Corda vibrante viola e tensione corde

Non solo barzellette sui violisti, please :)
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stephanie
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Corda vibrante viola e tensione corde

Messaggio da stephanie »

Buongiorno a tutti,
e sempre un grandissimo grazie a Claudio per il tempo e l'impegno dedicato a questo bellissimo forum.
Volevo fare una domanda riguardo la lunghezza della corda vibrante della viola, so che ci sono diversi punti di vista, chi segue l'idea di René Morel di mantenere la lunghezza della corda vibrante fissa di 37,5 cm con un manico di 15 cm a prescindere delle dimensioni della cassa, chi invece ritiene di applicare questo concetto solo per le viole di grandi dimensioni (e quindi di ridurre la corda vibrante a massimo 375 mm), chi invece segue un criterio proporzionale in base alla lunghezza della cassa.
Spesso ho letto che la lunghezza della corda vibrante è uno dei parametri che incide di più sul suono, secondo alcuni liutai è ancora più importante della lunghezza stessa della cassa.
La mia domanda è: qual'è la differenza tra una maggiore lunghezza vibrante rispetto alla semplice scelta di corde con maggiore tensione?
Cerco di spiegarmi meglio, su una viola piccola o medio-piccola la lunghezza della corda vibrante (e di conseguenza del manico) incide notevolmente sulla comodità. Nel senso che per una persona non molto alta o comunque con braccia non molto lunghe (motivo per cui sceglie ad esempio uno strumento da 39 cm), avere un manico da 14 cm. o da 15 cm. rappresenta una differenza non secondaria, alla fine per chi suona avere una 39 con manico da 15 o una 40 con manico da 14 non cambia molto, anzi la corda vibrante maggiore richiede maggiore estensione sulla mano e quindi aumenta la fatica, soprattutto per chi ha mani piccole.
La maggior corda vibrante porta chiaramente una maggiore tensione delle corde, e quindi non fatico a comprendere l'importanza sul suono. Però una maggiore tensione si può ottenere anche scegliendo delle corde con maggiore tensione su una lunghezza di corda vibrante inferiore.
Ad esempio con una corda vibrante relativamente corta, usando le Spirocore, che sono corde ad alta tensione, potrei raggiungere lo stesso risultato di una corda vibrante più lunga con altre corde, e magari potrei ancora scegliere delle Spirocore ad alta tensione invece che media.
È vero che questo non è attuabile con tutte le corde, alcune corde sono progettate su uno standard di 37 mm e sicuramente non danno i migliori risultati su una lunghezza di corda vibrante relativamente corta. Certamente la scelta in termini di corde sarebbe in questo caso più limitata, anche se comunque ci sono diverse corde ad alta tensione e/o pensate appositamente per strumenti con corda vibrante più corda. Helicore ad esempio supporta oltre a diverse tensioni anche diverse lunghezze di corda vibrante. Ma scegliendo adeguatamente le corde, dovrebbe essere possibile ottenere la tensione ottimale per lo strumento, mantenendo una relativa comodità, che è poi il punto fondamentale che spinge ad acquistare una viola piccola.
Oppure al di là della tensione ci sono altri motivi che incidono sul suono con una corda vibrante più lunga?
Penso anche a molti strumenti antichi, so che ci sono delle Maggini di 41 cm con una corda vibrante di poco più di 35 cm, ed anche alcune splendide Amati ed altre di Vuillaume e Sderici, che hanno lunghezze a volte di 39,5 cm circa e corde vibranti sui 36/36,5 con un suono eccellente.
Grazie se qualcuno può rispondere a questo mio dubbio.
Buona giornata e buona musica a tutti,
Stéphanie
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claudio
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Re: Corda vibrante viola e tensione corde

Messaggio da claudio »

Grazie Stéphanie per la tua domanda molto interessante e al contempo densa di informazioni sull'affascinante mondo della viola.

A mio parere non c'è una risposta univoca ai tuoi dubbi e questo dipende dal fatto che la viola, al contrario del violino o anche del violoncello, gode di una libertà esecutiva per cui il liutaio si può sbizzarrire sperimentando forme, diapason e manici di tutti i tipi. Per questo motivo quando io sono chiamato a costruire una viola, devo sempre capire con chi ho a che fare, non solo constatare le differenze fisiche dell'essere donna o uomo, ma soprattutto il modo di suonare e il repertorio che si intende eseguire (lo faccio anche per il violino e il violoncello, ma per la viola questa fase assume un'importanza molto particolare).

Anni fa ebbi modo di costruire una viola per colei che era una autentica virtuosa di questo strumento: dotata di un istinto musicale straordinario era capace in pochi attimi di entrare, e di fare entrare anche chi l'ascoltava, in una consonanza densa di colori e vibrazioni sonore così che ci si ritrovava rapiti, come trasportati in altre dimensioni.

