Francesco Bissolotti: strumenti in mostra a Soresina
Francesco Bissolotti: strumenti in mostra a Soresina
Dal 6 Giugno al 28 Giugno 2009 si svolgerà a Soresina (Cremona) una mostra dedicata ad uno dei suoi figli più illustri: Francesco Bissolotti.
Saranno esposti 35 strumenti e sarà dedicato uno spazio anche ad alcuni strumenti di Simone F. Sacconi, di cui Francesco Bissolotti è stato allievo.
Ricordo con l'occasione che il 2 Aprile scorso Francesco Bissolotti ha compiuto 80 anni.
Saranno esposti 35 strumenti e sarà dedicato uno spazio anche ad alcuni strumenti di Simone F. Sacconi, di cui Francesco Bissolotti è stato allievo.
Ricordo con l'occasione che il 2 Aprile scorso Francesco Bissolotti ha compiuto 80 anni.
andante con fuoco
Re: Francesco Bissolotti: strumenti in mostra a Soresina
Bellissimo evento! Mi piace molto il lavoro del Maestro Bissolotti e dei suoi figli.
Per completezza, riporto in basso il link all'ente che se ne occupa.
http://www.salamostre.comune.soresina.c ... espositivo
Per completezza, riporto in basso il link all'ente che se ne occupa.
http://www.salamostre.comune.soresina.c ... espositivo
Sono stato a vedere la mostra, ma prima sono passato dal laboratorio: una visita al Maestro è d'obbligo. L'ho trovato che stava ritoccando i bordi del suo ultimo violoncello, al che io gli ho chiesto "Maestro, dopo tutti questi anni non si è ancora stancato?", lui sorride e mi risponde "mi stanco a non fare nulla!".
Sorrido a mia volta e penso che la nostra chiacchierata potrebbe davvero finire qui, Francesco Bissolotti ha sempre avuto il dono spiccato della sintesi e una ironia dolce dietro l'apparenza burbera e schietta. Invece ci mettiamo a sedere l'uno di fronte all'altro a far chiacchiere tra amici e il filo del racconto si snoda tra le vicende che lo hanno visto protagonista in oltre mezzo secolo dedicato alla liuteria.
Gli chiedo com'era andata con il Cannone di Paganini e mi cita un suo articolo apparso sull'Ora di Palermo, dove affermava che il famoso violino non era costruito secondo la tradizione italiana. Sesto Rocchi, che era conservatore del violino di Paganini, avrebbe voluto che Bissolotti fosse il suo successore, ma il Comune di Genova si oppose per quell'articolo in cui si metteva in dubbio l'autenticità del violino.
Francesco alza le spalle, dice che il suo lavoro è da sempre quello della costruzione di strumenti nuovi e forse gli sarebbe mancato anche il tempo per dedicarsi alla preziosa reliquia. Francesco Bissolotti non le ha mai mandate a dire e questo sembra avergli procurato attorno una certa aria di "opposti estremismi", ossia Francesco è una di quelle persone che ami o che odi senza nessuna via di mezzo.
Ha da sempre sparato a zero sui concorsi e sulla loro inutilità, non ha mai tentato di far commercio della propria fama e del proprio onore, un liutaio che lavora con le proprie mani non può sfornare più di un certo numero di violini ogni anno, e dalla bottega di Francesco gli strumenti non mai usciti per magia. La coerenza si paga, ma alla lunga paga, mettiamoci nei panni di un giovane che voglia iniziare a fare il liutaio: chi pensate possa scegliere come insegnante, tra uno come Francesco e uno che ha fatto della liuteria e dei propri strumenti una specie di stereotipo da propinare al primo sprovveduto? Quali valori pensate sia giusto portare avanti?
E mi racconta di Sacconi, dei bei momenti passati a Cremona, e della volontà di questi di farlo andare a lavorare in America, sento il suo cuore aprirsi alla gratitudine, la memoria è una bella cosa, la coerenza serve a tramandare lo spirito delle persone. Gli chiedo se oggi Sacconi sia ricordato in modo degno, egli scuote la testa e mi conferma quello che vado pensando da tempo: oggi Sacconi è quasi diventato un nome da dimenticare, il suo libro non è più pubblicato in italiano, i liutai e le istituzioni sembrano aver perso la memoria.
