Il violino di Giacomo

Suonare e costruire i violini
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davidesora
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Re: Il violino di Giacomo

Messaggio da davidesora »

Giacomom ha scritto: domenica 4 agosto 2019, 11:49 Quindi se non ho capito male fate così...?
si, ma la svasatura non è così accentuata, diciamo che la parte verso il centro del violino rimane a 90° abbondanti (potrei dire 91,5° :D ) con la superficie della tavola mentre la parte esterna diventa quasi perpendicolare al piano ma rimane comunque un po' inclinata, ossia se guardi la tavola perpendicolarmente al suo piano si intravede comunque lo spessore della parte esterna della effe. Questo per evitare di creare spigoli esterni eccessivamente acuminati ed estremamente fragili, e dal punto di vista pratico per preservarli il più possibile dai "tocchi" accidentali con il ferro dell'anima.
inclinazione pareti aste effe.jpg
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claudio
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Re: Il violino di Giacomo

Messaggio da claudio »

Penso sia necessario distinguere due fenomeni fisici legati ai movimenti dell'aria, uno fluidodinamico che riguarda la velocità del flusso d'aria, e l'altro legato alla trasmissione del suono attraverso un fluido. Va da sè che in uno strumento ad arco la velocità dei flussi d'aria generata dalla vibrazione delle corde ai fini della vera e propria produzione del suono è a mio parere inconsistente. Per questo dico che aprire più o meno le effe, o svasarne i bordi per favorire l'uscita del flusso d'aria seguendo il principio Venturi, squisitamente legato alla velocità dei fluidi (fu una legge a suo tempo scoperta da Leonardo), nel caso di uno strumento ad arco è completamente diverso rispetto al carburatore di un motore a scoppio.

La propagazione del suono avviene senza che il fluido (acqua o aria che sia), venga in alcun modo accelerato o decelerato. Per di più il suono si propaga praticamente su ogni tipo di materia o sostanza. Ad esempio, un violino senza effe comunque suona anche se il suo timbro rimane chiuso, ma riesce comunque a farsi sentire, e se le onde prodotte hanno una frequenza molto bassa, riesce anche a propagarsi a grandi distanze.

Invece le aperture, le loro geometrie, hanno sicuramente effetto sul timbro e anche sulla propagazione delle onde sonore, ma questo non è in alcun modo legato alla velocità del flusso d'aria, bensì al mezzo di propagazione del suono, le parti in legno dello strumento, il corpo dell'archetto e quello del musicista, ed infine l'aria.

L'osservazione che facevo è quindi la seguente: se i fori superiori delle effe e magari quelli delle aste siano perpendicolari alle curve, anziché al piano di appoggio della tavola armonica, cosa cambierebbe ai fini della produzione del suono? cambia nella misura in cui ciò va ad influire sull'elasticità della tavola armonica. Se poi intendiamo la superficie esterna della tavola armonica come un qualcosa che irradia vibrazioni e quindi il suono, forse anche il fatto di avere un foro il cui asse è orientato in un modo piuttosto che in altro, può avere influenza sul timbro.

Dato che questo non potremmo mai saperlo con certezza, prendiamo per buono il dato dell'esperienza per cui nei violini antichi i fori superiori ed inferiori sono spesso perpendicolari alle curvature, anziché al piano di appoggio della tavola armonica. Nel mio caso la logica dell'orientamento dei fori segue un concetto puramente razionale legato all'esigenza di poter determinare con certezza la distanza tra i fori, sia misurandola dall'esterno, che dall'interno della tavola.
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Re: Il violino di Giacomo

Messaggio da Giacomom »

Quindi per fare un sunto ai consigli relativi all'approccio di Davide...

. Gli occhi superiori sarebbe bene non toccassero la prima fibra scura in direzione mediana per non intaccare la rigidità del legno...

. Fori e tagli perpendicolari alla bombatura...

. Lieve svasatura verso l'interno (immagino che sarà creata al momento della rifinitura con tamponi di cartavetro...?)

. Smusso dello spigolo interno della F (immagino fatto con cartavetro P300 o più e immagino che la farai dopo aver fatto la messa a punto finale con la rasiera dello spessore della tavola...?)
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Re: Il violino di Giacomo

Messaggio da Giacomom »

Sunto dell'approccio di Claudio...

