Non vedo cosa ci sia di così grave se un liutaio vende strumenti cinesi. E' un liutaio-commerciante, e allora? E' forse vietato commerciare? Altro conto se questi strumenti sono comprati e venduti in nero oppure ci siano commercianti che ad esempio su uno strumento cinese mettono il tuo nome. Diciamo così che fidarsi di una bottega è altra cosa, però di solito chi commercia dichiara la provenienza dello strumento. Lo so, le regole sono cambiate!Fabio_Chiari_liutaio ha scritto:Caro signor Surreale si faccia dire i nomi dei liutai che comprano questi strumenti rendiamoli pubblici e poniamo fine una volta per tutte a questo metodo schifoso di vendita.
Chiude il Consorzio dei Liutai a Cremona?
auro, credo che ci sia una contraddizione in ciò che dici... per quello che sò io liutaio significa colui che costruisce strumenti, giusto? e chi va dal liutaio non va da un commerciante qualsiasi che compra, vende e sopprattuto non produce nulla. Se poi lo stesso liutaio che vende prodotti non suoi non ne dichiara esplicitamente la provenienza... bhè questo è imbrogliare. Se comunque, nel caso in questione, il liutaio dichiara la provenienza rimango dell'idea che è deontologicamente non corretto.
I bilanci del consorzio non sono segreti e per quel che ne so sono stati resi noti ai consorziati lo scorso Marzo (circa). Vedo di fare una ricerca per poterli recuperare...
Commerciare strumenti di produzione cinese/rumena non sarebbe grave (se si dichiara la provenienza), cio' che e' molto grave e' mettere la propria etichetta o un etichetta fittizia all' interno di questi strumenti... purtroppo a volte succede!
Commerciare strumenti di produzione cinese/rumena non sarebbe grave (se si dichiara la provenienza), cio' che e' molto grave e' mettere la propria etichetta o un etichetta fittizia all' interno di questi strumenti... purtroppo a volte succede!
consorio
Nihil novi sub sole: pare verosimile in taluni casi che anche gli antichi prestigiosi liutai fossero di fatto costretti per sopravvivere, specie a inizio carriera, a negoziare i propri sturmenti con etichette apocrife. Mi risulta che alcuni prestigiosi liutai di inizio novecento negoziassero, a latere dei propri, esemplari di altelier francesi o inglesi. Altri usavano il sistema delle copie anticate. Un discorso a parte merita l'atelier di Bisiach. Quindi direi che sia soltanto fisiologico quello che oggi succede. Il falso è nato con la liuteria e l'ha sempre accompagnata come credo ben traspaia dal libro che ho dedicato a questa materia assieme al M° Chiavazza. Il falso non ha mai impedito ai grandi talenti di emergere e primeggiare. E non lo impedirà mai.
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A leggere queste righe non so se ridere o se piangere. Si perdono migliaia di battute sulla tastiera per spiegare come si deve fare a fare un bel violino, che legni, che resine, che centine, che spessori, io uso il metodo n°2, io inosso il legno con la silice..... e poi si giustifica che un artigiano venda un violino cinese o rumeno mettendoci il nome suo? E' sempre stato fatto, dice addirittura qualcuno, ma quando? Ho capito perchè si accetta tranquillamente che un maestro di musica venda agli studenti strumenti per conto suo a nero sebbene si prenda uno stipendio a livello universitario, ho capito anche perchè in parlamento ci sono dei criminali, perchè qualcuno li vota ed evidentemente non è poi così ingenuo da credere di aver votato delle persone oneste. Continuate a fare e a pensare pure quello che vi pare a me non interessa, perchè io per fortuna (o per merito)con la liuteria artigianale ci campo lo stesso ma ora si comincia a capire meglio il perchè molti si nascondono dietro ai nickname con la balla della privacy.........
<div>......chi va dietro altrui mai non gli passa innanzi.....(Michelagnolo Bonarroto fiorentino)</div><br>
condivido ciò che dice il M°Chiari e ribadisco l'aggettivo "surreale" per definire tutto questo. Deve destare indignazione il fatto che qualcuno, magari iscritto come liutaio professionista, apponga il proprio marchio su strumenti altrui, questa è frode e come tale non va accettata solo per il fatto che c'è sempre stata! Va condannata non tanto davanti alla giustizia ma davanti alla propria coscenza
Vorrei vederti te vedendo il tuo nome ben in grassetto su una pagina e-bay attaccato ad un violino cinese quale reazione hai e che perdipiù questi garantiscono pure che è un tuo violino! Poi tu postuli in continuazione senza ottenere nessuna risposta, cosa dichiari guerra agli Stati Uniti? Oppure una etichetta girata per tua ed invece è un pezzo della tua carta intestata pure fotocopiata. Oppure quello che possiede un tuo falso violino spacciato appunto per tuo e nello stesso tempo il venditore crede più al certificatore di turno che a te, nonostante dichiari esplicitamente che non è un tuo violino, cosa fai vai a Taiwan? E' una guerra contro i mulini a vento. Tu parli impropriamente di nickname. Ricordati che i tipi che vai menzionando non sarebbero qui a scrivere alcun che.Fabio_Chiari_liutaio ha scritto: Continuate a fare e a pensare pure quello che vi pare a me non interessa, perchè io per fortuna (o per merito)con la liuteria artigianale ci campo lo stesso ma ora si comincia a capire meglio il perchè molti si nascondono dietro ai nickname con la balla della privacy.........
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Ignorare che cosa? Fraintendere che cosa? Ma perchè volete farci credere che Cristo è morto dal freddo? Se si ha la capacitò di scrivere un libro si è anche capaci di capire quello che ho detto perchè di tutto mi si può accusare fuorchè di non essere chiaro. Una cosa è comprare i violini in Cina o in Romania a 80 euro nel 2011 e rivenderli mettendoci la propria etichetta a 100000 euro altra cosa è quello che ha scritto lei signor eccius nel suo precedente intervento. Certe usanze in liuteria vengono dal passato ma quello che si sta facendo oggi è la morte dell'artigianato e non ci nascondiamo dietro un filo d'erba.
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Storicamente e' gia' successo vedi le "collaborazioni" fra i Bisiach e Sgarabotto o Sderci. Ora le chiamano collaborazioni ma a me pare una definizione inesatta: io la definirei sfruttamento del lavoro altrui.
Cosi' succede ai giorni nostri: le "collaborazioni" sono il violino cinese/rumeno o il violino fatto dallo studente delle scuole di liuteria e pagato dal liutaio /commerciante quattro soldi...
Cosi' succede ai giorni nostri: le "collaborazioni" sono il violino cinese/rumeno o il violino fatto dallo studente delle scuole di liuteria e pagato dal liutaio /commerciante quattro soldi...
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Dottore, ho anch'io qualche problema nel capire chi è. Ma sono fuori dal giro, e me ne farò una ragione.Auro ha scritto:Fabio_Chiari_liutaio ha scritto:Auro io non sono in grado di fare guerra agli Stati Uniti ma a te due schiaffi te gli tirerei ben volentieri.......sapessi chi cazzo sei.
Guarda che qui hanno capito tutti chi sono. L'unico che non capisce una cazzo sei tu.