Un violino barocco di Claudio Rampini
Un violino barocco di Claudio Rampini
Ho costruito un violino barocco basandomi sulla forma del "Toscano" 1690 di Stradivari, un modello molto rappresentativo della fine del periodo "amatizzato" del grande maestro, che oggi può essere ammirato nella sua bellezza presso il museo degli strumenti musicali di S. Cecilia in Roma.
La prospettiva di riportare allo stato originale, seppure per interposta persona e strumento stesso, un modello di violino che ha avuto così tanta storia da raccontare attraverso il suo lunghissimo percorso storico e artistico, mi ha affascinato in modo determinante, poichè come è risaputo, i liutai si sono sempre impegnati nello scoprire i "segreti" di Stradivari, ma nella stragrande maggioranza dei casi sempre costruendo strumenti montati "alla moderna", ossia con un assetto della montatura e del manico completamente diversi rispetto a quelli che furono concepiti originariamente.
Quindi, in realtà gli strumenti classici così come furono concepiti in origine nessuno di noi ha mai potuto ascoltarli e questa operazione di ricostruire strumenti originali ritengo che sia un'opera essenziale nel percorso artistico di un liutaio perchè gli permette capire meglio il funzionamento dello strumento attraverso la sua evoluzione nei secoli.
Innanzitutto si è trattato di capire a quale periodo potersi riferire per la costruzione del violino barocco, poichè dalla fine del 1500 alla fine del 1700 le trasformazioni furono abbastanza determinanti, anche se non si può parlare ancora di un violino "alla moderna", bensì di uno strumento "transizionale", cioè a dire che mantenga l'assetto di un violino barocco, ma che inizi già a mostrare quelle che furono le caratteristiche degli strumenti concepiti o trasformati nelle epoche successive.
Sicuramente il "Toscano" 1690 apparteneva a quella schiera di strumenti dalle caratteristiche spiccatamente barocche, ossia con manico presumibilmente più corto di circa 8/10mm rispetto a quello moderno (130mm), con catena e ponticello molto bassi, rispettivamente di altezze di circa 6mm e 28mm.
Ciò ha posto un problema importante da risolvere: se da una parte uno strumento "totalmente" barocco assicura una filologia molto aderente allo spirito del tempo, dall'altra il musicista contemporaneo si ritroverebbe in serie difficoltà ad eseguire brani di repertorio della seconda metà del 1700, epoca in cui i compositori già iniziavano a pensare in modo molto diverso dai loro colleghi vissuti 100 anni prima, per cui si è trattato di fare un'operazione di compromesso che preservasse in modo soddisfacente le caratteristiche del violino antico, ma che al tempo stesso consentisse di poter eseguire senza troppe difficoltà il repertorio fino all'epoca di Haydn e Mozart.
Per questo motivo ho deciso di prendere a riferimento il violino piccolo "Cipriani Potter" costruito da Stradivari nel 1683 conservato presso l'Ashmolean Museum, che pur conservando il suo assetto barocco, ha visto cambiato l'innesto del manico in una forma abbastanza simile all'attuale (innesto nel blocco di testa per mezzo di una mortasa, senza l'uso di chiodi).
Da qui la decisione di prendermi anche la libertà di usare materiali diversi dalla norma per i capotasti, la tastiera e la cordiera, realizzati bosso e in acero campestre.
C'era poi il problema delle dimensioni della catena, poichè anche in questo caso il riferirsi a dimensioni originarie degli Amati e di Stradivari stesso, avrebbe significato bassi poco incisivi e non equilibrati agli acuti, quindi studiando le variazioni delle catene attraverso le varie epoche, ho deciso di prendere ispirazione ad una catena originale di uno strumento del veneziano Santo Serafino, che possedendo un andamento abbastanza simile a quello delle catene moderne, ha un'altezza massima non superiore agli 8mm e termina agli estremi con uno spessore di circa 2.5/3mm, spessore circa 4.8mm (per questo ringrazio Davide Sora che mi ha fornito dati utili per documentarmi in modo preciso).
Per l'altezza del ponticello ho deciso di stare sui 30mm (il ponticello moderno è alto nella norma circa 33-34mm), il che avrebbe consentito una buona tensione delle corde senza tuttavia correre il rischio di "soffocare" la cassa armonica. Ovviamente queste sono tutte considerazioni frutto della mia esperienza nella costruzione del violino moderno, tenendo presente che il violino barocco rispetto a quello moderno ha una produzione di armonici assolutamente superiore, grazie anche al diapason più basso (La a 415-432 Hz).
