Ansia...

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MarcoSpain
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Messaggio da MarcoSpain »

Mi sembra che si stia facendo un po' troppa psicologia "facile", senza nemmeno conoscere la persona in questione.
Lu-chan, dammi retta: è assolutamente normale che i primi 6 minuti non riesca a sciogliere i muscoli, succede a tantissime persone, una buona cosa potrebbe essere non dargli troppa importanza al momento dell'esecuzione, e cercare di fare molte piccole "prove generali" con amici, per "ricreare" l'atmosfera del concerto o dell'esame, noi si faceva un sacco al tempo del diploma e delle prime audizioni in orchestra, poi arriva il momento dell'audizione vera e non ti arriva tanta "botta" di adrenalina.
Lu-chan
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Messaggio da Lu-chan »

Si, scusate per la mia reazione davvero fin troppo esagerata nel commento precedente, ma sono davvero molto nervosa per questo esame perché le cose a casa mi vengono,suono bene, intonata, ed è davvero frustante mandare tutto in "vacca"per delle paure così stupide e inutili.
La mia poca autostima, il fatto di essere in un conservatorio nuovo con insegnati che non conosco e non mi conoscono e soprattutto il fatto di non riuscire a fare i pezzi bene quanto vorrei a causa della chiave di contralto(spesso mi confondo con la chiave di violino e faccio solo errori..una vera e propria tragedia..è come avere solo memoria meccanica e non mentale!terribile) rendono questo esame un vero e proprio muro.
Ma non è neanche solo l'esame perché questa "cosa"degli attacchi di ansia e panico dura da almeno 5 mesi..

Comunque mi sono decisa qualche giorno fa ad andare dal medico. L'esame e il risultato che la gente attorno a me si aspetta che io abbia sono troppo ma troppo importanti. E il medico mi ha fatto prendere questo ansiolitico (perché credo si tratti di questo..)..Si chiama Xanax. Qualcuno di voi lo conosce?é in gocce quindi niente di eccessivamente invadente..l'ho provato in questi giorni visto che avevo prove per l'ottavo però non so..fa molto e niente. Nel senso che l'ho sempre preso un'ora prima della lezione ed effettivamente nei dieci minuti prima mi dava come un senso di pesantezza alla testa e di assoluta tranquillità, ma poi quando ero a lezione ero tremendamente in ansia lo stesso e tremavo comunque....mah..non so..Tra queste gocce e un po' di trining mentale per aumentare l'autostima vedrò di farcela..anche se l'esame è tra due giorni.
Che peccato però..mi piace molto suonare eppure quando c'è qualcuno davvero non riesco proprio a sbloccarmi e a divertirmi o a fare della paura uno stimolo. Più che un peccato è proprio tristezza.
nigel
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Messaggio da nigel »

lo xanax?!?! ah però! complimenti al dottore!
lo xanax cmq non funziona così al volo credo.. ci vogliono giorni per apprezzare i risultati.

io mollerei tutto.. e proverei a risolvere la questione senza ingerire psicofarmaci.
antoniolucio
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Messaggio da antoniolucio »

uno dei metodi su cui sto riflettendo in questi giorni è di prendere l'esame alla leggera:

ho assistito qualche anno fa ai diplomi di violoncello all'accademia di santa cecilia. di fianco a me, tra il pubblico, c'era l'ultimo esaminando della giornata e avrebbe dovuto suonare più di un'ora di musica (concerto, bach e sonata con pf). è rimasto seduto tranquillo ad ascoltare tutti gli altri fino a quando è arrivato il suo turno; allora si è alzato, è andato a prendere lo strumento ed è salito sul palco. e ha cominciato.
alla fine ha preso dieci.

questo per farvi capire che a volte la tranquillità uno impara anche come averla.
e vorrei aggiungere che nessun esame è "troppo" importante, nessun esame cambia la vita. se sei bravo e hai talento e studi seriamente troverai di sicuro la tua strada.
non bisognerebbe mai pensare ad un esame come ad "un muro", perchè effettivamente non lo è affatto!
Lu-chan
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Messaggio da Lu-chan »

