accordatura dell'anima (?)

Suonare e costruire i violini
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Levin
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Messaggio da Levin »

Ciao a tutti,
vado OT rispetto alla costruzione del mio strumento per chiedervi la cortesia di fugarmi un dubio/curiosità: ho visto recentemente un liutaio che con un accordatore misurava la nota prodotta battendo con le dita sull'anima. Non avevo assolutamente idea che si cercasse di accordare anche l'anima (se il liutaio stava effettivamente facendo questo - ed io di ciò non sono affatto sicuro). Probabilmente mi sbaglio e il liutaio stava controllando qualcos'altro. Voi come operate nel vostro lavoro?

Grazie
Lev
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davidesora
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Messaggio da davidesora »

Ma l'anima da sola o il violino con l'anima montata?
Non riesco a figurarmi come, tenendo l'asticella dell'anima tra le dita e battendola si possa sentire qualcosa.
Al massimo lasciandola cadere su una superficie dura e ascoltando la nota prodotta si possono paragonare due anime uguali, quella che darà la nota più alta sarà la migliore.
Solitamente si fa così per i ponticelli, con l'anima non ci ho mai pensato ma sono dubbioso sull'utilità pratica, anche perchè sono frequenze molto alte difficili da prendere e con molti limiti sulla possibilità di modificarle e interpretarle.

Davide
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Levin
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Messaggio da Levin »

davidesora ha scritto:Ma l'anima da sola o il violino con l'anima montata?
Non riesco a figurarmi come, tenendo l'asticella dell'anima tra le dita e battendola si possa sentire qualcosa.
Al massimo lasciandola cadere su una superficie dura e ascoltando la nota prodotta si possono paragonare due anime uguali, quella che darà la nota più alta sarà la migliore.
Solitamente si fa così per i ponticelli, con l'anima non ci ho mai pensato ma sono dubbioso sull'utilità pratica, anche perchè sono frequenze molto alte difficili da prendere e con molti limiti sulla possibilità di modificarle e interpretarle.

Davide
Ciao Davide,
si trattava in realtà del cilindro di legno che misurava credo un 80 cm dal quale non era ancora stata ritagliata l'anima (in questo senso la nota prodotta doveva essere molto più bassa di quella ottenuta con l'anima vera e propria). Probabilmente ho male intepretato il tutto io.

Lev
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claudio
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Messaggio da claudio »

Forse ti riferisci al filmato di Fabio Chiari in cui sta preparando la "seconda anima" di un violoncello montato secondo il loro concetto della modifica Theta. Di questo procedimento non so dirti perchè non lo conosco, forse dovresti chiedere direttamente a Fabio o a Lapo.

Io non posso che confermare ciò che ha detto Davide.
andante con fuoco
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Messaggio da davidesora »

Levin
In questo caso ascoltando l'altezza e qualità del suono emesso è possibile capire qualcosa riguardo alla qualità del legno, come si fa per le tavole.
Dovendo scegliere tra dieci aste di pari dimensioni (e numero di venature) per fare le anime la migliore sarebbe quella che emette la nota più alta.

Questo ha già più senso, in quanto è una prassi abbastanza comune quando si sceglie il legno.

Davide
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Messaggio da NFormaggia »

davidesora ha scritto:
Levin
In questo caso ascoltando l'altezza e qualità del suono emesso è possibile capire qualcosa riguardo alla qualità del legno, come si fa per le tavole.
Dovendo scegliere tra dieci aste di pari dimensioni (e numero di venature) per fare le anime la migliore sarebbe quella che emette la nota più alta.

Questo ha già più senso, in quanto è una prassi abbastanza comune quando si sceglie il legno.