Fori e taglio perpendicolari al piano di incollaggio della tavola questo per avere un riferimento più preciso tra interno ed esterno... E verosimilmente per preservare maggiormente l'elasticità della tavola...
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claudio
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Re: Il violino di Giacomo

Messaggio da claudio »

Non penso che l'uno o l'altro modo di foratura preservino più o meno l'elasticità della tavola, la fanno vibrare semplicemente diversamente, né meglio né peggio. Dato però che i violini hanno l'abitudine innata a vibrare sempre un po' come gli pare, in modo spesso poco o per niente controllabile, il mio è un modo per preservare l'aspetto timbrico al fine della costanza dei risultati sonori tra uno strumento e l'altro, del resto anche gli anelli di accrescimento dell'abete sono disposti il più possibile perpendicolari al piano di appoggio della tavola armonica. Così come nell'avvicinare o allontanare i fori so di ottenere determinati risultati sonori, cosa comunque ottenibile anche con i fori orientati alla curvatura, ma per me un poco più difficile per mantenere costanti le qualità del suono.
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Re: Il violino di Giacomo

Messaggio da davidesora »

Giacomom ha scritto: domenica 4 agosto 2019, 13:04 Quindi per fare un sunto ai consigli relativi all'approccio di Davide...

. Gli occhi superiori sarebbe bene non toccassero la prima fibra scura in direzione mediana per non intaccare la rigidità del legno...
OK

. Fori e tagli perpendicolari alla bombatura...
OK

. Lieve svasatura verso l'interno (immagino che sarà creata al momento della rifinitura con tamponi di cartavetro...?)
No, viene creata proprio durante il taglio con il coltello, non avrebbe senso tagliare le effe perpendicolari al piano e poi modificare l'inclinazione in un secondo momento

. Smusso dello spigolo interno della F (immagino fatto con cartavetro P300 o più e immagino che la farai dopo aver fatto la messa a punto finale con la rasiera dello spessore della tavola...?)
E' l'ultima cosa che faccio dopo aver incollato la catena e prima di chiudere la cassa, gli occhi rimangono spigolosi e ammorbidisco solo gli spigoli interni delle aste utilizzando della cartavetro P400 consumata, del tipo su supporto morbido
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Re: Il violino di Giacomo

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claudio ha scritto: domenica 4 agosto 2019, 12:57 Penso sia necessario distinguere due fenomeni fisici legati ai movimenti dell'aria, uno fluidodinamico che riguarda la velocità del flusso d'aria, e l'altro legato alla trasmissione del suono attraverso un fluido. Va da sè che in uno strumento ad arco la velocità dei flussi d'aria generata dalla vibrazione delle corde ai fini della vera e propria produzione del suono è a mio parere inconsistente. Per questo dico che aprire più o meno le effe, o svasarne i bordi per favorire l'uscita del flusso d'aria seguendo il principio Venturi, squisitamente legato alla velocità dei fluidi (fu una legge a suo tempo scoperta da Leonardo), nel caso di uno strumento ad arco è completamente diverso rispetto al carburatore di un motore a scoppio.

La propagazione del suono avviene senza che il fluido (acqua o aria che sia), venga in alcun modo accelerato o decelerato. Per di più il suono si propaga praticamente su ogni tipo di materia o sostanza. Ad esempio, un violino senza effe comunque suona anche se il suo timbro rimane chiuso, ma riesce comunque a farsi sentire, e se le onde prodotte hanno una frequenza molto bassa, riesce anche a propagarsi a grandi distanze.

Invece le aperture, le loro geometrie, hanno sicuramente effetto sul timbro e anche sulla propagazione delle onde sonore, ma questo non è in alcun modo legato alla velocità del flusso d'aria, bensì al mezzo di propagazione del suono, le parti in legno dello strumento, il corpo dell'archetto e quello del musicista, ed infine l'aria.

L'osservazione che facevo è quindi la seguente: se i fori superiori delle effe e magari quelli delle aste siano perpendicolari alle curve, anziché al piano di appoggio della tavola armonica, cosa cambierebbe ai fini della produzione del suono? cambia nella misura in cui ciò va ad influire sull'elasticità della tavola armonica. Se poi intendiamo la superficie esterna della tavola armonica come un qualcosa che irradia vibrazioni e quindi il suono, forse anche il fatto di avere un foro il cui asse è orientato in un modo piuttosto che in altro, può avere influenza sul timbro.