Si in effetti mi sono un po' documentata e non è proprio una gran cosa aver iniziato a prendere questo farmaco..Ma alla fine quanto cambia dal prendere un farmaco per per il cuore come l'inderal?Non so sinceramente cos'è peggio..E poi fatto il mio esame non lo prendo più perché di diventare una drogata e rovinarmi la salute non ci tengo.
Comunque non so se è merito dello xanax(che oggi per altro non avevo preso prima di suonare), ma al matrimonio a cui dovevo suonare non ho proprio avuto neanche un accenno di tremore...mah..(di solito anche ai matrimoni tremo come una disperata)Forse ero semplicemente beata dal mio suono che in chiesa sembrava celestiale..:P
Scherzi a parte..si, la tranquillità...Antoniolucio ti do ragione. Quella della tranquillità è una strada che avevo già tentato ma serve davvero a poco quando il cervello ti va in tilt e il cuore ti schizza in gola. Sai quante volte ho tentato di convincermi che sto solo suonando e non uccidendo qualcuno?non è mai servito a niente. Sicuramente il ragazzo oltre ad essere tranquillo aveva una dose sufficiente di autostima da campare per vent'anni.

Mah ragazzi...io ce la metterò tutta..non posso far altro..Io ormai sto studiando dalla mattina alla sera..boh..che voi sappiate non ancora inventato il farmaco dell'autostima?
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_ale
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Messaggio da _ale »

vedrai che andrà tutto bene e soprattutto non credo che sia questione di autostima o di altre cose, studia serenamente perchè suonare è meraviglioso sono sicuro che ti piace e ti fa stare bene, prenditi i tuoi momenti di svago e divertimento quando ne hai bisogno e quando l'ansia ti assale non darle importanza, le cose verranno più facilmente!

in bocca al lupo per i tuoi esami
antoniolucio
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Messaggio da antoniolucio »

ti capisco bene, è capitato anche a me di pensare, mentre suonavo, che non era l'esame della vita e tuttavia non riuscivo a rilassarmi.

quello che potrebbe aiutarti potrebbe essere abituarti a suonare in "semi-tranquillità" o comunque con "padronanza" davanti man mano a più persone:

prima suoni qualcosa dell'esame
davanti al gatto,
poi davanti alla nonna,
poi davanti ai tuoi genitori,
all'amico musicista etc etc...


fondamentale per non farsi prendere dall'ansia comunque è essere sufficientemente sicuri di quello che stai suonando, cioè sapere che ti viene abbastanza facilmente e porre la tua attenzione sul fare musica e non sul fare tutte le note giuste.
e credo che questo sia il motivo principale per cui quel violoncellista di cui ti ho parlato è riuscito a stare fermo ad ascoltare fino a 30 secondi prima di suonare per l'esame finale.
antoniolucio
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Messaggio da antoniolucio »

e chiudo citando una frase di chopin:
"convincetevi che suonate bene per farlo"
non è di facile realizzazione ma a mio parere, almeno quando si suona nella propria camera, un po' di effetto lo fa.
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Atomino
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Messaggio da Atomino »

Lu-chan ha scritto:......che voi sappiate non ancora inventato il farmaco dell'autostima?
Si, ce n'è in abbondanza nel cervello di ognuno di noi.........
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otocione
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Messaggio da otocione »

Atomino ha scritto:
Lu-chan ha scritto:......che voi sappiate non ancora inventato il farmaco dell'autostima?
Si, ce n'è in abbondanza nel cervello di ognuno di noi.........
Concordo..il nostro corpo produce le sostanze più disparate, alcune anche molto "potenti" ed è molto più abile di qualsiasi laboratorio umano (e lo dico da chimico, che si sente sempre una nullità vedendo quello che la natura è in grado di fare con facilità disarmante quando noi ci impieghiamo 10 anni per fare le stesse cose e anche male 8O )
schubertlover
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Messaggio da schubertlover »

Ciao a tutti, sono un violinista e mi sono appena iscritto :wink:

rispolvero questo vecchio topic per esporre anche la mia idea sullo spinoso argomento dell'Inderal.
Ci sono giunto facendo una ricerca Google proprio sull'Inderal, incuriosito dopo aver visto che Strad di questo mese dedica un articolo proprio ai Betabloccanti 8O .