Il risultato che ne è scaturito è stato fortunamente positivo, infatti per certi versi questo violino barocco transizionale oltre ad avere una grande varietà di armonici, possiede un volume di suono uguale, se non superiore, rispetto ad un violino moderno. Ovviamente le differenze timbriche rispetto ad un violino moderno sono molto evidenti, così che è difficile non riconoscere le qualità del suono antico.
Per la verniciatura ho usato una vernice a base olio di lino e sandracca che ho realizzato lo scorso anno e che mi ha dato risultati molto confortanti, per i pigmenti ho usato alizarina e ossidi metallici di vario tipo che mi hanno consentito di raggiungere una tonalità rosso tiziano-marrone.
Qui di seguito alcune foto della costruzione e dello strumento finito, che potete vedere in alta risoluzione al seguente indirizzo:
http://www.claudiorampini.com/cpg/displ ... play_media
La prospettiva di riportare allo stato originale, seppure per interposta persona e strumento stesso, un modello di violino che ha avuto così tanta storia da raccontare attraverso il suo lunghissimo percorso storico e artistico, mi ha affascinato in modo determinante, poichè come è risaputo, i liutai si sono sempre impegnati nello scoprire i "segreti" di Stradivari, ma nella stragrande maggioranza dei casi sempre costruendo strumenti montati "alla moderna", ossia con un assetto della montatura e del manico completamente diversi rispetto a quelli che furono concepiti originariamente.
Quindi, in realtà gli strumenti classici così come furono concepiti in origine nessuno di noi ha mai potuto ascoltarli e questa operazione di ricostruire strumenti originali ritengo che sia un'opera essenziale nel percorso artistico di un liutaio perchè gli permette capire meglio il funzionamento dello strumento attraverso la sua evoluzione nei secoli.
Innanzitutto si è trattato di capire a quale periodo potersi riferire per la costruzione del violino barocco, poichè dalla fine del 1500 alla fine del 1700 le trasformazioni furono abbastanza determinanti, anche se non si può parlare ancora di un violino "alla moderna", bensì di uno strumento "transizionale", cioè a dire che mantenga l'assetto di un violino barocco, ma che inizi già a mostrare quelle che furono le caratteristiche degli strumenti concepiti o trasformati nelle epoche successive.
Sicuramente il "Toscano" 1690 apparteneva a quella schiera di strumenti dalle caratteristiche spiccatamente barocche, ossia con manico presumibilmente più corto di circa 8/10mm rispetto a quello moderno (130mm), con catena e ponticello molto bassi, rispettivamente di altezze di circa 6mm e 28mm.
Ciò ha posto un problema importante da risolvere: se da una parte uno strumento "totalmente" barocco assicura una filologia molto aderente allo spirito del tempo, dall'altra il musicista contemporaneo si ritroverebbe in serie difficoltà ad eseguire brani di repertorio della seconda metà del 1700, epoca in cui i compositori già iniziavano a pensare in modo molto diverso dai loro colleghi vissuti 100 anni prima, per cui si è trattato di fare un'operazione di compromesso che preservasse in modo soddisfacente le caratteristiche del violino antico, ma che al tempo stesso consentisse di poter eseguire senza troppe difficoltà il repertorio fino all'epoca di Haydn e Mozart.
Per questo motivo ho deciso di prendere a riferimento il violino piccolo "Cipriani Potter" costruito da Stradivari nel 1683 conservato presso l'Ashmolean Museum, che pur conservando il suo assetto barocco, ha visto cambiato l'innesto del manico in una forma abbastanza simile all'attuale (innesto nel blocco di testa per mezzo di una mortasa, senza l'uso di chiodi).
Da qui la decisione di prendermi anche la libertà di usare materiali diversi dalla norma per i capotasti, la tastiera e la cordiera, realizzati bosso e in acero campestre.
C'era poi il problema delle dimensioni della catena, poichè anche in questo caso il riferirsi a dimensioni originarie degli Amati e di Stradivari stesso, avrebbe significato bassi poco incisivi e non equilibrati agli acuti, quindi studiando le variazioni delle catene attraverso le varie epoche, ho deciso di prendere ispirazione ad una catena originale di uno strumento del veneziano Santo Serafino, che possedendo un andamento abbastanza simile a quello delle catene moderne, ha un'altezza massima non superiore agli 8mm e termina agli estremi con uno spessore di circa 2.5/3mm, spessore circa 4.8mm (per questo ringrazio Davide Sora che mi ha fornito dati utili per documentarmi in modo preciso).