Avere musicisti così come clienti è una benedizione, ma è anche una grande responsabilità perché il tuo strumento può cambiargli la vita in meglio, ma anche in peggio. Si trattava quindi di pensare per lei lo strumento più adatto: una viola di 40.5cm sarebbe stato un buon compromesso, ma il problema principale era quello della lunghezza della corda vibrante. Infatti, se da una parte il buon musicista è in grado di suonare qualsiasi strumento, è anche vero che nel caso di una viola con una corda vibrante di 375mm, potrebbe avere grosse difficoltà a prendere le ottave, per non parlare delle decime, che costringono ad estensioni notevoli delle dita, con conseguente sforzo di tutto ciò che ad esse è collegato: mano, polso, braccio e sue articolazioni, collo, muscoli e ossa delle spalle, della schiena, pettorali, e via dicendo.

Non so se questo possa valere anche per il resto degli strumenti musicali, ma quando si suona uno strumento ad arco lo si fa con tutto il corpo, non solo perché le tensioni nelle zone periferiche, che spesso si considerano poco o niente importanti, influiscono sul suono e sulla facilità di emissione.

Quindi le feci provare alcuni strumenti di diverse dimensioni, così come quando si va da un sarto si provano diversi vestiti e diverse taglie, finché non si trova quella giusta, e quando constatai che fortunatamente la ragazza non aveva difficoltà a suonare una viola con corda vibrante di 375mm e manico da 150mm, decisi senza indugi che la sua viola "piccola" avrebbe avuto una corda vibrante al massimo della sua lunghezza.

Il dubbio rimaneva sul suono perché non avevo mai costruito strumenti del genere prima di allora, ma essendo la viola uno strumento piuttosto elastico ero fiducioso nelle dimensioni ispirate alle viole di Andrea Guarneri, che se costruite seguendo i suoi principi possono restituire risultati molto interessanti. E così fu, la viola che ne risultò le andava molto bene e dopo appena un paio di mesi la ragazza vinse un'audizione presso una importante orchestra italiana.

Il punto è però riuscire a capire perché presi quella decisione di costruire una viola piccola con manico lungo, cosa che feci basandomi più sull'istinto che sulla razionalità, perché a guardare bene la viola e i suoi formati hanno regole abbastanza precise e codificate, per cui ad una certa lunghezza di cassa corrisponde una certa lunghezza di manico, e quindi di corda vibrante.

Un viola di piccolo formato ha un suono diverso da una di grandi dimensioni, ma sono questioni quasi esclusivamente timbriche che non riguardano il volume di emissione, anche una viola piccola a parità di corda vibrante può suonare "forte", se da un lato può avere bassi meno corposi, dall'altro gli acuti e i registri medi sono più che rispettabili, e spesso più penetranti.

Una viola piccola diciamo di 39.5cm può benissimo avere una corda vibrante di 375mm, ma bisogna tenere presente che uno strumento così concepito possa comportare un suono "teso", cioè a dire una superficie e un volume di cassa troppo ridotti rispetto alle grandi sollecitazioni prodotte dalle corde. Per ovviare a questo problema è quindi necessario lavorare non tanto sull'altezza delle bombature, che in ogni caso nei miei lavori ho quasi sempre tenuto sui 19mm per la tavola armonica, ma sugli spessori di tavola e fondo e relativa catena. In questo modo, anche se una viola piccola con manico lungo rimane sempre uno strumento che "spara" quantità di suono ragguardevoli, lavorare sulla massima produzione degli armonici non solo è possibile, ma produce anche risultati molto buoni e soddisfacenti.

Resta poi l'annosa questione se lo strumento è destinato ad un violinista che suona la viola, oppure ad un violista che è nato tale, poiché il primo tenderà sempre e comunque a strumenti di piccole dimensioni, mentre il secondo alle massime dimensioni che può permettersi.

Riguardo la scelta delle corde io ho sempre preferito calibri medi perché consentono un'emissione regolare e senza sforzo. Infatti, se per una ragione qualsiasi si desideri usare corde ad alta tensione, magari per compensare una viola di piccole dimensioni con manico corto, ecco che il risultato è spesso quello di avere un suono povero di armonici e una corda piuttosto riottosa all'arco. Quindi per la mia esperienza è meglio sperimentare vari tipi di corde preferendo sempre il calibro medio.