Allora dico a Francesco che nel mio piccolo, anche se non ho mai conosciuto Sacconi, sto facendo di tutto perchè il suo nome non venga affossato. Sono preso dal fervore ma improvvisamente mi accorgo che non solo non ho mai incontrato Sacconi (avevo 13 anni quando morì), ma non sono mai stato nemmeno allievo di Francesco! non sarà mica eccessivo questo mio fervore? Francesco ride e mi ricorda di tutte le volte che lo chiamavo al telefono, venticinque anni fa, per chiedergli aiuto, consigli e chiarimenti. Mi metto a ridere come uno scemo e gli dico "Maestro, lei ricorda ancora quelle telefonate?", si mette a ridere anche lui e mi risponde "sei stato il mio allievo telefonico!".
Non avevo i soldi per recarmi regolarmente a Cremona, è stato quasi un miracolo che abbia potuto costruire qualche strumento solo sulla base del libro di Sacconi e sui consigli che spesso Francesco mi dava per telefono. E io questo piccolo miracolo lo devo a Sacconi e a Francesco, quindi finchè avrò forza non mi stancherò mai di ricordarne l'esempio e la pazienza che hanno avuto con i giovani liutai.
Poi Francesco esce dalla stanza, rimango solo per un qualche attimo a contemplare uno stupendo violino di Sacconi del 1928, un lavoro di pulizia estrema dove non si scorge ombra di autocompiacimento o l'inganno del copiare. Da come Sacconi ha lavorato su quello strumento, si evince che egli già nel 1928 avesse recepito una parte considerevole del lavoro stradivariano: le punte dei filetti che s'incontrano perfette e con il nero che si allunga alla Stradivari, le sgusce discrete ed equilibrate, anche le CC lievemente sfalsate dovute al lavoro con la forma interna, fanno subito pensare ai classici ma senza menzogna.
Francesco ritorna nella stanza tenendo il mano un libro, è il catalogo della mostra dei suoi strumenti a Soresina, me ne fa dono e lo ringrazio. Comincio a sfogliarlo, sulla prima pagina vedo che ha scritto una dedica "A Claudio Rampini, amico e collega" e sotto la sua firma e quella dei suoi figli, sono commosso e onorato al tempo stesso. Essere considerato da Francesco come suo "collega" è forse per me un onore troppo grande, ma è ugualmente di grande importanza: Francesco ha accettato il mio lavoro e il mio stile così diverso dal suo.
Francesco Bissolotti, il violino è di Simone F. Sacconi anno 1928
Francesco Bissolotti, sulla sinistra l'ultimo suo violoncello a cui sta lavorando.
Sotto, le fotografie che ho scattato alla mostra che si è tenuta a Soresina nel Palazzo del Podestà.
Sorrido a mia volta e penso che la nostra chiacchierata potrebbe davvero finire qui, Francesco Bissolotti ha sempre avuto il dono spiccato della sintesi e una ironia dolce dietro l'apparenza burbera e schietta. Invece ci mettiamo a sedere l'uno di fronte all'altro a far chiacchiere tra amici e il filo del racconto si snoda tra le vicende che lo hanno visto protagonista in oltre mezzo secolo dedicato alla liuteria.
Gli chiedo com'era andata con il Cannone di Paganini e mi cita un suo articolo apparso sull'Ora di Palermo, dove affermava che il famoso violino non era costruito secondo la tradizione italiana. Sesto Rocchi, che era conservatore del violino di Paganini, avrebbe voluto che Bissolotti fosse il suo successore, ma il Comune di Genova si oppose per quell'articolo in cui si metteva in dubbio l'autenticità del violino.
Francesco alza le spalle, dice che il suo lavoro è da sempre quello della costruzione di strumenti nuovi e forse gli sarebbe mancato anche il tempo per dedicarsi alla preziosa reliquia. Francesco Bissolotti non le ha mai mandate a dire e questo sembra avergli procurato attorno una certa aria di "opposti estremismi", ossia Francesco è una di quelle persone che ami o che odi senza nessuna via di mezzo.
