quintetto di contrabbassi

Dragonetti e i suoi seguaci.
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andreavezzoli
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quintetto di contrabbassi

Messaggio da andreavezzoli »

qualche tempo fa ho letto che esistono dei quintetti di contrabbassi che eseguono delle trascrizioni di brani, cosa ne pensate?
è solo una trovata stravagante ho può essere un modo ricercare nuove sonorità?
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neuma
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Messaggio da neuma »

Scusa, mi spieghi perchè dovrebbe essere una trovata "stravagante"? Ritieni forse che sia una scelta furbesca per sfruttare uno strumento strambo d'aspetto e niente più?

Ci sono varie formazioni di soli contrabbassi, sia in Italia che all'estero. Qualche nome, fra i molti: The Bass Gang, La Bassione Amorosa, il sestetto di contrabbassi del Regio di Torino. Sono ensembles costituiti da virtuosi di fama internazionale, che spesso eseguono anche come solisti.
Vengono eseguite sia trascrizioni che brani originali di compositori contemporanei, pensate proprio per valorizzare le sonorità particolari di questo strumento: vedi ad esempio la Chili Suite di Domenico Torta (un compositore raffinato e grande conoscitore dello strumento e delle sue potenzialità tecniche), incisa dal Bottesini Quartet, giocata sulla descrizione di ambienti e su temi latini, che in uno dei movimenti sfrutta gli armonici artificiali, particolarmente d'effetto sul contrabbasso data la lunghezza delle sue corde, per simulare gli stridii dei gabbiani sulla battigia. E' un lavoro d'impatto e molto suggestivo.
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andreavezzoli
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Messaggio da andreavezzoli »

assolutamente non intendevo considerare il contrabbasso uno strumento di serie b anzi, ma è propio per questo che chiedevo lumi sull'argomento per sapere da una contrabbassista quello che pensava sull'argomento.
(visto che molti ascoltatori poco acculturati confondono il violoncello col contrabbasso)
Anchio ritengo che le nuove frontiere siano propio quelle di trovare nuove sonorità
e se me ne verrà l'occasione mi dedicherò a qualcosa per ensemble di contrabbassi.
Tra l'altro ritengo il suono del contrabbasso molto delicato e particolare nel registro acuto.
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neuma
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Messaggio da neuma »

Il contrabbasso è stato valorizzato da molti compositori, specie dal 1900 ad oggi. Non a caso esistono circa 300 fra sonate e concerti per contrabbasso solista, oltre a molta musica da camera dove lo strumento ha ben più che il ruolo da basso continuo, anche in abbinamento con strumenti apparentemente antitetici (vedi il duo di Francoix per arpa e contrabbasso, molto bello e molto impegnativo tecnicamente per entrambi).
Le strade della nuova composizione (lasciamo perdere l'avanguardia) battono molto gli strumenti "atipici", non per stramberia o facile spettacolarismo (si spera). Ogni strumento ha un suo timbro peculiare che può essere valorizzato in contesti adeguati: io ho collaborato varie volte con compositori che hanno deciso di utilizzare strumenti antichi e/o popolari in ambito colto. Ad esempio, i salterii a corde in metallo, sia a pizzico che ad arco, hanno una timbrica assolutamente "altra" rispetto alla strumentazione tipicamente classica, valorizzano gli effetti degli armonici naturali (impressionante quanto mettano in evidenza il terzo suono) e non hanno nulla da invidiare, quanto a sonorità "aliene", a certi synth: solo che sono strumenti acustici!
Idem dicasi per gli strumenti incordati in budello nudo e suonati con archi antichi.
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andreavezzoli
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Messaggio da andreavezzoli »

Infatti un mio amico contrabbassista che ha suonato all'orchestra della Scala e ora suona nell'orchestra del festival A.B. Michelangeli
mi spiega che spesso si trova a suonare in formazione da camera con strumenti atipici: Marimba, percussioni, ..... e dice che è molto interessante suonare in queste formazioni perchè si creano nuove sonorità e che le nuove prospettive della musica saranno propio nelle nuove combinazioni strumentali.
Spesso i compositori sottovalutano la possibilità di scrivere per certi strumenti solo perchè si rifanno solo alla tradizione, mentre grandi compositori, come Bartok, Stravinsky,.... hanno dimostrato che cercando nuove combinazioni cameristiche si possono ottenere risultati nuovi senza ricorrere alle avanguardie più radicali.
Quello che mi domando è: i nuovi strumentisti vengono veramente preparati a queste nuove frontiere o il programma di studi è ancora un pò arretrato?
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neuma
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Messaggio da neuma »

