Altezza delle fasce
Altezza delle fasce
Buon giorno, dopo tanto che vi leggo mi sono deciso a costruire un violino; sono ancora alla progettazione pero' ho un problema circa la decisione dell'ltezza delle fasce. Ho letto molti post nel forum, ma forse per mia incompetenza non sono riuscito a capire come questa si determini. Qualcuno puo' aiutarmi? Grazie e buona domenica. Marco
Marco Ruggeri
- davidesora
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Re: Altezza delle fasce
L'altezza delle fasce contribuisce a stabilire il volume d'aria interno e si può modificare per ottenere piccole variazioni, di solito con l'anima installata si arriva a un Do# oppure Re in alcuni casi. A seconda delle tue scelte e anche in relazione all'altezza delle bombature si può giocare con l'altezza delle fasce per alzare o abbassare la nota del volume d'aria modificando anche la rigidità longitudinale della cassa.
Non conosco un metodo geometrico o matematico che serva allo scopo, è un'evoluzione che va di pari passo con la costruzione (e geometria) dei tuoi violini.
Non conosco un metodo geometrico o matematico che serva allo scopo, è un'evoluzione che va di pari passo con la costruzione (e geometria) dei tuoi violini.
Re: Altezza delle fasce
Oltre a consultare i vari forum in rete, cosa comunque utile, è consigliabile studiare i sacri testi, tra i quali il libro degli Hill su Stradivari e il libro di Sacconi di cui parliamo sempre tanto da queste parti. In questi testi vengono pubblicati molti dati sulle altezze delle fasce dei violini originali, che alla fine è la cosa più interessante.
andante con fuoco
Re: Altezza delle fasce
pero' vorrei sapere se voi maestri avete un approccio che potete consigliare perche' anche sul Sacconi ci sono molte indicazioni sull'altezza delle fasce ma solo come misure prese su i vari violini.
Marco Ruggeri
Re: Altezza delle fasce
Sul Sacconi, se leggi bene, si fa riferimento a quella che nell'ambito stradivariano è da considerare una costante. Anche nel forum si è parlato abbastanza spesso delle dimensioni delle fasce, facendo anche riferimento alle altezze. Tutto dovrebbe essere frutto di un ragionamento, non di valori applicati senza avere idea di cosa possano significare, come si è sempre fatto tra 1800 e 1900 (e si fa molto spesso ancora oggi). Una volta scelta la combinazione che si ritiene giusta, da un minimo di 30mm e 28mm al manico, e di un massimo di 32mm e 30mm al manico, si dovrà poi tenerla costante almeno per alcuni strumenti in modo da potervi abbinare la migliore combinazione delle bombature. Si è discusso molto anche sul digradare dell'altezza delle fasce dalle punte superiori in direzione del manico, anche questo è descritto sul Sacconi.
andante con fuoco
Re: Altezza delle fasce
ottimo, quindi e' un metodo empirico, devo costuire piu' violini con una variabile in modo da comprendere quale sia il migliore.... grazie, non ci avevo pensato.
Marco Ruggeri
Re: Altezza delle fasce
Non è un metodo empirico, è un metodo che segue la sensibilità e l'intuito delle persone. L'empirismo è la definizione usata dagli scienziati moderni che usano quando sono a corto di argomenti di fronte all'arte.
andante con fuoco
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Re: Altezza delle fasce
E' molto importante anche il modello di effe che usi, perché la risonanza di Helmholtz dipende sia dal volume della cassa che dall'area del foro, effe corpose richiedono o bombature pronunciate e o fasce più alte
Re: Altezza delle fasce
.. a pate che non so cosa sia la risonanza di Helmholtz c'e' eventualmente un modo per calcolarla? Scrivi di area del foro delle effe in rapporto alle bombature, quindi c'e' un calcolo da fare? Scusate ma mi sto perdendo
Marco Ruggeri
Re: Altezza delle fasce
Lorenzo, aspettiamo l'equazione di Helmholtz da applicare in liuteria!
andante con fuoco
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Re: Altezza delle fasce
Hmm Claudio, aspetta e spera! Chi cerca trova e chi cerca un amico trova un tesoro!
Marcofi, stavo scrivendo una risposta articolata ma nel mentre il solito sarcasmo di Claudio quando si va a parare su risonanze e affini mi ha fatto passare la voglia, secondo me comunque se stai sulle misure del Sacconi come si dice da queste parti, la scoppi in pieno!
Marcofi, stavo scrivendo una risposta articolata ma nel mentre il solito sarcasmo di Claudio quando si va a parare su risonanze e affini mi ha fatto passare la voglia, secondo me comunque se stai sulle misure del Sacconi come si dice da queste parti, la scoppi in pieno!