Ha da sempre sparato a zero sui concorsi e sulla loro inutilità, non ha mai tentato di far commercio della propria fama e del proprio onore, un liutaio che lavora con le proprie mani non può sfornare più di un certo numero di violini ogni anno, e dalla bottega di Francesco gli strumenti non mai usciti per magia. La coerenza si paga, ma alla lunga paga, mettiamoci nei panni di un giovane che voglia iniziare a fare il liutaio: chi pensate possa scegliere come insegnante, tra uno come Francesco e uno che ha fatto della liuteria e dei propri strumenti una specie di stereotipo da propinare al primo sprovveduto? Quali valori pensate sia giusto portare avanti?
E mi racconta di Sacconi, dei bei momenti passati a Cremona, e della volontà di questi di farlo andare a lavorare in America, sento il suo cuore aprirsi alla gratitudine, la memoria è una bella cosa, la coerenza serve a tramandare lo spirito delle persone. Gli chiedo se oggi Sacconi sia ricordato in modo degno, egli scuote la testa e mi conferma quello che vado pensando da tempo: oggi Sacconi è quasi diventato un nome da dimenticare, il suo libro non è più pubblicato in italiano, i liutai e le istituzioni sembrano aver perso la memoria.
Allora dico a Francesco che nel mio piccolo, anche se non ho mai conosciuto Sacconi, sto facendo di tutto perchè il suo nome non venga affossato. Sono preso dal fervore ma improvvisamente mi accorgo che non solo non ho mai incontrato Sacconi (avevo 13 anni quando morì), ma non sono mai stato nemmeno allievo di Francesco! non sarà mica eccessivo questo mio fervore? Francesco ride e mi ricorda di tutte le volte che lo chiamavo al telefono, venticinque anni fa, per chiedergli aiuto, consigli e chiarimenti. Mi metto a ridere come uno scemo e gli dico "Maestro, lei ricorda ancora quelle telefonate?", si mette a ridere anche lui e mi risponde "sei stato il mio allievo telefonico!".
Non avevo i soldi per recarmi regolarmente a Cremona, è stato quasi un miracolo che abbia potuto costruire qualche strumento solo sulla base del libro di Sacconi e sui consigli che spesso Francesco mi dava per telefono. E io questo piccolo miracolo lo devo a Sacconi e a Francesco, quindi finchè avrò forza non mi stancherò mai di ricordarne l'esempio e la pazienza che hanno avuto con i giovani liutai.
Poi Francesco esce dalla stanza, rimango solo per un qualche attimo a contemplare uno stupendo violino di Sacconi del 1928, un lavoro di pulizia estrema dove non si scorge ombra di autocompiacimento o l'inganno del copiare. Da come Sacconi ha lavorato su quello strumento, si evince che egli già nel 1928 avesse recepito una parte considerevole del lavoro stradivariano: le punte dei filetti che s'incontrano perfette e con il nero che si allunga alla Stradivari, le sgusce discrete ed equilibrate, anche le CC lievemente sfalsate dovute al lavoro con la forma interna, fanno subito pensare ai classici ma senza menzogna.
Francesco ritorna nella stanza tenendo il mano un libro, è il catalogo della mostra dei suoi strumenti a Soresina, me ne fa dono e lo ringrazio. Comincio a sfogliarlo, sulla prima pagina vedo che ha scritto una dedica "A Claudio Rampini, amico e collega" e sotto la sua firma e quella dei suoi figli, sono commosso e onorato al tempo stesso. Essere considerato da Francesco come suo "collega" è forse per me un onore troppo grande, ma è ugualmente di grande importanza: Francesco ha accettato il mio lavoro e il mio stile così diverso dal suo.
Francesco Bissolotti, il violino è di Simone F. Sacconi anno 1928
Francesco Bissolotti, sulla sinistra l'ultimo suo violoncello a cui sta lavorando.
Sotto, le fotografie che ho scattato alla mostra che si è tenuta a Soresina nel Palazzo del Podestà.
andante con fuoco
Re: Francesco Bissolotti: strumenti in mostra a Soresina
Grazie Claudio, per questo racconto. Ho avuto anche io occasione di vedere gli occhi di Francesco Bissolotti. Sono felice che finalmente tu ti consideri suo allievo.