Intanto inizio col dire che ho ben 42 anni e una lunga esperienza professionale alle spalle, sia in orchestra che a livello solistico/cameristico che "audizionistico/concorsistico" (sì, perchè nonostante l'età e il lavoro stabile non ho ancora smesso :lol: ).
L'arco mi è iniziato a tremare precisamente all'età di 17 anni, al nono anno di conservatorio, probabilmente in concomitanza con lo studio di repertorio un po' più "pesante" per l'arco, e forse anche in coincidenza con un grave lutto familiare.
Iniziai a realizza la cosa, se ricordo bene. in occasione di un solo in orchestra facendo la spalla in conservatorio (i soli in orchestra a mio parere sono fra le situazioni più terrificanti per lo "stage fright"!).
Una volta acquisita la consapevolezza che il mio braccio destro sulle note lunghe poteva tremare, la cosa diventò un'ossessone: iniziavo un concerto già sapendo che in ben determinati punti l'arco mi sarebbe tremato, cosa che puntualmente avveniva. E poteva succedermi anche a metà concerto, non solo nei fatidici primi 10 minuti.
Devo ammettere che in quel periodo, per quanto fossi già abbastanza bravo e dotato di un'ottima facilità, e nonostante avessi un insegnante valido, non studiavo molto e soprattutto mi trascinavo alcuni piccoli difetti nella conduzione dell'arco.
Mi trascinai per tre anni abbonfanti questro stressante "problemino" sulle note lunghe, che magari non comprometteva a fondo le mie prestazioni (anche perchè a volte, senza che riuscissi a capire perchè, l'arco mi tremava meno) ma che di sicuro mi rovinava il piacere di suonare e soprattutto la concentrazione, senza sapere come fare per porvi un rimedio...

