Picco del legno (con fantasmi)
- Alfredo
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Picco del legno (con fantasmi)
Qualche tempo fa un mio collega molto vecchio mi aveva detto che il legno raggiunge il massimo della resa sonora dopo 200/300 anni... non ci avevo creduto molto fino a ieri, quando un mio collega violoncellista, ma lauerato in fisica da poche settimane, mi ha ripetuto la stessa cosa... il legno ha il "picco" sonoro a 200 anni per poi calare molto lentamente.
A quanto pare non ha a che vedere con l'acqua ma proprio con la struttura e l'elasticità del legno...
bo??
Altra cosa: pensavo di essere solo a quest'ora (4:00) ma ci sono ben 8 visitatori... (0 iscritti)... ma chi sono sti FANTASMI?
A quanto pare non ha a che vedere con l'acqua ma proprio con la struttura e l'elasticità del legno...
bo??
Altra cosa: pensavo di essere solo a quest'ora (4:00) ma ci sono ben 8 visitatori... (0 iscritti)... ma chi sono sti FANTASMI?
Difficile dire che il legno raggiunga il picco della massima resa dopo circa 200 anni, come si fa a dimostrarlo? Insomma, per fare certe affermazioni occorre avere validi motivi, altrimenti si può dire qualunque cosa.
E' pur vero che oggi si parla di violini stradivariani che si 'sgonfiano' dopo circa tre ore di suono, ma come si fa dire che il 150 anni fa questi strumenti avessero un 'picco' inferiore o superiore all'attuale?
Personalmente a me è capitato di sostituire la catena ad un violino antico, laddove questo strumento aveva l'abitudine di 'stancarsi' dopo circa un'ora di suono, davvero non si riusciva più a sentirlo. Dopo la sostituzione della catena tutto è andato a posto.
L'affermare che il legno raggiunga il proprio apice dopo 200 anni ha in sè qualcosa di inquietante, che afferma ancora una volta la presunta schiacciante superiorità degli strumenti antichi, laddove si sa benissimo che non tutti gli strumenti nuovi siano deficitari rispetto a quelli antichi e non tutti i musicisti credono che l'artefice del proprio suono sia da attribuire principalmente al suono dello strumento.
Voglio ricordare un aneddoto su Isaac Stern raccontatomi ieri sera da un mio amico:
Stern era in tournee in Germania, si parla del periodo prebellico, epoca in cui erano già in atto le discriminazioni razziali nei confronti degli ebrei. Un giornale tedesco stampò in prima pagina qualcosa del genere: 'Noi andiamo ad ascoltare il suono di uno Stradivari, non la musica degenerata di un ebreo'.
Isaac Stern, senza fare una piega, tenne normalmente il suo concerto esibendosi con la sua abituale classe. Naturalmente fu un grande successo, ma alla fine del concerto Stern improvvisamente prese il violino con tutte e due le mani e lo spezzò malamente su un ginocchio, come se fosse un pezzo di legna da ardere, proferendo qualcosa che aveva all'incirca questo tono: 'Ora questo Stradivari non canterà più per voi!'
Il gesto fu clamoroso, ma fortunatamente Stern spezzò un violino economico che aveva acquistato nella mattinata da un rigattiere presumibilmente di origine ebraica.
Alfredo, questo è un sito pieno di fantasmi.
E' pur vero che oggi si parla di violini stradivariani che si 'sgonfiano' dopo circa tre ore di suono, ma come si fa dire che il 150 anni fa questi strumenti avessero un 'picco' inferiore o superiore all'attuale?
Personalmente a me è capitato di sostituire la catena ad un violino antico, laddove questo strumento aveva l'abitudine di 'stancarsi' dopo circa un'ora di suono, davvero non si riusciva più a sentirlo. Dopo la sostituzione della catena tutto è andato a posto.
L'affermare che il legno raggiunga il proprio apice dopo 200 anni ha in sè qualcosa di inquietante, che afferma ancora una volta la presunta schiacciante superiorità degli strumenti antichi, laddove si sa benissimo che non tutti gli strumenti nuovi siano deficitari rispetto a quelli antichi e non tutti i musicisti credono che l'artefice del proprio suono sia da attribuire principalmente al suono dello strumento.