Davide
Mi sono sempre chiesto se la qualità del legno dell'anima influisca sul suono. A logica (o sensazione) direi di no, o comunque non in maniera apprezzabile visto il compito che svolge. Ma magari avete provato e constatato il contrario.
Io dovendo scegliere un anima opterei per la piu leggera (anche a discapito del numero di venature). E comunque non so se cambi qualcosa visto che si tratta di differenze minime.
Tra l'altro, essendo vincolata, estremamente rigida e di lunghezza definita, dubito che si possa "accordare" in qualche modo. Credo anche io che la scelta, nel batterla, ricada sulla frequenza più alta.
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claudio
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Messaggio da claudio »

Nicolò, si dice che la bellezza sia fatta di sfumature e credo tu sappia benissimo come il musicista proprio alle sfumature del suono stia attento e ciò può determinare la scelta dell'acquisto di un violino, piuttosto che di un altro.

Quindi la questione dell'anima, dal mio punto di vista, non si può mai liquidare con la constatazione di "differenze minime". Ti dico questo perchè quelle che per te possono essere minime, per molti musicisti le stesse differenze assumono valori di grande importanza.

Non ricordo se tu suoni il violino, ma in genere l'orecchio di un liutaio non può essere paragonabile a quello di un musicista che ha molti anni di studio dello strumento sulle spalle, cioè a dire che spesso il liutaio ha difficoltà a recepire le istanze del musicista esclusivamente per questioni legate alla sensibilità.

E' anche per questo motivo che non finirò mai di invitare i giovani e vecchi liutai a frequentare le sale da concerto e magari ad accingersi allo studio di uno strumento ad arco, perchè ciò permette sicuramente un approccio migliore nel poter valutare quelle "differenze minime".

Per quanto mi riguarda la scelta dell'anima e il legno di cui è composta riveste un'importanza capitale per ciò che concerne il suono di uno strumento e le sue qualità. E' pur vero che in genere si preferisce un'anima di legno leggero e venatura fitta perchè il suono sembra correre più velocemente in una simile materia legnosa (migliore risposta dello strumento), ma la cosa più difficile è valutare se ciò abbia anche influenza nella timbrica.

Per fare questo bisogna ricorrere necessariamente a qualche esperimento: anni fa il compianto prof. Crispo, violinista di talento e valente insegnante di violino, mi fece esaminare un violino il cui suono egli trovava un pò troppo scuro. Tra tutte le altre cose giunsi infine a controllare l'anima, egli mi disse che il liutaio che l'aveva posta in essere aveva usato un legno ricavato da una trave secolare di una vecchia abitazione del centro storico fiorentino.

Infatti il legno risultava molto scuro, ma c'era qualcosa che non mi convinceva in quel legno perchè soppesandola nella mano essa mi risultava di una leggerezza anomala, come anche di una consistenza molto morbida, praticamente non c'era differenza tra vena chiara e vena scura.

Al che chiesi al prof Crispo se potevo limare leggermente l'anima per ricavarne un pò di segatura, detto fatto l'annusai e constatai che aveva l'inconfondibile profumo del cedro!

Quindi procedetti a fare una nuova anima in legno di abete rosso, ricordo che aveva venatura normale, come pure normale era la consistenza e la stagionatura, una volta rimontato, lo strumento iniziò produrre una voce forte e chiara.

L'aneddoto di cui sopra serve a far capire che il legno di cui è composta l'anima è di grandissima importanza e si dovrebbe essere tanto accorti da combinare al meglio il rapporto dimensioni/natura del legno, in modo da offrire ad ogni strumento la sua anima "giusta". In genere il liutaio specializzato nella costruzione di strumenti nuovi conosce, o dovrebbe conoscere, molto bene il tipo di anima giusta per i suoi strumenti, ricordo che Ansaldo Poggi prima di mettere in vendita uno dei suoi strumenti poneva grande attenzione alla messa a punto. Ciò permette con il tempo e l'esperienza di ottenere una sensibilità nel percepire le "minime differenze" quasi pari a quella di un musicista.
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Messaggio da NFormaggia »

Sono perfettamente d'accordo Claudio con gran parte del tuo discorso. Capisco, e concordo, sul come ogni "minima differenza", positiva o negativa che sia, concorra al che lo strumento sia buono o meno.

