La tomba di Caravaggio

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claudio
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La tomba di Caravaggio

Messaggio da claudio »

Riporto un articolo che è comparso sul Corriere online:
http://www.corriere.it/cronache/09_apri ... aabc.shtml
Sono davvero molto perplesso perchè vi dice addirittura che la tomba di Caravaggio fosse nel cimitero del paese. Ma allora si sapeva dov'era seploto l'artista? Pare di sì perchè nel 1956 la tomba fu individuata e i resti traslati. Quindi di che mistero si va parlando? A me sembra proprio l'ennesima testimonianza di incuria e incapacità di conservare le nostre memorie più preziose.
a porto ercole
La chiesa che nasconde un mistero:
«Qui c'è la tomba di Caravaggio»
La studiosa che trovò l'atto di morte del pittore: «Sono sicura: è a Sant'Erasmo». Studiosi in Toscana

PORTO ERCOLE – C’è una chiesa dedicata a Sant’Erasmo sulla collina di Porto Ercole, a picco sul mare, davanti a un antico forte spagnolo. Piccola, graziosa, quasi insignificante da un punto di vista architettonico. Eppure sotto il pavimento o in un’intercapedine dell’altare quel luogo di culto dimenticato dai più potrebbe nascondere un segreto straordinario: la tomba di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. «Io ne sono sicura» dice Giovanna Anastasia, l’archeologa che nel 2001 recuperò l’atto di morte del pittore, un documento definito straordinario dagli storici dell’arte.

GLI STUDIOSI A PORTO ERCOLE - Alcuni giorni fa a Porto Ercole sono arrivati i primi studiosi per capire quale sia il modo migliore e meno invasivo per accedere alla cripta. Oggi il locale sotterraneo è murato e le botole di accesso sono state riempite di materiale di scarto impiegato alcuni anni fa da un’impresa edile per il rifacimento di parte del pavimento della chiesa. C’è però la possibilità che la tomba di Caravaggio sia stata tumulata sotto l’altare. In questo caso sarebbe necessario spaccare il pavimento per poter accedere. Lavori di una certa entità. Ma pienamente giustificati perché potrebbero portare a un ritrovamento eccezionale nel pieno della cerimonia dei 400 anni della morte del pittore.

LA MORTE AVVOLTA NEL MISTERO - La storia della morte di Michelangelo Merisi è oscura e straordinaria, come la sua vita. Accusato di un omicidio, in fuga, forse ferito e in preda a febbri malariche, sbarcò a Porto Ercole e qui morì nell’ospedale di Santa Maria Ausiliatrice. I resti furono sepolti in un cimitero che allora si trovava in paese. Poi nel 1956, durante i lavori di urbanizzazione, la tomba di Michelangelo Merisi fu individuata e i resti, secondo alcune testimonianze, sarebbero stati traslati dall’allora parroco nella chiesa di Sant’Erasmo. Il sacerdote trovò anche l’atto di morte del pittore. Anch’esso andò perduto sino al ritrovamento nel 2001 d Giovanna Anastasia. «L’atto di morte non specifica le cause del decesso (vi è scritto soltanto "per malattia"), e il luogo e la data del decesso, anticipata di un anno (1609 invece che 1610) perché allora in questi luoghi si seguiva il calendario senese – spiega Anastasia -. Il pittore fu sepolto il 19 luglio nel cimitero di San Sebastiano nella parte nuova dell’attuale cittadina. Allora il camposanto era un luogo di periferia, sabbioso e ventoso, davanti a una grande spiaggia». Grazie ad alcuni esami biologici e genetici, si potrebbe conoscere le cause che stroncarono la vita del "dipintore" a soli 39 anni (anche queste avvolte nel mistero) e ricostruire con speciali software il vero volto dell’artista, l’altezza e la corporatura. Tra una decina di giorni ci sarà una nuova ispezione nella chiesa di Sant’Erasmo e probabilmente tra un mese si deciderà se scavare o meno.
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violino7
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Messaggio da violino7 »

Mi sono accorto solo ora di questa notizia che tu hai dato.