Non so se ho risposto a tutti i tuoi dubbi, ma se hai altre domande per me va benissimo.
andante con fuoco
stephanie
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Re: Corda vibrante viola e tensione corde

Messaggio da stephanie »

Grazie Claudio per la velocissima risposta, molto completa e molto utile. Anch'io amo spesso stare sul calibro medio delle corde, proprio per avere una maggior ricchezza di armonici, che privilegio sempre rispetto alla potenza, che se non è accompagnata da una ricchezza del suono (che solo gli armonici possono dare), è un po' in un certo senso quasi inutile e fine a se' stessa. Tra l'altro sono poi gli armonici a permettere la proiezione del suono, per cui uno strumento con un suono apparentemente meno potente sotto l'orecchio può invece correre molto lontano grazie alla ricchezza di armonici.
Quello che non mi è ancora chiarissimo è la differenza tra la tensione generata da una maggiore lunghezza del manico e la tensione generata dalla scelta del tipo di corda. Nel senso che la maggior lunghezza della corda vibrante dovrebbe servire per raggiungere una maggiore tensione.
Se ho capito bene, scegliere corde a minore tensione, che però lavorano a maggiore tensione per effetto di una maggiore lunghezza della corda vibrante, permetterebbe di avere più armonici rispetto a corde con maggiore tensione, che raggiungono tuttavia la stessa tensione della precedente a causa di una lunghezza della corda vibrante inferiore. Ho capito giusto?
Il punto mi interessa particolarmente perché, con il passare degli anni ed una schiena con qualche problema da sempre, l'aspetto della comodità comincia a farsi sentire abbastanza, soprattutto per me che provengo dal violino, anche se da un paio di anni sto dedicando la stragrande maggioranza del tempo alla viola.
Ho due viole, una 40,6 modello bresciano, quindi largo, ed una 41,1 modello personale, entrambe con corda vibrante 36,5. Due strumenti molto belli anche se molto diversi tra loro. La prima la trovo molto più comoda, anche perché la seconda ha il taglio delle f e quindi il ponte spostato un po' in alto e c'è un buon centimetro di differenza effettiva incluso il manico. Sulla prima uso corde in acciaio, sulla seconda le Eudoxa (che sulla prima darebbero un timbro troppo scuro, quasi cupo). La prima richiede comunque una certa tensione, ed infatti uso le Spirocore, già le Helicore tendono a "spegnere" un po' il suono, la seconda lavora benissimo con corde a bassa tensione.
Ormai suono quasi solo la prima, proprio per la sua comodità, anche se comunque la mia schiena (con cui ho sempre avuto problemi, fin da bambina) sta cominciando a farsi sentire sempre di più, come del resto è normale che succeda con il passare degli anni. Ho una viola che uso come strumento di riserva, una 39,2 di atelier cinese, con corda vibrante di 36,3, a livello di comodità è fantastica. Chiaramente il suono non è minimamente comparabile, e pur essendo uno strumento più che discreto rimane una viola di atelier, gli armonici sono distanti anni luce dalla viola da 40,6.
A volte, in prospettiva per gli anni a venire, mi domando se iniziare a cercare con calma una viola di 39-39,5, almeno da alternare un po' alla 40,6, avendo pazienza (e fortuna) di trovare qualche strumento piccolo ben riuscito.
Per questo sto cercando di capire quanto incida in concreto la lunghezza della corda vibrante, perché se diminuisco qualcosa a livello di cassa e poi ne perdo una buona parte a livello di manico, credo che per la schiena non cambi aihmé molto.
Ancora grazie per il tempo e la pazienza.
Buona giornata e buona musica a tutti,
Stéphanie
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claudio
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Re: Corda vibrante viola e tensione corde

Messaggio da claudio »

La spiegazione che hai dato sugli armonici è perfetta, non sempre i musicisti e i liutai hanno presente la "magia" degli armonici, per cui spesso ci si concentra eccessivamente sul volume del suono avendo idee poco chiare sulla sua effettiva proiezione, che è data dagli armonici.

Sulla lunghezza della corda vibrante e sulle tensioni il discorso è abbastanza complesso perché ci sono molti fattori di cui tenere conto. Per semplicità mi limiterò all'essenziale: nella mia esperienza uso corde di calibro medio, sia che la lunghezza della corda vibrante sia 365mm o 375mm, sarà poi mio compito lavorare sulla montatura e la messa a punto dello strumento affinché la produzione del suono e la sua qualità rimanga ottimale.

Se poi una data marca di corde fornisce corde di calibro medio di differente lunghezza che si adattino alle varie dimensioni degli strumenti tanto meglio. Io uso quasi sempre le Spirocore medie, possibilmente con il Do "Wolfram" per il loro timbro "neutro" e per la loro capacità di tenere l'accordatura, tenendo anche presente l'esperienza del Quartetto Italiano che su queste corde hanno suonato per molti anni, quindi per me è anche un fattore di carattere affettivo.