Bellissima l'ultima foto...
Ciao e complimenti.
Bellissima l'ultima foto...
Ciao e complimenti.
Grazie Claudio per averci fatto partecipare ad una storia personale che avresti potuto anche tenere per te stesso, gelosamente.
Grazie in particolare per averci descritto tanti particolari di quest'uomo del quale avevo già sentito parlare e che già ammiravo per la sua personalità coriacea nel contesto liutario.
La storia che ci hai riportato conferma che la liuteria è una materia viva più che mai per la quale i rapporti interpersonali sono fondamentali.
Francesco Bissolotti incarna, mi sembra, un ideale di liuteria nella quale tutti vorremmo credere, basata sul lavoro tenace e di qualità, al di sopra delle convenzioni e formalismi.
L'idea che mi sono fatto di lui fin da quando ne ho sentito parlare:
di un uomo che è sempre andato avanti per la sua strada rimanendo nel classicismo e rifiutando qualsiasi condizionamento che l'evoluzione della liuteria moderna potesse offrirgli.
Se così è, come credo, ha ben da andarne fiero.
Poi mi sono fatto una idea che, è nata ed è riferita a lui, ma potrebbe essere generalizzata come regola:
man mano che venivo a sapere sia pur minime sfaccettature della sua personalità e poi contemporaneamente conoscevo alcuni dei suoi strumenti, ho pensato che il carattere di un liutaio di pari passo si riversa nelle sue opere.
Il suo carattere è determinato, così come giudico le sue opere altamente perfezionistiche, praticamente perfette, di una precisione che le rende inconfondibili.
Ho detto qualcosa di lapalissiano dicendo la frase che ho voluto evidenziare? Forse, ma ho voluto dire che tramite lui ho imparato questo, cosa non sempre scontata! Normalmente solo le opere d'arte rispecchiano poco o molto dell'artista che le forgia.
Fa parte della passione che ho per la liuteria, quello di indagare meglio dietro un violino, ed ho imparato che non tutti i violini sono uguali!
Un violino può essere amorfo, insignificante e non dire nulla, oppure può essere lo specchio di una personalità e parlare semplicemente solo mostrandosi.
Claudio scusami, forse sono andato troppo avanti con il ragionamento, ma spero di aver espresso bene il mio pensiero.
Grazie in particolare per averci descritto tanti particolari di quest'uomo del quale avevo già sentito parlare e che già ammiravo per la sua personalità coriacea nel contesto liutario.
La storia che ci hai riportato conferma che la liuteria è una materia viva più che mai per la quale i rapporti interpersonali sono fondamentali.
Francesco Bissolotti incarna, mi sembra, un ideale di liuteria nella quale tutti vorremmo credere, basata sul lavoro tenace e di qualità, al di sopra delle convenzioni e formalismi.
L'idea che mi sono fatto di lui fin da quando ne ho sentito parlare:
di un uomo che è sempre andato avanti per la sua strada rimanendo nel classicismo e rifiutando qualsiasi condizionamento che l'evoluzione della liuteria moderna potesse offrirgli.
Se così è, come credo, ha ben da andarne fiero.
Poi mi sono fatto una idea che, è nata ed è riferita a lui, ma potrebbe essere generalizzata come regola:
man mano che venivo a sapere sia pur minime sfaccettature della sua personalità e poi contemporaneamente conoscevo alcuni dei suoi strumenti, ho pensato che il carattere di un liutaio di pari passo si riversa nelle sue opere.
Il suo carattere è determinato, così come giudico le sue opere altamente perfezionistiche, praticamente perfette, di una precisione che le rende inconfondibili.
Ho detto qualcosa di lapalissiano dicendo la frase che ho voluto evidenziare? Forse, ma ho voluto dire che tramite lui ho imparato questo, cosa non sempre scontata! Normalmente solo le opere d'arte rispecchiano poco o molto dell'artista che le forgia.
Fa parte della passione che ho per la liuteria, quello di indagare meglio dietro un violino, ed ho imparato che non tutti i violini sono uguali!