Il ritrovamento sarebbe sensazionale davvero!

Ma possibile che la faccenda nel 1956 non sia stata pubblicizzata?
Un ritrovamento di questa importanza. :hum:

Potrebbe essere un plagio? Bisogna vedere se ci sono degli elementi di riscontro per verificare l'autenticità della salma! ....forse è un po' difficile.

Scusa se faccio l'avvocato del diavolo. Mi vien da dire una battuta sui preti...ma non la dico!

Volevo chiederti se ci tenevi informati del prosieguo della storia, ma non ci sarà bisogno dei tuoi resoconti, tutto sommato.
Se la storia avrà una lieta evoluzione si verrà a sapere...alla grande!
Se nulla sarà divulgato dai media....era una bolla di sapone!
Aspettiamo con ansia e speranza.
.
Ricercare sopra tutto due cose: la verità e la bellezza.

- Lino Santoro -
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claudio
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Messaggio da claudio »

Il fatto è che il nostro è il paese delle contraddizioni e di poca memoria, a me non stupisce affatto sapere che la tomba del Caravaggio fosse nota fino al 1956 e che poi qualcuno l'ha spostata senza nemmeno ricordarsi dove è stata messa.
Quel che so l'ho letto sul giornale online, ma se riesco a sapere qualcosa di più aggiornerò volentieri questa discussione.
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claudio
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Messaggio da claudio »


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Messaggio da Fabio_Chiari_liutaio »

Forza ragazzi, non è importante sapere dove sono le spoglie mortali di chiunque, io per esempio mi farò bruciare, l'importante sarebbe valorizzarne l'opera. Del Caravaggio fino a quasi tutto l'800 si potevano comprare le opere a tre lire.........sicchè
<div>......chi va dietro altrui mai non gli passa innanzi.....(Michelagnolo Bonarroto fiorentino)</div><br>
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claudio
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Messaggio da claudio »

Qui non si tratta solo di sapere dove è sepolto il Caravaggio, che tra le altre cose si sa benissimo (come ben descritto nell'articolo di cui sopra), la cosa importante è studiare i resti per saperne di più sulla vita.
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MarcoSpain
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Messaggio da MarcoSpain »

http://www.agi.it/rubriche/ultime-notiz ... ti_i_resti

Sembra proprio che siamo giunti al capolinea del mistero.
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Messaggio da edi »

MarcoSpain ha scritto: Sembra proprio che siamo giunti al capolinea del mistero.
Di un mistero che poi non era un mistero... :-)
Più interessanti gli studi antropologici, come diceva pure Claudio...
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Messaggio da claudio »

MarcoSpain ha scritto:http://www.agi.it/rubriche/ultime-notiz ... ti_i_resti

Sembra proprio che siamo giunti al capolinea del mistero.
Non mi convince, che vuol dire "siamo sicuri all'85%"? attendiamo notizie più certe.
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Messaggio da andreavezzoli »

credo che manchi la capacità di essere oggettivi nel nostro paese:
se si fa una ricerca o una scoperta archeologica quella deve essere verificata scientificamente e non in base alle "emozioni" del momento o peggio ad esigenze di propaganda politica... quindi non mi meraviglierei che qualcuno abbia avuto interesse a non pubblicizzare...
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Messaggio da edi »

Il problema (parlo in generale, non del caso pecifico) è che invece di usare il metodo scientifico, per cui in base all'osservazione si arriva a formulare una teoria, si parte da una teoria e si va alla ricerca di supporti a quella teoria ignorando tutto il resto...
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Messaggio da claudio »

:roll:
http://milano.corriere.it/milano/notizi ... 7437.shtml

Tornano «a casa» le ossa di Caravaggio la tomba però sarà a Porto Ercole, in Toscana, dove l’artista morì a 39 anni Tornano «a casa» le ossa di Caravaggio I resti di Michelangelo Merisi, morto nel 1610, saranno esposti sabato nel paese al quale deve il soprannome.

