Trattamento manico e finitura violino

Suonare e costruire i violini
PaoloT
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Trattamento manico e finitura violino

Messaggio da PaoloT »

Buonasera a tutti,
ho intenzione di portare a termine un violino in cantiere da ormai diversi mesi (e abbandonato in soffitta per le temperature troppo rigide del mio “laboratorio”…). Devo ancora procedere con la lavorazione del manico e relativo incollaggio, ma mi sto già portando avanti (almeno con la ricerca e col pensiero) sulle prossime fasi di lavoro. Mi rendo conto che i miei dubbi siano di natura piuttosto pratica e, se esulano dalle finalità del forum, ringrazio comunque per lo spazio e mi scuso per il disturbo arrecato.
Dopo tre violini ed una viola, vorrei chiarirmi almeno due punti (e magari fossero gli unici…) su cui non sono ancora riuscito a trovare una quadra (il Sacconi, i quaderni di liuteria o altro materiale, scritto o video offerto dal web non mi hanno aiutato): il trattamento del manico e la finalizzazione della verniciatura.
Premetto che, per motivi tecnici (non dispongo della camera UV) e pratici, utilizzo una vernice ad alcool (l’esperimento attuale, suggeritomi da un liutaio, ha la proporzione: 500 gr. gommalacca, 50 gr di mastice, ginepro, benzoe, 2 l alcool).
Primo punto: trattamento del manico. Sono sempre stato insoddisfatto dello stacco netto tra la vernice (al tallone e al riccio) e il colore del legno “vergine” del manico. Il mio pensiero, oltre alla questione estetica, è di natura funzionale (suonabilità dello strumento) e di protezione del legno. In rete vedo manici di strumenti con una tonalità praticamente omogenea alla vernice e talvolta ho visto (senza però sapere cosa) aggiungere una sostanza liquida, che pure ha accentuato la marezzatura del manico. Qualche anno fa mi sono state consigliate alcune strade, che non mi hanno convinto appieno: 1. passere olio di paglierino (strada che non ho percorso perché ho letto da qualche parte che sia una sostanza in qualche modo tossica); 2. verniciare con la vernice incolore e poco prima della completa asciugatura levigare con micromesh per far penetrare resina e polvere di legno nei pori (ma mi sono chiesto: la vernice, comunque resinosa, non può ostacolare lo scivolamento del pollice?); 3. passare energicamente un acciarino fino a “bruciare” il legno e lucidarlo (ma mi sembra una violenza sullo strumento….). Ipotizzo di passare una goccia di olio di oliva, ma temo che rimanga un senso di untuosità che, invece di proteggere il legno, in realtà trattenga lo sporco e unga la mano. Ci sono alternative o le strade che ho elencato possono essere valide?
Secondo punto: effetto finito della verniciatura. Premetto che non sono amante dell’effetto “a specchio”, ma non sono riuscito a arrivare ad una finitura satinata/opaca. Dopo le varie mani di vernice, alternate a fasi di levigatura, l’ultima mano con vernice trasparente riporta inevitabilmente un effetto ai miei occhi lucido (forse troppo, ma è soggettivo). Mi chiedo: levigando l’ultima mano e passando un leggero velo di SperNicko (sempre consigliatomi da un liutaio), smorzo la lucidità o il polish conferisce comunque “vetrosità” al legno? Ho visto video di liutai (sia cremonesi che operanti in USA) che propongono il french polish per dare un effetto vellutato e satinato: può essere un’alternativa o è una forzatura che rappresenta una potenziale scorciatoia rispetto a metodi più tradizionali? E soprattutto: essendo il french polish basato su gommalacca e alcool (e quindi in sostanza più o meno la stessa vernice usata, senza qualche resina), si replica il comportamento della vernice o il solo fatto di utilizzare un tampone al posto del pennello opacizza il risultato finale?
Ultima domanda (ultima, lo prometto): Sacconi, nel capitolo sulla verniciatura, parla della preparazione del legno (quella a base di silicati dal color caramello) e della impermeabilizzazione con albumina/miele/zucchero, sostenendo (se non ricordo male) che in qualche caso la preparazione sia assente, in favore della sola vernice bianca. Nei miei precedenti strumenti (o meglio esperimenti) ho applicato, sempre andando per tentativi, o direttamente la vernice sul legno (da rivenditori specializzati e liutai mi è stato detto che la vernice trasparente funge da turapori senza bisogno di altri trattamenti), oppure ho seguito la sequenza thè/caffè (per simulare l’effetto ambrato dell’ossidazione del legno) + acqua di colla + vernice. Rifacendomi al Sacconi e non essendo sicuro sull’uso della pigmentazione del legno, potrebbe essere una buona idea isolare il legno con albumina, eventualmente addizionata con curcuma, per ottenere contemporaneamente la “vetrificazione” e un’esaltazione della marezzatura (ho fatto lo stesso con acqua di colla e curcuma sull’interno, prima della chiusura della cassa, per proteggere il legno, quindi senza finalità estetica)? Oppure può avere un senso “ambrare” il legno tra l’albumina e la vernice vera e propria?
Mi scuso per essere stato prolisso e spero di non essere uscito dalle finalità del forum. Nel caso, mi scuso ancora. Grazie mille per l’opportunità e per l’aiuto!
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claudio
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Re: Trattamento manico e finitura violino

