video convegno sulle vernici per strumenti ad arco
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video convegno sulle vernici per strumenti ad arco
Ciao a tutti, vi informo che sono disponibili i video relativi al convegno tenutosi giovedì scorso a Cremona.
Speriamo che questi video siano di vostro gradimento.
Ciao a presto.
Giovanni
http://www.youtube.com/watch?v=2GEcd39xZVQ
http://www.youtube.com/watch?v=mJbVzovKS70
http://www.youtube.com/watch?v=1YROTcLhFGU
http://www.youtube.com/watch?v=uJRYik5LtsE
http://www.youtube.com/watch?v=a1L3T03vf2U
ps. Per il momento sono stati caricati questi, ne seguiranno altri...
Speriamo che questi video siano di vostro gradimento.
Ciao a presto.
Giovanni
http://www.youtube.com/watch?v=2GEcd39xZVQ
http://www.youtube.com/watch?v=mJbVzovKS70
http://www.youtube.com/watch?v=1YROTcLhFGU
http://www.youtube.com/watch?v=uJRYik5LtsE
http://www.youtube.com/watch?v=a1L3T03vf2U
ps. Per il momento sono stati caricati questi, ne seguiranno altri...
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Aggiunto anche il video relativo al maestro Carletti
http://www.youtube.com/watch?v=nMNWS-9i8GM
http://www.youtube.com/watch?v=nMNWS-9i8GM
Grazie a tutti i partecipanti al convegno sulle vernici ed a colui che ha messo in video tutti gli interventi!
Sto gradualmente esaminando con grande attenzione tutto quello che è stato detto, in particolare ho apprezzato molto l'approccio razionalista di tipo "illuminista" di Gabriele Carletti alle varie problematiche.
Avere la possibilità di sentire Igor Moroder parlare delle proprie esperienze nel campo del restauro delle vernici davvero non è cosa di tutti i giorni.
In sostanza io credo di aver avuto nel quadro d'insieme un arricchimento conoscitivo davvero completo se consideriamo anche la dissertazione a tutto tondo di Claudio Rampini.
A mio modo di vedere anche quanto riferito da Edo Sartori è significativo in quanto ci ha mostrato il frutto del suo lavoro concreto di bottega con la relativa esperienza sulle vernici, vale a dire "la pratica oltre la teoria".
E poi non ho sottovaluto la sua spontaneità riguardo le vernici antiche per le quali peraltro ha sottinteso un concetto importante:
"le vernici vanno esaminate molto da vicino, osservandone le caratteristiche di rifrazione alle varie angolazione ed apprezzandone le varie tonalità dei riflessi ai vari tipi di luce, ed altri aspetti ancora, quando queste caratteristiche sono presenti, non è sufficiente osservare uno strumento di valore messo in una bacheca senza che vi sia la possibilità di averlo tre le mani."
Io penso che abbia detto una grande verità, forse anche scontata, ma è sempre meglio ribadirlo.
Vorrei chiedere a Claudio se sia possibile porre delle domande, in quanto gli spunti di meditazione desunti dal convegno sono davvero innumerevoli, almeno per me. Più che altro nei limiti del possibile mi interesserebbe un suo punto di vista a carattere tecnico, perchè giustamente tutto è stato limitato al carattere teorico e poco alla pratica materiale anche per ragioni di tempo. Certo sarebbe stato bello oltre che più giusto porre dei quesiti magari direttamente al prof. Carletti o Moroder, ma, ripeto, non mi è stato possibile essere presente .
Sto gradualmente esaminando con grande attenzione tutto quello che è stato detto, in particolare ho apprezzato molto l'approccio razionalista di tipo "illuminista" di Gabriele Carletti alle varie problematiche.
Avere la possibilità di sentire Igor Moroder parlare delle proprie esperienze nel campo del restauro delle vernici davvero non è cosa di tutti i giorni.
In sostanza io credo di aver avuto nel quadro d'insieme un arricchimento conoscitivo davvero completo se consideriamo anche la dissertazione a tutto tondo di Claudio Rampini.
A mio modo di vedere anche quanto riferito da Edo Sartori è significativo in quanto ci ha mostrato il frutto del suo lavoro concreto di bottega con la relativa esperienza sulle vernici, vale a dire "la pratica oltre la teoria".
E poi non ho sottovaluto la sua spontaneità riguardo le vernici antiche per le quali peraltro ha sottinteso un concetto importante:
"le vernici vanno esaminate molto da vicino, osservandone le caratteristiche di rifrazione alle varie angolazione ed apprezzandone le varie tonalità dei riflessi ai vari tipi di luce, ed altri aspetti ancora, quando queste caratteristiche sono presenti, non è sufficiente osservare uno strumento di valore messo in una bacheca senza che vi sia la possibilità di averlo tre le mani."
