l'arco e curando l'appoggio ad ogni cambio di arcata?
L'abilità non è richiesta, tutto ciò che è richiesto è perseveranza e applicazione!
Paganini a Camillo Sivori
Paganini a Camillo Sivori
Sicuramente il tallone pone diversi problemi; secondo me -ma sottolineo che è un mio parere- al tallone è importante riuscire a tenere bene e solidamente l'arco, concentrandosi soprattutto sul lavoro del mignolo, tenendolo tondo e morbido.
Le altre dita si muovono di conseguenza, così come il polso che deve essere sempre morbido.
La difficoltà quindi è proprio nel trovare un equilibrio tra la presa -che non deve essere eccessiva- e la morbidezza delle articolazioni polso-gomito-spalla.
Più si studia lentamente meglio è....
Le altre dita si muovono di conseguenza, così come il polso che deve essere sempre morbido.
La difficoltà quindi è proprio nel trovare un equilibrio tra la presa -che non deve essere eccessiva- e la morbidezza delle articolazioni polso-gomito-spalla.
Più si studia lentamente meglio è....
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ciao a tutti...
La scuola franco belga e russa fanno iniziare l'arcata al tallone utilizzando il braccio come movimento attivo,polso morbido e presa dell'arco non passiva..
io inizio,secondo la scuola di auer,a studiare il primo segmento dell'arco al tallone solo con il movimento del braccio,prima in corda vuota (sul re)
in secondo studio il movimento dell'avanbraccio,e poi il 3°movimento del gomito.
STUDIATI separatamente poi li studio in unione,a+b poi b+c e alla fine a+b+c.
questi esercizi sono nel violinmethode di Tibor Varga e David Lukas(allievo di Varga e milstein) e si applicano poi a tutto il repertorio e in combinazione con articolazioni doppie corde scale pizz accordi etc.
io inizio,secondo la scuola di auer,a studiare il primo segmento dell'arco al tallone solo con il movimento del braccio,prima in corda vuota (sul re)
in secondo studio il movimento dell'avanbraccio,e poi il 3°movimento del gomito.
STUDIATI separatamente poi li studio in unione,a+b poi b+c e alla fine a+b+c.
questi esercizi sono nel violinmethode di Tibor Varga e David Lukas(allievo di Varga e milstein) e si applicano poi a tutto il repertorio e in combinazione con articolazioni doppie corde scale pizz accordi etc.
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ciao a tutti
ovviamente parlare di tecnica d'arco impostazione suono etc è un lavoro grande e complesso..
io provo a schematizzare il tutto:
ovviamente è di fondamentale importanza la tenuta corretta dell'arco per poi studiare i movimenti correlati..
semplicemente noi vediamo il movimento dell'arco come un unico movimento cioè dal tallone alla punta e viceversa..
in realtà sono tre i movimenti che concorrono a tirare l'arco e cioè
a)movimento del braccio
b)movimento dell'avanbraccio
c)movimento del gomito
come funziona..immagina di tirare l'arco e inizia l'arcata in giu cosa succede..si muove il braccio che trascina(tirez)l'arco ma poi un po prima della metà non possiamo piu utilizzare il braccio perchè porta fuori linea l'arco rispetto alle corde..infatti poi proseguiamo con l'avanbraccio fino a un po prima della punta e li succede la stessa cosa per non portare fuori linea l'arco con la corda spingeremo il gomito in avanti ..
questo in linea di massima per tirare l'arco fino alla punta cioè per fare un movimento ne abbiamo utilizzato tre..
questi vanno studiati separatamente e poi in unione tra di loro poi
bisognerebbe poi parlare delle due forme della mano nell'arcata in giu e in su e come studiare scientificamente i cambi d'arcata etc etc
io provo a schematizzare il tutto:
ovviamente è di fondamentale importanza la tenuta corretta dell'arco per poi studiare i movimenti correlati..
semplicemente noi vediamo il movimento dell'arco come un unico movimento cioè dal tallone alla punta e viceversa..
in realtà sono tre i movimenti che concorrono a tirare l'arco e cioè
a)movimento del braccio
b)movimento dell'avanbraccio
c)movimento del gomito
come funziona..immagina di tirare l'arco e inizia l'arcata in giu cosa succede..si muove il braccio che trascina(tirez)l'arco ma poi un po prima della metà non possiamo piu utilizzare il braccio perchè porta fuori linea l'arco rispetto alle corde..infatti poi proseguiamo con l'avanbraccio fino a un po prima della punta e li succede la stessa cosa per non portare fuori linea l'arco con la corda spingeremo il gomito in avanti ..
