secondo voi, la filologia uccide la musica classica ?
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secondo voi, la filologia uccide la musica classica ?
tutta questa filologia e il modo lesso di interpretare la classica, dopo aver ucciso per sfinimento del pubblico bach, vivaldi e c., non corre il rischio di uccidere anche i romantici ?
E' con sommo piacere che vi presento uno dei migliori violoncellisti che abbia mai conosciuto, senza peli sulla lingua e che soprattutto suona, eccome se suona: sempre, comunque e dovunque.
Sicuramente il "modo lesso" non ha ucciso la sua espressività e il suo impeto.
Benvenuto Giuseppe!
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andante con fuoco
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Violoncello
sempre troppo buono, claudio, sai anche quanti delitti musicali di cui mi sono macchiato...caro edo, concittadino della bellissima vicenza che non vedo da tempo immemore ( se penso però alla mia presunta parentela preferirei esser nato in un campo di cavoli, ma tu e i vicentini non siete colpevoli di ciò... ), la filologia è la disciplina che studia i testi e il modo di leggerli ( nel nostro caso musicalmente ) nella forma originaria. Per spiegarmi, molti anni fa avevo un violoncello con il puntale tortelier ( non ce l'avevo messo io...), e un paio di volte me l'ero dimenticato. Provare a suonare un buon cello senza il puntale come fanno i fanatici della barocca è come guidare una lamborghini che traina un carro di buoi, perchè complicarsi così la vita ?
- edo
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Re: Violoncello
ma quando è nata questa disciplina? E' fatta di studi e studiosi recenti oppure si praticava anche 100 anni fa?cellodifuoco ha scritto: la filologia è la disciplina che studia i testi e il modo di leggerli ( nel nostro caso musicalmente ) nella forma originaria.
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Violoncello
per altre discipline si, come la pittura, ma per altri scopi come la falsificazione atraverso lo studio delle tecniche o dei pigmenti ecc., per la musica è una novità relativa. trenta-quaranta anni fa il pubblico ascoltava sbadigliando i primi barocchi ( allora stranieri, perlopiù olandesi ), quando ancora "quelli bravi" di allora suonavano bach come brahms, e quella musica non annoiava proprio nessuno e non si rischiava di fare un frontale se la ascoltavi la notte mentre viaggiavi in auto...
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ma non ho capito,
sei a favore di suonare bach come brahms?
a mio parere comunque, la filologia di per sè arricchisce
molto la musica, perchè spinge a diversificare il più possibile un periodo storico o un compositore dall'altro.
certo che se poi "suonare in modo filologico" viene interpretato
come "non vibrare mai" e "suono sempre dolce-femmineo", oppure, come
sta accadendo ultimamente, trasformare tutto in "barock'n'roll", certo è che
la musica si impoverisce.
sei a favore di suonare bach come brahms?
a mio parere comunque, la filologia di per sè arricchisce
molto la musica, perchè spinge a diversificare il più possibile un periodo storico o un compositore dall'altro.
certo che se poi "suonare in modo filologico" viene interpretato
come "non vibrare mai" e "suono sempre dolce-femmineo", oppure, come
sta accadendo ultimamente, trasformare tutto in "barock'n'roll", certo è che
la musica si impoverisce.
- MarcoSpain
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Gli estremisti sono quelli che uccidono la musica, che siano "barocchisti" o che siano "brahmsisti". Ci può piacere o no lo stile con cui suona un musicista, io trovo però più interessante cercare di tirar fuori il meglio da ogni interpretazione, trovando i punti positivi, quando ci sono! Pur riconoscendo che certe interpretazioni troppo "barocche?!" mi lasciano davvero perplesso, non posso negare che l'aver lavorato il Tamerlano al Maggio Musicale nel 2001 con un direttore "barocco" mi ha aiutato immensamente nel migliorare e maturare il mio stile per suonare Bach e Haendel.
O sempre nel 2001 (se non ricordo male) con l'Ort feci una tournée con Daniel Harding, uno dei programmi era 8ª e 3ª di Beethoven: bene, la 3ª di Beethoven, CON primo ritornello, durava meno della versione che ho fatto qui a Valencia con Walter Weller (direttore e violinista austriaco settantenne) SENZA primo ritornello, eppure entrambe le versioni mi sono sembrate convincenti, energiche e veramente sentite!
Poi, i gusti sono gusti!
O sempre nel 2001 (se non ricordo male) con l'Ort feci una tournée con Daniel Harding, uno dei programmi era 8ª e 3ª di Beethoven: bene, la 3ª di Beethoven, CON primo ritornello, durava meno della versione che ho fatto qui a Valencia con Walter Weller (direttore e violinista austriaco settantenne) SENZA primo ritornello, eppure entrambe le versioni mi sono sembrate convincenti, energiche e veramente sentite!
