Una pericolosa crepa...

da Bach a Kodaly, uno strumento di incredibile bellezza.
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_Ale_
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Messaggio da _Ale_ »

@clair: piccola curiosità: ma tu sei diplomata in cello o stai studiando???
e già che ci sono : avresti una registrazione del violoncellino prima della rottura, ma gari per fare un confronto quando sarà riparato???
Vivi la vita come un viaggio ma non dire mai:'' Sono arrivato!''
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edi
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Messaggio da edi »

In effetti sarebbe interessante ascoltare la differenza tra prima e dopo la cura :) Mi associo nella richiesta :)
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edi
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Messaggio da edi »

Lino, a proposito della deformazione della fascia, non credo che possa influenzare il suono in maniera determinante, sarebbe forse solo questione estetica (se non esiste un motivo preciso per cui si è deformata) e quindi non so nemmeno se il gioco valga la candela, andare ad ammorbidire la fascia perdipiù già montata, mi pare un rischio eccessivo, comunque questa è solo la mia opinione eio non sono certo un grande esperto :)
Il lavoro che hai fatto è veramente ottimo! :D
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Clairdelune
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Messaggio da Clairdelune »

_Ale_ ha scritto:@clair: piccola curiosità: ma tu sei diplomata in cello o stai studiando???
e già che ci sono : avresti una registrazione del violoncellino prima della rottura, magari per fare un confronto quando sarà riparato???
Sono (quasi) diplomata in canto.
Il violoncello lo sto studiando ora
(poco :? , direbbe il mio valente maestro...).

Purtroppo non ho registrato il suono prima del precipitare della situazione.
Dovrete fidarmi del mio ricordo e del mio giudizio.
Nonostante tutti i suoi guai, il violoncellino aveva un suono caldo, morbido ed anche corposo, considerando poi che è un 7/8.

Anche io come Edi, ritengo che la deformazione della fascia non vada toccata, a meno che, Lino, tu non abbia il sospetto che si possa tramutare un una ulteriore rottura.
In questo caso il tuo giudizio è fondamentale.
Ai fini estetici non disturba ed è un segno del tempo.

:ciao2: a tutti!!

Clair*
In origine, fu la vibrazione.
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claudio
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Messaggio da claudio »

violino7 ha scritto:Prima di continuare il discorso iniziato ieri sulla tavola armonica, rimaniamo un attimo ancora qui dove siamo.

Ho trovato la foglia di legno ideale per rinforzare internamente il "passetto del tarlo"
Lo spessore va benissimo, però dovresti farla più larga in modo che la foglia di legno agguanti una bella porzione di fascia tra una sponda e l'altra del "passetto", puoi arrivare comodamente anche a 10/15cm di larghezza, ovviamente l'altezza è quella compresa tra le due controfasce. In questo modo il rivestimento che andrai a sovrapporre sulla fascia del "passetto" avrà il compito di assorbire e supportare le sollecitazioni della fascia e che potrebbero far riaprire la frattura.
andante con fuoco
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Messaggio da edo »

violino7 ha scritto:
Al di là di tutto, visto che l'alcool non incide, mi basterebbe avere la certezza di poter procedere tranquillamente con ritocchi di vernice a base di alcool e gommalacca!
Nulla dovrebbe ostacolare, compresa una mano di lucidatura finale.

Per quello che ne so io i ritocchi in genere vengono fatti con vernice all'alcool anche su strumenti verniciati ad olio, penso che controindicazioni non ce ne siano a continuare come stai facendo, il risultato adesso ce l'hai sottomano e puoi sicuramente valutare meglio di me.

ciao

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Messaggio da violino7 »

Clairdelune ha scritto:
violino7 ha scritto: Clair, non mi tenere in ansia, per favore! :(

Chissa di cosa sei capace! :roll:

Te lo avevo detto in anticipo che non garantivo il risultato finale! :ciao1:
Ma Lino, cosa vai pensando? Perchè mi fai così terribile?
:lol: :lol: :lol:
Niente che riguardi il tuo FANTASTICO lavoro, stai tranquillo.
Lo seguo come se fosse un romanzo e sono sicura che il finale sarà lieto :)

Clair*
Grazie Clair! :lol: :lol:

Ora mi sento più tranquillo. Allora vado avanti sulla stessa strada! :)

(naturalmente scherzavo, conoscendoti! :P)

Ma tu non sai quanto è lungo ancora il cammino. Non ti aspettare dei risultati a breve. Ci sono delle cose che ho visionato andando avanti nel lavoro che mi hanno lasciato perplesso (sempre per colpa dei tarli!). Non ti voglio demoralizzare, ma dirti solo che bisogna procedere con molta cautela. :?