Le Spirocore essendo in acciaio, hanno tutte le caratteristiche di questo tipo di materiale, cioè a dire un suono generalmente più teso, che però si adatta piuttosto bene alle viole e ai violoncelli, rendendoli spesso anche più pronti all'arco.

Riguardo all'uso di corde di maggiore tensione su viole piccole, questo a mio parere non equivale al corrispettivo di una corda di media tensione montata su una viola grande, non solo per le diverse dimensioni della cassa, ma soprattutto per il fatto che una corda di forte tensione ha un diametro maggiore, o nel caso di corde in fibra sintetica, un'anima in materiale più rigido e/o più denso magari unito ad una fasciatura in un metallo che garantisca una maggiore inerzia. In poche parole, per cambiare la tensione di una corda in genere si lavora sul peso: maggiore è il peso, maggiore la sua inerzia, maggiore sarà l'azione esercitata dall'arco per farla entrare in vibrazione.

La mia scelta di rimanere sul calibro medio, per quanto possibile su tutte le misure delle viole, è governata quindi dalla necessità di non vedere troppo variate le caratteristiche timbriche e di suonabilità. Ma tutto dipende dal tipo di corda che si sta usando, poiché a volte le corde di maggiore o minore tensione possono produrre il risultato migliore, ma in questo caso è quasi impossibile fare un discorso generale perché entrano in gioco le caratteristiche dello strumento, del tipo di corda, dell'arco e dell'impostazione del musicista. Quindi bisogna provare, provare, e poi ancora provare finché non si sarà raggiunto il risultato che si desidera.

Nel tuo caso entrano in gioco fattori soggettivi che ti portano a scegliere viole di dimensioni più piccole per una questione di maggiore comodità, questo purtroppo è già un compromesso che cambia completamente l'aspetto del problema, posso solo dire che suono e comodità sono obiettivi spesso molto diversi e non sempre in perfetto equilibrio, per cui orientandosi su una viola di 39cm con un manico proporzionato a questa lunghezza, è ben difficile riuscire ad ottenere risultati sonori paragonabili alle viole di dimensioni maggiori. Ma tutto dipende dallo strumento: se è una viola di liuteria ben costruita, anche in questo caso si potranno usare corde medie senza sacrificare troppo qualità e volume.

Il mio consiglio, visto che comunque possiedi già due buoni strumenti di liuteria le cui lunghezze si adattano bene ad un fisico di dimensioni medio-piccole, è quello di non cambiare nulla.

Riguardo i tuoi problemi con la schiena, non conoscendo la tua problematica posso dire poco o niente, in genere si cerca di separare i due aspetti: il suonare e l'aspetto medico, poiché se si è costretti alla ricerca di uno strumento non già per le sue qualità sonore, ma per le dimensioni che riescano a compensare problematiche fisiche, siamo già ampiamente in una zona di compromesso per cui è praticamente impossibile conciliare tutti gli aspetti. E' per questo che, per quanto possibile, è bene continuare a suonare sugli strumenti che si posseggono, curando particolarmente l'aspetto riguardante l'impostazione e gli interventi più o meno periodici di fisioterapia, esercizi fisici regolari mirati e tutto quanto possa essere di supporto.

Ti dico questo perché noi liutai con il nostro lavoro la nostra schiena non è messa tanto bene con il passare degli anni, se non facessi altre attività e terapie fisiche di supporto, costruire uno strumento diverrebbe molto complicato.

In conclusione, se già da ora ti dirigi verso viole più piccole, e quindi per te più comode, queste potrebbero non essere più tali in un tempo relativamente breve, per cui alla fine non ti rimarrebbe che suonare il violino, e forse anche quello presto o tardi ti riuscirebbe pesante.
andante con fuoco
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Re: Corda vibrante viola e tensione corde

Messaggio da stephanie »

Grazie mille Claudio per la risposta davvero esaustiva. Era proprio quello che volevo sapere, ora mi è tutto più chiaro. Grazie!!!
Grazie anche dei preziosissimi consigli, cercherò di dedicare più attenzione all'aspetto medico, agli esercizi fisici, ed anche ad alternare periodi di riposo durante le sessioni musicali.
Ancora grazie del tempo e della pazienza, ed un grandissimo grazie di questo bellissimo forum che metti a disposizione della comunità, è un'autentica miniera di informazioni preziose (lo preferisco di molto alla pagina Facebook, pure utile ed ormai oggi indispensabile, perché più organizzato per argomenti e con maggiori possibilità di ricerca).
Buona giornata e buona musica,
Stéphanie
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claudio
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Re: Corda vibrante viola e tensione corde

Messaggio da claudio »

E' un piacere leggerti, si coglie sempre l'occasione di poter sviscerare a piacimento gli argomenti di nostro interesse. Sono d'accordo circa l'aspetto dei "social", è pur vero che su Facebook o su Instagram, basta un attimo per condividere di tutto, ma raramente si ha occasione di scrivere e quindi di riflettere in modo compiuto sulle cose. Per non parlare poi di quando si ha bisogno di ripescare un argomento di cui si è parlato magari molto tempo prima, praticamente ci si perde! Questo è il vantaggio dei forum online, che pur essendo una realtà virtuale, resta comunque un luogo d'elezione per confrontarsi e fare riflessioni.

