A proposito di violini/strumenti nei lager: esiste una composizione famosa, il "Quatuor pour la Fin du Temps" (Quartetto per la Fine dei Tempi), di Olivier Messiaen, scritto ed eseguito in un campo di concentramento nel 1940.
Scritto apposta per l'organico che aveva a disposizione (violino, violoncello, clarinetto e pianoforte, di cui il violoncello aveva solo tre corde... almeno così scrive lo stesso Messiaen).
Può essere uno spunto per una ricerca, tra l'altro i musicisti, fortunatamente, sono tutti sopravvissuti.
Posso dire che è musica estremamente enigmatica (altro che quartetto dorico!) e mi prometto prima o poi di riascoltarlo e scrivere le mie impressioni, così potremo discuterne.
Duo Oistrakh - Menuhin
Ti ringrazio per la segnalazione della casa discografica, vedro' di ordinare qualche cosa.claudio ha scritto:Di Mariana Sirbu posseggo qualche CD della Dynamic, che comunque ha dedicato al Conte de Fontana una bella monografia:
http://www.dynamic.it/scheda.php?pid=385
I violini nei lager: naturalmente non so dirti nomi e cognomi, ma tra gli ebrei deportati nei lager nazisti vi erano anche valenti musicisti, tra questi anche violinisti che possedevano strumenti di valore. Trovo strano che questi strumenti non abbiano suscitato l'appetito delle belve, ma tant'è.
Riguardo al violino nei lager e la musica:
http://www.onemoreblog.it/archives/009544.html
http://www.societaletteraria.it/eventi/stroumsa.htm
e' solo una storia, ma sono certa che se ne posso trovare molte altre.
Tempo fa andai a visitare il campo di Mauthausen in compagnia di un uomo che vi era stato deportato. Ricordo che durante il viaggio la mia mente di adolescente mi spinse a porgli una sciocca domanda. Gli chiesi se l'Amore o la pusione sessuale erano comunque presenti anche durante il periodo di prigionia. Lui mi guardo', mi sorrise e mi accarezzo' il volto. Poi mi spiego', con lo sguardo sereno, che in quelle circostanze non si e' piu' uomini o donne, che la vita non si puo' guardare con gli stessi occhi utilizzando gli stessi parametri perche' quando ci si guarda nello specchio si vede sempre un estraneo. Questo e' cio' che mi e' rimasto delle sue parole, ma sono certa che disse altro e mi dispiace non ricordarlo.
Noi, nelle pagine di questo forum, raccontiamo di quanto suonare il violino ci aiuti a sentirci liberi e vivi, senza accorgerci che la morte e la prigionia la creiamo stupidamente nelle nostre menti. Loro suonavano per non perdere la propria umanita'. Suonavano per salvarsi, suonavano per le belve che distruggevano altri uomini. Loro suonavano per vivere, loro suonavano per amare.