[Video] Sui quartetti di Mozart.

Suonare e costruire i violini
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claudio
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[Video] Sui quartetti di Mozart.

Messaggio da claudio »

Un bellissimo video del Museo della Mente di Roma con Sandro Cappelletto e Pompeo Martelli, con il quartetto Psyché, casualmente c'è anche un mio violino che suona lì. Sembra un secolo fa.

andante con fuoco
Nachtwey
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Re: [Video] Sui quartetti di Mozart.

Messaggio da Nachtwey »

Molto interessante,grazie. Poi darci qualche informazione in più sul tuo violino? E' una mia curiosità
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claudio
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Re: [Video] Sui quartetti di Mozart.

Messaggio da claudio »

Mi fa piacere che il video abbia destato il tuo interesse, si è trattata a tutti gli effetti di una lezione concerto su Mozart, la sua musica e la sua vita attraverso lo sguardo di due studiosi.

Riguardo il mio violino, nel quartetto la musicista suona un bellissimo Grancino dal suono molto nitido e teso, mentre il violinista suona un mio strumento costruito nel 2013 su forma di Guarneri del Gesù "Alard" del 1742. Sono anni che mi dedico alla forma di questo strumento cercando di coglierne tutte le potenzialità, inizialmente fui attratto dalle bombature estremamente basse e "tirate" che in effetti restituivano un suono di gran volume e una timbrica decisamente romantica.

Nel tempo ho leggermente modificato la forma per ottimizzare/armonizzare le linee e la timbrica (ho lavorato sulle CC), ho alzato un poco le bombature (circa 0.5mm, sembrano pochi ma è timbricamente fa molta differenza), ad oggi credo di essere riuscito ad ottenere un ottimo compromesso da tutti i punti di vista, ma soprattutto per ciò che riguarda la produzione degli armonici e l'ampiezza del timbro.

Nel video si colgono abbastanza bene le differenze timbriche dei due violini, il Grancino, che come tutti i violini abbastanza piccoli e/o stretti, produce un suono sempre molto focalizzato e presente, ed il Rampini che possiede un'ampiezza maggiore e forse un suono più avvolgente (meglio percepibile dal vivo). Per me una prova importante di come un violino contemporaneo possa tranquillamente convivere con uno antico.
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Re: [Video] Sui quartetti di Mozart.

Messaggio da Nachtwey »

Penso che queste iniziative dovrebbero proporle più spesso,sarebbe sia un ottimo modo per coinvolgere maggiormente chi è a digiuno di musica sia un'ottimo spunto di approfondimento per appassionati e anche per i musicisti (non si può sapere tutto)

Per quanto riguarda il tuo violino mi piace . Trovo che abbia un suono dolce e rotondo ma non a discapito del volume e mi piace molto il timbro e la personalità della corda di mi,cosa affatto scontata negli strumenti moderni (per lo meno è quello che ho potuto notare nella mia esperienza)
Altro purtroppo non posso dire tramite un video

Grazie per le delucidazioni
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claudio
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Re: [Video] Sui quartetti di Mozart.

Messaggio da claudio »

Sono d'accordo, iniziative di questo genere sono il sale della musica e dell'arte in generale, per quanto mi compete la condivisione è da sempre uno dei miei strumenti principali di lavoro e che mi dà ispirazione e nuove idee.

Sono contento che il suono del mio violino ti sia piaciuto, per quanto sia possibile apprezzarlo attraverso una registrazione credo tu abbia colto alcuni punti importanti. La prima corda nei miei violini ha avuto da sempre un carattere speciale, cosa che ho scoperto fin dalla costruzione del mio primo violino nel 1985. Avevo seguito fedelmente tutte le indicazioni del libro di Sacconi, non avevo idea di cosa potesse venir fuori, ma era importante che tutto avvenisse in quel modo per evitare il più possibile ogni contaminazione dovuta alle tradizioni e alle metodiche sviluppatesi tra 1800/1900, che spesso hanno poco o niente a che fare con la tradizione antica.

Lo strumento che ne venne fuori rivelò da subito un'ottima timbrica, anche se il Sol appariva piuttosto "violeggiante" a causa della forma piuttosto grande che era risultata dal disegno della forma, ma la prima corda rivelò da subito un'ampiezza e una timbrica "giusta", che non era facile riscontrare negli strumenti che avevo provato fino ad allora. Ricordo che fin da subito volli montare le Eudoxa, corde di cui non avevo nessuna esperienza, ma che secondo le mie intenzioni avrebbero dovuto contribuire alla qualità del timbro, la prima corda era fasciata in alluminio, anche oggi la considero una delle migliori per la qualità del suono.

Da allora non ho cambiato molto nel mio modo di costruire i miei strumenti, naturalmente negli anni mi sono perfezionato e ho modificato tante cose, ma sostanzialmente il metodo è restato lo stesso: forma interna e lavorazione a cassa chiusa di bordi, filetti e sgusce.
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Re: [Video] Sui quartetti di Mozart.