Per quanto riguarda gli aspetti medici e terapeutici, se nella tua situazione ci sono margini di intervento (spero di sì!), gli approcci sono praticamente infiniti e molteplici. Ovviamente è necessario avere a monte una documentazione completa che accerti in modo esaustivo ed obiettivo la tua situazione, quindi valutando le tecniche yoga, la chiropratica, l'osteopatia, il Rolfing, la tecnica Alexander, la fisioterapia classica, una moderata ma costante attività di palestra, e quant'altro oggi è disponibile non dico per guarire, ma almeno per arrestare o ritardare l'evoluzione delle problematiche fisiche che ci affliggono, si possono raggiungere ottimi risultati.

Io in questi ultimi anni ho sofferto abbastanza con la schiena, ma non ho mai interrotto l'attività fisica, prima della pandemia andavo in palestra, ma poi ho deciso di fare lunghe camminate giornaliere a buon passo, quindi tra un osteopata e qualche ciclo di antinfiammatori, ora la situazione sembra abbastanza sotto controllo e sono libero di potermi muovere a piacimento.

Se vuoi tienici al corrente di come procede, in bocca al lupo.
andante con fuoco
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Manfio
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Re: Corda vibrante viola e tensione corde

Messaggio da Manfio »

Renè Morel consigliava una corda vibrante di 375 mm, e 15 cms. per il manico della viola, e queste misure sarebbero "fisse", e non cambiare secondo la lunghezza della cassa. Io ho fatto viole di 39.6 cm. fino a 43 cm. con questa regola. Il ponticello resta nel luogo necessario per ottenere la corda vibrante di 375 mm. Ma utilizzo um modello personale, inspirato in Andrea Guarneri. Io costruisco soltanto viole, sono un "violaro".

Ecco l'articolo di Renè Morel:


"The secrets of viola sound

Master luthier René Morel shares his insights into the vexed question of
viola size. He argues that string length, rather than body length, holds
the key to sound and playability

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

In the 1500s, craftsmen started trying to construct instruments with a
sustained as opposed to a plucked sound, which would compare nicely with
the human voice, With the variations of the human voice in mind, bowed
instruments were built in different sizes. The musical demands of the
16th century made the alto-tenor the most important of the stringed
instruments, which explains why more violas have survived from this
period than either violins or cellos. (Readers interested in the origins
and development of the viola should read Maurice Riley’s classic: The
History of the Viola, 2 vols.)

Among the masters of the period, Andrea Amati produced the most violas,
their body sizes varying from large patterns (including the tenor at 18
1/2 inches) to small patterns (16 inches). The reasoning at that time
was, the longer the body, the longer the string length, and the shorter
the body, the shorter the string length. However, these approximate
proportions are very wrong for the viola, as we shall see. The viola has
raised problems for luthiers over the past three centuries, the most
important being:

1. finding a size which produces the ideal voice;
2. avoiding too great a string length for ease in playing;
3. focusing the sound so that the viola can fit into a group or an
orchestra.

No standard measurements were recognised, only the tuning of A, D, G and
C. Because of this, when the violin overtook the viola in popularity,
the viola was nicknamed by many luthiers the ‘bastard’ of stringed
instruments.

Until 1780 the viola was played mostly as an accompanying instrument,
very much like the cello (maybe up to the third or fourth position). In
the 19th century, however, the greater tech-nical facility demanded by
the music, along with the extension of the pitch range in the orchestra,
brought about the need for longer necks and fingerboards. The angle of
the neck was changed, resulting in a higher bridge and of course more
pressure on the top. This in turn demanded a stronger bass bar.

The viola proved difficult to perfect. Large violas had too much volume,
a good A string but a hollow C, and no projection on the bass side.
Small violas did not have enough volume but were easy to play: the A
sounded like a violin; the C was well focused but had no quality or
depth. The increase in musical pitch in the 19th century, and
improvements in the production of strings (which became thinner and
harder), helped somewhat, but problems remained.