Vinceti: «Non sarebbe giusto seppellire Caravaggio a Milano» * «Caravaggio, le spoglie a Brera» * Il segreto del Caravaggio: test del Dna sui discendenti *
«Quei resti sono di Caravaggio» Silvano Vinceti con le ossa attribuite a Caravaggio (Ap) Silvano Vinceti con le ossa attribuite a Caravaggio (Ap) MILANO - Dopo 400 anni Caravaggio torna «a casa», anche se soltanto per un weekend. I resti di Michelangelo Merisi, morto nel 1610, saranno riportati sabato a Caravaggio, la cittadina nel bergamasco alla quale il pittore deve il suo soprannome. Dopo una tappa, venerdì, a Ravenna, la teca con le ossa del grande pittore arriverà nel Comune di poco più di 16mila abitanti a ovest di Bergamo e sarà esposta nella sala consiliare del municipio a partire dal pomeriggio di sabato fino a lunedì. I resti dell’artista saranno comunque riportati a Porto Ercole, in Toscana, dove sono stati rinvenuti e dove l’artista è morto per cause sconosciute all’età di 39 anni. Là saranno tumulati. Il Comune di Caravaggio sta valutando insieme a quello di Monte Argentario (di cui fa parte Porto Ercole) la possibilità che un frammento rimanga nel paese bergamasco, dove potrebbe essere esposto nel centro studi sul pittore in fase di allestimento nell’ex chiesa di San Giovanni. LA POLEMICA - Nei giorni scorsi il sindaco di Milano, Letizia Moratti, si era detta favorevole al trasferimento dei resti del pittore a Milano, proposta avanzata in Consiglio comunale dall’eurodeputato e consigliere leghista, Matteo Salvini. Infatti, malgrado i genitori, Fermo Merisi e Lucia Aratori, fossero originari di Caravaggio, il pittore fu battezzato a Milano, come prova il ritrovamento del certificato di battesimo. C’è dunque la possibilità che sia nato proprio a Milano. Ma il luogo della sepoltura, come vuole la tradizione secolare, dev’essere quello della morte, come ha sottolineato Silvano Vinceti, il presidente del comitato che ha condotto la ricerca sui resti del grande pittore lombardo. Redazione online 22 giugno 2010] Corriere della Sera >
* milano >

MILANO - Dopo 400 anni Caravaggio torna «a casa», anche se soltanto per un weekend. I resti di Michelangelo Merisi, morto nel 1610, saranno riportati sabato a Caravaggio, la cittadina nel bergamasco alla quale il pittore deve il suo soprannome. Dopo una tappa, venerdì, a Ravenna, la teca con le ossa del grande pittore arriverà nel Comune di poco più di 16mila abitanti a ovest di Bergamo e sarà esposta nella sala consiliare del municipio a partire dal pomeriggio di sabato fino a lunedì. I resti dell'artista saranno comunque riportati a Porto Ercole, in Toscana, dove sono stati rinvenuti e dove l'artista è morto per cause sconosciute all'età di 39 anni. Là saranno tumulati. Il Comune di Caravaggio sta valutando insieme a quello di Monte Argentario (di cui fa parte Porto Ercole) la possibilità che un frammento rimanga nel paese bergamasco, dove potrebbe essere esposto nel centro studi sul pittore in fase di allestimento nell'ex chiesa di San Giovanni.

LA POLEMICA - Nei giorni scorsi il sindaco di Milano, Letizia Moratti, si era detta favorevole al trasferimento dei resti del pittore a Milano, proposta avanzata in Consiglio comunale dall'eurodeputato e consigliere leghista, Matteo Salvini. Infatti, malgrado i genitori, Fermo Merisi e Lucia Aratori, fossero originari di Caravaggio, il pittore fu battezzato a Milano, come prova il ritrovamento del certificato di battesimo. C'è dunque la possibilità che sia nato proprio a Milano. Ma il luogo della sepoltura, come vuole la tradizione secolare, dev'essere quello della morte, come ha sottolineato Silvano Vinceti, il presidente del comitato che ha condotto la ricerca sui resti del grande pittore lombardo.

