secondo voi, la filologia uccide la musica classica ?

da Bach a Kodaly, uno strumento di incredibile bellezza.
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claudio
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Messaggio da claudio »

antoniolucio ha scritto:ringrazio claudio per il messaggio.
che fonti per la filologia musicale hai presente?
La filologia si serve delle fonti più disparate: biografie, trattati di musica e sugli strumenti, documenti storici e quant'altro possa essere utile per ricostruire intorno ad uno spartito il "clima" dell'epoca. Molto spesso gli spartiti originali recano indicazioni autografe e possono rilfettere i temperamenti delle varie epoche.
Anche in liuteria si è preferito per circa un paio di secoli andare a caccia di una formula magica della vernice, originando un mito ancora oggi duro a morire, invece di concentrarsi sull'ambiente che circondava i liutai del 1600 e 1700. Tanto per fare un esempio: Sacconi nel suo libro parla di colofonia cotta alla calce, questa è una resina impiegata fino a tutti gli anni '60 del 1900 per i giocattoli economici. Poi si scopre che i maestri musicisti dell'antichità usavano preparare speciali colofonie per i crini dei loro archi secondo ricette segretissime, singolare quindi l'accostamento con le analisi chimiche delle vernici antiche in cui sono state rinvenute cospicue quantità di calcio. Questo ha portato a sperimentare e a verificare tipi di vernice mai completamente scomparsi dalla tradizione ebanistica e della falegnameria, e che in fondo il cosiddetto "segreto" della vernice antica non era tanto nella composizione, ma nella modalità di applicazione.
Questo solo per darti una vaga idea della ricerca in liuteria, in campo musicale avviene la stessa cose servendosi delle fonti più disparate, finanche studiando la musica popolare, in cui troviamo fior di violinisti che ancora suonano il violino tenendolo appoggiato al petto o sull'avambraccio.
In buona sostanza si scopre un intero mondo, basta solo non ignorarlo.
andante con fuoco
musicaclassica
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Messaggio da musicaclassica »

edi ha scritto:Sono due aspetti diversi, non si può dire che uno sia "meglio" dell'altro. Certo che non si sa con esattezza quale fosse il modo di suonare, ma proprio per questo c'è la ricerca filologica, se si sapesse tutto con esattezza non ci sarebbe bisogno della ricerca :)


Leggi il n. 26

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Messaggio da edi »

musicaclassica ha scritto:
edi ha scritto:Sono due aspetti diversi, non si può dire che uno sia "meglio" dell'altro. Certo che non si sa con esattezza quale fosse il modo di suonare, ma proprio per questo c'è la ricerca filologica, se si sapesse tutto con esattezza non ci sarebbe bisogno della ricerca :)


Leggi il n. 26

http://groups.google.it/group/it.arti.m ... 593b?hl=it#
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E che c'entra con ciò che ho scritto io? E poi potevi anche scriverlo qui senza rimandarci ad un altro forum... :-)
musicaclassica
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Messaggio da musicaclassica »

edi ha scritto:E che c'entra con ciò che ho scritto io? E poi potevi anche scriverlo qui senza rimandarci ad un altro forum... :-)
Forse e' cambiato l'indice. comunque riporto qui:

[
La filologia strictu sensu si applica a un testo musicale, non a
un'esecuzione. Abbiamo visto circolare testi di ogni genere, anche copiosamente rimaneggiati.
Quello che si chiama "filologia" in campo interpretativo
(parlo qui per quanto riguarda la musica antica) andrebbe piuttosto
ribattezzata "interpretazione storicamente informata" come la chiamano gli anglosassoni.

Per *esecuzione filologica* si intendono solo e solamente tre cose:
- uso dei testi corretti (ad esempio non l'Orfeo di Monteverdi riorchestrato
da Zedda per la compagine della Scala)
- uso degli strumenti corretti (se possibile laddove viene richiesta una
viola da gamba, non usare una chitarra elettrica)
- uso dei fraseggi e delle articolazioni adeguati allo stile della musica
che si suona (se possibile non eseguire tutta l'arte della fuga in una sola
arcata)


Nulla di più. E' già moltissimo. Il resto non è filologia. E' interpretazione.
Mi sembra che si faccia spesso confusione fra ciò che è lecito e ciò che non lo è.
Tirando in ballo la filologia che sembra essere una parolaccia
]
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Messaggio da edi »