Purtroppo non suono il violino, "strimpello", malamente, altri strumenti (piano, mandolino e ultimamente un pò di chitarra) ma il violino l'ho lasciato perdere... forse proprio per la sua "spigolosità". Mi sono ripromesso di prendere lezioni (che già presi da bambino e durante la scuola) perchè trovo la mia una grave mancanza. Sicuramente, quindi, non potrò afferrare le sottili differenze timbriche, di volume e qualità che il violinista coglie.

Resta il fatto che differenze qualitative nel legno dell'anima trovo difficile possano dare differenze timbriche apprezzabili. Questo, proprio a causa della sua principale funzione ovvero l'irrigidire (più o meno) la zona centrale della tavola e del fondo e metterli in collegamento.
Non dovendo quindi vibrare nè, di conseguenza, trasmettere vibrazioni, immagino che un'anima valga più o meno l'altra una volta trovata la sua posizione ideale.
Non escludo che diverse anime rendano nello stesso "punto" in maniera diversa, magari proprio a causa del legno di cui sono fatte (più o meno rigido/duro?). Quindi, l'ideale sarebbe trovare "il punto" di massima resa di ogni anima all'interno dell"'ingranaggio violino" (più o meno tirata, più o meno a ridosso del ponte) più che lo scegliere legno particolarmente buono.

Credo che un'anima di essenza "morbida" (come poteva essere il cedro del tuo esempio) possa aver bisogno di essere "tirata" maggiormente, rispetto ad una di legno più duro, per ottenere la stessa risposta (a proposito sarebbe interessante sapere se hai mantenuto la posizione originale, cambiando l'anima di cedro con quella di abete). E credo anche che sia possibile ottenere i medesimi risultati sullo stesso strumento usando anime di legno diverso. Sicuramente con anime della stessa essenza è possibile (prova fatta, ma con tutti i limiti di orecchie poco allenate, quindi soggette a giudizi sommari) e senza tra l'altro cambiare posizione di molto (direi di nulla, ma micro cambiamenti sono quasi inevitabili)

Queste sono solo idee, impressioni e ipotesi (frutto magari di inesperienza), nessun "dato di fatto". Spero anche di essere riuscito ad esprimermi con sufficiente chiarezza visto che l'argomento è un pò complesso e nebuloso.
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claudio
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Messaggio da claudio »

Quando si parla di percezioni sensoriali tutto fa differenza. E' pur vero che a volte le istanze sostenute dai musicisti riguardo un certo suono "magico" sono pura illusione, ma anche questo sta a noi capirlo. Certamente il punto di "fuoco" dell'anima è di vitale importanza, ma si dà il caso che quel punto in uno strumento ad arco cambia continuamente nel tempo, ciò è dovuto non solo alle variazioni ambientali ma anche agli assestamenti che negli strumenti sono continui (vedi deformazione delle bombature), e molto spesso l'anima deve essere sostituita. Un legno tenero e uno duro fanno una gran differenza anche se devi fare un manico ad un martello, figuriamoci in una "cosa" delicata come la cassa armonica di uno strumento!

Ricordo che un famoso musicista di Roma che possedeva un Guarneri del Gesù mi raccontava di come il suo violino fosse molto particolare e che suonasse in modo per lui appropriato solo in determinate circostanze, ciò dipendeva dal fatto che avendo la tavola armonica di legno piuttosto morbido se ne era ricavato che bisognasse di ponticello ed anima in legno molto duro. A suo dire solo un liutaio berlinese lo aveva capito e difatti partiva per Berlino ogni volta che doveva rivedere la messa a punto dello strumento. Un caso estremo? non direi perchè anche quelle legioni di musicisti che partivano alla volta della Svizzera per incontrare Gerber avevano tutti le traveggole? e ti assicuro che molto spesso mi sono sentito dire che in Italia non ci fossero abbastanza liutai competenti nella messa a punto, o che sottovalutassero questo aspetto.