Un violino può essere amorfo, insignificante e non dire nulla, oppure può essere lo specchio di una personalità e parlare semplicemente solo mostrandosi.
Claudio scusami, forse sono andato troppo avanti con il ragionamento, ma spero di aver espresso bene il mio pensiero.
Ultima modifica di violino7 il giovedì 2 luglio 2009, 21:31, modificato 3 volte in totale.
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Ricercare sopra tutto due cose: la verità e la bellezza.
- Lino Santoro -
Ricercare sopra tutto due cose: la verità e la bellezza.
- Lino Santoro -
Dimenticavo!
Riferemdomi all'ultima foto:
complimenti al Maestro Francesco Bissolotti per il magnifico strumento, (come d'altronde anche per tantissimi altri, ma prendiamone uno ad esempio significativo)!
complimenti, e grazie, al Maestro Claudio Rampini, suo allievo, per la magnifica foto!
Riferemdomi all'ultima foto:
complimenti al Maestro Francesco Bissolotti per il magnifico strumento, (come d'altronde anche per tantissimi altri, ma prendiamone uno ad esempio significativo)!
complimenti, e grazie, al Maestro Claudio Rampini, suo allievo, per la magnifica foto!
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- Lino Santoro -
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- MarcoSpain
- Utente Attivo
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- Iscritto il: sabato 25 aprile 2009, 0:00
- Contatta:
Grandissimo Bissolotti!
Grazie delle foto, Claudio, è un piacere vederlo così in forma dopo tanti anni, insieme a tanti suoi strumenti.
Sicuramente un grande uomo, grande artigiano, al quale molta gente deve molto.
Di Bissolotti mi rimarrà sempre il ricordo del giorno in cui mio fratello portò a casa la sua viola con fondo tangenziale, una meraviglia per gli occhi e per le orecchie, lo accompagnò per tantissimi anni suonando prima al conservatorio, poi in orchestra ed infine durante anni per tantissime sale da concerto, fino a che 10 anni fa dovette venderla per potersi comprare la Capicchioni che ancora oggi lo accompagna.
Grazie delle foto, Claudio, è un piacere vederlo così in forma dopo tanti anni, insieme a tanti suoi strumenti.
Sicuramente un grande uomo, grande artigiano, al quale molta gente deve molto.
Di Bissolotti mi rimarrà sempre il ricordo del giorno in cui mio fratello portò a casa la sua viola con fondo tangenziale, una meraviglia per gli occhi e per le orecchie, lo accompagnò per tantissimi anni suonando prima al conservatorio, poi in orchestra ed infine durante anni per tantissime sale da concerto, fino a che 10 anni fa dovette venderla per potersi comprare la Capicchioni che ancora oggi lo accompagna.
- sullacorda
- Utente Esperto I
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- Iscritto il: lunedì 17 aprile 2006, 0:00
bel ricordo il tuo claudio!
Si sente tutto l'affetto e la stima che ti lega a Bissolotti.
Hanno organizzato anche qualche bel concerto con gli strumenti raccolti per la mostra? Mi lascia sempre un po' di "amaro in bocca" o meglio mi lascia sempre l'idea che manchi qualcosa vedere un bello strumento, appeso lì senza poter veramente gustarlo per quello che è stato fatto .. suonare!
Si sente tutto l'affetto e la stima che ti lega a Bissolotti.
Hanno organizzato anche qualche bel concerto con gli strumenti raccolti per la mostra? Mi lascia sempre un po' di "amaro in bocca" o meglio mi lascia sempre l'idea che manchi qualcosa vedere un bello strumento, appeso lì senza poter veramente gustarlo per quello che è stato fatto .. suonare!
- aspirante_violinista
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- aspirante_violinista
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- edo
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Trovata segnalazione su Maestronet: liutai, Cremona e violini nei depliant Canon
(4,35 mega di pdf da scaricare)
http://software.canon-europe.com/files/ ... ork_EN.pdf
ciao
edo
(4,35 mega di pdf da scaricare)
http://software.canon-europe.com/files/ ... ork_EN.pdf
ciao
edo