Messaggio da claudio »

Salve Paolo, le domande che poni riguardano temi piuttosto complessi che meriterebbero ognuno un capitolo a sé, quindi per non allungare troppo il discorso, che semmai approfondiremo in seguito, mi limito a parlare del trattamento del manico. Premetto che io tratto solo vernici ad olio da circa una ventina d'anni e quindi mi sono specializzato in tal senso, quindi tutte quelle caratteristiche che tu descrivi e che riguardano lo stacco del colore del manico, il contrasto della sua marezzatura, la sua protezione dal contatto delle mani senza provocare attriti, sono abbastanza naturali usando il materiale principe della vernice: l'olio di lino, preferibilmente crudo e spremuto a freddo.

L'operazione in sé è abbastanza semplice, si tratta di cospargere con alcune gocce di olio di lino la superficie del manico e quindi levigare con carta abrasiva molto fine, si può iniziare con una grana 400/600. Ti consiglio di fare prove su pezzi di scarto, poiché alcune carte e anche le micromesh hanno la cattiva abitudine di rilasciare colorazioni grigiastre al contatto con l'olio. Dopo la prima passata di olio seguita dalla levigatura, si toglie l'eccesso formato da segatura sottile ed olio e si lascia asciugare. Io uso un armadio ad ultravioletti, ma si può usare anche la luce naturale in primavera e in estate, in questo modo l'olio penetrato nel legno polimerizza ed impermeabilizza il legno in modo molto naturale. Quindi, una volta essicata la prima mano, si procede con una seconda e con altre mani a seguire, sempre alternando con una adeguata essiccazione, fin quando con micromesh 2000/3000 il manico non prende un'apparenza semilucida e un tipica sensazione vellutata al tatto. La colorazione ambrata in questo caso risulta dalla naturale essiccazione dell'olio a cui si unisce quella del legno esposto ai raggi UV.

Questa è la tecnica migliore possibile perché l'olio di lino crudo è perfettamente compatibile con la nostra pelle, ha proprietà antisettiche, e si può "rinfrescare" il trattamento periodicamente con il solito sistema: olio di lino crudo e levigatura con micromesh. Tutte le altre tecniche che ho provato hanno sempre dato risultati inferiori se non problematici.
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PaoloT
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Re: Trattamento manico e finitura violino

Messaggio da PaoloT »

Ti ringrazio davvero molto! Seguirò il tuo consiglio!

ps: qualora tu avessi voglia/tempo di rispondere anche sulla questione della finitura, mi farebbe piacere. Un liutaio che opera a Cremona utilizza il french polish anche su violini verniciati ad olio, quindi ho pensato che potesse essere un trattamento “universale” e la cosa mi intriga molto.