Un anima di legno molto morbido come il cedro, anche trovando il punto giusto di contatto all'interno della cassa produce quando è sollecitata microflessioni e movimenti che hanno una grande influenza nel suono, così come pure la densità del legno pur non producendo differenze a livello meccanico, ma qui non stiamo parlando di pilastri di cemento, ne producono moltissime a livello di percezione sonora.

Nelle foto si possono vedere due rasoi a mano libera, penso che tutti sappiano a cosa servano, e bisogna ammettere che con il discorso dell'anima c'entrano poco. Tuttavia si parla di strumenti molto personali chiamati a fare un lavoro molto delicato, ebbene, questi due rasoi pur nelle differenze di forma, sono costituiti di acciai molto diversi, ma in fondo che differenze vuoi che ci siano? devono semplicemente fare la barba e niente altro. Eppure a livello di percezione per così dire "epidermica" tra i due oggetti vi è una differenza come tra il giorno e la notte, uno è capace di radere dolce come le ali di una farfalla, l'altro è invece molto aggressivo e lascia quasi sempre arrossamenti e sensazioni poco gradevoli. Eppure tagliano entrambe come "rasoi" e sembrano perfettamente ed ugualmente efficienti.

Negli strumenti e quindi per le anime il discorso è perfettamente analogo.

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Messaggio da famar »

Claudio, più chiaro di così!
Mi sono sempre chiesto quanto impieghino i mostri a settare un'anima al massimo del rendimento. Allenta le corde, togli l'anima, modificala, spostala, ritendi tutto, fai assestare suona e memorizza.... Questo potrebbe doversi fare molte volte prima di trovare l'optimum. Ho sempre pensato che una giornata potrebbe anche non bastare. Sbaglio o è più semplice di quanto penso?
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Messaggio da davidesora »

famar ha scritto:Claudio, più chiaro di così!
Mi sono sempre chiesto quanto impieghino i mostri a settare un'anima al massimo del rendimento. Allenta le corde, togli l'anima, modificala, spostala, ritendi tutto, fai assestare suona e memorizza.... Questo potrebbe doversi fare molte volte prima di trovare l'optimum. Ho sempre pensato che una giornata potrebbe anche non bastare. Sbaglio o è più semplice di quanto penso?
Non sbagli, anche più giorni se si vuole lasciare assestare bene lo strumento e magari suonarlo un po' per dare un giudizio accurato sul suono.

Di solito dipende dallo strumento, il tempo dedicato è direttamente proporzionale al valore dello stesso.

A me non è mai piaciuto fare le cose di corsa e infatti faccio queste cose solo sui miei strumenti, per me i più preziosi del mondo :D :D :D
Su tutti gli altri strumenti sarei costretto a stare entro certi tempi, altrimenti verrebbe a costare una fortuna. :wink:


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Messaggio da Tancredi »

Dovendo scegliere tra dieci aste di pari dimensioni (e numero di venature) per fare le anime la migliore sarebbe quella che emette la nota più alta.
Questo anche nel caso di anime di pari dimensione con un numero di venature diverso?
Mi spiego meglio: avendo a disposizione diverse anime per violino e dovendone scegliere una le ho fatte rimbalzare sul tavolo per ascoltarne il suono. Il risultato è che quella con la nota più alta e che tintinna di più è quella che ha meno venature (solo 4). 8O
Tutto il contrario di ciò che mi aspettassi, ovvero un suono più tintinnante dalle anime che hanno 6 venature.
A occhi chiusi sceglierei senz'altro quella da 4 venature, ma il fatto che ne abbia così poche potrebbe dare problemi di trasmissione del suono? :roll:
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Messaggio da claudio »

se l'anima con meno venature ha una crescita primaverile più porosa e una autunnale più marcata e dura, allora emetterà una nota più alta. Il seguire il criterio della nota più alta non deve essere l'unico da seguire, prima di tutto bisogna provare, provare, provare....
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Messaggio da davidesora »