Ma a partire dal mio primo anno nell'Orchestra Giovanile di Fiesole, iniziai a fare moltissime lezioni di musica da camera (in certi periodi 4 ore al giorno, qualche volta persino 5!) davanti ad insegnanti come i membri del trio di Trieste, Farulli, Brainin, che per me allora erano dei padreterni. Facevo così tante ore perchè parecchi altri ragazzi rinunciavano alle lezioni, e quindi c'erano gruppi che rimanevano senza violino... e io da sempre adoro la musica da camera, quindi ne approfittavo :D .
Inutile dire che la cosa mi servì enormemente... e questo, oltre che dal punto di vista di capire a fondo come suonare trii, quartetti ecc, anche dal punto di vista del controllo dell'ansia! Diciamo che fu per me un'occasione più unica che rara, perchè una cosa è cercare una strada per affrontare questo problema suonando... una volta ogni tanto, e magari il più delle volte in occasioni nelle quali ti giochi tutti in pochi minuti; ben altra cosa è affrontare le tue paure a dosi ripetute, un'ora di distanza l'una dall'altra!
In quel modo, oltre che affrontando a fondo e risolvendo i miei problemucci tecnici grazie a insegnanti nuovi, trovai le mie piccole "strategie", trovai un mio modo di approcciarmi ai concerti, che mi permisero di CONTROLLARE questo problema.
Attenzione però: imparai a controllarlo, ma non lo risolsi. Nel senso che ormai l'arco non mi tremava più, ma dentro di me in certi momenti la sensazione di essere "vicino" al tremolio, e un certo corollario di sintomi sgradevoli quali battito accelerato, sensazione di minore fluidità del gesto, gambe molli, ecc... insomma, tutte quelle cose che rischiavano di rovinarmi il momento dell'esecuzione, rimasero lì, in sottofondo (al punto che dopo un po' di tempo iniziai persino a farmi la fama di uno che non ha alcun timore del pubblico :D ), ma comunque presenti.
Emergevano più prepotentemente in occasione di soli in orchestra (anche se soli significativi mi capitano abbastanza raramente essendo spalla dei secondi in una Fondazione Lirica come attività principale)... ritengo, come ho già detto, che quella sia la situazione peggiore, perchè fino al momento del solo devo ovviamente suonare con gli altri e non ho quindi la possibilità di mettere in atto le mie "strategie".
Raramente sono riuscito a suonare percependo la piena libertà del gesto, la sensazione di fare quello che volevo come se fossi stato a casa mia. Ovviamente parlo di occasioni importanti, perchè, come credo tutti, anch'io ho una mia "scala dell'ansia" :D , che va dalle situazioni che mi preoccupano zero a quelle che mi preoccupano moltissimo.
E anche nel caso dei soli in orchestra, ovviamente dipende dalla situazione: se anche devo fare delle note lunghe (come il più delle volte è il caso della spalla dei secondi), ma sento di non essere "scoperto", la mia preoccupazione scende rapidamente a zero. Mentre ci sono stati dei casi in cui ho faticato a controllarmi persino in orchestra senza avere soli: il classico caso sono i finali estremamente rarefatti di certe sinfonie, arcate lunghissime pianissimo, con il maestro che rallenta talmente il gesto da non sapere bene quando andare giù... in questi casi essere in prima fila mi mette pressione addosso, una pressione che spesso arriva all'improvviso ed inattesa, e l'arco rischia di bloccarsi.

In ogni caso, non ho mai usato nulla nonostante sapessi benissimo di quanta gente prendesse l'Inderal, fino a qualche anno fa.
Mi capitò di essere in semifinale in un concorso importante, e un amico, avendomi visto preoccupato perchè all'eliminatoria mi ero sentito teso, col fiato corto, duro e privo di fluidità in Bach nonostante fosse anche piaciuto, mi propose di prendere un Inderal. Ero sempre stato contrario, ma quella volta dopo vari tentennamenti accettai di provare vista la situazione. Era un Inderal da 40 mg, e mi suggerì di prenderlo intero.

In effetti suonai senza la minima tensione, ma in qualche modo mi sentii anche un po' "disinteressato", non troppo concentrato... e me ne ero accorto vagamente già prima di entrare a suonare, nonostante non mi sentissi rallentato, addormentato o niente di tutto ciò.
Non passai la prova nonostante non avesi suonato male, e considerai l'esperimento finito lì.

Dopo qualche anno, però conobbi un'amica, una violinista della quale ho una grande stima. Mi confidò di non poter suonare nemmeno davanti a me senza prendere un Inderal.
Di fronte alla mia perplessità, mi spiegò un po' meglio il suo punto divista su meccanismi ed effetti (per il musicista) di questo farmaco. Di più, sottolineò il fatto che 40 mg sono una dose molto bassa, dato che di queste pastiglie i cardiopatici ne prendono minimo 3-4 al giorno.
E non aveva il minimo problema a "confessarlo": non è che la pastiglia le insegnasse a suonare, le permetteva solamente di esprimersi, dato che altrimenti non sarebbe riuscita nemmeno a mettere l'arco sulle corde alle audizioni... e non riteneva giusto che questo potesse essere un fattore discriminante nei confronti di altri concorrenti magari decisamente meno bravi ma molto più sfacciati, a maggior ragione dato che in ogni caso si parlava di audizioni per lavorare in fila.
Come darle torto?