Io penso che abbia detto una grande verità, forse anche scontata, ma è sempre meglio ribadirlo.
Vorrei chiedere a Claudio se sia possibile porre delle domande, in quanto gli spunti di meditazione desunti dal convegno sono davvero innumerevoli, almeno per me. Più che altro nei limiti del possibile mi interesserebbe un suo punto di vista a carattere tecnico, perchè giustamente tutto è stato limitato al carattere teorico e poco alla pratica materiale anche per ragioni di tempo. Certo sarebbe stato bello oltre che più giusto porre dei quesiti magari direttamente al prof. Carletti o Moroder, ma, ripeto, non mi è stato possibile essere presente .
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Ricercare sopra tutto due cose: la verità e la bellezza.
- Lino Santoro -
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- Lino Santoro -
Lino, il convegno di Cremona aveva appunto un carattere di "convegno" non era un seminario teorico pratico che insegnasse a fare le vernici. Ciò detto se hai domande puoi anche aprire un'altra discussione o rimanere in questa, per le domande a Carletti e Moroder provvederei io a girargliele, oppure puoi contattarli presso i loro indirizzi mail pubblicati nei rispettivi siti web:
http://www.liutaiocarletti.it/
http://www.igormoroder.com/
http://www.liutaiocarletti.it/
http://www.igormoroder.com/
andante con fuoco
Ma no, all'atto pratico volevo solo trarre spunto per approfondire possibilmente tra di noi alcuni argomenti specifici, ad esempio "il suono italiano", dal punto di vista liutario, argomento davvero affascinante. Chiaramente in convegno non ci sarebbe stato neanche il tempo da parte del M° Carletti di approfondire oltre quello che ha detto e certamente poi saremmo entrati troppo nello specifico! Quindi l'idea era di sentire possibilmente qui nel forum le varie esperienze ed opinioni.
Penso che il convegno sia stato di alto contenuto informativo, complimenti!
Hai ragione, ma devo confessare, per quanto mi riguarda, che su alcuni punti è come se fosse stato anche un seminario perchè ho sentito tante e tali informazioni analitiche che mi hanno chiarito alcune cose specifiche sulla procedura di composizione delle vernici che prima mi erano lacunose.claudio ha scritto:Lino, il convegno di Cremona aveva appunto un carattere di "convegno" non era un seminario teorico pratico che insegnasse a fare le vernici.
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Penso che il convegno sia stato di alto contenuto informativo, complimenti!
Ultima modifica di violino7 il lunedì 10 giugno 2013, 16:36, modificato 1 volta in totale.
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Ricercare sopra tutto due cose: la verità e la bellezza.
- Lino Santoro -
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- Lino Santoro -
Seconda cosa per me importante che ho ben focalizzato tra quanto ha detto il M° Carletti: esiste una vernice "mista" diversa da quella che noi normalmente finora siamo abituati a chiamare con questo nome, vale a dire quella all'essenza ossigenata.
E' un mix entro determinate percentuali tra vernice all'alcool pura e vernice all'olio di lino pura.
Parte dall'evidenza che l'essenza di trementina è miscelabile con l'alcool e lui l'ha citata a proposito dell'effetto di rifrazione che si diceva le sole vernici ad alcool non garantissero sufficientemente. Tutte le vernici bolognesi sono così, evidentemente è una prassi molto antica.
Vi interessa l'argomento?
Mi chiedo: quanto nell'alcool è diluibile l'olio di lino?
E' un mix entro determinate percentuali tra vernice all'alcool pura e vernice all'olio di lino pura.
Parte dall'evidenza che l'essenza di trementina è miscelabile con l'alcool e lui l'ha citata a proposito dell'effetto di rifrazione che si diceva le sole vernici ad alcool non garantissero sufficientemente. Tutte le vernici bolognesi sono così, evidentemente è una prassi molto antica.
Vi interessa l'argomento?
Mi chiedo: quanto nell'alcool è diluibile l'olio di lino?
Ultima modifica di violino7 il mercoledì 12 giugno 2013, 20:06, modificato 1 volta in totale.
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- Lino Santoro -
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se non ricordo male il rapporto è di 1:13 .
per mia esperienza riesco benissimo a miscelare essenza di trementina e alcool in parti uguali , però l'alcool deve essere anidro . Io uso l'alcool della fidea al 99,9 % .
Sempre se non ricordo male l'alcool a 95% è invece miscelabile con l'essenza in rapporto 1:3
parlo di essenza di trementina non ossigenata
per mia esperienza riesco benissimo a miscelare essenza di trementina e alcool in parti uguali , però l'alcool deve essere anidro . Io uso l'alcool della fidea al 99,9 % .
