Fedeviola_91 ha scritto:Sì effettivamente non è il massimo della comodità, ma sinceramente preferisco allungare un po' le dita che suonare su uno strumento in cui devo togliere un dito per poterne mettere un altro...e poi il suo suono mi ripaga di ogni fatica!
Non mi sembra che le differenze di lunghezza di manico comportino differenze nella diteggiatura, in una viola contralto questo non dovrebbe mai accadere, i vari formati di viola (e di manico), consentono appunto di adattare strumento e repertorio alla giusta misura del musicista.
In che senso il suono mi ripaga di ogni fatica? si parla di suono in termini di timbrica o di volume? o di entrambe? Faccio queste domande perchè spesso anche musicisti di ottima professionalità pensano che uno strumento grande significa maggior volume di suono, il che non risponde al vero, altrimenti un violoncello o un contrabbasso avrebbero un volume un volume spropositato rispetto alla viola e al violino, in che nella realtà non accade affatto.
Su questo il liutaio bolognese della fine del XVIII sec Marchi riporta interessanti osservazioni che rispondono molto bene anche alla esperienza quotidiana di oggi, ossia che uno strumento grande avrà sempre un suono più scuro rispetto ad uno più piccolo, ma in termini di volume addirittura si corre il rischio di un concreto decremento. E comunque le frequenze basse hanno un "funzionamento" e una propagazione molto diversa da quella degli acuti.
Nel tuo caso abbiamo una viola di 42.5cm di cassa e un manico di 16cm, dato che le misure dettate dalla pratica prevedono una misura massima del manico nel caso di viole con formato superiore a 42cm dai 150 ai 152mm al max, senza tenere conto di una a mio avviso ottima soluzione da parte del liutaio Vatelot che montava manici di 150mm su viole di 43cm, se ne deduce che adottare un manico di 16cm abbia voluto intendere da parte di chi l'ha progettata il raggiungimento del max volume sonoro.
Il che, come abbiamo visto sopra è del tutto opinabile, tenuto conto anche del fatto importante uno strumento del genere è scomodo da suonare. Il ritenere che "il suono mi ripaga della fatica" a mio parere dovrebbe essere meglio considerato perchè la fatica di oggi può bene tramutarsi con il dolore di domani. Dico questo perchè più volte ho dovuto constatare come strumenti grandi nel tempo abbiano prodotto problematiche fisiche di vario tipo, fino ad eccessi per cui un musicista di mia conoscenza in possesso di una bellissima ed enorme viola di 43cm di Marino Capicchioni, dovette in buona sostanza non solo smettere di suonare, ma anche cambiare mestiere.
Nella mia esperienza quando mi è stata richiesta una viola che proiettasse bene il suono e che bene si adattasse al fisico del committente, in quel caso una ragazza, ho progettato di sana pianta un nuovo strumento lungo circa 40cm ma con un manico e lunghezza di corda vibrante di una viola di 42cm. Posso assicurare che nelle audizioni e nei concerti da solista in duo con un pianoforte gran coda, la viola si sentiva benissimo. Per inciso questa ragazza ha suonato anche tra le file delle viole del teatro La Scala di Milano, superando brillantemente l'audizione.
Questo solo per far capire come una viola "piccola" e un manico "umano" possano ampiamente essere sufficienti per qualsiasi repertorio.