Redazione online
22 giugno 2010
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Messaggio da claudio »

Tutto il Caravaggio minuto per minuto.
http://www.ilgiornale.it/cultura/tutto_ ... comments=1
Era un tipaccio, Caravaggio. Litigioso, aggressivo, sboccato, violento. «Stravagantissimo» lo definisce il Mancini; «un poco discolo» lo dice con il dente avvelenato il Baglione; «d’ingegno torbido e contenzioso» il Bellori. Ma, più delle biografie secentesche, a parlare sono i documenti, aridi e spietati, ma veri. E Caravaggio, nel quarto centenario della morte, ne ritrova una messe. Sette giovani storici e archivisti, guidati dal direttore dell’Archivio di Stato di Roma Eugenio Lo Sardo, hanno scavato per circa un anno lungo chilometri di scaffali, alla ricerca delle preziose carte caravaggesche che andavano deteriorandosi. A sponsorizzare l’impresa, Arcus, Ics, Fit, Land Rover, Eberhard, Fondazione del Credito Bergamasco, Axa, Società R. Schioppo SAS, Autoservizi Canuto e G. Pezzola. Il risultato è sorprendente: sono riemersi ignoti atti giudiziari, contratti di commissione e di affitto, notizie di cronaca nera e bianca. Documenti che tratteggiano la vita reale del pittore, la quotidianità tra vicoli e osterie, le botte e i colpi di spada a tradimento, i luoghi di vita, il carattere.
Insomma, riemerge il Caravaggio vero, quello che ai birri urla: «ve ho in culo tanto se me meni preggione quanto che no». Che gira con una «lama di spada con manico d’argento, senza fornimenti, solo col fodero et puntale senza bottone» e che tira un piatto di carciofi addosso al garzone di un’osteria. Un Caravaggio rivisto nella cronologia dei suoi spostamenti da Milano a Roma, nella fuga disperata, sino alla morte a Porto Ercole, attraverso testimonianze precise e mappe dei luoghi. Il materiale inedito, insieme a quello noto, sarà presentato a Roma (Archivio di Stato, Sant’Ivo alla Sapienza) il 10 febbraio nella mostra «Caravaggio a Roma. Una vita dal vero» (sino al 15 maggio), curata da Orietta Verdi e Michele di Sivo. Accanto ai documenti ci saranno opere di Caravaggio e colleghi in stretta relazione ai testi trattati.
Ma intanto le novità. La prima è l’arrivo a Roma del pittore, non ventenne, come sinora si credeva sulla base del biografo Giulio Mancini, ma venticinquenne, cioè nel 1595-1596. A dirlo sono vari documenti, tra cui la lunga deposizione di Pietropaolo Pellegrini, garzone di origine milanese di un barbiere romano, ritrovata in un registro di carte giudiziarie, che dà molte notizie sull’arrivo a Roma di Caravaggio e sui suoi esordi romani. Dove? Proprio nella bottega del pittore siciliano Lorenzo Carli, che viveva con moglie e figli in via della Scrofa, come sosteneva il Baglione. Non solo, nel documento compare l’inventario della bottega del Carli, con le «opere grossolane» ricordate dal biografo. Preziosa poi la descrizione fisica del Merisi fatta dal garzone: «Questo Michelangelo pittore è di età di 28 anni incirca, di giusta statura, più presto grande che altrimente grassotto, non molto biancho in faccia ne anco bruno, et ha un poco di barba negra, ma poca, et veste di negro, di mezza rascia negra, non troppo bene in ordine et alle volte va bene in ordine et alle volte no, et porta in testa un cappello di feltro negro». Aggiunge che parla milanese, anzi lombardo e che aveva frequentato la bottega del suo padrone per «tosarsi» e curarsi di «una grattatura a una gamba».