Voglio ricordare un aneddoto su Isaac Stern raccontatomi ieri sera da un mio amico:
Stern era in tournee in Germania, si parla del periodo prebellico, epoca in cui erano già in atto le discriminazioni razziali nei confronti degli ebrei. Un giornale tedesco stampò in prima pagina qualcosa del genere: 'Noi andiamo ad ascoltare il suono di uno Stradivari, non la musica degenerata di un ebreo'.
Isaac Stern, senza fare una piega, tenne normalmente il suo concerto esibendosi con la sua abituale classe. Naturalmente fu un grande successo, ma alla fine del concerto Stern improvvisamente prese il violino con tutte e due le mani e lo spezzò malamente su un ginocchio, come se fosse un pezzo di legna da ardere, proferendo qualcosa che aveva all'incirca questo tono: 'Ora questo Stradivari non canterà più per voi!'
Il gesto fu clamoroso, ma fortunatamente Stern spezzò un violino economico che aveva acquistato nella mattinata da un rigattiere presumibilmente di origine ebraica.
Alfredo, questo è un sito pieno di fantasmi.
Molto suggestivo il racconto della vicenda di Isaac Stern. Non vi nego che, da novellino quale sono nello studio del violino, agli inizi mi ero fossilizzato sull'importanza dello strumento, ma poi, una volta approdato a qualcosa di più decente del mio primo violino cinese, ho ben compreso cosa intendesse Claudio nel suo contributo sulla scelta del primo violino quando afferma che il suono nasce prima di tutto da noi stessi e dal nostro lavoro quotidiano. Avevo confuso lo strumento con il proprio sentire musicale che attraverso di esso si dovrebbe esprimere; uno "strumento" è appunto un mezzo, ma, ahimè, ancora devo completamente assimilare questa lezione.
Il mio saluto a tutti
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- licuti
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Penso che chi si orienta di più sul tuo modo di pensare sia un musicista, chi attribuisce comunque una certa importanza allo strumento, ha le caratteristiche del liutaio.livron ha scritto:Molto suggestivo il racconto della vicenda di Isaac Stern. Non vi nego che, da novellino quale sono nello studio del violino, agli inizi mi ero fossilizzato sull'importanza dello strumento, ma poi, una volta approdato a qualcosa di più decente del mio primo violino cinese, ho ben compreso cosa intendesse Claudio nel suo contributo sulla scelta del primo violino quando afferma che il suono nasce prima di tutto da noi stessi e dal nostro lavoro quotidiano. Avevo confuso lo strumento con il proprio sentire musicale che attraverso di esso si dovrebbe esprimere; uno "strumento" è appunto un mezzo, ma, ahimè, ancora devo completamente assimilare questa lezione.
Il mio saluto a tutti
Un po' forte come affermazione?
ci credo proprio. Me lo ricordo dal lontano 1990...un pò difficiletto di emissione perchè tende a fischiare, ma una volta scaldato un pò E' UNA VERA BOMBA DI POTENZA E QUALITA'.Alfredo ha scritto:Ragazzi!!! devo saltare ad un altro argomento... oggi ho visto e sentito il Conte Fontana... lo Stradivari 1702 Fontana, Ha un suono strepitoso.
Domani approfondirò la conoscenza.
E non per niente lo suonava Oistrakh
- Alfredo
- Utente Esperto II
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Hai ragione, è proprio come dici tu, una bomba che ogni tanto fischia.andrea69 ha scritto:ci credo proprio. Me lo ricordo dal lontano 1990...un pò difficiletto di emissione perchè tende a fischiare, ma una volta scaldato un pò E' UNA VERA BOMBA DI POTENZA E QUALITA'.Alfredo ha scritto:Ragazzi!!! devo saltare ad un altro argomento... oggi ho visto e sentito il Conte Fontana... lo Stradivari 1702 Fontana, Ha un suono strepitoso.
Domani approfondirò la conoscenza.
E non per niente lo suonava Oistrakh
Comunque il suono è strepitoso... e anche il violinista.
Ho avuto modo di osservarlo per una decina di minuti (in mano!!!)