Decisi allora di fare un altro tentativo (il mio problema, per quanto non invalidante, infatti permaneva). Decisi anche, però, che non volevo assolutamente prendere un'altra pastiglia intera... essendo la pillola dotata di intaccature per facilitare il taglio, optai per prenderne un quarto.
Ora, mi rendo perfettamente conto che 10 mg di Inderal sono probabilmente poco più di "una pacca sulle spalle" :lol: , e ci può essere un sospetto di effetto placebo... sta di fatto che con questa dose mi sono trovato a meraviglia 8O !
Ho suonato in totale libertà dal punto di vista del gesto, come se fossi in casa mia, completamente fluido e con la sensazione di poter rallentare l'arco e sfumare quanto volevo. Nonostante questo, tutto il resto, compresa una certa ansia prima di suonare, è rimasto del tutto immutato, COME SE NON AVESSI PRESO ASSOLUTAMENTE NIENTE.
In pratica, con questa ridottisima dose di farmaco (quando il mio medico mi ha chiesto quanto pensavo di prenderne e io gliel'ho detto, ha strabuzzato gli occhi e si è messo a ridere :D ... è sua la battuta della "pacca sulle spalle" :) ) è come se spezzassi il solito circolo vizioso (ansia --> consapevolezza che l'arco tremerà --> fatico a controllare l'arco --> l'ansia aumenta ancora di più --> anzichè concentrarmi sul comunicare emozioni mi concentro sul non far tremare l'arco), tranquillizzandomi il giusto senza però assolutamente diminure il mio livello di attenzione.
Quindi: entro a suonare, mi sento giustamente teso come sempre, poi metto giù l'arco... e sento che va tutto liscio, sento che non potrà tremare!

Da quella volta, nelle occasioni che più mi hanno preoccupato, mi sono detto: fanculo ai preconcetti, mi prendo il mio quarto di pastiglia di Inderal 40 (a volta ne ho presa anche meno, diciamo la metà di un quarto, praticamente un briciolo :roll: ) e così sono sicuro di fare quello che so fare.
E paradossalmente, nel mio caso posso dire che quello che ne è uscito parecchio migliorato è proprio l'aspetto emotivo! Infatti, come ho accennato, io da molti anni riuscivo a controllare la cosa... ma a prezzo di "routine" e di sforzi di concentrazione che spesso inevitabilmente finivano per intaccare la mia capacità di lasciarmi andare a livello comunicativo.
Inutile sottolineare, comunque, che nessun Inderal potrà mai migliorare un passo che non viene, o comunque far suonare meglio di come uno sia in grado di fare con le sue forze. Serve solo a mettere nelle condizioni di fare quello che uno ha imparato a fare, senza che l'eccessiva ansai rovini tutto.

Per la mia esperienza, quindi, posso dire questo: l'Inderal (non conosco altri betabloccanti...), in dosaggi bassi, risulta di aiuto perchè spezza il circolo vizioso dell'ansia, non eliminando l'ansia stessa (infatti NON è affatto un'ansiolitico), ma intervenendo su molti degli effetti che l'ansia ha sul nostro fisico. In pratica l'adrenalina viene ancora prodotta dal corpo e messa in circolo in risposta all'ansia, ma il farmaco inibisce ("blocca") i recettori che ad essa dovrebbero reagire, e che normalmente generano le reazioni legate al panico.
Questo crea un "circolo virtuoso", che fa sì che in breve tempo, grazie all'abbattimento delle sensazioni legate al panico, dall'ansia si passi ad una sensazione di agio, di confidenza, di potersi concentrare e anche lasciare andare senza ostacoli di sorta. E questo a tutto vantaggio non solo della qualità tecnica dell'esecuzione, ma anche della possibilità di espressione artistica.
In dosaggi più alti (tipo la pastglia intera da 40 mg), ritengo invece che possa leggermente abbattere la possibilità di coinvolgimento emotivo, cosa non positiva per un musicista. Ma soprattutto ritengo che sia un dosaggio inutile, dato che per me un quarto di pastiglia (presa almeno una mezz'oretta prima) è già sufficiente a dare i suoi effetti positivi.

