Associare la Follia allo spagnolo Jordi Savall è un po’ come associare la pizza al napoletano Enrico Caruso: un’operazione dal sapore un po’ nazional popolare che forse tende anche a sminuire un poco il talento di un artista.
Ma questo non è il caso di Savall, che lo scorso 13 Febbraio ha tenuto presso l’Aula Magna Sapienza, per la 79a stagione concertistica della I.U.C. (Istituzione Universitaria dei Concerti), un concerto memorabile fatto di classe, talento e passione. Qui il programma del concerto:
Savall con le sue “Folias & Canarios”, ci guida in un mondo leggero fatto di vento e di canti di uccelli, folate di vento non disgiunte da una irrazionale e imprevedibile follia, perché sulla follia di Spagna si è improvvisato e anche ballato moltissimo, accompagnato da musicisti di grande valore, una musica completamente libera e fuori dagli schemi.
E poi la tecnica della scordatura ad imitazione delle cornamuse del Lancashire, ci aprono gli occhi non solo sulla bellezza della musica eseguita da Savall, ma anche sul fatto che le viole da gamba furono strumenti di grandissima versatilità con cui si poteva veramente fare di tutto, questa anche fu una delle ragioni della loro longevità, un trono che nemmeno il violoncello nelle epoche successive è riuscito a mettere in crisi.
In particolare ho apprezzato le percussioni di David Mayoral (senza fare torto all’arpista Andrew Lawrence-King e al chitarrista Xavier Diaz-Latorre, che sono stati incommensurabilmente bravi), mai invasive e sempre presenti, profonde ed avvolgenti, a sottolineare il canto di Savall e delle sue viole.
A questo proposito vale certo la pena di precisare che il basso e il soprano viola da gamba suonati da Savall sono strumenti originali, rispettivamente costruiti da Pellegrino Zanetti a Venezia nel 1553, Barak Norman a Londra nel 1690. Due strumenti di rara bellezza molto ben conservati, in particolare il basso ha evidenziato nella sua arcaicità una mirabile finezza timbrica, pur a dispetto di un volume sonoro certo non roboante.
Grazie Maestro Savall, la tua dedizione alla musica è un esempio per tutti noi di libertà e di tolleranza, visto che il tuo concerto e anche la “Folias” è stato un esempio di cultura che ha sempre valicato i confini delle nazioni, al punto che nonostante guerre e pestilenze, viene quasi da pensare che ci fosse più Europa tra 1500 e 1600, che oggi.
Testo, video e foto di Claudio Rampini