Pongo una domanda pragmatica (so già che mi risponderesti: “Stradivari ha fatto centinaia di violini e non aveva box UV”): se volessi sperimentare la verniciatura ad olio, sarebbe praticabile farlo senza la camera UV (in termini di resa, tempi e non so che altre variabili)? Oppure i kit in vendita sono già preparati per favorire una rapida essiccazione e lavorabilità della vernice?

grazie mille ancora
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claudio
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Re: Trattamento manico e finitura violino

Messaggio da claudio »

La cosa migliore sarebbe una UVbox più semplice possibile, cioè a dire con lampade UVA applicate ai quattro lati e senza nessun tipo di ausilio per girare lo strumento durante l'esposizione, si può farlo benissimo a mano ogni 3/6 ore circa, senza problemi. Prudenza vuole che la UVbox non sia presente in laboratorio, ma in una stanza a parte, per evitare che il liutaio si esponga per lungo tempo agli ultravioletti. La mia UVbox è all'interno del mio laboratorio, la tenga accesa solo di notte ed è più che sufficiente per essiccare ogni singola mano di vernice.

Se però si opta per l'esposizione agli UV naturali, si ritorna ai tempi antichi, in cui si verniciavano gli strumenti da Marzo ad Ottobre. Si potrebbe anche procedere anche senza gli UV, ma la polimerizzazione avverrebbe molto più lentamente e con tempi molto lunghi per andare semplicemente fuori polvere. Bisogna capire che gli UV e la vernice ad olio hanno un legame inscindibile, basato sulla foto-ossidazione degli acidi grassi dell'olio di lino.

Non esiste nessun catalizzatore/siccativo che possa sostituire e nemmeno eguagliare l'azione degli UV. Nella mia vernice a base olio e sandracca ho smesso da tempo di usare siccativi perché non ce n'è alcun bisogno.

Riguardo al french-polish, solo il termine mi produce una certa diffidenza, nel passato ho usato spesso anch'io la lucidatura a tampone per la lucidatura delle vernici, ma la finitura a specchio delle superfici esula completamente dagli scopi di una verniciatura destinata ad uno strumento ad arco, perché una lucidatura così spiccata va bene solo per un certo tipo di mobili, ma non per un violino.

Tuttavia, è bene che il liutaio impari anche la tecnica di verniciatura e finitura a tampone, che se ben utilizzata può avere il suo scopo nell'antichizzazione degli strumenti e nel restauro. Nella finitura delle vernici ad olio invece non ha nessuno scopo perché queste vernici, se ben composte e bene applicate, posseggono proprietà tali di "autolivellamento" e di un lucido morbido, mai vetroso, da rendere inutile ogni ulteriore intervento.

Per la finitura delle mie vernici uso una blanda levigatura tra un mano e l'altra, e una un poco più energica alla fine della verniciatura, ma sempre a base di olio di lino e pasta abrasiva.

Nelle foto allegate puoi vedere uno dei miei strumenti in cui ho utilizzato vernice alla sandracca e la lucidatura di cui ho parlato sopra, nel caso delle vernici ad olio è praticamente impossibile ottenere vernici perfettamente livellate tipo carrozzeria, e questo è un bene perché gli strumenti dovrebbero avere un look "materico", artigianale e artistico, non di fabbrica.
Allegati
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Re: Trattamento manico e finitura violino

Messaggio da PaoloT »

Stupendo violino, proprio un’opera d’arte! complimenti!

Dalla tua spiegazione, credo di aver completamente frainteso la funzione della finitura a tampone: pensavo fosse per “opacizzare” lo strumento, non per lucidarlo ulteriormente con effetto specchio. Ma allora, come ottenere un effetto satinato (per intenderci quello che gli amici anglofoni chiamano “matte finish”)? Levigo l’ultima mano e poi? Tampono solo con alcool (senza usare la vernice resinosa) o lo “massaggio” energicamente con panno asciutto fino a ridistribuire la polvere di vernice? Oppure finisco la verniciatura ed evito il SuperNicko?
Grazie mille per la condivisione preziosa della tua conoscenza preziosa!

ps: sempre online ho visto video in cui i violini (non copie) vengono sporcati con sostanze scure (non so se colore ad olio o addirittura un acrilico) lungo tutto il filetto, le volute del riccio e le giunzioni tra fasce e tavole. Non trattandosi di violini antichizzati, mi chiedo quale sia il senso: è un “vorrei ma non posso” e si dà una patina di antico ad un violino che resta visibilmente nuovo, oppure ci sono motivazioni estetiche valide e di prassi? Oppure (e sono maligno, lo so) tale pratica può essere funzionale a mascherare qualche imperfezione nella filettatura? grazie ancora e scusa il disturbo.
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claudio
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Re: Trattamento manico e finitura violino

Messaggio da claudio »

Grazie per i complimenti, io non faccio segreti della mia vernice ed in genere piace molto, ma nessuno mi cerca per rifarla!