Per l'altezza del ponticello ho deciso di stare sui 30mm (il ponticello moderno è alto nella norma circa 33-34mm), il che avrebbe consentito una buona tensione delle corde senza tuttavia correre il rischio di "soffocare" la cassa armonica. Ovviamente queste sono tutte considerazioni frutto della mia esperienza nella costruzione del violino moderno, tenendo presente che il violino barocco rispetto a quello moderno ha una produzione di armonici assolutamente superiore, grazie anche al diapason più basso (La a 415-432 Hz).
Il risultato che ne è scaturito è stato fortunamente positivo, infatti per certi versi questo violino barocco transizionale oltre ad avere una grande varietà di armonici, possiede un volume di suono uguale, se non superiore, rispetto ad un violino moderno. Ovviamente le differenze timbriche rispetto ad un violino moderno sono molto evidenti, così che è difficile non riconoscere le qualità del suono antico.
Per la verniciatura ho usato una vernice a base olio di lino e sandracca che ho realizzato lo scorso anno e che mi ha dato risultati molto confortanti, per i pigmenti ho usato alizarina e ossidi metallici di vario tipo che mi hanno consentito di raggiungere una tonalità rosso tiziano-marrone.
Qui di seguito alcune foto della costruzione e dello strumento finito, che potete vedere in alta risoluzione al seguente indirizzo:
http://www.claudiorampini.com/cpg/displ ... play_media
andante con fuoco
Re: Un violino barocco di Claudio Rampini
Dimenticavo: il violino è montato con corde in budello: Oliv Pirastro per i bassi e budello nudo per gli acuti.
andante con fuoco
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- Utente Esperto I
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Re: Un violino barocco di Claudio Rampini
Bello e pieno di fascino, il discorso di "tornare al passato" per comprendere il presente e magari il futuro dello strumento mi piace tantissimo.
Dovremmo farlo anche nella vita quotidiana.
Penso che faccia onore ad un liutaio affermato come te aver avuto il coraggio e aver dedicato il tuo tempo per questa esperienza.
Complimenti Claudio.
Dovremmo farlo anche nella vita quotidiana.
Penso che faccia onore ad un liutaio affermato come te aver avuto il coraggio e aver dedicato il tuo tempo per questa esperienza.
Complimenti Claudio.
Alessandro Mattei
Re: Un violino barocco di Claudio Rampini
Grazie Alessandro, per me è come un bellissimo gioco fatto di studio e pratica.
andante con fuoco
Re: Un violino barocco di Claudio Rampini
Se alla liuteria togli lo studio e la pratica, cosa rimane?
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- davidesora
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Re: Un violino barocco di Claudio Rampini
Bel lavoro Claudio.
l'unica perplessità che mi sovviene riguarda la tastiera marezzata, che a mio avviso con il tempo si trasformerà in una superficie troppo ondulata per essere efficiente.
Come mai questa scelta?
Una lastronatura in ebano o quantomeno l'uso di acero non marezzato sarebbe stata una scelta più "pragmatica".
In effetti già alla fine del '700 le tastiere in ebano solido stavano già soppiantando quelle lastronate, nell'inventario del laboratorio di Guadagnini stilato alla sua morte figuravano diverse tastiere in ebano solido, segno evidente del cambiamento.
l'unica perplessità che mi sovviene riguarda la tastiera marezzata, che a mio avviso con il tempo si trasformerà in una superficie troppo ondulata per essere efficiente.
Come mai questa scelta?
Una lastronatura in ebano o quantomeno l'uso di acero non marezzato sarebbe stata una scelta più "pragmatica".
In effetti già alla fine del '700 le tastiere in ebano solido stavano già soppiantando quelle lastronate, nell'inventario del laboratorio di Guadagnini stilato alla sua morte figuravano diverse tastiere in ebano solido, segno evidente del cambiamento.
Re: Un violino barocco di Claudio Rampini
Grazie Davide, ho preferito tenere una linea che ritengo di semplicità, è vero che l'acero è più morbido dell'ebano, ma come l'ebano, anche l'acero si può rettificare quando inizia mostrare i solchi e le ondulature dovute alla pressione delle dita. Rettificare una tastiera lastronata in ebano porta in pochi anni a consumare il sottile strato di legno africano, per cui sarebbe necessaria una sostituzione, il che comporterebbe una nuova lastronatura che a manico montato è piuttosto difficile, rendendo così inevitabile cambiare tutta la tastiera.