Oggi non ho potuto lavorare in bottega, ho dovuto dedicare la giornata alla famiglia ed anche venerdì sarò impegnato, ma domani mi darò da fare e lavorerò per 8 ore, a giornata piena!
Comunque nel forum sono indietro minimo di 2 puntate, quindi ho da raccontarvi abbastanza!

Clair, stai tranquilla! Sul violoncello stiamo facendo tutto il possibile! :P
(parlo al plurale perchè anche i consigli degli altri amici contano, e come!)

Complimenti per il tuo "bel canto" ed in bocca al lupo per i tuoi impegni prossimi.

Lino
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Messaggio da violino7 »

Clairdelune ha scritto: ..............

Anche io come Edi, ritengo che la deformazione della fascia non vada toccata, a meno che, Lino, tu non abbia il sospetto che si possa tramutare un una ulteriore rottura.
In questo caso il tuo giudizio è fondamentale.
Ai fini estetici non disturba ed è un segno del tempo.

:ciao2: a tutti!!

Clair*
Avevo anticipato una mia impressione ed ora posso dare una conferma, ringraziando tutti coloro che mi hanno risposto, dicendo che la deformazione della fascia io la lascerei così com'è, visto che mi sono arrivate delle risposte confortanti, nel senso che non ci dovrebbero essere problemi nella trasmissione o formazione del suono.

Io sarei propenso a considerarla come un elemento caratteristico dello strumento ed anche un dato di autenticità rispetto alla sua collocazione temporale, come giustamente dice anche Clairdelune.

No, non ci sono rischi di rotture, ho verificato! Teniamo presente anche che parliamo di fasce belle robuste di spessore.

In alternativa, volendo rimediare con un restauro, tra l'altro non saprei esattamente considerare quali possano essere i rischi connessi.

Valutati i pro ed i contro io personalmente lascerei tutto com'è ora, anzi, più che una deformazione io sarei propenso a considerarla una "connotazione dell' "antico".
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Messaggio da violino7 »

claudio ha scritto:
violino7 ha scritto:Prima di continuare il discorso iniziato ieri sulla tavola armonica, rimaniamo un attimo ancora qui dove siamo.

Ho trovato la foglia di legno ideale per rinforzare internamente il "passetto del tarlo"
Lo spessore va benissimo, però dovresti farla più larga in modo che la foglia di legno agguanti una bella porzione di fascia tra una sponda e l'altra del "passetto", puoi arrivare comodamente anche a 10/15cm di larghezza, ovviamente l'altezza è quella compresa tra le due controfasce. In questo modo il rivestimento che andrai a sovrapporre sulla fascia del "passetto" avrà il compito di assorbire e supportare le sollecitazioni della fascia e che potrebbero far riaprire la frattura.
Questa fascia è larga 32 mm. e pensavo di applicarla in verticale (o leggermente obliqua secondo necessità).
Posso arrivare a 10 o 15 cm di larghezza sovrapponendone 3 o 4, ma in orizzontale!
La cosa è fattibilissima, però vorrei capire meglio quali sono le motivazioni che ti portano a temere una riapertura di questa frattura che, capisco sia molto probabile presa a sè stante se consideriamo la sola incollatura lungo la verticalità del passetto.
Io consideravo anche la legatura alta e bassa alle controfasce (secondo me già da sola questa tiene i due tratti ben saldi), e se poi ci aggiungevo in aggiunta una sovrapposizione di una foglia larga 32 mm, rigidamente saldata a cavallo della frattura, credevo di poter stare tranquillo.
Considera che la fascia che si era staccata era oramai completamente irrigidita nella sua curvatura, quindi da questo punto di vista la fascia intera non sopporta pressioni dovute alla flessione di curvatura.
L'altezza della fascia è di 11 cm., tolte le controfasce siamo intorno a 9 cm. di altezza internamente. Mi chiedo se 15 cm. di sovrapposizione non siano troppi!
Ripeto, lo posso fare benissimo tanto siamo all'interno e non esiste il problema estetico. Leggendo meglio, intuisco che il movente tecnico sia legato a quel "assorbire e supportare le sollecitazioni della fascia" che immagino siano attinenti alla propagazione del suono.
Perchè in questo caso è necessaria così tanta cautela?
Te lo chiedo in quanto è una mia lacuna valutativa e volevo capirci di più.
Mi ricordo vagamente che anche Sacconi parlasse di "fasce rivestite" internamente in alcuni strumenti stradivariani (ed in altri no), c'è una attinenza?