Messaggio da Nachtwey »

Sapresti per favore spiegarmi a cosa è dovuta questa mancanza di qualità timbrica della prima corda che ogni tanto si riscontra nei violini moderni?

Ps. Non voglio rovinare il topic su Mozart,se preferisci posso aprirne uno nuovo,grazie
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claudio
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Re: [Video] Sui quartetti di Mozart.

Messaggio da claudio »

Nessun problema, possiamo continuare qui la discussione perché comunque gli aspetti del suono sono intimamente legati alla musica e ai compositori.

Sulla questione che poni della prima corda e la sua timbrica, forse è anche il caso di precisare che l'aspetto timbrico di cui parli riguarda quasi sempre anche le altre corde degli strumenti moderni, in misura minore o maggiore. Ad esempio è noto che la terza corda sia generalmente ritenuta quella meno dotata di sonorità, come pure di una seconda corda con una timbrica sulle alte posizioni troppo diversa rispetto alla prima corda, questi sono solo alcuni degli aspetti che possono affliggere gli strumenti moderni.

In genere gli strumenti antichi se la cavano meglio, ma anche qui bisogna distinguere perché spesso mi è capitato di riscontrare notevoli mancanze di uniformità nel suono, eccellenti quarte o terze corde a fronte di un contesto piuttosto povero e abbastanza impegnativo per ricreare correttamente i suoni desiderati.

In genere il violinista (ma anche il violista e il violoncellista), si aspettano che lo strumento vada incontro alle proprie esisgenze senza costringerlo a fare troppi sforzi per cercare il suono desiderato, è una questione quasi istintiva di risposte e di aspettative che si creano tra musicista e strumento, quando il musicista deve lavorare troppo per il suono desiderato quello è il momento in cui cominciano ad esserci problemi. A questo c'è da aggiungere che non sono molti quei musicisti che hanno nelle orecchie il cosiddetto suono italiano, e spesso ci si limita ad avere uno strumento potente così che il farsi sentire a prescindere diventa l'unico imperativo.

Per quello che riguarda gli strumenti moderni io noto che le timbriche così diverse rispetto ai violini antichi siano determinate da metodi costruttivi che differiscono troppo dalla tradizione classica, e se consideriamo che oggi è abbastanza facile rispetto al passato trovare documenti informativi su come erano costruiti gli strumenti che hanno fatto leggenda, appare strano che proprio i liutai italiani nella maggior parte dei casi si ostinino a seguire procedimenti totalmente differenti.

Io ad esempio ho sempre seguito il metodo di rifinire i bordi e sgusciare a cassa chiusa, che consente un maggiore controllo del suono, derivato dall'osservazione diretta delle casse armoniche dei violini della tradizione classica cremonese, che prevedeva questo tipo di lavorazione. Che ciò fosse determinato ad una maggiore qualità stilistica o di suono, o di entrambe, non lo sapremo mai con certezza, però posso confermare che lavorare su una cassa già chiusa, dopo aver determinato bombature e spessori, consente un'attenzione speciale ed inedita sulla formazione del suono dello strumento, praticamente "vedi" il suono nascere dalle tue mani.

Spessori spesso abbondanti, sgusce fatte a caso, catene intese solo per far suonare la quarta corda (e la terza, la seconda e la prima dove le lasciamo?), messe a punto approssimative, ma sopratutto poca o niente frequentazione delle sale da concerto, così che il suono "giusto" non trova mai una dimensione in liutai che pure esprimono una qualità costruttiva eccellente.

Faccio notare che per la mia esperienza, anche il solo variare le dimensioni del blocchetto di testa o di fondo all'interno della cassa armonica producono differenze timbriche di rilievo, come pure la profondità dell'innesto del manico nel blocchetto di testa ha un suo effetto sul suono, come pure l'andamento degli spessori e delle curvature esterne delle bombature, giocano ruoli importanti nella produzione del timbro.

Questo solo per citare alcuni degli infiniti elementi che caratterizzano il suono degli strumenti, per cui non ci si può limitare solo a copiare uno strumento antico per riprodurne le peculiarità, si dovrebbe invece coglierne lo spirito, e per riuscirci ci vuole molto tempo. In liuteria per quello che mi è dato capire dalla mia esperienza, non esistono geni del suono che producono miracoli dal nulla, esistono invece persone che studiano e sanno capire il suono, fino a realizzare un risultato artisticamente rilevante.
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Re: [Video] Sui quartetti di Mozart.

Messaggio da Nachtwey »

Scusa la risposta tardiva

Quello che dici è molto interessante e ti ringrazio. Mi sembra che sia emerso un punto importante (a cui già pensavo) e cioè che alcuni liutai siano incapaci di valutare il suono dei propri strumenti e di quelli altrui. D'altronde l'orecchio va educato e per questo ci vuole tempo e dedizione oltre ad una certa sensibilità.
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claudio
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Re: [Video] Sui quartetti di Mozart.

