La Cina salvera' i liutai italiani
La Cina salvera' i liutai italiani
La ricchezza crescente della Cina ed il numero incredibile di violinisti cinesi, con disponibilita' economiche nettemente superiori a quelle americane ed europee, fara' si che dopo un adeguato programma di promozione della liuteria italiana questo mercato allunghera' a dismisura le liste d'attesa dei nostri bravi liutai.
Cosa ne pensate?
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penso ci sia un certo grado di attendibilità in quel che dici, ma non sono molto d'accordo sul fatto i liutai italiani siano da salvare o che sia un certo elevato ceto sociale cinese a salvarli. Certo è che la Cina è un bel mercato e per un buon violino italiano spesso stravedono, ma che sia davvero buono, difficilmente comprano a scatola chiusa.
andante con fuoco
- Atomino
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Re: La Cina salvera' i liutai italiani
Ma chi dovrebbe metterlo in atto tale programma?talus ha scritto:... fara' si che dopo un adeguato programma di promozione della liuteria italiana questo mercato allunghera' a dismisura le liste d'attesa dei nostri bravi liutai......
Chi meglio di un falsario può apprezzare un originale ?claudio ha scritto:...... Certo è che la Cina è un bel mercato e per un buon violino italiano spesso stravedono, ma che sia davvero buono, difficilmente comprano a scatola chiusa.
- Alberto Soccini -
- Fabio_Chiari_liutaio
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Anche io detesto i ristoranti cinesi....ma adoro la cucina giapponese (ma solo se a cucinare è qualche amica giapponese) inoltre amo il kung-fu (non quello che insegnano nelle nostre palestre....quello vero intendo)Fabio_Chiari_liutaio ha scritto:Io devo ammettere di trovare talus simpatico e incisivo ma gli ricordo che la storia racconta che dalla Cina non è arrivato mai nulla di buono. Alcuni esempi? La polvere da sparo, l'influenza cinese, la sars, i ristoranti cinesi....
I prodotti cinesi falsificati sono solo per noi europei che conosciamo e rispettiamo il valore delle cose ma vogliamo risparmiare o far fessi gli altri. Oggi oltre 50.000.000 di cinesi vivono con oltre 100.000 dollari americani e aspirano a prodotti di qualita' che provengono dall'Italia( abbigliamento, arredamento, automobili,vini, yacht ecc.), basterebbe quindi accordarsi alle innumerevoli spedizioni italiane che promuovono il best of Italy , oppure organizzare nei conservatori cinesi ( qualche milioni di studenti) seminari con liutai italiani,oppure aprire una bottega italiana a Pechino.Chi dovrebbe fare tutto questo? Noi naturalmente.
- Fabio_Chiari_liutaio
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Siccome mi pare di capire che delyrium è sardo, e siccome io adoro la cucina sarda mi meraviglio che possa avvicinare alla bocca un cibo cucinato in un ristorante cinese. La mia comunque era una battuta amichevole
A prescindere io che ho tanti amici che vivono a firenze e clienti giapponesi, ho finito le scuse per non assaggiare quel pesciaccio ghiaccio e crudo che mi vogliono ogni volta spacciare per cibo. Ora io mi chiedo ma come si può definire cucina un pesce rosso preso da un acquario, tagliato a fette e infilato in un pugnello di riso scotto, il tutto tenuto insieme da una di quelle aghe che si trovano sulla spiaggia dopo le maree e che puzzano anche quando sono fresche? I giapponesi sono furbi comprano i nostri tonni e a noi ci fanno mangiare il sushi, io non ci casco!Mi dispiace ma io ho giurato amore eterno alle tagliatelle col sugo che fa la mì moglie e ovviamente ad una bella bisteccona di chianina adagiata su un letto di braci ottenute col legno di ulivo o di quercia, non aggiungo altro riguardo al vino...
Per quanto riguarda Talus, mi pare che abbia toccato un punto debole. Lavorando artigianalmente è impossibile produrre soltanto un millesimo degli strumenti richiesti dal mercato cinese, e quindi i liutai si ritroverebbero nell'impossibilità di accontentare la domanda, con il loro lavoro, se poi uno si fa fare gli strumenti in Cina ci mette il suo nome e poi glieli rivoga allora sarebbe un'altro discorso, ma secondo voi ci cascherebbero? Io dico di no......
A prescindere io che ho tanti amici che vivono a firenze e clienti giapponesi, ho finito le scuse per non assaggiare quel pesciaccio ghiaccio e crudo che mi vogliono ogni volta spacciare per cibo. Ora io mi chiedo ma come si può definire cucina un pesce rosso preso da un acquario, tagliato a fette e infilato in un pugnello di riso scotto, il tutto tenuto insieme da una di quelle aghe che si trovano sulla spiaggia dopo le maree e che puzzano anche quando sono fresche? I giapponesi sono furbi comprano i nostri tonni e a noi ci fanno mangiare il sushi, io non ci casco!Mi dispiace ma io ho giurato amore eterno alle tagliatelle col sugo che fa la mì moglie e ovviamente ad una bella bisteccona di chianina adagiata su un letto di braci ottenute col legno di ulivo o di quercia, non aggiungo altro riguardo al vino...
Per quanto riguarda Talus, mi pare che abbia toccato un punto debole. Lavorando artigianalmente è impossibile produrre soltanto un millesimo degli strumenti richiesti dal mercato cinese, e quindi i liutai si ritroverebbero nell'impossibilità di accontentare la domanda, con il loro lavoro, se poi uno si fa fare gli strumenti in Cina ci mette il suo nome e poi glieli rivoga allora sarebbe un'altro discorso, ma secondo voi ci cascherebbero? Io dico di no......
- gianlucaissor
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per quanto riguarda la cucina cari ragazzi vorrei dire la mia, se per "cucina" si intende l'insieme di cultura e storia che identifica una popolazione e non la stanza dove si mangia, bisogna dire che quella cinese è tra le più antiche se non la più antica e quindi massimo rispetto, è un errore però considerarla in base ai nostri ristoranti perchè anche la bistecca alla fiorentina mangiata in un locale a Mosca non penso sia la stessa che mangia fabiochiari liutaio ......è bello divagare in argomentazioni che poco (ma neanche tanto) hanno a che fare con la liuteria......
- Fabio_Chiari_liutaio
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- gianlucaissor
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che ne dici della carta, della seta, dei fuochi d'artificio (la polvere da sparo è stata usata dopo come arma di offesa, come dire che con un violino posso suonare fantastiche musiche ma anche darlo in testa al primo passante e rapinarlo), della danza, del teatro delle ombre e di quello popolare, delle arti marziali e del concetto di meditazione?