Guarneri o Stradivari? Per orecchi allenati

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edo
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Guarneri o Stradivari? Per orecchi allenati

Messaggio da edo »

Prendiamo un violinista come Uto Ughi che suona sia con un Guarneri del Gesù che con uno Stradivari: è possibile secondo voi ascoltando le incisioni del suddetto capire, sentire, indovinare, con che strumento sono state fatte?
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edi
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Messaggio da edi »

Sì, è possibile, ma ho una grandissima invidia per chi ci riesce :D Naturalmente invidia accompagnata da ammirazione :D
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fisher
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Messaggio da fisher »

Secondo me si, con un orecchio almeno un po' allenato. Sono anche convinto però che suonando qualche pezzo un po' particolare per sonorità e caratteristiche di esecuzione potrebbe non trarre in inganno solo gli uditi più fini, quale io non sono :)
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claudio
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Messaggio da claudio »

Tempo fa stavo guardando un documentario su DVD che riguardava il Guarneri "La Panette" del 1737, dove veniva illustrato un singolare "blind test" tra 4 importanti strumenti antichi effettuato da alcuni importanti esponenti della musica e della liuteria mondiali, tra cui Charles Beare ed Isaac Stern. Il risultato fu piuttosto deludente, nessuno di loro riuscì a riconoscere il suono dei violini, solo Beare riuscì a riconoscerne 2 su 4. E questo fu il risultato migliore. Stern piuttosto contrariato disse che se avesse potuto imbracciare quegli strumenti anche solo per pochi secondi, sarebbe riuscito a riconoscerli senza nessun problema.
E qui parliamo di protagonisti della musica contemporanea, non c'è nessun dubbio sulla capacità di ascolto di uno Stern o di un Beare.
Questo aspetto della "irriconoscibilità" della voce di uno strumento è stato per me un costante spunto di riflessione, alla fine ho capito che il violino non può essere capito a prescindere da chi lo suona. Cioè a dire che spesso, per non dire quasi sempre, è molto più facile capire "chi" suona piuttosto quale strumento venga suonato. Si riesce quasi sempre a capire la qualità più o meno alta di uno strumento, la differenza tra un violino cinese e uno d'autore è palese, ma tra le eccellenze il compito si fa veramente arduo. Noi sappiamo riconoscere un Pavarotti da un Placido Domingo dal timbro di voce e dal tipo di interpretazione, ma non si può pretendere di riconoscere uno strumento a prescindere da chi lo suona. E' come pretendere di riconoscere una laringe a prescindere dal corpo in cui essa risiede. Un violino è uno strumento che emette suono e chi lo suona produce una voce unica e a se stante. Certamente si possono riconoscere a volte gli acuti penetranti e la voce maschia di un Guarneri, ma si tratta sempre di un musicista che ne mette in risalto questi aspetti, perchè anche un Guarneri è capace di diventare dolcissimo come il più soave degli Stradivari o Amati. Anni fa ebbi occasione di assistere ad una edizione del premio Paganini, non solo le differenze di suono tra i partecipanti erano molto chiare, ma si potevano percepire abbastanza bene anche le differenze di qualità tra gli strumenti: una bella quarta corda o un violino che permette di essere suonato con facilità non possono sfuggire allo sguardo attento dell'appassionato, però arrivare ad attribuire lo strumento ad un certo autore è cosa sempre molto ardua ed insidiosa. Ricordo ancora che assieme al musicista veniva anche dichiarato il violino con cui si effettuava la prova, e rimasi molto colpito dalla voce ampia e densa di un Bergonzi posseduto da un giovane violinista israeliano, così come rimasi perplesso di fronte ad uno strumento costruito negli anni '20 del 1900 suonato da un ragazzo proveniente dall'est europeo. Le differenze erano molto ben percepibili, ma rimane sempre il dubbio sul fatto che se si fossero scambiati gli strumenti, queste differenze sarebbero rimaste così chiare?
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Alfredo
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Re: Guarneri o Stradivari? Per orecchi allenati

Messaggio da Alfredo »

Per me non è difficile, è paragonabile al rombo di un motore, se lo conosci lo riconosci subito. Gli stradivari hanno una voce tipica, ma pensare di riconoscerne uno solo in base ad una descrizione è difficile. Le differenze tra strad e guarneri sono conosciute, credo...
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claudio
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Messaggio da claudio »

Alfredo, eppure lo sai anche tu quanto sia difficile avere certezze non solo intorno al suono degli strumenti, ma anche sul proprio strumento. Un blind test ripetuto più volte con gli stessi strumenti e in diversi periodi rischia di dare risultati sempre diversi. Ma l'impronta del musicista, anche se non in perfetta forma, quella non tradisce mai.
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edi
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Messaggio da edi »

Queste considerazioni stimolano la riflessione. Credo che l'uomo riconosca più facilmente ciò che proviene dall'uomo, che è intrinseco all'uomo, quindi una faccia, una voce, una camminata, la gestualità, la calligrafia, lo stile di un pittore, di uno scrittore, ecc. e anche, quindi, l'impronta del musicista. Ma la voce di uno strumento diviene ben più difficile da riconoscere, se non impossibile proprio perché non è intrinseca all'uomo, ma prodotta per mezzo dallo strumento... A prima vista mi era sembrato giusto il paragone con il rombo del motore, ma pensandoci bene non credo che Alfredo potrebbe distinguere la Ferrari di Massa da quella di Raikkonen :-)
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claudio
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Messaggio da claudio »