Riguardo il tuo discorso sulla finitura satinata, è bene subito precisare che nella tradizione liutaria italiana essa non è compresa, capita qualche volta di vederla nei violini economici da studio. Non ho notizia di una superficie satinata ottenuta mediante tampone, per me l'unico modo è quello di usare vari abrasivi e portare la levigatura ad un livello di lucidatura non eccessivo, bisogna fare esperimenti se proprio ci si tiene. Ignoro se ci siano altri modi, perché è una finitura che non si usa nella liuteria d'autore.

Riguardo l'ultima questione non saprei, bisognerebbe vedere delle foto per capire bene di cosa parli, è pur vero che si usa "sporcare" per ottenere un effetto antichizzato, spesso si usa il bitume di Giudea per ricreare artificialmente quei depositi di polvere e pece che si formano sulle punte e lungo i filetti, ma anche nella zona del ponticello. Sulle antichizzazioni mi trovi piuttosto impreparato perché non solo non le uso, ma nemmeno le amo. Purtroppo questo è un genere molto frequentato negli USA e anche in oriente, non so se il problema è quello di concentrarsi eccessivamente sull'antichizzazione a scapito del suono, ma raramente ho avuto occasione di ascoltare violini antichizzati che il cui suono somigliasse anche lontanamente agli strumenti originali che si è preteso imitare.
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Re: Trattamento manico e finitura violino

Messaggio da PaoloT »

Grazie mille come sempre!

Approfitto un’ultima volta della tua disponibilità chiedendoti se può valere la pena addizionare l’albumina con del colore (penso ad esempio alla curcuma) per ottenere in un solo passaggio isolamento del legno ed “effetto ossidazione”. Altrimenti, ci sono suggerimenti su cosa applicare tra albumina (o acqua di colla 1:20: sono analoghe o c’è una preferenza tra le due?) e vernice per evidenziare la marezzatura? In passato ho provato caffè e thè, ma non ho mai provato prima l'albumina (non so se sia idrosolubile) e non conosco la possibile reazione. Ho pensato anche di dare un tono ambrato al legno e poi isolarlo, ma non so se ci siano possibili controindicazioni. Sono davvero aperto a qualunque tipo di sperimentazione, purché non troppo impattante o troppo “chimica” (ho letto di chi isola il legno con calce addizionata di mordenti all’acqua, ma nella mia ignoranza non credo siano metodi troppi ortodossi….).

Grazie ancora, davvero grazie molte.
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claudio
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Re: Trattamento manico e finitura violino

Messaggio da claudio »

Un conto è la preparazione del legno a base di chiara d'uovo o acqua di colla (ma si può fare anche a caseina), tutta un'altra faccenda è la coloritura del legno, che non imita necessariamente l'effetto di ossidazione. La coloritura del legno non dovrebbe mai essere fatta direttamente sul legno perché si rischia di macchiare, specialmente l'abete, quindi si tratta prima il legno con una preparazione incolore e poi si va di coloritura.

Anche in questo caso bisogna fare molte prove per verificare il procedimento che si ritiene migliore e più sicuro per noi. Io preferisco due trattamenti diversi, uno a base di acqua di colla seguito da nitrito di sodio al 4%, che poi andrà esposto agli UV per qualche giorno, che conferisce al legno una superficie color nocciola molto simile all'ossidazione naturale. L'altro trattamento è invece a base di aloe trattata con ammoniaca, che è un vero e proprio processo di coloritura del legno in tonalità giallo verdastra precedentemente preparato con acqua di colla o chiara d'uovo.

Il metodo di coloritura con aloe l'ho appreso da Fabio Chiari, ma è stato usato da molti liutai nelle varie epoche, e non è escluso che sia stato usato anche tra 1600 e 1700, da qualche parte nel forum dovrebbe essere descritto il procedimento.

I trattamenti di cui sopra prevedono sempre una esposizione della cassa armonica ai raggi UV, che sono determinanti per conferire al legno una colorazione naturale di ossidazione, che poi verrà completata con il nitrito o con l'aloe.