Dunque Caravaggio, la cui descrizione fisica corrisponde ai tanti autoritratti che affiorano nelle sue opere, arriva a Roma cinque anni dopo il previsto, fatto che obbligherà gli storici a una revisione cronologica di gran parte delle sue opere. Ma com’era? Un caratteraccio, rissoso e difficile, non troppo diverso da tanti tipi che frequentavano la Roma del tempo, misera e malavitosa. Sempre implicato in processi, davanti ai «giudici dei malefici» a difendersi contro accuse più vere che false. A cominciare dal noto processo contro il Baglione, rivale in pittura, contro cui la banda di Caravaggio compone versi osceni. Per continuare con quello contro il caporale dei birri, che racconta come il pittore, fermato perché portava spada e pugnale, dopo aver presentato la licenza, avesse risposto con malagrazia «Ti ho in culo» finendo così nella prigione di Tor di Nona. O come quando aggredisce nel 1601 Tommaso Salini, da lui considerato tra i pittori «cattivi», colpendolo più volte con la spada e dandogli del «becco fottuto» o «cornuto». Per il ferimento a Piazza Navona del notaio Mariano Pasqualoni, colpevole di aver sparlato della sua «donna», Lena, cioè Maddalena Antognetti, modella della
Madonna dei pellegrini e della Madonna dei Palafrenieri, Caravaggio è costretto a fuggire a Genova il 29 luglio 1605 e poi addirittura a scusarsi con il notaio per poter rientrare nella capitale il 26 agosto.
Ma c’è un’altra rivelazione eccezionale che esce dalle carte: l’affitto di una casa nel cuore di Roma per farsi lo studio e lavorare a due grandi quadri, la Morte della Vergine e la Madonna dei Pellegrini, dal 1604 al 1605. Sinora si sapeva che il Merisi era stato ospite a lungo presso i suoi mecenati, come il cardinal del Monte, a Palazzo Madama. Ora sappiamo che l’8 maggio 1604 il pittore affitta da Prudenzia Bruni, vedova di un mercante di pelli, un’abitazione in vicolo di San Biagio in Campo Marzio, di proprietà del giurista Laerte Cherubini, e ancora esistente in vicolo del Divino Amore numero 19. A questo signore il pittore aveva promesso sin dal 1601 la pittura della Morte della Vergine per la sua cappella in Santa Maria della Scala in Trastevere, ora al Louvre. Per realizzare questa grande tela Caravaggio aveva incluso nel contratto di locazione una curiosa clausola: l’autorizzazione a «scoprire la metà della sala», al primo piano, cioè smontare il tavolato della soffitta per avere più spazio e più luce. Era nata così quella splendida popolana morente, «gonfia, e con le gambe scoperte», «una meretrice sozza degli ortacci», con il volto della cortigiana amica del pittore, rifiutata dai religiosi.
Quello che però intriga di più è l’inventario dei beni del Merisi conservati in quella casa e sequestrati da Prudenzia Bruni nel 1606 per i mesi d’affitto non pagati e i danni del soffitto della sala. Qualche bicchiere, qualche scodella, molti stracci, «un par de calzonacci verdi», spade, pugnali, una chitarra, un violino, dodici libri, due tele da dipingere. Molto poco. Eppure, lì, al freddo, nascevano i maggiori capolavori della storia dell’arte.
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Messaggio da edi »

Grazie per la citazione Claudio! Veramente molto interessante, anche riguardo al possesso dei due strumenti musicali... :-)
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Messaggio da Fabio_Chiari_liutaio »

Questo fatto che Michelangelo Merisi abbia mandato in culo i "birri" abbia preso a legnate un notaio, abbia composto versi per prendere per i fondelli altri artisti che probabilmente sebbene inferiori erano più servi di lui e quindi in condizioni economiche migliori, me lo fa ammirare anche come uomo oltre che come artista.
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