fasi costruzione arco

Forum dedicato all'archetto e alle sue problematiche.
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Barbamarco
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Messaggio da Barbamarco »

Guarda, i legni utilizzati in archetteria, dovendo rispondere a un ben preciso tipo di sollecitazione, devono presentare caratteristiche fisiche definite: elasticità, nervo e resistenza meccanica.
Di conseguenza, le varietà di legni adeguati sono stati selezionate, nel corso dei secoli, anche in base al modello cui sono destinati.
Io costruisco archi dal perioso medioevale a quello moderno: per quelli medioevali si utilizza in genere faggio, frassino, abete, lathi , acero. La scelta è dettata sia dalla filologia che da caratteristiche sonore: inoltre ognuno di questi legni produce una sonorità sua particolare, per cui è necessario decidere il legno da utilizzare anche in base alla risposta acustica che avrà sullo strumento: tieni conto che gli archi medioevali, che conosciamo in diversi modelli mediati dall'iconografia, erano utilizzabili indistintamente su qualunque strumento, ed il peso e lunghezza venivano definiti in base alle esigenze dello strumentista (così è anche oggi).
Per gli archi barocchi i legni adeguati sono legno serpente, legno ferro. il primo esteticamente meraviglioso , molto pesante come peso specifico rispetto al pernambuco e con meno suoni armonici, il secondo meno bello come aspetto, molto più leggero ma più elastico. Entrambi di provenienza esotica
La scelta dei materiali alternativi, essendo stato sperimentato probabilmente ogni tipo di legno presente in natura, sarà casomai sui vari materiali compositi, ma qui usciamo dal campo dell'archetteria tradizionale...
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Barbamarco
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Messaggio da Barbamarco »

..... e naturalmente poi il discorso dell'arco moderno con l'uso del pernambuco. Un legno molto più elastico rispetto a quelli precedentemente citati, più leggero come peso specifico, meccanicamete molto più resistente, con una fibra molto più compatta e quindi ottimo per la conduzione sonora. Spesso viene confuso con il legno brasile ma, come detto in un post precedente , sono due legni diversi e da non confondere neanche con il verzino in quanto questo non è il nome di un legno ma di un colore usato per tingere i tessuti che veniva probabilmente estratto dal pernambuco... Quindi ripeto ; di alternativo si va subito sui compositi ma non è più liuteria tradizionale.....
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Giva
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Messaggio da Giva »

ok.. grazie della risposta decisamente esaustiva 8O
grazie davvero..
nel frattempo anche io resto in attesa!
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andrea69
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Messaggio da andrea69 »

Barbamarco ha scritto:..... e naturalmente poi il discorso dell'arco moderno con l'uso del pernambuco. Un legno molto più elastico rispetto a quelli precedentemente citati, più leggero come peso specifico, meccanicamete molto più resistente, con una fibra molto più compatta e quindi ottimo per la conduzione sonora. Spesso viene confuso con il legno brasile ma, come detto in un post precedente , sono due legni diversi e da non confondere neanche con il verzino in quanto questo non è il nome di un legno ma di un colore usato per tingere i tessuti che veniva probabilmente estratto dal pernambuco... Quindi ripeto ; di alternativo si va subito sui compositi ma non è più liuteria tradizionale.....
Eppure...

http://www.historicalbows.com/wood7other.html
http://www.historicalbows.com/wood2swartzia.html