Re: Altezza delle fasce
Io sarcastico sulle risonanze? mai, le risonanze sono uno strumento di lavoro, perchè dovrei essere sarcastico? Semmai sono gli "affini" che suscitano la mia insofferenza. Comunque, a parte l'equazione di Helmholtz, il problema che si pone spesso è il seguente: data una linea editoriale che ho scelto, ossia quella di condividere con l'inclito pubblico una visione della luteria strettamente legata ad un percorso filologico e tradizionale, in cui non sono gli strumenti della tecnologia moderna a condizionare il lavoro del liutaio, semmai viceversa (forse), rimane il problema di quegli utenti che frequentando questo forum esprimono idee e concetti diametralmente opposti a quelli che intendo nel mio modo di vedere la liuteria.
Dato che il mondo della liuteria è caratterizzato spesso dalla presenza di pittoreschi individui (parlo in genere, non mi riferisco a nessuno in particolare in questa discussione), che professando fede in taluni principi scientifici di cui nemmeno conoscono i fondamenti, e che poi mi ritrovo regolarmente nel forum, viene a crearsi il dilemma se lasciare o meno lo spazio a chicchessia di popolare con altrettante pittoresche discussioni senza né capo né coda, ma che avrebbero l'indubbio vantaggio di poter alzare il numero delle discussioni e quindi il traffico del forum, e conseguentemente la sua popolarità.
Ho scelto la strada più impopolare: quella di fare una selezione delle discussioni e di mettere alla porta i pittoreschi individui quando iniziano a dare fastidio.
Ora io non so se il medico e fisico tedesco Hermann von Helmholtz possa essere paragonato a Sacconi, e se il tanto citato Sacconi (pare ad un certo punto che sia solo io ad amare la sua figura e la sua storia), possa suscitare a sua volta reazioni di insofferenza. Però se qualcuno qui scrive un principio attribuito ad Helmholtz:
Questo perché costruire violini non è l'applicazione di principi scientifici, o perlomeno non tutto può essere spiegato alla luce di detti principi, bensì una ricerca artistica, storica e filologica sul come produrre strumenti ad arco che producano buona musica. Avrei pensato che la figura di Sacconi, forse il più importante liutaio del 1900, restauratore e costruttore di strumenti nuovi, nonché profondo conoscitore di gran parte degli strumenti originali oggi in circolazione, fosse stata sufficiente per apprezzarne l'opera e seguirne l'esempio, tanto più che la mia esperienza sulla costruzione di strumenti ad arco basata proprio sull'opera stessa di Sacconi e il suo allievo Bissolotti, ha evidenziato negli anni risultati timbricamente apprezzati dai musicisti.
La domanda sorge spontanea: dovremmo tutti costruire strumenti come dice Sacconi? per circa due o tre secoli si è fatto e scritto di tutto sui segreti stradivariani, ma poi quando questi "segreti" vengono svelati, ecco che si prendono altre strade per imperscrutabili motivi, quando i liutai delle precedenti generazioni in assenza assoluta di documenti, studi e rilievi, sono stati costretti letteralmente a costruire i loro strumenti dal nulla, sforzi eroici che talvolta hanno prodotto anche opere di grande pregio, ma di fatto slegati dalla tradizione antica.
Ma il problema è che si vorrebbe mettere il sottoscritto in una sorta di gabbia ideologica per cui Sacconi sia per forza di cose in antitesi a qualsiasi principio scientifico, cosa assolutamente non vera e anche poco intelligente, visto che Sacconi stesso ai suoi tempi non solo non avversava l'approccio scientifico alla liuteria, ma addirittura collaborava con fisici e ingegneri, tra cui la famosa Carleen Hutchins, che almeno lei la fisica la conosceva bene.
Siccome l'ora è tarda e mi sono dilungato oltre il dovuto, mi limiterò a dire che per l'altezza delle fasce è utile la combinazione di 31mm e 29mm al manico, che ad oggi è il compromesso ideale per una cassa armonica di violino bene impostata. Perché? come si è arrivati a tale conclusione? quanti violini originali hanno altezze simili delle loro fasce? i restauri ripetuti nel corso di 300 e più anni hanno in qualche modo modificato le altezze delle fasce dei violini originali? e le bombature deformate nel tempo? e le effe anche esse logorate da decenni di messe a punto e ripetute sostituzioni d'anima che ne hanno modificato forme e geometrie?
Studiate von Helmholtz e troverete la risposta. Che vi devo dire?
Dato che il mondo della liuteria è caratterizzato spesso dalla presenza di pittoreschi individui (parlo in genere, non mi riferisco a nessuno in particolare in questa discussione), che professando fede in taluni principi scientifici di cui nemmeno conoscono i fondamenti, e che poi mi ritrovo regolarmente nel forum, viene a crearsi il dilemma se lasciare o meno lo spazio a chicchessia di popolare con altrettante pittoresche discussioni senza né capo né coda, ma che avrebbero l'indubbio vantaggio di poter alzare il numero delle discussioni e quindi il traffico del forum, e conseguentemente la sua popolarità.
Ho scelto la strada più impopolare: quella di fare una selezione delle discussioni e di mettere alla porta i pittoreschi individui quando iniziano a dare fastidio.