questo in linea di massima per tirare l'arco fino alla punta cioè per fare un movimento ne abbiamo utilizzato tre..
questi vanno studiati separatamente e poi in unione tra di loro poi
bisognerebbe poi parlare delle due forme della mano nell'arcata in giu e in su e come studiare scientificamente i cambi d'arcata etc etc
Su quello che dici sono d'accordo anche io; aggiungo che per me ci sono anche tre diverse percezioni della mano: al tallone io penso al mignolo che sostiene l'arco; alla metà la mano è quasi totalmente rilassata e l'arco "suona da solo", con il solo peso della bacchetta; alla punta l'appoggio si sposta sull'indice (io penso a tutto il peso del braccio che si scarica sulla falange dell'indice, con il braccio ruotato verso l'interno).
La mia sensazione è che quando si suona tutte le artcolazioni, dalla spalla alle dita, debbano essere sempre in movimento. Un movimento ovviamente finalizzato a quello che si suona e non tanto per muoverle.
La mia sensazione è che quando si suona tutte le artcolazioni, dalla spalla alle dita, debbano essere sempre in movimento. Un movimento ovviamente finalizzato a quello che si suona e non tanto per muoverle.
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ciao
per sviluppare questa sensibilità alcuni maestri,specie quelli dell'area russa fanno eseguire questo esercizio.....
studio n 1 del kreutzer al tallone con il 1 dito sollevato(libera il polso e rinforza il mignolo ma è un aquistare equilibrio piuttosto che forza)poi al centro idem ma con tutte le dita sull arco e poi alla punta solo con pollice e primo dito.
poi corde vuote con tutto l'arco (o una scala o uno studio in detachè) tirando tutto l'arco partendo senza il primo dito al tallone appoggiandolo al centro e togliendo le il2+3+4+alla punta senza fermare l'arco(naturalmente nell'arcata in su al centro si riappoggieranno tutte le dita e al tallone si solleverà il 1 dito)questo esercizio mi è stato insegnato da un insegnante dell'accademia di sofia allievo di oistrach ed è molto utile...
studio n 1 del kreutzer al tallone con il 1 dito sollevato(libera il polso e rinforza il mignolo ma è un aquistare equilibrio piuttosto che forza)poi al centro idem ma con tutte le dita sull arco e poi alla punta solo con pollice e primo dito.
poi corde vuote con tutto l'arco (o una scala o uno studio in detachè) tirando tutto l'arco partendo senza il primo dito al tallone appoggiandolo al centro e togliendo le il2+3+4+alla punta senza fermare l'arco(naturalmente nell'arcata in su al centro si riappoggieranno tutte le dita e al tallone si solleverà il 1 dito)questo esercizio mi è stato insegnato da un insegnante dell'accademia di sofia allievo di oistrach ed è molto utile...
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ciao
ciao susanna..ottimo esercizio per rinforzare il mignolo l'unica difficoltà è che sei costretto per ottenere una stabilita d'arco a usare troppo l'appoggio alla corda e meno la tenuta d'arco...
se provi il n 1 del kreutzer con poco arco al tallone senza il 1 dito ottieni la stesso effetto ma in piu ottieni anche un ottima scioltezza di polso...(ps il movimento attivo è del braccio il polso segue solo le direzioni dell'arcata)
ciao
se provi il n 1 del kreutzer con poco arco al tallone senza il 1 dito ottieni la stesso effetto ma in piu ottieni anche un ottima scioltezza di polso...(ps il movimento attivo è del braccio il polso segue solo le direzioni dell'arcata)
ciao
si, è l'insieme tra "arcata di dita", "arcata di polso" ed "arcata di braccio" di cui parlava flesch nell'Arte del Violino.Susanna ha scritto:Mi parlava di questo anche Andrea69 (chiedo però conferma).
Vado a studiare ...
A suo tempo, studiavo il Kreutzer n.1 con arcate particolari e in zone diverse dell'arco (metà, punta, tallone e tutto arco).
Le arcate "strane"servivano per migliorare l'uguaglianza del suono e controllare il corretto comportamento di dita, polso e braccio destri.
Altrimenti metodo drasticissimo per migliorare l'uso del polso destro e del mignolo è studiare il capriccio n.2 di Paganini a metà inferiore con l'arco impugnato rovescio (chi ha studiato in area russa come me lo conosce MOLTO bene).