Dato che questo non potremmo mai saperlo con certezza, prendiamo per buono il dato dell'esperienza per cui nei violini antichi i fori superiori ed inferiori sono spesso perpendicolari alle curvature, anziché al piano di appoggio della tavola armonica. Nel mio caso la logica dell'orientamento dei fori segue un concetto puramente razionale legato all'esigenza di poter determinare con certezza la distanza tra i fori, sia misurandola dall'esterno, che dall'interno della tavola.
Confesso che il principio di Venturi l'ho scoperto adesso che tu me l'hai menzionato (grazie Wikipedia :) ) ma anche io non credo centri nulla con i movimenti dell'aria della cassa di un violino. Facilitare il passaggio dell'aria all'esterno della cassa evitando turbolenze della stessa (effe leggermente svasate senza spigoli taglienti all'interno) è un tentativo nella direzione di aumentare semplicemente di qualche Decibel l'intensità della vibrazione percepita del volume d'aria (A0) a beneficio di tutte le frequenze musicali associate ad esso (frequenze basse). I violini classici (i soliti Stradivari e Guarneri, quelli buoni almeno) presentano sempre la caratteristica di una intensità della frequenza del volume d'aria molto elevata, tipica dei violini solistici.
Poi, detto fra noi ( :) ), non credo che questi minimi dettagli delle effe possano fare chissà quale differenza e come dici anche tu una volta che si è deciso come fare e si è soddisfatti dei risultati timbrici ed anche estetici, meno dettagli si modificano tra un violino e il prossimo e più possibilità ci saranno di mantenere le caratteristiche timbriche che siamo riusciti ad ottenere.
A conferma di questo ad esempio gli Stradivari e i Guarneri ben conservati non hanno mai gli spigoli interni delle aste arrotondati, altri si a causa del logorio di ferri dell'anima e rimaneggiamenti vari, i Guadagnini invece a volte presentano un'arrotondamento anche marcato che sembrerebbe intenzionale, ma affermare che arrotondare o meno uno spigolo possa essere determinante oppure deterrente per il suono direi che sarebbe sicuramente quantomeno azzardato.
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Re: Il violino di Giacomo

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Certamente, io volevo solo evidenziare il fatto che rendere aerodinamico un sistema in cui non vi è flusso d'aria in movimento, o perlomeno non tale da generare resistenze e vortici, mi sembra poco utile. Cosa che invece dal punto di vista della propagazione del suono potrebbe invece avere un senso.
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Re: Il violino di Giacomo

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Ottimo...
Tutte queste informazione sono un patrimonio incredibile...

Mi resta solo un dubbio...
Non sono sicuro di aver capito quali sono le venature scure...

Vediamo se ci ho preso...?
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L'abete è una conifera, e come tale è soggetta ad un periodo di quiescenza nel periodo invernale, in cui il metabolismo della pianta è ridotto al minimo, sviluppando un legno di colore scuro, di consistenza dura e di spessore sottile, e comunque sempre più sottile rispetto a quello primaverile. Nel periodo primaverile la pianta si "risveglia" e rimette in moto tutti i suoi processi vitali, sviluppando rapidamente un legno di natura soffice, leggera e porosa, adatto alla circolazione degli umori.
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Re: Il violino di Giacomo

Messaggio da Giacomom »

Le piante si che sono esseri intelligenti...mica come noi...
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Re: Il violino di Giacomo

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Giacomom ha scritto: domenica 4 agosto 2019, 15:36 Mi resta solo un dubbio...
Non sono sicuro di aver capito quali sono le venature scure...
In realtà "venatura" è un termine generico, bisognerebbe parlare di anelli di accrescimento che sono costituiti da una parte di legno chiara (primaverile, primaticcia) e da una parte scura (autunnale/invernale, tardiva).
Però non mi sembra ci sia molto da confondersi su quali sono le parti chiare e quali quelle scure, basta guardare :D
Nella tua tavola che ha la venatura abbastanza larga poi è molto evidente.
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Re: Il violino di Giacomo

Messaggio da Giacomom »

Adesso ho capito :chrs:
Dal tuo segno in rosso avevo capito che le venatura avvicinandosi mediamente si scurivano e non dovevo arrivare a toccare quelle più scuse...
Invece intendi dire questo... (vedi foto)
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Re: Il violino di Giacomo

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Giacomom ha scritto: domenica 4 agosto 2019, 17:11 Adesso ho capito :chrs:
Dal tuo segno in rosso avevo capito che le venatura avvicinandosi mediamente si scurivano e non dovevo arrivare a toccare quelle più scuse...
Invece intendi dire questo... (vedi foto)
Esatto.
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Re: Il violino di Giacomo

Messaggio da Giacomom »

Nel frattempo mi faccio una critica su un errore calcolato ma pur sempre un errore estetico...

Per portare il diapason a 197 ho spostato 1,5 mm le F verso l'alto
Questo fa si che gli occhi inferiori non sono tangenti al bordo interno del filetto della CC
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