Around 1833-34 Paganini developed a special feeling for larger violas,
and even contemplated giving up the violin in favour of the viola. In an
attempt to find an instrument with a big and even sound throughout its
register he visited Vuillaume’s workshop frequently. We can assume this
is why Vuillaume built an extremely wide contralto viola – as wide as it
is long, A little later, the German viola virtuoso Herman Ritter
campaigned for the acceptance of the large viola into the concert hall.
In 1898 he added a fifth (E) string, to eliminate the necessity of
playing above the third position over the right upper bout – a natural
difficulty for the left hand.

At the start of the 20th century, the repertoire for the viola increased
greatly. Almost every virtuoso had his own ideas on how to construct a
viola – each favouring a different shape and size. The preferred viola
of Lionel Tertis, the father of the English viola school, was not as
large as Ritter’s, but the string length was still too long – which is
why he used four metal strings.

Today we still have players asking makers to build violas to their own
specifications. Some makers construct violas with narrow upper bouts to
allow clearance of the left hand over the instrument’s shoulder. But in
this case the A string is seldom
viola-like. The same happens if the middle bout is narrowed to clear the
bow; the A string sounds like a violin. I have even witnessed an
asymmetrical viola with the neck purposely off-centre to make it larger
on the bass side and narrower on the treble side for ease of playing.
That one pleased the violinist, but violists who tried it didn’t like
the balance. It had a very pinched and strident A string, with a
beautiful but hollow C.

In my work as a restorer in constant contact with performers, I
experience the same problems over and over again. The string length is
the most important. I have found that most large-sized violas have a
string length in proportion to their body length. With an over-long
string length you will have a hollow C string and a nasal, metallic,
sometimes very strident A string. A viola of 16-18 inches with an
over-long string length is not only impossible to play for many, but the
sound is affected – there is poor projection and a difficult response.
You have a very ‘bassy’ sound, which at times has a kind of edge. If so,
it is almost always raspy or sandy. Of course there are exceptions to
these rules. Once in a while you get a ‘freak’ which breaks all the
rules and sounds terrific – but if you try to re-create it, all you get
is disappointment.

By shortening the string length and correcting the neck in proportion
to that length, the instrument becomes easier to play and the quality of
the sound also improves. You increase the core, which automatically
gives a better response, more overtones and therefore better projection.
The viola’s voice and timbre is more baritone-like and the balance evens
up on the four strings. Instruments I have been able to improve in this
way include names like Amati, Gasparo da Salo, Stradivari, Testore,
Zanetto, Mariani, Gofriller, Mantegazza and many others. This is why I
feel that string length is the most important thing to consider in viola
making today.

In the 1950s when I was working under Maestro Sacconi, we had
difficulties understanding the viola. But as I get older and more
experienced, I have been able to gather information from Brescian and
Strad viola players. I decided that something should be learned from
these two great schools of makers. My idea was to construct an
instrument which would correct the problems of each model but keep the
good things (the quality of the Brescian, the ease of playing of the
Strad).

Upon my arrival in New York I met Bill Carboni, a viola player in the
New York Philharmonic, who asked me to finish a violin he was making
under Maestro Sacconi. We became good friends, and on Tuesday and
Thursday we made instruments. We talked over the various problems of
viola construction, and I interjected my theory of string length into
his ideas. If the string length remains normal, the fingering for the
left hand remains normal. The size of the instrument may vary somewhat –
the only thing that changes is the extension of the left arm.

We designed an instrument based more on Gasparo than Stradivari. The
result was a success in terms of playability and evenness of sound. From
that model Bill constructed many violas – 16 1/2 inches, 17 inches and
17 1/2 inches – all with the same string length. Violists could play
them without difficulty. I predict that these instruments will be
recognised in years to come as an inspiration for modern viola making.

And now a few words about making. The cello, in proportion to its size,
is much thinner in wood graduations than the violin. The reason is its
place in the orchestra’s bass section. But if we look at the viola, we
realize it is much thicker in proportion to the violin or the cello. Why
– if the viola should be ‘bassier’ than the violin? More wood in the
back and top gives you shorter vibrations and higher frequencies
(soprano sound); less wood gives lower frequencies, which is what we are
looking for – a deeper and lower voice. Thicknesses of wood were
therefore a gross mistake, which explains why the early violas were so
large. The size was needed to lower the voice to the viola timbre, but
increasing the string length in proportion to that size made them
difficult to play.

For a given string length, which is comfortable for playing and gives an
even sound on the four strings, makers can find the proper graduations
for their model. For any choice of model, I would recommend the
following measurements:

- Length of viola body: 16-17 1/2 inches (408-445 mm)

- Diapason or stop (top of edge to centre of bridge): 8 3/4 inches (223
mm)

- Neck length (top of edge to below top nut): 5 7/8 inches (150 mm)

- String length: 14 3/4 inches (375 mm). This will vary slightly
according to the arching. A few millimetres will not hurt, but not more
than two one way or the other.