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- edi
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Secondo me è come chiedersi se l'archeologia sperimentale (mi rivolgo soprattutto a Claudio) uccida la storia... credo di no, è un modo per leggerla, ma se si pretende che debba esistere solo quella chiave di lettura, allora certo, non è un modo corretto di agire... la storia come la musica ed i loro metodi di lettura progrediscono e devono progredire. Ma allora era meglio vedere la cappella sistina come si vedeva fino a qualche anno fa o come la vedeva Michelangelo?
Come diceva il vecchio Gioseffo Zarlino, considerando la musica come fenomeno quasi senza tempo, io credo che ogni epoca porti con sè un miglioramento rispetto alla precedente.
Per come la vedo io lo studio filologico è importante per poter distruggere certi canoni ormai superati.
La differenza che si pone è tra strumentista e musicista, la prima categoria raccoglie quei bravissimi e temerari scienziati della musica.
La seconda a mio avviso ha un'accezzione molto più artistica (e romantica) a cui non vanno posti limiti filologici.
Come dire, di sicuro il mio esecutore preferito di Bach è Glenn Gould, chi lo etichetta come eretico è perchè non ne coglie la grandezza e ama la musica più come fenomeno storico/matematico.
Quello che non capisco è perchè i conservatòri sono (a volte) così conservatori, io studio piano jazz e trascrivo i grandi del bep-bop, ma non mi sognerei mai di riproporre quel modo di suonare in pubblico, è roba vecchia ammuffita ormai e bisogna fare i conti col nostro tempo e di chi è venuto dopo.
A volte mi sembra che l'evoluzione storica dell'umanità venga ripercorsa in una forma simile dal singolo, forse è anche così che funziona l'evoluzione.
Per come la vedo io lo studio filologico è importante per poter distruggere certi canoni ormai superati.
La differenza che si pone è tra strumentista e musicista, la prima categoria raccoglie quei bravissimi e temerari scienziati della musica.
La seconda a mio avviso ha un'accezzione molto più artistica (e romantica) a cui non vanno posti limiti filologici.
Come dire, di sicuro il mio esecutore preferito di Bach è Glenn Gould, chi lo etichetta come eretico è perchè non ne coglie la grandezza e ama la musica più come fenomeno storico/matematico.
Quello che non capisco è perchè i conservatòri sono (a volte) così conservatori, io studio piano jazz e trascrivo i grandi del bep-bop, ma non mi sognerei mai di riproporre quel modo di suonare in pubblico, è roba vecchia ammuffita ormai e bisogna fare i conti col nostro tempo e di chi è venuto dopo.
A volte mi sembra che l'evoluzione storica dell'umanità venga ripercorsa in una forma simile dal singolo, forse è anche così che funziona l'evoluzione.
- edi
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Giusto OrzO! Ma infatti non bisogna guardare alla filologia come ad un modo di proporre la musica oggi, ma un modo di guardare la musica ieri o come presumiamo (attraverso lo studio filologico) fosse stata ieri. Per continuare con l'esempio di prima, la cappella sistina riportata a com'era al tempo di Michelangelo, non è un'opera di oggi, ma un'opera di allora riportata a com'era allora. Lo studio filologico deve mantenere soprattutto una funzione storico-artistica e di ricerca accademica, per comprendere...
Pensiamo a cosa sarebbe la liuteria senza la ricerca filologica! Cosa sarebbe della tradizione liutaria italiana e cremonese su cui si basa anche questo portale?
Pensiamo a cosa sarebbe la liuteria senza la ricerca filologica! Cosa sarebbe della tradizione liutaria italiana e cremonese su cui si basa anche questo portale?
Mi fa piacere che i pareri siano diversi e non necessariamente discordi tra loro, vuol dire che ci sono idee e che la musica è viva, anche se altrettanto non si può dire dei musicisti.
Torno al messaggio iniziale di Giuseppe/cellodifuoco, conoscendo abbastanza bene lui e il suo modo di suonare, non mi stupisce affatto che abbia simili idee in fatto di esecuzione musicale, ne abbiamo parlato più volte di persona e sono in qualche modo contento di constatare che egli sia così coerente nella sua follia creativa. E' vero, la musica va studiata in tutti i sensi e la prassi esecutiva spesso nasconde misteri che una volta svelati permettono di aprire nuovi orizzonti nella musica antica e contemporanea.
E' anche vero che le cosiddette esecuzioni filologiche di 20 o 30 anni fa, a cui allude Giuseppe, rappresentano solo il gradino iniziale di un nuovo approccio alla musica. Non c'è niente di male, anzi è bellissimo, poter scoprire i suoni antichi attraverso un violino barocco, io stesso ho avuto modo di scoprire quanto abbia perso il nostro orecchio in capacità di percezione e riconoscimento dei suoni. Quindi ben venga il piccolo esercito dei filologi. Ma cosa fare della schiera infinita di musicisti che hanno suonato secondo il loro estro Bach, Telemann e Locatelli? Nessuno direbbe di buttare a mare Heifetz o Casals, tuttavia il loro modo di suonare era tutt'altro che filologico. Anche il modo di suonare di Giuseppe non è filologico, ossia c'è il sacro rispetto del testo musicale, ma l'interpretazione è quella che il suo impeto e la passionalità gi dettano di seguire. D'altra parte esecutori contemporanei come Maisky non sono certo "filologici", ma trasmettono molte emozioni quando suonano. Dico questo perchè una certa branca della filologia moderna tende a scartare tutto ciò che è stato prima della "grande illuminazione", regalandoci esecuzione di grande accuratezza, ma asettiche, finanche sterili. Non ho difficoltà a dire che il Bach di Bylsma o di Tezlaff non solo non mi dicono nulla, ma spero anche che questo modo di suonare piuttosto freddino lasci il posto ad esecuzioni più veraci, dove si sente il sudore dell'esecutore e del musicista.