Ovviamente esistono infiniti modi di trattare il legno, io riferisco solo quelli che uso io e che mi danno ottimi risultati, il principio è in ogni caso sempre lo stesso: evitare di colorire/trattare il legno direttamente prima di una adeguata preparazione a base di colla o chiara d'uovo, e preferire composti che abbiano un grado chimico nella proprietà della colorazione, perché tutti i coloranti che io ho provato sul legno hanno il difetto di macchiare o di diminuire la profondità naturale della luminosità del legno.
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Re: Trattamento manico e finitura violino

Messaggio da PaoloT »

Grazie mille ancora, Claudio! Davvero, ti sono molto riconoscente e mi complimento per il tuo atteggiamento magistrale (nel senso letterale del termine), paziente e oltremodo disponibile anche nei confronti di un pivello imbranato come me.

Dopo il tuo post, sono subito andato alla ricerca del silicato, ma la sfilza di avvertimenti sulla sua tossicità e pericolosità ha frenato i miei entusiasmi…già mi sento imbranato con sostanze gestibili, figuriamoci con quelle potenzialmente pericolose… Più interessante il discorso dell’aloe: ma quale ricetta (e materie prime) si usa? E comunque dopo le due mani di albumina pura?

Tra ieri sera e stamane mi sono spulciato un bel po’ di discussioni qui sul forum (tra le quali una sul tuo violino Astor, di una decina di anni fa), dove parli anche di velature di thè prima dell’albumina: è una strada valida o nel corso del tempo ti sei accorto che sia una strada poco convincente?
Avrei bisogno di un chiarimento: sul Sacconi trovo diverse tecniche per vetrificare/inossare/isolare il legno. Saranno, immagino, fasi diverse, ma nella mia ignoranza le riassumo come “creare uno strato che eviti alla vernice di entrare nei pori del legno” (che io riassumo in “albumina”). Tra tutte le operazioni elencate dal Sacconi (ma non vorrei confondermi), si parla di turare i pori con mastice, con l’effetto di esaltazione della marezzatura. Con tutte queste opzioni non so più come orientarmi.
Provo a riassumere quello che ho capito:
1 esposizione al sole per l’ossidazione naturale
2 velatura di thè concentrato
3 mastice diluito in alcool (ma non so le proporzioni) - oppure è inutile o nell’ordine sbagliato?
4 albumina (una mano o due?)
5 aloe
6 albumina
7 vernice neutra e colorata.

Più leggo e mi documento, meno capisco…
Mi scuso davvero, per la pedanteria e la prolissità, ma vorrei evitare di andare alla cieca. Vorrei solo ampliare il bagaglio teorico (prima ancora che pratico, dove serve essenzialmente tempo, tanta pazienza e cautela), in modo tale che tutti gli errori e l’inesperienza degli strumenti già costruiti, ma anche le pur piccole conquiste, portino frutto nei prossimi strumenti, sperando siano un poco migliori.

Grazie davvero!
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Re: Trattamento manico e finitura violino

Messaggio da claudio »

L'ossidazione naturale nell'armadietto UV è il primo passo che può essere fatto sia che sia usino vernici ad olio che ad alcool, richiede circa un paio di settimane, per via naturale ci vuole molto più tempo e molta più attenzione, in specie se si tratta dei torridi mesi estivi, ma l'effetto finale è leggermente migliore rispetto a quello delle lampade UV. In ogni caso, molti liutai della precedente generazione ed io compreso, non abbiamo mai colorito le nostre casse armoniche prima della verniciatura nei passati decenni, però per raggiungere il giusto grado di saturazione del colore della vernice bisognerà aumentare gli strati di vernice, e quindi risulterà una vernice più pesante. Per me la coloritura del legno prima della verniciatura è stata un'acquisizione degli ultimi 25 anni, in base ai risultati delle osservazioni sugli strumenti originali e sugli studi fatti da altri liutai e scienziati vari.

Niente velatura di the concentrato, questa era una pratica usata dall'amico Manfio, che io non ho mai usato perché la colorazione diretta influisce sempre negativamente sulla luce naturale del legno.