Wood and arching can also be chosen to produce a real viola timbre – the
same way we achieve those results in violin and cello making. If we
consider the violas we have to hand, we see that the old Brescians have
practically no waist; they are mostly large with full arching. The back
is made of maple cut on the slab, which is much softer than that of
quartered maple. This is the best choice for viola voice. Amati violas
are somewhat long and large; the arching is sometimes high but not as
full on the bouts as the Brescian violas. Amati used soft maple, mostly
slab cut (though not always). The C-bouts are narrower, making them
easier to play. Strad violas have almost a violin arching with beautiful
wood; they are much narrower in the C-bouts and easier to play; but the
wood is cut on the quarter, making the A string voice lean towards a
violin sound.

In a lecture in Washington DC’s Coolidge Auditorium, I once demonstrated
the difference in viola sound between a Zanetto (a Brescian pupil of
Gasparo da Salo) and a beautiful Stradivari. The Zanetto was played
first, then the Strad, then the Zanetto again, To the audience’s
amazement, the voice of the Strad sounded strident compared to that of
the Brescian.

In conclusion, I would like to say how glad I am that the viola is now a
solo instrument. I sincerely hope that my work may help a little to keep
it that way.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
This article is based on a presentation to the New York Viola Society.
stephanie
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Re: Corda vibrante viola e tensione corde

Messaggio da stephanie »

Grazie a tutti per le risposte.

È molto interessante l'articolo di René Morel, soprattutto dove afferma che nelle viole grandi ridurre la corda vibrante a 375 mm migliora il suono, oltre alla comodità dello strumento.

@Manfio: le tue viole sono bellissime, ed ho sentito su YouTube la tua 39,6 suonata da Kimberlee Uwate, davvero un ottimo suono (merito naturalmente anche della violista!), sembra proprio uno strumento molto più grande!

Posso chiederti se ti è capitato di avere richieste di violisti di piccola statura, o con problemi di schiena? Riescono a gestire comodamente un manico di 15 cm ed una corda vibrante di 37,5 cm? Mi ricordo che anni addietro avevi scritto da qualche parte che avevi venduto due di queste bellissime viole a due orchestrali piuttosto alti della Gewandhaus di Leipzig, che volevano uno strumento più comodo con cui suonare ad esempio Wagner. Per una persona meno alta di loro o con qualche problema fisico (come spesso succede a violisti che per molti anni hanno suonato viole molto grandi), quale potrebbe essere il compromesso ideale?

@Claudio: grazie per la paziente risposta, sto cercando di investire un po' di tempo tutti i giorni per un po' di ginnastica e soprattutto devo fare molta attenzione al controllo della postura. Quando posso vado sempre a camminare in montagna, quindi per fortuna non sono ferma. Ma sono consapevole dei limiti che la mia schiena mi impone e che purtroppo con il passare degli anni si fanno sentire di più. Anni fa mi avevano consigliato di intervenire chirurgicamente, peraltro per una soluzione solo parziale, ho preferito evitare. Un medico molto bravo mi aveva poi detto che avrei fatto la gioia di qualsiasi fisioterapista, nel senso che tutta la fisioterapia va benissimo, ma la cosa fondamentale sarebbe stata imparare a convivere con i propri mali.

Del resto anche quando ero giovane, con il violino, potevo suonare quasi sempre solo da seduta. Anche al di fuori della musica, da anni non posso stare ad esempio ferma in piedi, ma posso però camminare senza problemi, o stare seduta. Ho dei limiti, che devo accettare, tuttavia, con questi accorgimenti sono sempre riuscita a suonare senza grossi problemi ed a condurre una vita normale.

Con la viola, con cui mi sono cimentata da un paio di anni, ho notato una differenza veramente notevole a livello di comfort tra la 39 e la 40,6. Entrambe hanno la medesima corda vibrante a 36,5 cm. Con la 41,1 è enormemente più faticoso, anche perché nonostante la medesima corda vibrante ha le effe più in alto ed un manico di 15 cm anziché di 14,5 cm.

Con la 39 sono completamente a mio agio a livello di comfort, posso fare sessioni di 3-4 ore senza grossi problemi. La 40,6, che tra l'altro è anche leggerissima, la sento molto di più, probabilmente mi richiede di abbassare leggermente lo strumento (cosa che è anche normale con la viola), il che incide quel tanto che basta con la mia schiena. Non so come spiegarmi, riesco a capire che la 40,6 sia una viola oggettivamente comoda, ma per me la differenza, che per un'altra persona è magari minima, diventa invece notevole.