non tutti gli archettai la pensano a modo tuo sui legni alternativi. Attualmente Stephen Marvin dice meraviglie della swartzia leiocalycina, ed ha ottenuto risultati lusinghieri con legni come Hakia, Ipe, Beefwood e Caciquè (Brosinum rubescens).
In tempo passato ricordo che Peccatte ed altri archettai hanno usato sovente per gli archi moderni l'amourette o serpentone privo di marezzature (Brosimum guianense) ottenendo archi di primissima qualità.
Ricordo inoltre un bellissimo (e carissimo) arco da viola Clermont Hulry (scuola Peccatte) costruito in legno ferro (swartzia bania).
Insomma è da molto tempo che si usano legni alternativi senza troppi problemi.
Il composito è utilizzato attualmenteper la riduzione dei costi che esso consente, pagando lo scotto dall'altra parte di una lavorazione più complessa dovuta all'utilizzo di stampi e forni per la cottura della fibra di carbonio.
Notorio inoltre fu l'esperimento di Vuillaume con gli archi in tubi di acciaio, ottenuto per saldatura a stagno. Questi archi furono apprezzati da De Beriot, Spohr e menzionati anche da Paganini. Il loro unico vero limite fu il suono, non paragonabile al suono di un arco di legno, motivo per cui la loro costruzione fu abbandonata.
Quanto al discorso del suono di un arco, la scuola di Giovanni Lucchi sostiene che il volume e la qualità sonora di un arco dipendono dalla conduzione sonora del legno con cui è costruito, per cui più un legno è duro e compatto, e più velocemente lascerà passare il suono attraverso di se, meglio suonerà l'arco con cui sarà costruito.
Ma a mio modo di vedere questa filosofia costruttiva contiene un errore di fondo di fisica acustica in quanto viene confusa la frequenza della vibrazione sonora (che concorre a formare il timbro) con l'ampiezza della vibrazione sonora (che invece dà la potenza di suono).
Altrimenti non si spiegherebbe l'enorme suono di numerosi archi di Dominique Peccatte e di altri archettai dello scorso secolo, che hanno impiegato legno che viene considerato troppo tenero e troppo poco compatto da Lucchi e della sua scuola.
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Barbamarco
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Messaggio da Barbamarco »

andrea69 ha scritto: ...non tutti gli archettai la pensano a modo tuo sui legni alternativi. Attualmente Stephen Marvin dice meraviglie della swartzia leiocalycina, ed ha ottenuto risultati lusinghieri con legni come Hakia, Ipe, Beefwood e Caciquè (Brosinum rubescens).
In tempo passato ricordo che Peccatte ed altri archettai hanno usato sovente per gli archi moderni l'amourette o serpentone privo di marezzature (Brosimum guianense) ottenendo archi di primissima qualità.
Ricordo inoltre un bellissimo (e carissimo) arco da viola Clermont Hulry (scuola Peccatte) costruito in legno ferro (swartzia bania).
Insomma è da molto tempo che si usano legni alternativi senza troppi problemi....

Probabilmente si è equivocato: la mia affermazione sui "legni alternativi" seguiva la richiesta di Giva, che mi chiedeva se si può fare ricorso a legni diversi da quelli comunementi usati in liuteria, per la costruzione di archi. In questo senso ho precisato che i costruttori, nel corso dei secoli, hanno sperimentato un gran numero di tipologie di legni, finendo per limitare l'uso ad un certo numero di essi, che per caratteristiche sonore e di risposta si sono dimostrati essere i più adeguati.

Tra questi, a loro volta a seconda del modello di arco si è preferito l'una o l'altra varietà.
Non intendo dire che non esistono alternative al pernambuco per gli archi moderni, come potrebbe sembrare dalla mia frase che è stata quotata: nella galleria del mio sito, ad esempio, è visibile un arco da contrabbasso moderno (un modello sperimentale definito con il committente) realizzato appunto un legno ferro, mentre al momento sto terminando un arco da contrabbasso tedesco per un solista realizzato in legno serpente (l'amourette o serpentone, a cui fai riferimento, sono altri nomi per lo snakewood o legno serpente appunto, che esiste in più varianti di marezzatura).
Il fatto che spesso si preferisca il pernambuco dipende essenzialmente da un fattore: il legno ferro ed il legno serpente sono legni più pesanti, specialmente il legno serpente, quindi la costruzione dell'arco moderno diventa più problematica, poichè è difficile limitarli alla giusta fascia di peso: avendo parti metalliche che già appesantiscono (anello, ginocchio, fasciatura, parti metalliche del bottone) un legno pesante di certo non aiuta, perciò per compensare è necessario assottigliare molto la bacchetta.
Secondo alcune scuole di pensiero (in verità spesso messe in discussione) inoltre questi due legni producono un numero inferiore di suoni armonici: ciò basta perchè alcuni clienti non ne vogliono nemmeno sentir parlare, e chiedano assolutamente ed esclusivamente il pernambuco.