Quello che mi ha incoraggiato a questa scelta è anche l'aver visto qualche violino antico conservato allo stato originale con tastiere in acero, anche se decisamente meno marezzate di quello che io ho scelto per questa mia tastiera. Inoltre l'abbinamento dei colori mi ha finalmente liberato dalla "schiavitù" dell'ebano, perseguendo così una maggiore libertà nel concepire un violino in stile barocco. Ma non è detto che in futuro, quando sarà il momento, non si possa decidere di adottare una tastiera lastronata in ebano, finchè parliamo di montature si può fare di tutto, fortunatamente.
Quello che mi ha incoraggiato a questa scelta è anche l'aver visto qualche violino antico conservato allo stato originale con tastiere in acero, anche se decisamente meno marezzate di quello che io ho scelto per questa mia tastiera. Inoltre l'abbinamento dei colori mi ha finalmente liberato dalla "schiavitù" dell'ebano, perseguendo così una maggiore libertà nel concepire un violino in stile barocco. Ma non è detto che in futuro, quando sarà il momento, non si possa decidere di adottare una tastiera lastronata in ebano, finchè parliamo di montature si può fare di tutto, fortunatamente.
andante con fuoco
Re: Un violino barocco di Claudio Rampini
Hai buoni amici, Claudio. Irazoqui suona il violino?
Re: Un violino barocco di Claudio Rampini
Giusto, mi ero dimenticato della persona a cui ho dedicato questo violino. Ufficialmente il violino si chiama "Porpora" in onore del compositore Nicola Porpora, ma era da tempo che l'amico spagnolo Enrique Irazoqui, attore protagonista de "Il Vangelo secondo Matteo" di Pier Paolo Pasolini, mi chiedeva di legare il suo nome ad uno strumento. Lo divertiva l'idea che dopo ciò il violino avrebbe potuto essere chiamato a tutti gli effetti "Rampini del Gesù", e che Gesù stesso avrebbe potuto confermare.
Enrique è una persona di grande spirito e grande appassionato di musica classica, siamo amici da anni grazie all'amore che portiamo all'opera di Pasolini. Dopo il film egli si è trasferito in America dove è diventato professore di letteratura. Non suona il violino.
Enrique è una persona di grande spirito e grande appassionato di musica classica, siamo amici da anni grazie all'amore che portiamo all'opera di Pasolini. Dopo il film egli si è trasferito in America dove è diventato professore di letteratura. Non suona il violino.
andante con fuoco
Re: Un violino barocco di Claudio Rampini
Un estratto del concerto in cui si esibisce il mio violino barocco insieme al clavicembalo, chiesa di San Lorenzo a Ortonovo in lunigiana. Lorenzo Marquez al violino, Giorgio Bottiglioni al clavicembalo. Il brano è tratto dalla sonata op.4 n.5 "allegro affettuoso" di Francesco Geminiani. Il file non è stato postprodotto in alcun modo.
http://www.claudiorampini.com/Varie/201 ... ttuoso.wav
http://www.claudiorampini.com/Varie/201 ... ttuoso.wav
andante con fuoco
Re: Un violino barocco di Claudio Rampini
Siete riusciti ad ascoltare il file che vi ho proposto? vi consiglio di farlo da pc, perchè da cellulari oltre ad avere un ascolto non buono, a volte può essere difficile aprire alcuni link.
andante con fuoco
- davidesora
- Liutaio
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- Iscritto il: lunedì 29 novembre 2010, 0:00
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Re: Un violino barocco di Claudio Rampini
Io riesco ad aprirlo sul PC, non ho provato con il telefono.
Il suono mi sembra bello, sento solo la corda re un po' troppo diversa timbricamente (forse un po' chiusa) da la e mi che sono brillanti ma nello stesso tempo morbidi, molto "barocchi"
Hai montato il re oliv normale o quello argento?
Il suono mi sembra bello, sento solo la corda re un po' troppo diversa timbricamente (forse un po' chiusa) da la e mi che sono brillanti ma nello stesso tempo morbidi, molto "barocchi"
Hai montato il re oliv normale o quello argento?
Re: Un violino barocco di Claudio Rampini
Pensa che dal vivo la terza corda è la migliore, di gran lunga migliore anche di un Re di un violino moderno. E' un Re in argento.
andante con fuoco