Quando una cosa non mi era immediatamente comprensibile, mio padre - persona di pochissime parole - faceva partire quasi fra se e se un proprio, efficacissimo, rigoroso, asciutto, pittoresco e austero adagio: "Ci devi sbattere le corna".
Forse inizio a comprendere perché Stradivari adottava il metodo Stradivari......
Ieri sera ho provato la chiusura a secco della cassa.
Una guerra.
Eh si, perché con tutto il tempo trascorso senza tavola, la fine inverno, la primavera, l'estate e ora i primi freschi, hanno fatto sì che le fasce lato tavola si siano un po', come dire, "adagiate" e si sono messe comode di qualche decimo. Per far coincidere il loro profilo con il tracciato sulla tavola, ho faticato. E la fatica richiede sforzo. E lo sforzo può fare danni.
Nella lotta
greco-romana che si è instaurata, un paio di morsetti si sono mossi e uno degli steli ha ammaccato il bordo esterno (già rifinito...) della tavola. E visto che il
greco non ne voleva sapere di starsene fermo, che fai? Dai una "serratina" in più ai morsetti che, nonostante il morbido sughero, hanno fatto perdere freschezza al bordo della sgusciatura (già rifinito...).
Per carità, porrò rimedio (spero); l'ammaccatura l'ho ritirata già fuori col cotone bagnato con acqua bollente e, una volta incollata la tavola, al bordo della sguscia gli darò una "riaffilatina". Invece per la lastra di ghiaccio che mi si è formata sulla schiena aprirò un topic su Vanity Fair.
Sembrerebbe niente di irreparabile. Però si perde tempo. Tanto tempo.
E nella bottega di Stradivari, con i suoi 1600 e dispari violini prodotti al ritmo di uno al mese, il tempo era danaro.
Comprendo il perché facesse i bordi dopo l'incollaggio di tavola e fondo sulle fasce; comprendo perchè di conseguenza filettasse e sgusciasse a cassa chiusa e perché rifinisse tutto "a giochi fatti".
Stradivari era una "macchina da guerra", aveva ordini da ogni dove, un nome da difendere e pertanto non poteva assolutamente permettersi di perdere tempo a stare attentissimo o, peggio, a rimediare. La "serie" non poteva fermarsi. E il cliente esigeva puntualità e un lavoro a regola d'arte.
Aveva già, a suo modo, fatto un processo di ottimizzazione industriale, massimizzazione dei risultati e minimizzazione del rischio. Davvero niente male per un'attività aperta 350 anni fa. E della quale ancora si parla.
Come farò ora? Pazienza, pazienza e ancora pazienza. E uno scialle sulla schiena. Farà freddo.
Non bruciatemi su una pira di trucioli.
Buona serata a tutti.