Io credo sia un problema legato più all'apertura mentale che alla tecnica
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andreavezzoli
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Messaggio da andreavezzoli »

per aprire la mente bisognerebbe però divulgare di più queste musiche e ensemble da camera....
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neuma
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Messaggio da neuma »

Io ho abbandonato da alcuni anni l'attività orchestrale proprio perchè non intendevo più eseguire un repertorio deciso da altri, bensì promuovere un repertorio diverso scelto da me, e posso dirti che ho constatato come la difficoltà stia non tanto nella risposta del pubblico, che in genere è sorprendentemente buona anche da parte di chi non ha una cultura specifica, bensì nell'ostruzionismo che vien fatto dagli Enti preposti, che troppo spesso ritengono "noioso" tutto quello che esula dalla solita selezione d'arie d'opera o dai quartetti di Mozart (con tutto il rispetto per Mozart, ovviamente). Perciò molto altro repertorio oltre alla musica contemporanea, purtroppo.
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Messaggio da andreavezzoli »

me ne sono accorto anchio che per farmi eseguire un brano per archi ho dovuto andare fuori dalla mia provincia.....
Credo che il problema degli enti sia grave perchè cosi facendo qualcuno può rassegnarsi all'idea le cose non possano cambiare.
Io credo però che qualcosa possa cambiare se chi crede a queste cose si unisca
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neuma
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Messaggio da neuma »

andreavezzoli ha scritto:Io credo però che qualcosa possa cambiare se chi crede a queste cose si unisca
Bella idea. Pensa che io sono almeno quindici anni che mi sbatto in questo senso, insieme ad altri colleghi che ci credono. Purtroppo chi detiene il potere decisionale e/o i soldi sembra sempre "impermeabile" a tutto ciò che va fuori dal solito binario. E dopo una certa età si comincia ad essere un po' stufi di dover sempre e solo fare il donchisciotte contro i mulini a vento...
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Messaggio da andreavezzoli »

a volte però è bello trovarsi anche in pochi per fare ciò che si crede con la soddisfazione di condividere con altri certi idee, anchio molte volte sono stato ad un passo dallo scoraggiamento, mai poi pian pain qualche piccolo risultato lo si ottiene....
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neuma
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Posso chiederti da quanti anni fai questo lavoro?
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andreavezzoli
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Messaggio da andreavezzoli »

che suono è da quando ho 10 anni, ma che compongo e che studio sono circa 7 anni, inviando i miei brani un pò di qua e di la è ho trovato qualche collaborazione, in realtà faccio anche altri lavori: per 160 giorni all'anno lavoro nei vigigli del fuoco alla receptions, poi faccio trascrizioni, suono l'organo in chiesa, e qualche matrimonio...
per poter fare i compositori si devono fare i sacrifici per trovare il tempo per comporre e studiare, credo che il compositore prima di tutto deve essere una cosa spontanea e un modo di vivere poi anche un lavoro altrimenti pensandolo solo come lavoro non si riuscirebbe ad esprimersi spontaneamente
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Messaggio da neuma »

No, non ti chiedevo da quanto suoni: volevo solo capire da quanto tempo hai cominciato a confrontarti (o scontrarti) con un certo ordine di persone e di situazioni, perchè da come scrivi mi dai l'idea di essere molto giovane.
Volente o nolente, fare il musicista è ANCHE un lavoro, ed è giusto che sia così: troppo spesso c'è gente che si approfitta del fatto che chi "vive di musica" debba farlo come missione, e che quindi si possa spremere impunemente la sua professionalità e il suo bagaglio culturale.
Anche l'attività del medico dovrebbe essere improntata ad alti ideali, ma le bollette le pagano pure loro...
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Messaggio da andreavezzoli »

infatti, la cosa più difficile è stata confrontarsi con la gente del mio paese che pensava che chi fa musica dovesse avere necessariamente un altro lavoro, anzi mi chiedono:"che lavoro fai" io "il compositore" "si ma come professione?" "il compositore!!".....
Questo è stato difficile ma grazie anche ad alcuni miei amici musicisti ho avuto la possibilità di crederci.
per quanto riguarda il lavoro del compositore è difficile perchè l'unico introito è quello dei diritti SIAE, quindi si deve comporre molto per far conoscere la propia musica e sperare che qualcuno la esegua e la programmi.....
qualche risultato si ottiene.
Poi bisogna scontrarsi con chi fa altri lavori come il muratore che dicono che il compositore non fa niente dalla mattina alla sera e che è solo un idealista....
oppure con quelli che se vai a suonargli al matrimonio e gl chiedi 80 euro dicono che sono troppi......
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