E' un argomento che merita di essere sviluppato, quello che è sicuro è che in passato i bravi meccanici usavano molto l'orecchio per sentire come il motore "cantava" ai diversi regimi.
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_Ale_
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Messaggio da _Ale_ »

secondo me hanno ragione quelli che dicono che molto dipende anche da chi suona.
vi porto un esempio concreto.
il mio cello l'ho pagato 1300 euro e devo dire che ha un bel suono, ma quando è in mano mia naturalmente non suona benissimo. però quando lo prende in mano il prof. per accordarlo e poi ci suona qualche pezzo del concerto di dvorak ha un suono fantastico, questo perchè lo suona lui che ha tatissimi anni d'esperienza, e io ci sono rimasto di stucco(per non dire altro) ma in senso buono,perchè mi sono chiesto quando riuscirò a cavare un suono del genere, e ricordo , da un cello di fascia media.
penso anche che se si mettesse in mano a Mainsky un cello da 100euro non sarebbe neanche riconoscibile, perchè esperienza del musicista coprirebbe la cattiva qualità del cello(vabbè , è logico che non suonerà come un guadagniniXD)
perciò io confermo che molto dipende dall'esecutore, che se però parte con un amati/strad/guarneri/guadagnini ecc.. parte molto avvantaggiato
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edo
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Messaggio da edo »

Di una cosa sono certo, per apprezzare le differenze e le caratteristiche del suono bisogna avere la possibilità di ascoltare molto, ed in questo Alfredo è sicuramente avvantaggiato rispetto ai comuni mortali.

Il paragone con i motori lo trovo calzante, ma solo chi fa il meccanico di professione riesce a capire il motore dal canto, e se uno è bravissimo a sentire e capire un 4 cilindri quando si troverà al cospetto di un 12 potrebbe avere qualche difficoltà.

Io la variabile umana non l'avevo presa in considerazione proprio per non complicare le cose, infatti avevo citato Ughi che avendoli entrambi a disposizione potrebbe avere usato uno o l'altro per fare un concerto od un disco.
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claudio
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Messaggio da claudio »

Penso che dalla cosiddetta "variabile umana" non su può prescindere, Uto Ughi ad esempio è uno di quei musicisti che per il suo modo di suonare tende a far assottigliare le differenze tra uno strumento e l'altro. Ma sicuramente se ad Uto Ughi fai provare diversi strumenti, egli ti saprà riconoscere le varie caratteristiche anche ad orecchi chiusi. Le cose diventano difficili quando ti metti dalla parte del pubblico.
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edi
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Messaggio da edi »

Assolutamente d'accordo, ma pensi che la "variabile umana" possa anche incidere in maniera decisiva sulle caratteristiche "vocali" dello strumento?
_Ale_
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Messaggio da _Ale_ »

se mi posso permettere ti provo a dare una risposta.
secondo me la variabile umana influenza eccome la voce di uno strumento, un banale esempio può essere quello che ho fatto qualche post fa.

cmq se non sbaglio, tu intendi differenze a livello di eccellenti professionisti e di ancora piu eccelenti strumenti, giusto??
se è così non ti posso rispondere perchè purtroppo non ho mai avuto l'onore di sentire uno strad e affini suonati dal vivo.
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fisher
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Messaggio da fisher »

A esser sincero avevo preso la domanda di Edo in modo abbastanza matematico e non avevo pensato appunto, a chi imbraccia lo strumento. Mi chiedo però una cosa. Quando ne costruiamo uno, ci adattiamo a ciò che il legno che abbiamo davanti ci offre in funzione del risultato che si vuole o si vorrebbe ottenere. Quando invece andiamo a sceglierlo come compagno, diamo ascolto alla sua voce secondo il nostro modo di suonare, perché ognuno ha le proprie particolarità come noi abbiamo una nostra personalità. Se quindi gli strumenti stessi, partono già con l'esser costruiti da un ideale timbro, capacità e anima, e sono quindi loro che sono adatti al tale esecutore, mi chiedo perché è così difficile sentire la differenza, considerando un ascoltatore molto dotato (ripeto che non sono io). Mi viene a questo punto da pensare all'affermazione di Claudio, che quando si raggiunge l'eccellenza, le differenze sono abbastanza infime da ingannare molti dei più bravi e che questa, credo di aver capito, è quando un dato strumento riesce a raggiungere qualsiasi capacità sonora, logicamente con un esecutore all'altezza ciò. La cosa che mi chiedo è se le differenze che esistono sono da giudicare quasi "un errore" o semplicemente dei tratti somatici.

ps: scusatemi, non voglio ingarbugliare il topic, non sapevo come dirlo.
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Alfredo
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Messaggio da Alfredo »

veramente avevo scritto 2 giorni fa una risposta m'a non la vedo più...
Quello che dice Claudio è verissimo, io mi riferisco agli stradivari e guarneri del gesu che ho sentito suonare dal palco, in quei casi uno stradivari suona in modo simile. Parliamo di strume ti registrati per solisti.
Se sento la registrazione del quartetto busch, non riconosco quel suono, non so perché.
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