Ora io non so se il medico e fisico tedesco Hermann von Helmholtz possa essere paragonato a Sacconi, e se il tanto citato Sacconi (pare ad un certo punto che sia solo io ad amare la sua figura e la sua storia), possa suscitare a sua volta reazioni di insofferenza. Però se qualcuno qui scrive un principio attribuito ad Helmholtz:
Chi sono io per dire che questa cosa sia falsa? anzi, la trovo perfino interessante, ma ai fini della nostra discussione sull'altezza delle fasce, in uno stadio in cui si pongono semplici domande sulle varie procedure da adottare, come quella di stabilire un'altezza di fasce idonea alla cassa armonica di un violino, trovo le discussioni di fisica acustica un poco fuori argomento.«Ogni movimento vibratorio dell’aria nel condotto uditivo, corrispondente a un suono musicale, può sempre, e sempre in un solo modo, essere riguardato come la somma di un certo numero di movimenti vibratori, corrispondenti ai suoni parziali del suono considerato.» (fonte: Wikipedia)
Questo perché costruire violini non è l'applicazione di principi scientifici, o perlomeno non tutto può essere spiegato alla luce di detti principi, bensì una ricerca artistica, storica e filologica sul come produrre strumenti ad arco che producano buona musica. Avrei pensato che la figura di Sacconi, forse il più importante liutaio del 1900, restauratore e costruttore di strumenti nuovi, nonché profondo conoscitore di gran parte degli strumenti originali oggi in circolazione, fosse stata sufficiente per apprezzarne l'opera e seguirne l'esempio, tanto più che la mia esperienza sulla costruzione di strumenti ad arco basata proprio sull'opera stessa di Sacconi e il suo allievo Bissolotti, ha evidenziato negli anni risultati timbricamente apprezzati dai musicisti.
La domanda sorge spontanea: dovremmo tutti costruire strumenti come dice Sacconi? per circa due o tre secoli si è fatto e scritto di tutto sui segreti stradivariani, ma poi quando questi "segreti" vengono svelati, ecco che si prendono altre strade per imperscrutabili motivi, quando i liutai delle precedenti generazioni in assenza assoluta di documenti, studi e rilievi, sono stati costretti letteralmente a costruire i loro strumenti dal nulla, sforzi eroici che talvolta hanno prodotto anche opere di grande pregio, ma di fatto slegati dalla tradizione antica.
Ma il problema è che si vorrebbe mettere il sottoscritto in una sorta di gabbia ideologica per cui Sacconi sia per forza di cose in antitesi a qualsiasi principio scientifico, cosa assolutamente non vera e anche poco intelligente, visto che Sacconi stesso ai suoi tempi non solo non avversava l'approccio scientifico alla liuteria, ma addirittura collaborava con fisici e ingegneri, tra cui la famosa Carleen Hutchins, che almeno lei la fisica la conosceva bene.
Siccome l'ora è tarda e mi sono dilungato oltre il dovuto, mi limiterò a dire che per l'altezza delle fasce è utile la combinazione di 31mm e 29mm al manico, che ad oggi è il compromesso ideale per una cassa armonica di violino bene impostata. Perché? come si è arrivati a tale conclusione? quanti violini originali hanno altezze simili delle loro fasce? i restauri ripetuti nel corso di 300 e più anni hanno in qualche modo modificato le altezze delle fasce dei violini originali? e le bombature deformate nel tempo? e le effe anche esse logorate da decenni di messe a punto e ripetute sostituzioni d'anima che ne hanno modificato forme e geometrie?
Studiate von Helmholtz e troverete la risposta. Che vi devo dire?
andante con fuoco
Re: Altezza delle fasce
Grazie Claudio, adottero' la misura 29-31 con bombatura della tavola mediamente tesa. Altezza totale 15mm. poi si vedra'; da qualche parte dovro' inziziare. Per i il contorno di tavola e fondo ho preso a riferimento "Il Tiziano 1715" non per qualche oscuro calcolo ma semplicemente perche' mi piace. Cerchero' di aggiornare il post senza tediarvi troppo. Buona giornata
Marco Ruggeri
Re: Altezza delle fasce
Il Tiziano va benissimo, era uno dei violini preferiti di Sacconi. Se lo prendi a modello, occhio alla lunghezza della punte, perché nell'originale sono piuttosto consumate e quindi accorciate. Il concetto del "perché mi piace" per me è ottimo e di gran lunga preferibile a qualsiasi altro concetto compulsivo ossessivo che purtroppo sembra andare di moda tra gli americani e che trova sempre più dimora in casa nostra. La precisione è solo uno dei parametri importanti nella costruzione di uno strumento ad arco, quando la si mette in primo piano, fino a prevalere sull'aspetto artistico, diventa un'altra cosa. Precisione e rigore esecutivo, nella liuteria come nella musica, non sono da confondere.
andante con fuoco