Per il resto, molta della mia attività, dedicandomi in modo intensivo agli archi antichi, mi ha reso necessaria la sperimentazione su legni diversi (vedi ad esempio il lathi, che pur non essendo un legno molto conosciuto nè molto utilizzato in liuteria presenta caratteristiche che lo rendono molto interessante, seppur limitatamente agli archi barocchi). La swartzia leiocalycina, comunemente detta wamara, è un'essenza affine al pernambuco pur essendo leggermente meno elastica: è superiore qualitativamente ai vari ipe e brasiletto, ma non è altrettanto importata e reperibile come il pernambuco, almeno qui in Italia: il che non la rende, per noi archettai italiani, un'essenza "competitiva" rispetto al pernambuco (anche fra questo ovviamente esistono varie fasce qualitative)
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Messaggio da Porthos »

andrea69 ha scritto: Quanto al discorso del suono di un arco, la scuola di Giovanni Lucchi sostiene che il volume e la qualità sonora di un arco dipendono dalla conduzione sonora del legno con cui è costruito, per cui più un legno è duro e compatto, e più velocemente lascerà passare il suono attraverso di se, meglio suonerà l'arco con cui sarà costruito.
Ma a mio modo di vedere questa filosofia costruttiva contiene un errore di fondo di fisica acustica in quanto viene confusa la frequenza della vibrazione sonora (che concorre a formare il timbro) con l'ampiezza della vibrazione sonora (che invece dà la potenza di suono)..
Ehm....c'è qualcosa di vero, ma in un senso completamene diverso. L'arco non emette suoni, li fa emettere.
L'arco e la corda sono due sistemi elastici che interagiscono fra loro, ciascuno con una sua "velocità di ritorno" per dirla in parole povere. Quando la corda ritorna in posizione inizia a vibrare, quando i crini (che si deformano) ritornano in posizione, sono pronti a fornire una nuova sollecitazione alla corda (che sta ancora vibrando).
Più velocemente "torna" l'arco, più energia verrà trasferita alla corda (o meglio, con una migliore distribuzione temporale). L'elasticità di qualcosa dipende dal suo modulo di Young, legato per il legno a densità, struttura e disposizione delle fibre.
Ma dal modulo di Young dipende anche (proporzionalità diretta) la frequenza propria di risonanza del materiale (oltre alla velocità del suono nello stesso), cioè una bacchetta di legno con alto mod. di Young fa dei "click" più acuti se percossa e lasciata libera di vibrare.

Se volessi sperimentare nuovi materiali per l'arco (ma non lo so fare) proverei con materiali che hanno alto modulo di Young, magari ottenuto con tralicci in fibra di carbonio, o tubi ellittici a spessori differenziati, o altre diavolerie.

Chissà Barbamarco che ne pensa... e che ne pensano eventuali cultori di fisica acustica.

A proposito, grazie al barbuto archettaio per la sua partecipazione, e complimenti a chi lo ha invitato.
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Giva
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Messaggio da Giva »

di Young conosco solo "l'Esperimento" sulla diffrazione della luce..
cos'è il modulo di Young?
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Messaggio da Porthos »

Se prendiamo una barra omogenea lunga L e di sezione S e la sottoponiamo alla forza di trazione longitudinale F, essa si allunga di delta L. Tutta sta robaccia segue la relazione

F / S = Y delta L / L

Bene, Y è il modulo di Young (del materiale di cui è fatta la sbarra, si misura in Newton per metro quadro), e quanto più Y è grande tanto meno si allunga la sbarra a parità di trazione.