Torno al messaggio iniziale di Giuseppe/cellodifuoco, conoscendo abbastanza bene lui e il suo modo di suonare, non mi stupisce affatto che abbia simili idee in fatto di esecuzione musicale, ne abbiamo parlato più volte di persona e sono in qualche modo contento di constatare che egli sia così coerente nella sua follia creativa. E' vero, la musica va studiata in tutti i sensi e la prassi esecutiva spesso nasconde misteri che una volta svelati permettono di aprire nuovi orizzonti nella musica antica e contemporanea.
E' anche vero che le cosiddette esecuzioni filologiche di 20 o 30 anni fa, a cui allude Giuseppe, rappresentano solo il gradino iniziale di un nuovo approccio alla musica. Non c'è niente di male, anzi è bellissimo, poter scoprire i suoni antichi attraverso un violino barocco, io stesso ho avuto modo di scoprire quanto abbia perso il nostro orecchio in capacità di percezione e riconoscimento dei suoni. Quindi ben venga il piccolo esercito dei filologi. Ma cosa fare della schiera infinita di musicisti che hanno suonato secondo il loro estro Bach, Telemann e Locatelli? Nessuno direbbe di buttare a mare Heifetz o Casals, tuttavia il loro modo di suonare era tutt'altro che filologico. Anche il modo di suonare di Giuseppe non è filologico, ossia c'è il sacro rispetto del testo musicale, ma l'interpretazione è quella che il suo impeto e la passionalità gi dettano di seguire. D'altra parte esecutori contemporanei come Maisky non sono certo "filologici", ma trasmettono molte emozioni quando suonano. Dico questo perchè una certa branca della filologia moderna tende a scartare tutto ciò che è stato prima della "grande illuminazione", regalandoci esecuzione di grande accuratezza, ma asettiche, finanche sterili. Non ho difficoltà a dire che il Bach di Bylsma o di Tezlaff non solo non mi dicono nulla, ma spero anche che questo modo di suonare piuttosto freddino lasci il posto ad esecuzioni più veraci, dove si sente il sudore dell'esecutore e del musicista.
andante con fuoco
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sono d'accordo con Claudio,
tuttavia continuo a ripetere che l'approccio filologico non è sinonimo
di "freddezza".
spesso, nelle incisioni filologiche, la musica del '600 e '700
appare molto più dinamica e ricca di chiaro-scuri: l'esecutore filologico basa la sua interpretazione su altri fattori rispetto all'esecutore "moderno".
non più quindi vibrato continuo, suono sempre rotondo e "grasso" (in senso positivo") nonché frasi musicali molto grandi, ma ricerca del "parlato" musicale, della brillantezza e leggerezza, maggiore utilizzo del "rubato", valorizzazione delle dissonanze armoniche etc.
sono comunque consapevole che il termine interpretazione "filologica" non è del tutto corretta, la chiamerei piuttosto "interpretazione moderna usando strumenti dell'epoca".
l'interpretazione musicale si adatta sempre a periodo storico in cui viene suonata, basti pensare all'evoluzione interna dell'interpretazione filologica
(si compari ad esempio l'incisione delle 4 stagioni di carmignola con i sonatori de la gioiosa marca di inizio anni '90 con quella di stefano montanari e l'accademia bizantina di pochi anni fa...)...
tuttavia continuo a ripetere che l'approccio filologico non è sinonimo
di "freddezza".
spesso, nelle incisioni filologiche, la musica del '600 e '700
appare molto più dinamica e ricca di chiaro-scuri: l'esecutore filologico basa la sua interpretazione su altri fattori rispetto all'esecutore "moderno".
non più quindi vibrato continuo, suono sempre rotondo e "grasso" (in senso positivo") nonché frasi musicali molto grandi, ma ricerca del "parlato" musicale, della brillantezza e leggerezza, maggiore utilizzo del "rubato", valorizzazione delle dissonanze armoniche etc.
sono comunque consapevole che il termine interpretazione "filologica" non è del tutto corretta, la chiamerei piuttosto "interpretazione moderna usando strumenti dell'epoca".
l'interpretazione musicale si adatta sempre a periodo storico in cui viene suonata, basti pensare all'evoluzione interna dell'interpretazione filologica
(si compari ad esempio l'incisione delle 4 stagioni di carmignola con i sonatori de la gioiosa marca di inizio anni '90 con quella di stefano montanari e l'accademia bizantina di pochi anni fa...)...