Adesso, che è un periodo un po' "critico" con la schiena, sto provando ad alternare un po' le due viole, facendo tecnica con la 39 per passare poi alla 40,5.

Ma chiaramente, anche in prospettiva futura, l'idea di potere trovare una 39/39,5 che suoni bene, che timbricamente non sarà certamente comparabile ad una 43, ma potrà essere comunque bello, ogni tanto si affaccia nella mia mente. Non ho deciso nulla in questo senso, per ora vorrei cercare di dare la giusta attenzione all'aspetto fisico, come giustamente suggerito da Claudio, poi vedremo come va nei prossimi mesi, tuttavia tengo gli occhi aperti e mi preparo anche un piano B.

So che diversi violisti con il passare degli anni sono anche loro passati a strumenti più comodi di circa 39/39,5 (15 1/2 pollici), da qui il mio interesse ad approfondire questi aspetti.

Nella viola occorre sempre individuare un compromesso tra suono e comfort, che è necessariamente soggettivo. Del resto devo dire che sono rimasta stupita dalla mia viola da 39, che pur ben lontana da quella di liuteria da 40,6, se la cava dignitosamente, con una quarta corda piuttosto buona, nonostante le dimensioni, il modello Stradivari neanche di viola (almeno avessero preso la Mahler!), ma quasi un violino ingrandito, produzione di atelier cinese, anche se non di fabbrica, tuttavia nonostante tutte queste cose se la cava dignitosamente, anche il liutaio che a suo tempo aveva curato la messa a punto era rimasto sorpreso e mi aveva detto che era la prima da 39 che aveva visto con un buon suono sulla quarta corda.

Uno strumento di liuteria sicuramente farebbe enormemente meglio.

Istintivamente l'idea della corda vibrante di 37,5 cm nel mio caso specifico mi farebbe un po' paura per via del riflesso sulla lunghezza del manico, è vero che è "solo" mezzo centimetro di differenza, ma è anche vero che tutto si sente, soprattutto quando si è un po' al limite a livello fisico. Alla fine la differenza tra la mia 39 e la 40,6 è "solo" di un centimetro e mezzo, ed altrettanta ne passa da una 40,6 ad una 42, ma per il musicista anche il mezzo centimetro si fa sentire.

Allo stesso tempo non scenderei mai sotto i 36 possibilmente 36,5 cm di corda vibrante, come invece capita di vedere in molte viole più o meno antiche che hanno una lunghezza di corda vibrante di 35 cm.

Però quando si va su viole piccole, tra una 39 con un manico di 15 ed una 39,5 con un manico 14,5 mi verrebbe quasi da propendere per la seconda, anche se alla fine dipende tutto come suona e quindi come è costruita.

Ho letto che nella viola il rapporto 3:2 potrebbe essere spinto fino a 3,1 o 3,2 e questo forse potrebbe permettere di mantenere un manico di lunghezza inferiore pur senza sacrificare troppo la corda vibrante?

Anche se comunque una corda vibrante di 37,5 cm in qualche passaggio potrebbe non essere agevole per tutti. Certo, si può lavorare diversamente con la diteggiatura, ma ad esempio le decime, che sono relativamente rare sulla viola, ma che qua e là possono capitare, non so se riuscirei a gestirle, essendo veramente al limite già con una corda vibrante da 36,5 cm.

Comunque credo che negli ultimi anni si stia fortunatamente assistendo alla costruzione di modelli di viola il più possibile ergonomici, generalmente più larghi, per cercare di conciliare suono e comfort del musicista. Sicuramente Manfio ha fatto un grande (ed eccellente!) lavoro in questo senso, anche se credo siano ancora relativamente pochi i liutai che abbiano una certa esperienza su viole piccole.

Poi sulle corde vibranti ho visto che ogni liutaio segue un principio diverso, chi segue le raccomandazioni di René Morel con la corda vibrante fissa da 37,5 cm, chi tiene una lunghezza proporzionata alla cassa (anche in questo forum era stata tempo addietro pubblicata una tabella), chi come Robert Spear usa al contrario una cortissima corda vibrante con un corpo più lungo, chi invece magari valuta caso per caso con chi commissiona lo strumento. Io, da profana, mi limito a sentire come alla fine suona lo strumento... :-)

Ancora un grandissimo grazie a Claudio per questo bellissimo forum, sempre ricchissimo di informazioni utilissime non solo per i liutai, ma anche per chi come me è sempre affascinata da questo meraviglioso mondo della liuteria, buon fine settimana e buona musica a tutti,

Stéphanie
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