Tancredi ha scritto:
Dovendo scegliere tra dieci aste di pari dimensioni (e numero di venature) per fare le anime la migliore sarebbe quella che emette la nota più alta.
Questo anche nel caso di anime di pari dimensione con un numero di venature diverso?
Mi spiego meglio: avendo a disposizione diverse anime per violino e dovendone scegliere una le ho fatte rimbalzare sul tavolo per ascoltarne il suono. Il risultato è che quella con la nota più alta e che tintinna di più è quella che ha meno venature (solo 4). 8O
Tutto il contrario di ciò che mi aspettassi, ovvero un suono più tintinnante dalle anime che hanno 6 venature.
A occhi chiusi sceglierei senz'altro quella da 4 venature, ma il fatto che ne abbia così poche potrebbe dare problemi di trasmissione del suono? :roll:
Mah, dipende anche dall'entità della differenza, sia della nota che del peso.
Quattro venature sono un po' poche, potrebbe essere un po' troppo morbida anche riguardo all'usura da spostamenti.
Non ti resta che fare due anime e vedere se percepisci delle differenze.
Personalmente userei quella con più venature ma come sempre con il legno andrebbe visto per giudicare, non conta solo il numero di venature ma anche lo spessore e il colore delle stesse, oltre che alla densità (ma qui si va sul complicato....).

Sono poi convinto che il 99% dell'influenza acustica dell'anima sia dovuto al perfetto lavoro di adattamento e posizionamento, l'influenza del materiale su un pezzo così piccolo e di per sè rigido c'è ma è sicuramente inferiore alle possibili aspettative.


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Messaggio da claudio »

davidesora ha scritto:
Sono poi convinto che il 99% dell'influenza acustica dell'anima sia dovuto al perfetto lavoro di adattamento e posizionamento, l'influenza del materiale su un pezzo così piccolo e di per sè rigido c'è ma è sicuramente inferiore alle possibili aspettative.


Davide
Non so nel tuo caso, ma molto spesso il liutaio che costruisce strumenti pecca un poco di pigrizia nello sperimentare diverse possibilità, come quella di provare anime diverse per materiale e dimensioni sui propri strumenti. Ma non è solo pigrizia, è anche la consapevolezza del fatto che in uno strumento nuovo la voce cambia giorno per giorno e si dovrebbe rifare la messa a punto in tempi fin troppo serrati. Quindi si preferisce una soluzione ottimale ed accettabile, per poi intervenire di nuovo qualche mese dopo, sempre che ve ne sia il bisogno (in genere qualche ritocco lo si fa sempre).

Però non sono d'accordo sull'affermare che essendo l'anima "un pezzo così piccolo" non produca risultati a seconda della natura di cui è costituita. Le ragioni pensavo di averle chiarite bene nei miei messaggi precedenti, ma forse non ci sono riuscito.

E allora si prenda un altro piccolo pezzo di legno che è sul violino: il ponticello. Anch'esso è molto piccolo e per giunta sottilissimo, se però affermiamo che al 99% l'influenza acustica dipenda dal suo posizionamento diremmo una cosa profondamente inesatta. Difatti se prendiamo dieci ponticelli di produttori di diversi, otterremmo diversi risultati. Ovviamente un ponticello non cambia il violino da da cattivo a buono, però è in grado di influire grandemente e potentemente sulla resa sonora dello strumento.

Si usi ad esempio un ponticello Despiaux non trattato o uno non trattato, oppure un Despiaux lo si paragoni ad un Aubert De Luxe, o magari se prenda uno tedesco: si otterranno risultati comunque diversi e più o meno piacevoli per il musicista. Eppure anche il ponticello, come l'anima, è un pezzo così piccolo!
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