Grazie.
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Messaggio da violino7 »

edo ha scritto:
violino7 ha scritto:
Al di là di tutto, visto che l'alcool non incide, mi basterebbe avere la certezza di poter procedere tranquillamente con ritocchi di vernice a base di alcool e gommalacca!
Nulla dovrebbe ostacolare, compresa una mano di lucidatura finale.

Per quello che ne so io i ritocchi in genere vengono fatti con vernice all'alcool anche su strumenti verniciati ad olio, penso che controindicazioni non ce ne siano a continuare come stai facendo, il risultato adesso ce l'hai sottomano e puoi sicuramente valutare meglio di me.

ciao

edo
Ciao Edo,
avevo pensato anch'io che tutto sommato era meglio così , l'importante è arrivare al risultato.

Ti faccio vedere questa foto: ho passato lo stesso filler a base di alcool, usato per saldare la crepa, anche sulla linea di spaccatura del passetto, temendo ci potessero essere dei punti non legati bene ed allo scopo di riempire meglio il solco:

Immagine

In altri parti l'alcool puro non aveva inciso minimamente, qui mi sembra che qualcosa sia successo. Ho l'impressione visiva che il solco si sia schiarito ed i bordi di vernice invece intensificati nel colore.

Forse c'è stata una qualche reazione all'alcool? Si potrebbe trattare di una vernice mista? Questa cosa la devo valutare meglio con altri esperimenti. Non è che eventualmente voglio cambiare la vernice per i ritocchi, ma solo per sapere quali possano essere le giuste precauzioni da prendere. Può essere che l'alcool sia efficace sul taglio di una scrostatura e non su un tratto di vernice solidificato uniformemente?

Qui sembrerebbe quasi che si sia ricreato una sorta di alone come quello precedente!

Ho pensato anche di aver fatto male a fare questa operazione, perchè l'alcool potrebbe avere causato lo scioglimento in superficie della colla interna al solco, allargandosi ai lati!

Ciao.
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Messaggio da violino7 »

Introduco il discorso preannunciato sulla tavola e sulla catena, semplicemente solo per enunciarlo e poter in seguito elaborare alcune cose, altrimenti non vado avanti (lo avevo annunciato, ma poi non c'è stato tempo e questa sera non lo voglio rimandare ancora una volta).

Ripartiamo da questa immagine della tavola armonica intera, vista internamente:

Immagine

Sono andato a valutare la posizione della nuova catena che dovrò incollare.

Se guardate la linea di mezzeria (osservate come riferimento le linee a leggera matita rossa al centro delle basi degli zocchetti rifatte nuove), è necessario fare una importante osservazione: la vecchia catena che era incorporata alla tavola e che ho eliminato (si capisce benissimo dove stava!) era praticamente parallela alla linea di mezzeria.
Quindi questa è una condizione di anomalia evidente (oppure era cosa normale per quei tempi? :?).

Ho elaborato la nuova posizione, proporzionata come inclinazione allo sviluppo laterale del polmone inferiore rispetto a quello superiore. Sarà lunga 56 cm lasciando 7 cm. di distanza dal bordo superiore e da quello inferiore della tavola (che infatti misura 70 cm.)
Dove cadranno approssimativamente gli estremi della nuova catena (naturalmente dovrò stabilire riferimenti più precisi su tutto il tratto) lo vedete dai segni a matita nera apposti sempre sulle stesse basi, un poco più a destra verso l'esterno al polmone inferiore ed un poco più a sinistra verso l'interno al polmone superiore, rispetto a quella di prima.

Questa era l'impostazione tecnica.

Considerazione importante conseguenziale:
questo aggiustamento della posizione della catena, oltre al fatto che in generale si tratta di catena più decente, non potrà altro che avere effetti positivi sul suono!, non credo possa essere diversamente!
Cara Clairdelune......gioisci!! :ciao2:

A domani.
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violino7 ha scritto:vorrei capire meglio quali sono le motivazioni che ti portano a temere una riapertura di questa frattura che, capisco sia molto probabile presa a sè stante se consideriamo la sola incollatura lungo la verticalità del passetto.
Io credo (ma è solo una mia opinione) che quello possa essere considerato il punto minoris resistentiae, anche se di persé ben saldo e resistente, potrebbe diventare un punto critico in caso di sollecitazioni esterne quali colpi o cadite accidentali. Credo che la maggior cautela sia dettata solo da questo, ma penso che quanto da te descritto dia già una buona sicurezza.
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violino7 ha scritto: Ciao Edo,
avevo pensato anch'io che tutto sommato era meglio così , l'importante è arrivare al risultato.

