Percorso a ritroso
- neuma
- Utente Esperto II
- Messaggi: 1528
- Iscritto il: giovedì 5 ottobre 2006, 0:00
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Esistono salterii di tutte le dimensioni e di tutti i modelli: è importante però sapere le caratteristiche che cerchi tu in un salterio: deve essere a pizzico? Ad arco? A percussione? Quale repertorio intendi eseguirci?
Queste informazioni sono determinanti per indirizzarti su un costruttore piuttosto che sull'altro, dal momento i modelli sono legati anche a periodi storici e ad aree geografiche ben precise. La scelta è, ripeto, vastissima...
Queste informazioni sono determinanti per indirizzarti su un costruttore piuttosto che sull'altro, dal momento i modelli sono legati anche a periodi storici e ad aree geografiche ben precise. La scelta è, ripeto, vastissima...
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Tentando di riassumere in poche righe, elenco i modelli di salterio più comunemente usati nella musica antica.
Premetto che sul piano organologico si intende con il termine "salterio" ogni strumento che ha corde non tastate tese parallelamente alla cassa (se sono tese perpendicolarmente ad essa invece sarà catalogabile nella famiglia delle arpe).
La forma della cassa, la tecnica costruttiva, il sistema sospensivo delle corde ed i metodi di produzione sonora fanno poi la differenza. A rigor di logica, pianoforte e clavicembalo sono comunque varianti di salterio (a tasti, in questo caso).
Lasciando per il momento da parte quello che è salterio tipicamente di origine popolare (ne esistono un gran numero di modelli, dal Baltico all'Estremo Oriente, molti dei quali sono stati anche presi in esame da compositori colti che hanno scritto per essi, e per i quali esistono ormai corsi di laurea o comunque accademici, vedi il caso del santur persiano, del kantele finnico e del koto giapponese)
SALTERIO ITALIANO
La sua forma più tipica è quella con un angolo retto e con un lato inclinato, ma dal bordo diritto. Usato principalmente in Italia ed in Francia, veniva suonato a pizzico con penne d'aquila (da cui deriveranno poi i saltarelli del cembalo) o percosso con 'cucchiaini' in legno di bosso. In genere ha corde singole. E' diatonico.
SALTERIO A MEZZA ALA O MICANON
Derivato dal qanum arabo, da cui il nome (da qanum > kanon > midi-kanon > micanon, ossia "mezzo qanum" perchè riproduce solo metà del profilo del qanum) ha forma che richiama la cassa del pianoforte a coda: ha sempre un angolo retto, ma il lato inclinato è a profilo curvo.
In genere monta corde in ottone o bronzo, singole. Veniva suonato a pizzico con le dita nude. E' diatonico anche se nei modelli più tardi compariva un flettore che poteva alterare di un semitono in su la corda per adeguarsi alla modalità del brano senza dover riaccordare: non è ancora un sistema che permette di eseguire agevolmente alterazioni di passaggio in cadenza, perchè l'inserimento del flettore non può venir fatto in velocità
SALTERIO A DOPPIA ALA O "MUSO DI PORCO" (hog-nose)
...anche detto "salterio a mutanda" dai più disinibiti (ehm...ma che gente conosco?!?), anche questo tipico dell'Europa centro-meridionale (forse è il modello più facile da vedere nell'iconografia dell'epoca) veniva suonato pizzicato dalle dita o dalla solita penna d'aquila (o corvo).
Le corde in genere sono singole, talvolta doppie; è diatonico.
SALTERIO A MARTELLETTI O DULCIMER
Caratteristico dell'area anglosassone, si è mantenuto in uso a tutt'oggi, passando però fra gli strumenti caratteristici della musica folk. Ha ponticelli mobili per consentire di alterare l'intonazione delle corde, che sono a gruppi di due o tre (cioè disposte a cori). Viene suonato esclusivamente a percussione con i soliti 'cucchiaini' (li chiamo così perchè hanno appunto questa forma) in legno duro. E' usato spesso nella musica country, ma a tutt'oggi la sua fattura non differisce molto da quello rinascimentale. La linea è caratteristica, a trapezio simmetrico. Può essere diatonico o cromatico
SALTERIO AD ARCO
Abbiamo parlato, nei messaggi precedenti, dei dubbi riguardo la sua filologicità. Alcuni gruppi di musica antica lo usano comunque perchè il suono è indubbiamente suggestivo ed arcaico: se suonato con due archi contemporaneamente può produrre anche un suono di bordoni simili a quelli della ghironda. Esiste in molte estensioni e sia nella variante diatonica che in quella cromatica. Io adotto un arco ad alzo fisso simile a quello della viella, ma ho visto qualcuno che lo suona con l'arco da violino: orrore! E' troppo lungo e ha troppo crine: per cui è difficilmente manovrabile e stoppa troppo la corda, togliendo suono e spegnendo il gioco di risonanze.
Spero di averti dato qualche linea-guida utile. Se non ho chiarito a sufficienza qualche punto, dimmelo e vedo se sono in grado di dirti di più...