Sempre se non ricordo male l'alcool a 95% è invece miscelabile con l'essenza in rapporto 1:3
parlo di essenza di trementina non ossigenata
Diciamo allora che nel rapporto 1:13 ci rientriamo genericamente sia con l'olio di lino che con l'essenza di trementina per miscelare una vernice ad olio con una ad alcool.Cinabro85 ha scritto:se non ricordo male il rapporto è di 1:13 .
per mia esperienza riesco benissimo a miscelare essenza di trementina e alcool in parti uguali , però l'alcool deve essere anidro . Io uso l'alcool della fidea al 99,9 % .
Sempre se non ricordo male l'alcool a 95% è invece miscelabile con l'essenza in rapporto 1:3
parlo di essenza di trementina non ossigenata
Però ragionandola tutta, la faccenda, facendo questa vernice mista io avrei certamente migliorato la mia vernice ad alcool ma avrei comunque dovuto fare i conti con la mia difficoltà ad elaborare una vernice ad olio, perchè una ad olio minimo la devo fare! Quindi uno non può scegliere, deve saperle fare tutte e due. Questa è roba per gente che nelle vernici ci mette l'anima.
L'unico vantaggio sicuro sarebbe che in proporzione una ad olio basterebbe per più di dieci miste.
A questo punto si sarebbe portati a pensare che tanto varrebbe fare solo quella ad olio!
Entra in gioco la discriminante di qualità : è meglio una mista così fatta od una tutta ad olio?
Solo chi ha provato può dirlo! E poi c'è vernice e vernice, nell'ambito di ciascuna delle due tipologie di base! ......ed innumerevoli combinazioni.
Però, ragazzi, secondo me si apre un nuovo mondo nell'ambito della sperimentazione. Questo teoricamente potrebbe valere almeno per me, che prima d'ora non conoscevo questo tipo di mista.
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- Lino Santoro -
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violino7 ha scritto:Ma no, all'atto pratico volevo solo trarre spunto per approfondire possibilmente tra di noi alcuni argomenti specifici, ad esempio "il suono italiano", dal punto di vista liutario, argomento davvero affascinante.
riguardo al Suono italiano, l'intervento del Prof. Carletti, mi ha fatto ricordare Cesare Candi quando parlava di timbro in ''O'' per quello francese, in ''I'' per quello tedesco (entrambi dal suono robusto ma o poco morbido o nasale) e in ''A'' per quello italiano, dal suono chiaro e limpido.
e sempre riguardo al suono, circa gli spessori, mi ha colpito molto l'intervento dell'esperto restauratore che ha ricordato come nessuna misura di riferimento riportata oggi dai posters e nemmeno quelle nel Sacconi sono attendibili, ma solo un clamoroso falso storico. E questo Mantegazza a parte.
Se fossi stato presente al convegno certamente io questa domanda al M° l'avrei fatta, con tono di malcelata ingenuità e magari suscitando una risata generale:robinwood ha scritto:
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riguardo al Suono italiano, l'intervento del Prof. Carletti, mi ha fatto ricordare Cesare Candi quando parlava di timbro in ''O'' per quello francese, in ''I'' per quello tedesco (entrambi dal suono robusto ma o poco morbido o nasale) e in ''A'' per quello italiano, dal suono chiaro e limpido.
"Come deve fare un liutaio per ricreare nella costruzione di uno strumento il "suono italiano?".
Al di là delle apparenze a me sembra questa sia una domanda per niente banale, perchè sono sicuro che legati ad essa ci siano moltissimi tecnicismi sui quali immagino il prof. Carletti avrebbe potuto intrattenerci.
In sostanza: "cos'è che comporta la differenza nel suono, materialmente in fase costruttiva, tra un violino tedesco, francese, spagnolo od italiano dell'epoca d'oro?",... visto che di base tutti sono fatti alla stessa maniera, con un'anima, una catena ecc, ecc...
A me d'istinto è balzato in mente questo aspetto!
Effettivamente bisogna poi osservare che il suo ragionamento è nato come una vera e propria premessa e che in pratica è come se effettivamente fosse mancata una elaborazione concreta della materia.
Lui ha detto solo "esiste il suono italiano"! Beh, rendiamoci conto che dietro c'è un mondo fascinoso e complesso!
Premesso che certamente a questa regola ci sarà pur stata qualche nobile eccezione, allora è ancor più confermato che non bisogna "copiare" i grandi Maestri, nel vero senso della parola, ma "ispirarsi" a loro nel coltivare una propria sperimentazione.robinwood ha scritto: .............................
e sempre riguardo al suono, circa gli spessori, mi ha colpito molto l'intervento dell'esperto restauratore che ha ricordato come nessuna misura di riferimento riportata oggi dai posters e nemmeno quelle nel Sacconi sono attendibili, ma solo un clamoroso falso storico. E questo Mantegazza a parte.
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Ricercare sopra tutto due cose: la verità e la bellezza.
- Lino Santoro -
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