Non ho ancora letto tutto l'articolo di Strad, gli ho solo dato una rapida occhiata. Ma ho letto che, fra le polemiche legate a questo farmaco, alcuni parlano di un "suono da inderal" che al giorno d'oggi appiattisce le esecuzioni anche importanti.
La ritengo una cosa possibile e anch'io talvolta con certe persone ho avuto questa impressione. Ma, per quello che ho potuto provare "sulla mia pelle", sono convinto che si tratti di casi di dosaggi eccessivi, da parte di persone che, nel timore che altrimenti non faccia abbastanza effetto, non riescono a decidersi di abbassare la dose (o magari non ci hanno nemmeno mai pensato).

Sulla dipendenza: non ci credo. Si tratta perlatro di dosi così basse che uno potrebbe continuare a prenderle senza timore di effetti (sempre che non rientri ovviamente fra quelli controindicati dal foglietto d'istruzioni).
Quanto alla dipendenza psicologica, bè, se da una parte è vero che adesso quando devo suonare mi chiedo se prendere o no il quartino di Inderal mentre prima non me lo chiedevo, d'altra parte è anche vero che il "feedback positivo" accumulato dopo tante esecuzioni non compromesse o comunque non condizionate da problemi di tremore mi ha reso più sicuro, e le volte che mi è capitato di non prenderlo mi sono comunque sentito più tranquillo di quanto fossi prima. :wink:


Ultima cosa: ASSOLUTAMENTE LASCIATE PERDERE GLI ANSIOLITICI!!!
Non aiutano particolarmente in questo problema, sono psicofarmaci (quindi per definizione più problematici e anche pericolosi di un Inderal, che NON è uno psicofarmaco), e soprattutto ABBATTONO IL LIVELLO DI ATTENZIONE, talvolta rallentando anche la reattività motoria e/o inducendo sonnolenza.
Praticamente tutto quello che NON ci deve essere quando si suona uno strumento ad arco! :D
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Messaggio da Fusion93 »

MarcoSpain, in ogni caso io non volevo fare psicologia facile. Mi danno fastidio i commenti pungenti in cui si debbano insinuare cose non vere. Io non ho sottovalutato il problema dell'ansia, nè ho voluto fare la sapientona scrivendo tutte quelle cose, non mi permetterei mai anche perchè sono consapevole della mia giovane età e del fatto che le mie esperienze musicali sono nettamente minori rispetto a quelle di molti iscritti in questo forum. Se ho portato le mie riflessioni è perchè io, nonostante mi trovi ad un livello medio basso, ho avuto per un certo periodo quest'ansia da prestazione. Da quando però ho cominciato ad osservarmi più attentamente e a pensare di meno, da quando ho iniziato a lavorare da sola con la mente, ho notato che il miglioramento è stato notevole, che ad un matrimonio in cui ho suonato qualche mese fa anche se i primi minuti sono stata un po' nervosa poi ho risolto tutto. Io credo fortemente nei poteri della mente, quindi se ho scritto tutte quelle cose è perchè secondo me problemi del genere si possono risolvere anche da soli.
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Messaggio da schubertlover »