L'aspetto generale è molto bello e suadente, è uno strumento bellissimo da vedere e di aspetto "morbido".
La tavola è un pezzo unico (senza giunta), le venature dalla parte del cantino sono talmente fitte che quasi non riuscivo a distinguerle, sotto il ponticello poi sono ca. 1mm poi si allargano sui bassi a 4mm direi per poi finire di nuovo fine... una tavola eccentrica.
Il fondo è secondo me la parte suadente dello strumento, è un fondo unico anche lui con unabella marezzatura non profondissima.
La vernice guardando il violino da qualche metro sembra marrone/rosso scuro, poi in mano sotto la lampada si va dal giallo chiarissimo e lucentissimo ad un rosso delicato leggermente marroncino. La sguscia è molto elegante e la vernice morbidissima sul contorno delle effe e su tutti i graffi o segni è come se la vernice si squagliasse sopra... morbida!!!!
Beh basta così, sono rimasto folgorato da questo violino...
Caro Livron, sono contento che hai capito, vedrai che i risultati non tarderanno a venire. Penso che buoni insegnanti e soprattutto buoni musicisti dovrebbero dare il buon esempio agli allievi dei primi anni, affinchè non trasformino il loro strumento in un oggetto di feticismo.
Spesso il liutaio contribuisce alla costruzione del mito attorno agli strumenti, illudendosi che ciò andrà a proiettarsi sui propri strumenti, così da essere prontamente trasformati in oggetto del desiderio, ma è un darsi la zappa sui piedi. Se la passione per gli strumenti diventa feticismo, non ci si accontenterà più facilmente, si riuscirà infine a trovare difetti anche negli Stradivari.
Ciò detto va giustamente tributato onore ed ammirazione al Conte De Fontana 1702 di cui parla Alfredo. E' un violino che ebbi occasione di poter esaminare dopo un concerto del Trio di Milano (Sirbu, Canino, Filippini), nel camerino di Mariana Sirbu. Veramente un bellissimo strumento, forse uno dei maggiormente dotati di dolcezza e soavità di suono. Lo strumento credo che faccia ancora parte della collezione Peterlongo e spero che attualmente sia finito in mani altrettanto degne come quelle della Sirbu.
Spesso il liutaio contribuisce alla costruzione del mito attorno agli strumenti, illudendosi che ciò andrà a proiettarsi sui propri strumenti, così da essere prontamente trasformati in oggetto del desiderio, ma è un darsi la zappa sui piedi. Se la passione per gli strumenti diventa feticismo, non ci si accontenterà più facilmente, si riuscirà infine a trovare difetti anche negli Stradivari.
Ciò detto va giustamente tributato onore ed ammirazione al Conte De Fontana 1702 di cui parla Alfredo. E' un violino che ebbi occasione di poter esaminare dopo un concerto del Trio di Milano (Sirbu, Canino, Filippini), nel camerino di Mariana Sirbu. Veramente un bellissimo strumento, forse uno dei maggiormente dotati di dolcezza e soavità di suono. Lo strumento credo che faccia ancora parte della collezione Peterlongo e spero che attualmente sia finito in mani altrettanto degne come quelle della Sirbu.
AHHH!!!!
mi sembrava di essere diventato stupido! mi ricordavo di quel violino, ma non ero sicurissimo (è passato del tempo e non ero ancora liutaio) e il fatto che alfredo ha parlato di UN violinista invece di UNA, mi ha portato sulla cattiva strada!
Lo vidi anch'io in mano alla Sirbu (tra l'altro abita qui in zona) che suonava in quartetto con figlia, marito e Pari (ricordo bene il nome? violista di Roma...)
Già allora aveva problemi di "fischi"...
ale
mi sembrava di essere diventato stupido! mi ricordavo di quel violino, ma non ero sicurissimo (è passato del tempo e non ero ancora liutaio) e il fatto che alfredo ha parlato di UN violinista invece di UNA, mi ha portato sulla cattiva strada!
Lo vidi anch'io in mano alla Sirbu (tra l'altro abita qui in zona) che suonava in quartetto con figlia, marito e Pari (ricordo bene il nome? violista di Roma...)
Già allora aveva problemi di "fischi"...
ale