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Il fatto è che con il tempo credo che ogni liutaio sviluppi comq una sua competenza sul suono, il problema è capire quanto sia quella "giusta" e abbia sviluppato la capacità di trasferirla nei propri strumenti. Ed è anche un grosso problema trovare un confronto che sia produttivo e producente.

Questo comq può riguardare anche strumenti di liutai di grande nome, come ad esempio il giustamente venerato e rispettato Ansaldo Poggi, la cui formazione fu originata all'ombra di Giuseppe Fiorini, quindi non lontana da quella di Sacconi.

Recentemente, nella stagione concertistica alla Sapienza di Roma, prima che scoppiasse il problema della pandemia, ebbi occasione di ascoltare uno dei più importanti musicisti italiani in duo con il pianoforte, non faccio il nome perché in questo caso non è importante. Appena iniziato a suonare ho percepito subito qualcosa di diverso nel suo suono, non che fosse un brutto suono, tutt'altro, ma sicuramente diverso: una prima corda piuttosto penetrante, ma non aspra, e una gamma di bassi piuttosto agguerrita e "muggente", cmq ottima proiezione del suono anche se mi parve inferiore ad altri strumenti che avevo ascoltato precedentemente.

Alla fine del concerto andai a fare i complimenti al musicista perché comq fu un bel concerto e sul piano musicale davvero niente da dire, chiesi che strumento avesse suonato e mi fu risposto "un Poggi del 19XX", e da lì ebbi la prova quasi certa che pur nell'eccellenza del suono, i violini di Poggi posseggono una gamma timbrica piuttosto particolare che li rende diversi dal suono classico italiano.

Invece in un'altra occasione, sempre al "buio", una giovane violinista italiana mi fece letteralmente balzare sulla poltrona per la bellezza del suo suono e di quello del suo violino, mai sentito un violino suonare con una tale potenza, ampiezza e capacità di proiezione, unitamente ad una squisita qualità timbrica. Anche in questo caso andai a chiedere che strumento fosse stato suonato e mi risposto che era un Ruggeri (non ricordo la data), e questa anche fu per me una ulteriore sorpresa perché un suono del genere ero abituato a sentirlo dagli Stradivari e dai Guarneri del Gesù.

E' un fatto che gli strumenti antichi siano stati modificati nel tempo e messi appunto per una resa ottimale, non parlo di assottigliamenti fantomatici degli spessori, ma solamente di una manutenzione accorta ed esclusiva volta a proteggere e conservare un capitale nel tempo. Ad esempio lo Stradivari di Vengerov pare non soddisfacesse le esigenze, per cui dopo un lungo lavoro dedicato mesi e mesi a cura di liutai specializzati nei misteri della messa a punto, riuscirono a fargli emettere un suono "giusto".

Questo vuol forse dire che ogni strumento da cattivo può forse diventare buono? Assolutamente no, una base di eccellenza è necessaria che ci sia, altrimenti è come frustare un cavallo morto.
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Re: [Video] Sui quartetti di Mozart.

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Quello che mi dici è molto interessante.Un'ultima domanda:secondo te quanto è importante che un liutaio sappia suonare? Non dico a livello professionale ovviamente ma diciamo l'equivalente di qualche anno di studio
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claudio
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Re: [Video] Sui quartetti di Mozart.

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Può un cieco dipingere un quadro? con un po' di volontà forse sì, ma non sarebbe mai la stessa cosa che dipingere con gli occhi sani. In ogni caso con l'esperienza si sviluppa una capacità di ascolto per cui si riesce a capire il suono compensando parzialmente l'incapacità di condurre un arco sulle corde. Per me imparare a suonare è stato importante, direi vitale, certamente i miei livelli sono molto bassi ma cmq gli strumenti riesco a capirli bene alla distanza e sotto l'orecchio.

E' importante capire cosa il musicista avverte sotto l'orecchio, altrimenti si rischia di operare per impressioni più o meno fondate. Altro aspetto che considero importante è che il mondo della liuteria è molto vario, perché non solo esistono liutai che non sanno suonare, ma che dichiaratamente non sono capaci di mettere a punto i loro strumenti, e non hanno nessuna intenzione di perderci del tempo. Questi sono i cosiddetti "geni solitari", che vivono un paio di metri sopra i comuni mortali, e che concedono a noi liutai del piano terreno di mettere le mani sui loro preziosi manufatti.
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Re: [Video] Sui quartetti di Mozart.

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Con l'ultima frase mi hai strappato un sorriso anche se in realtà come situazione non è divertente putroppo

Per concludere ti ringrazio del tuo tempo e se vorrai in futuro aggiungere altre lezioni concerto sarò ben lieto di ascoltarle
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