Ti faccio vedere questa foto: ho passato lo stesso filler a base di alcool, usato per saldare la crepa, anche sulla linea di spaccatura del passetto, temendo ci potessero essere dei punti non legati bene ed allo scopo di riempire meglio il solco:

In altri parti l'alcool puro non aveva inciso minimamente, qui mi sembra che qualcosa sia successo. Ho l'impressione visiva che il solco si sia schiarito ed i bordi di vernice invece intensificati nel colore.

Forse c'è stata una qualche reazione all'alcool? Si potrebbe trattare di una vernice mista? Questa cosa la devo valutare meglio con altri esperimenti. Non è che eventualmente voglio cambiare la vernice per i ritocchi, ma solo per sapere quali possano essere le giuste precauzioni da prendere. Può essere che l'alcool sia efficace sul taglio di una scrostatura e non su un tratto di vernice solidificato uniformemente?

Ho pensato anche di aver fatto male a fare questa operazione, perchè l'alcool potrebbe avere causato lo scioglimento in superficie della colla interna al solco, allargandosi ai lati!
Dalla tua descrizione sembrerebbe che la vernice sia ad olio e condivido il fatto che i ritoicchi possano essere fatti ad alcool. Per quanto riguarda la modificazione sul "solco del passetto", mi pare che l'acool abbia intaccato la vernice (ad alcool) usata per un precedente ritocco che è evidente in quella zona, vecchio ritocco che credo dovrai comunque eliminare, quindi mi pare che stai facendo benissimo, l'alcool non dovrebbe nemmeno inidere sulla tenuta della colla :)
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claudio
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violino7 ha scritto: Ripeto, lo posso fare benissimo tanto siamo all'interno e non esiste il problema estetico. Leggendo meglio, intuisco che il movente tecnico sia legato a quel "assorbire e supportare le sollecitazioni della fascia" che immagino siano attinenti alla propagazione del suono.
Perchè in questo caso è necessaria così tanta cautela?
Te lo chiedo in quanto è una mia lacuna valutativa e volevo capirci di più.
Mi ricordo vagamente che anche Sacconi parlasse di "fasce rivestite" internamente in alcuni strumenti stradivariani (ed in altri no), c'è una attinenza?

Grazie.
Niente a che fare con il suono, una fascia interna di 10/15cm è solo una misura per evitare di dover riparare la fascia una seconda volta in futuro. Quello che ho proposto è una specie di "sandwich" che va ad aiutare la fascia lesionata a supportare i carichi a cui è sottoposto lo strumento e anche possibili urti a cui uno strumento è purtroppo sempre soggetto. Il concetto è il seguente: una fascia lesionata come quella del "passetto" che carichi può reggere? a mio modo di vedere una fascia del genere può reggere carichi ridottissimi o perlomeno mi sembra una scommessa che io non avrei nessuna voglia di giocare, quindi bisogna "fasciarla" a sua volta per reintegrare una sua capacità di sopportare le sollecitazioni. Una "pezza" troppo stretta potrebbe essere non sufficiente perchè le micro torsioni a cui è sottoposto lo strumento potrebbero con il tempo logorare la capacità di resistenza della riparazione. Non temere effetti negativi sul suono, non ce ne saranno.
Nei casi dei violoncelli stradivariani osservati da Sacconi, le "pezze" in tessuto apposte all'interno delle fasce erano a scopo preventivo. Usanza che mi pare non sia stata più seguita da altri liutai, ma è innegabile che con il tempo la parte più vulnerabile di un violoncello sia proprio quella delle fasce.
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Ciao grande lavoratore. Ti dico subito che non amo la chimica però avendo lavorato su tanti materiali, acciai, legni, tartaruga, avorio, osso, ambra, resine varie etc gli odori mi restano in mente. Quando ho levigato le parti del Compagnon per livellare le crepe che avevo incollato ho sentito che si trattava di una vernice antesignanamente sintetica. L'odore era quello che ti ho descritto, (alcune sfumature possono ricordare il manico di pentola un po' bruciato). Le resine da liuteria hanno normalmente odori gradevolissimi, uno per tutti il benzoino, quando presente. Anche la sandracca non è male. Comunque la mia vernice all'alcool ha aderito bene alla vernice originale, la cosa che non mi ha soddisfatto (in realtà non sono stato abile) è stata la ripresa del punto di colore (un marrone aranciato con delle sottotonalità giallo oro). Credo quindi che come tu pensi di fare, cioè ritoccare ad alcool vada bene, anche se credo troverai delle difficoltà nel riprendere il colore (fai delle prove da qualche parte).
Senz'altro una lucidata generale (a tampone?) aiuterà nell'uniformare il lavoro in toto. Buon avanzamento lavori.
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