D'accordo (forse, ma almeno in parte discutibile), ma la domanda è sempre la stessa: che c'entra con ciò che ho scritto io?
musicaclassica
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Messaggio da musicaclassica »

quando tu scrivi:

"Certo che non si sa con esattezza quale fosse il modo di suonare, ma
proprio per questo c'è la ricerca filologica"

Per me la filologia non c'entra un bel niente e' una questione
di "interpretazione".

ciao.
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Messaggio da edi »

No, io lì sto parlando di filologia e ricerca filologica, non di interpretazione filologica che comunque è necessariamente connessa con la filologia. E' una catena: ricerca filologica>filologia>interpretazione filologica.
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P.S. Forse mi ero espresso male sull'interpretazione delle parole...
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Messaggio da musicaclassica »

penso:

testo->filologia

interprete->interpretazione

ovvero:

"esecuzione filologica" opinabile (in quanto c'e' di mezzo l' interprete).

In definitiva senza testo non c'e' filologia.
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Messaggio da musicaclassica »

Quindi la BWV 1007 e seguenti andrebbero suonate leggendo dalle
partiture originali o il " rococo'" filologicamente in una revisione di
Fitzenhagen.
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musicaclassica ha scritto:penso:

testo->filologia

interprete->interpretazione

ovvero:

"esecuzione filologica" opinabile (in quanto c'e' di mezzo l' interprete).

In definitiva senza testo non c'e' filologia.
Stiamo facendo due differenti discorsi... :-) Questo è corretto, ma non è ciò di cui parlavo io :-)
musicaclassica ha scritto:Quindi la BWV 1007 e seguenti andrebbero suonate leggendo dalle
partiture originali o il " rococo'" filologicamente in una revisione di
Fitzenhagen.
"andrebbero" in che senso, l'interpretazione è libera :-)
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Messaggio da musicaclassica »

Distinguere che l'interpretazione filologica e' unita all' esecutore e non frutto della "ricerca filologica" e' gia' molto.

>>"andrebbero" in che senso, l'interpretazione è libera

credo che si parlava di esecuzione filologica non di cristalli originali Swarovski.

ciao
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Messaggio da edi »

musicaclassica ha scritto:Distinguere che l'interpretazione filologica e' unita all' esecutore e non frutto della "ricerca filologica" e' gia' molto.

>>"andrebbero" in che senso, l'interpretazione è libera

credo che si parlava di esecuzione filologica non di cristalli originali Swarovski.

ciao
Siccome io non sono il detentore della "verità assoluta", posso solo esprimere un mio parere :-)

E' evidente che l'interpretazione debba essere unita all'esecutore, ma anche che la ricerca filologica non possa dare interpretazioni assolutamente rigide, perché l'interpretazione è sempre legata all'esecutore, oggi come 500 anni fa...

Il resto mi pare conseguente.
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edi
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Messaggio da edi »

Anzi, in un'epoca nella quale non esistevano registrazioni, l'interpretazione era ancor più di oggi legata all'esecutore. E la ricerca filologica è evidente che debba tener conto di ciò.
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claudio
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Messaggio da claudio »

Conosco abbastanza bene la persona autrice del commento riproposto da "musicaclassica", si tratta di Alessandra "Redfiddler", direttrice d'orchestra e appassionata viscerale di tutta la musica classica. Senz'altro le sue considerazioni sono da prendere per buone, soprattutto alla luce di certe esecuzioni (non parlo volutamente di interpretazioni), che sembrano ricalcare la ricerca filologica con rigore estremo. Ovviamente la filologia è applicata ai testi, alla prassi esecutiva, agli strumenti, da ciò ne consegue una interpretazione "verosimile", e possibilmente svincolata da convinzioni e precetti assoluti. D'altra parte se nel 1600 la libertà interpretativa andava di pari passo con la grande varietà dei temperamenti, non vedo perchè oggi si debba ridurre il tutto ad una specie di prodotto congelato dalle teorie più disparate. Tuttavia la ricerca filologica è sempre qualcosa che ha a che fare con lo spirito di un'epoca e degli uomini che vi appartenevano, non è sufficiente ricostruire il "clima" e a me non interessa ascoltare quanto è bravo un violoncellista ad eseguire le suite di Bach con uno strumento d'epoca. E' qui che a mio parere c'è il discrimine tra mera interpretazione e il cogliere lo spirito di un compositore.
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