Il mastice diluito in essenza di trementina lo usa chi vernicia ancora ad alcool, io non l'ho mai usato perché le vernici ad olio offrono risultati migliori anche da questo punto di vista.

La chiara d'uovo se preparata con il metodo indicato da Sacconi in genere offre i giusti risultati anche dopo 4 o 5 mani, l'uovo è un prodotto della natura e come tale è soggetto a variazioni anche notevoli, in genere 2 o 3 mani sono sufficienti.

Come già scritto, dopo l'acqua di colla o la chiara d'uovo si può passare alla coloritura a base di aloe o nitrito di sodio (miei procedimenti), il tutto seguito da nuove esposizioni ai raggi UV. Se non si dispone di un armadietto UV, meglio lasciar perdere ed iniziare a verniciare direttamente dopo l'acqua di colla o la chiara d'uovo.

Quindi si procede alla verniciatura iniziando con le mani incolori.

Ultimo consiglio: provare, provare, provare....
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Re: Trattamento manico e finitura violino

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Grazie mille!
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Re: Trattamento manico e finitura violino

Messaggio da PaoloT »

Spulciando in internet ho trovato la ricetta di questa colla alla caseina. È l’equivalente della preparazione alla caseina per isolare il legno? Forse sarò un ingenuo, ma nella mia ottica le conoscenze degli artigiani antichi erano elementari e realizzabili facilmente… ma forse erano molto più raffinati di quello che penso!
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Re: Trattamento manico e finitura violino

Messaggio da claudio »

Non mi convince l'approccio alla caseina con il bicarbonato, sicuramente è un ottimo metodo per far precipitare la caseina, ma poi bisogna realmente scioglierla perché sviluppi le doti necessarie di adesività e trasparenza.

In genere la caseina in polvere di ottima qualità la si acquista già pronta presso Kremer o altri fornitori di prodotti per liuteria o restauro, quindi si procede al trattamento in ammoniaca o calce viva.

A scanso di equivoci propongo qui una vecchia discussione di Davide Sora in cui tratta diffusamente l'argomento e nei cui video tratta anche la ricetta della caseina all'ammoniaca, che Davide ha usato regolarmente con risultato ottimi:

Caseina in polvere: 1.5g
Acqua distillata: 15g

Lasciare la caseina in ammollo nell'acqua distillata per una notte.
Aggiungere quindi 4.5ml di ammoniaca a 30°Bè poco alla volta mescolando bene finché tutto sia ben disciolto. Aggiungere 18ml di soluzione satura di idrossido di calcio (acqua di calce), mescolare bene e lasciare a riposo per alcune ore.

La composizione di cui sopra risulta quindi una concentrazione al 4% (37.5g di liquidi - 1.5g di caseina)
Rapporto 1:25 (1 parte di caseina + 25 parte liquida).

Powdered casein: 1.5 g
Distilled water: 15 g

Let it soak overnight to swell the casein.
Add 4.5 ml of Ammonia (30% solution) a little at a time
stirring well until everything is dissolved. Add 18 ml of
saturated solution of Calcium Hydroxide (lime water), mix well
and leave to rest for a few hours.

4% concentration (water 37.5 g - casein 1.5 g)
Ratio 1: 25 (1 part casein: 25 parts of water)

viewtopic.php?t=7334
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Re: Trattamento manico e finitura violino

Messaggio da PaoloT »

Grazie ancora! Mi sono fatto incantare dalla semplicità della ricetta e dalla possibilità di realizzare tutto in casa, senza addentrarmi in composti e processi chimici...
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Re: Trattamento manico e finitura violino

Messaggio da claudio »

La ricetta di Davide Sora non ha niente di complicato e funziona bene. In liuteria quel che oggi sono le discipline scientifiche ben identificate in chimica, fisica, meccanica, sono tutte usate in modo diffuso e sistematico e anche alchemico, ma sempre in modo abbastanza elementare. Se si trova una difficoltà nel procedere, va ricercata la causa del problema, rimuovere il problema senza cercare una risposta non è mai una buona idea.

In liuteria il 50% è lavorare il legno, l'altro 50% invisibile è il lavoro di ricerca e lo studio sistematico. Per lo studio è necessario conseguire un metodo che consenta di procedere per ordine e senza improvvisazioni, che poi risulterà fondamentale quando si metterà mano ai legni.
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