Premetto che sul piano organologico si intende con il termine "salterio" ogni strumento che ha corde non tastate tese parallelamente alla cassa (se sono tese perpendicolarmente ad essa invece sarà catalogabile nella famiglia delle arpe).
La forma della cassa, la tecnica costruttiva, il sistema sospensivo delle corde ed i metodi di produzione sonora fanno poi la differenza. A rigor di logica, pianoforte e clavicembalo sono comunque varianti di salterio (a tasti, in questo caso).
Lasciando per il momento da parte quello che è salterio tipicamente di origine popolare (ne esistono un gran numero di modelli, dal Baltico all'Estremo Oriente, molti dei quali sono stati anche presi in esame da compositori colti che hanno scritto per essi, e per i quali esistono ormai corsi di laurea o comunque accademici, vedi il caso del santur persiano, del kantele finnico e del koto giapponese)
SALTERIO ITALIANO
La sua forma più tipica è quella con un angolo retto e con un lato inclinato, ma dal bordo diritto. Usato principalmente in Italia ed in Francia, veniva suonato a pizzico con penne d'aquila (da cui deriveranno poi i saltarelli del cembalo) o percosso con 'cucchiaini' in legno di bosso. In genere ha corde singole. E' diatonico.
SALTERIO A MEZZA ALA O MICANON
Derivato dal qanum arabo, da cui il nome (da qanum > kanon > midi-kanon > micanon, ossia "mezzo qanum" perchè riproduce solo metà del profilo del qanum) ha forma che richiama la cassa del pianoforte a coda: ha sempre un angolo retto, ma il lato inclinato è a profilo curvo.
In genere monta corde in ottone o bronzo, singole. Veniva suonato a pizzico con le dita nude. E' diatonico anche se nei modelli più tardi compariva un flettore che poteva alterare di un semitono in su la corda per adeguarsi alla modalità del brano senza dover riaccordare: non è ancora un sistema che permette di eseguire agevolmente alterazioni di passaggio in cadenza, perchè l'inserimento del flettore non può venir fatto in velocità
SALTERIO A DOPPIA ALA O "MUSO DI PORCO" (hog-nose)
...anche detto "salterio a mutanda" dai più disinibiti (ehm...ma che gente conosco?!?), anche questo tipico dell'Europa centro-meridionale (forse è il modello più facile da vedere nell'iconografia dell'epoca) veniva suonato pizzicato dalle dita o dalla solita penna d'aquila (o corvo).
Le corde in genere sono singole, talvolta doppie; è diatonico.
SALTERIO A MARTELLETTI O DULCIMER
Caratteristico dell'area anglosassone, si è mantenuto in uso a tutt'oggi, passando però fra gli strumenti caratteristici della musica folk. Ha ponticelli mobili per consentire di alterare l'intonazione delle corde, che sono a gruppi di due o tre (cioè disposte a cori). Viene suonato esclusivamente a percussione con i soliti 'cucchiaini' (li chiamo così perchè hanno appunto questa forma) in legno duro. E' usato spesso nella musica country, ma a tutt'oggi la sua fattura non differisce molto da quello rinascimentale. La linea è caratteristica, a trapezio simmetrico. Può essere diatonico o cromatico
SALTERIO AD ARCO
Abbiamo parlato, nei messaggi precedenti, dei dubbi riguardo la sua filologicità. Alcuni gruppi di musica antica lo usano comunque perchè il suono è indubbiamente suggestivo ed arcaico: se suonato con due archi contemporaneamente può produrre anche un suono di bordoni simili a quelli della ghironda. Esiste in molte estensioni e sia nella variante diatonica che in quella cromatica. Io adotto un arco ad alzo fisso simile a quello della viella, ma ho visto qualcuno che lo suona con l'arco da violino: orrore! E' troppo lungo e ha troppo crine: per cui è difficilmente manovrabile e stoppa troppo la corda, togliendo suono e spegnendo il gioco di risonanze.
Spero di averti dato qualche linea-guida utile. Se non ho chiarito a sufficienza qualche punto, dimmelo e vedo se sono in grado di dirti di più...
Grazie mille Neuma!! Quello che hai detto mi è stato molto utile... Personalmente sarei più propensa ad acquistare un salterio ad arco, o magari anche a pizzico, ma a causa di problemi fisici miei personali sto cercando uno strumento di dimensioni assai ridotte, o meglio ancora qualcuno che me lo costruisca "su misura" (anzitutto, è possibile?). Sai darmi qualche indicazione a riguardo?
Io sono di Verona...
Grazie
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- neuma
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Credo che ci siamo incontrate già su un altro forum.. (CW, sbaglio?)Aria ha scritto:...sto cercando uno strumento di dimensioni assai ridotte, o meglio ancora qualcuno che me lo costruisca "su misura" (anzitutto, è possibile?). Sai darmi qualche indicazione a riguardo? Io sono di Verona...
Grazie
Ti mando un MP.
Ciao!