La velocità del suono in quel materiale si può esprimere come

vsuono= radicequadrata(Y/densità)

e per una sbarra libera agli estremi (la bacchetta con cui fare l'archetto) la frequenza fondamentale è

f fond = costante x radicequadrata(Y/densità)

da A.Frova, Fisica nella musica, pag 50
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Messaggio da violino7 »

Ma, non tutti i materiali con lo stesso fattore di Young hanno la stessa conducibilità vibratoria. Lo spiega G. Lucchi nel suo sito.
Lui ha inventanto uno strumento che misura la vibralità del legno mediante gli ultrasuoni, in maniera che sia possibile ottimizzare la scelta e l'utilizzo dei legni.
Ad esempio, nell'articolo dice che abete ed ebano hanno lo stesso fattore di Young (praticamente stessa resistenza alla rottura) ma una enorme differenza di vibralità sonora a favore dell'abete, in quanto l'ebano ha una struttura più compatta.
Per questo motivo addirittura ne esce fuori che le cordiere non andrebbero fabbricate di ebano. All'ebano sarebbe da preferire il palissandro, è molto meglio essendo a fibra lineare con più conducibilità.

Ma stiamo dicendo tutto noi! Che ci sta a fare Marco? :)

Marco, lasciaci parlare. Prima ci sfoghiamo, diciamo tutto quello che sappiamo... poi arriveranno gli approfondimenti!!
.
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Messaggio da violino7 »

Marco, a proposito di "verzino".

Io aspettavo un tuo chiarimento in quanto nei libri è spesso citato con vari significati: alcune volte è sinonimo di pernambuco ed altre volte sembra un legno diverso perchè viene elencato separatamente da esso, che gli assomiglia ma di qualità inferiore!

La tua spiegazione è illuminante!

A me sembra, però, che in letteratura ci sia una gran confusione! Da che dipende?
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Messaggio da Porthos »

Io ho solo riportato la formuletta della velocità del suono per dire che era proporzionale al modulo di Young, dando per scontato "a parità delle altre grandezze". E il mio post era -inizialmente- a proposito di eventuali direzioni innovative per i materiali.
Lucchi o chi per lui, con mirabile capacità da televendita, confronta materiali in cui la densità quadruplica....ovvio che la velocità del suono dimezza.
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Messaggio da Porthos »

(Barba)Marco, la discussione a colpi di formule si è accesa con altri, Giva e violino7, e nessuno fa una colpa a Tourte di non sapere nulla di fisica. E' che al giorno d'oggi i fisici sono un po' sfaccendati....
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Porthos ha scritto:Io ho solo riportato la formuletta della velocità del suono per dire che era proporzionale al modulo di Young, dando per scontato "a parità delle altre grandezze". E il mio post era -inizialmente- a proposito di eventuali direzioni innovative per i materiali.
Lucchi o chi per lui, con mirabile capacità da televendita, confronta materiali in cui la densità quadruplica....ovvio che la velocità del suono dimezza.
Phortos, senza nulla togliere a quello che tu hai detto, io intendevo solo fornire ulteriori elementi di valutazione!
In particolare mi interessava introdurre l'argomento della "vibralità dei legni", (slegato dalla misura del modulo di Young), che ritengo fondamentale per l'arco, e che Marco ha ripreso con una esauriente spiegazione.

Marco, da quello che hai detto mi sembra di aver capito che sia difficile scegliere un buon legno per costruire un archetto se uno non ha alle spalle la giusta esperienza e sensibilità maturata durante parecchi anni, tipo quella che hai tu!
In sostanza, non esistono parametri oggettivi di riferimento nella scelta del legno (per uno inesperto come me)!
.
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E' proprio il concetto di "vibralità" del legno che mi è oscuro, anche se definito in maniera empirica, cioè senza formule o grandezze fisiche.
Se poi si intende una generica "bontà" del legno, che deve essere compatto, leggero ed elastico, allora niente da dire, pendiamo tutti dalle foto e dalla affabilità di Mastro Marco (e mi associo al coro unanime dilodi)

"Vibralità": hai qualche sito dove se ne parla?
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