Il fatto è, cara Fusion93, che TU ci riesci da sola... perchè evidentemente la tua psiche te lo permette.
Ma credimi, non per tutti può essere così. C'è in giro un bel po' di gente, valida, preparata, che si rovina regolarmente "da sola" per problemi di ansia da prestazione. Queste persone magari combattono da anni, in modo frustrante, con questi problemi, che oltre a pregiudicarne i risultati rovinano anche il piacere di suonare. Non ce la possono fare senza un aiuto.
E peraltro capisco anche che non tutti siano disposti a buttarsi in lunghe psicoterapie (o abbiano le possibilità economiche per poterlo fare), ammesso che ci siano in giro psicoterapeuti preparati su questo genere di problemi.
Io stesso avevo imparato a controllare il problema, come ho scritto, ma non l'avevo affatto risolto, checchè ne dicessero alcuni miei amici e colleghi di fronte ai quali potevo quasi passare per uno che non si emoziona affatto. Inevitabilmente, un po' dell'energia che avrei potuto impiegare nel controllo di tutti gli aspetti tecnici e nell'espressività, si dissipava nel controllare che non mi tremasse l'arco, col risultato di limitare ed appiattire le mie prestazioni, pur senza pregiudicarle.
Avendolo provato, ti posso assicurare che suonare percependo che con l'arco puoi fare tutto quello che effettivamente sai fare, è ben altra cosa. :wink:
E posso assicurarti anche un'altra cosa: che chi mi conosce, ultimamente, la differenza l'ha percepita distintamente. Nel senso di una maggiore intensità e partecipazione nelle mie esecuzioni, pensa un po' :lol: .
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Messaggio da schubertlover »

schubertlover ha scritto:Il fatto è, cara Fusion93, che TU ci riesci da sola... perchè evidentemente hai una solida psiche che te lo permette.
Ma credimi, non per tutti può essere così, purtroppo. C'è in giro un bel po' di gente, valida, preparata, che si rovina regolarmente "da sola" per problemi di ansia da prestazione. Queste persone magari combattono da anni, in modo frustrante, con questi problemi, che oltre a pregiudicarne i risultati rovinano anche il piacere di suonare. Non ce la possono fare senza un aiuto.
E peraltro capisco anche che non tutti siano disposti a buttarsi in lunghe psicoterapie (o abbiano le possibilità economiche per poterlo fare), ammesso che ci siano in giro psicoterapeuti preparati su questo genere di problemi.
Io stesso avevo imparato a controllare il problema, come ho scritto, ma non l'avevo affatto risolto, checchè ne dicessero alcuni miei amici e colleghi di fronte ai quali potevo quasi passare per uno che non si emoziona affatto. Inevitabilmente, un po' dell'energia che avrei potuto impiegare nel controllo di tutti gli aspetti tecnici e nell'espressività, si dissipava nel controllare che non mi tremasse l'arco, col risultato di limitare ed appiattire le mie prestazioni, pur senza pregiudicarle.
Avendolo provato, ti posso assicurare che suonare percependo che con l'arco puoi fare tutto quello che effettivamente sai fare, è ben altra cosa. :wink:
E posso assicurarti anche un'altra cosa: che chi mi conosce, ultimamente, la differenza l'ha percepita distintamente. Nel senso di una maggiore intensità e partecipazione nelle mie esecuzioni, pensa un po' :lol: .


Altro discorso sono i motivi che rendono così diffusa, direi quasi pandemica :) l'ansia da prestazione nei musicisti odierni.
Le possibilità sono due: o per qualche motivo adesso questo è diventato un problema maggiore rispetto a prima, oppure prima c'era lo stesso ma se ne parlava poco :D .
Secondo me sono vere un po' tutte e due le cose, con l'aggiunta di una mia teoria: al giorno d'oggi tutto è diventato apparentemente un po' più difficile che nel passato, perchè i termini di paragone che fin da subito ci fissiamo in testa, non sono esecuzioni vere per quanto splendide, che purtroppo grazie anche ai continui tagli alla cultura e alle orchestre abbiamo sempre meno occasioni di sentire, ma semplicemente... dei dischi.
Ovvero, esecuzioni sempre molto più perfette di quanto sia realistico pretendere da una persona "vera", per di più replicabili all'infinito in qualsiasi momento della giornata.
E questo credo che potenzialmente crei in tutti noi una pesante aspettativa di perfezione, che può diventare invalidante al momento dell'esecuzione.
schubertlover
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Messaggio da schubertlover »

Scusate, credevo di aver editato il mio messaggio... invece ne ho postato un altro, autoquotandomi :lol:

Ma non c'è nessun tasto per editare i messaggi, nemmeno quelli appena messi? 8O
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