Vernici miste

Suonare e costruire i violini
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segidio
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Vernici miste

Messaggio da segidio »

Ciao
sono interessato ad approfondire questo argomento: sono poco attivo nel forum, ma spesso e volentieri leggo, e leggendo mi sono accorto che di post in cui si tratta questo argomento ve ne sono davvero pochi.
In uno simile si cita, tra le altre, la ricetta di Lapo Casini: è possibile avere la ricetta stessa per avere un' idea della sua composizione?
Non sono un liutaio, ma da musicista e "curioso come le scimmie" quale sono, vorrei sapere perchè il violino lo si vernicia il più delle volte a pennello (o direttamente banche con le dita) e non a tampone come le chitarre classiche (la tecnica a tampone non dovrebbe, a rigor di logica, permettere di raggiungere una maggiore brillantezza della vernice stessa?).
Grazie davvero!
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claudio
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Messaggio da claudio »

La vernice di Casini non è propriamente una vernice mista, essa è prodotta attraverso l'ossidazione dell'olio di lino e successivo trattamento in carbonato di sodio e acido nitrico. In questo modo la linossina viene liberata dalla glicerina che la rende insolubile all'alcool e può essere tranquillamente sciolta in alcool come una comune resina. In genere il rapporto tra linossina trattata e resina sandracca è 1:1.

Il violino non si vernicia a tampone perchè non ha superfici continue come quelle della chitarra, la presenza di spigoli rende quindi l'applicazione del tampone molto difficoltosa. Tuttavia queste difficoltà sarebbero comunque aggirabili da parte di un buon liutaio, ma quello che infine va contro l'uso di un tale simile sistema di verniciatura è appunto la finitura a specchio che contrasta fortemente con spirito degli strumenti ad arco. Infatti essi seguendo la tradizione artigianale dovrebbero mostrare l'impronta del proprio autore in ogni fase della costruzione, anche le pennellate sono un indice abbastanza sicuro di attribuzione e di qualità di un violino. E' pur vero che nelle vernici ad olio e anche nella vernice di Casini le pennellate tendono a scomparire, ma resta pure sempre una superficie, un modo di colorare, una sostanza stessa della vernice che la rendono unica nel suo genere.
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segidio
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Messaggio da segidio »

Grazie Claudio, le tue risposte sono sempre molto esaustive e complete;
Ho potuto in questo forum vedere bellissime fotografie, davvero ben fatte, e in esse ciò che mi ha colpito è stata la straordinaria riflettibilità di alcuni strumenti: me ne viene in mente una di un violino di Bissolotti, ripreso dal retro ed appoggiato su di un tavolo.
Ebbene, nel suo sito si legge che fa uso di vernice ad alcol (generalmente molto utilizzate per la costruzione di chitarre classiche), quando molti costruttori di strumenti ad arco utilizzano quelle a base olio (se ho ben capito te compreso, stendendola con le dita).
La ricerca della prorpia vernice personale può facilmente diventare per un litaio un' ossessione, lo capisco, lo diventò, per un periodo anche per Sacconi. Pochi invece mi sembra utilizzino vernici miste: forse per la difficoltà nel crearle?? Si possono ottenere buoni risultati con esse??
Grazie
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claudio
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Messaggio da claudio »

Veramente di liutai che costruiscono strumenti ad arco in Italia che usano vernici ad olio con successo sono veramente molto pochi, la maggior parte continua imperterrita la tradizione ottocentesca delle vernici ad alcool. Se poi consideriamo coloro che usano vernici ad olio stendendole con le dita sono ancora meno.
Se conosci bene le vernici ad alcool e quelle ad olio non hai bisogno di usare le vernici miste, che se composte ed usate in modo inappropriato finisco con il dare gli svantaggi delle une e delle altre: scarsa essiccatività e difficoltà di applicazione. La vernice di Casini non è una vernice mista o ibrida.
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segidio
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Messaggio da segidio »

Parlando invece della vernice che secondo Sacconi avrebbe usato Stradivari (mi riferisco alla vernice vera e propria, non al trattamento e allo strato isolante), si può classificare come mista, visto che il procedimento prevede in primis propoli e resina di Venezia amalgamate in acool (...) e la successiva pasta molle derivata sciolta prima in olio di spigo e poi in olio di trementina??
Inoltre qui sul forum ho letto un tuo interessante intervento, nel quale parlando della vernice di cui sopra, ponevi l' attenzione sul fatto che il libro per quanto ben fatto, è vecchio di decenni e nel frattempo le tecniche di analisi chimiche hanno fatto passi da gigante. Si è scoperto qualche nuovo elemento importante nella presunta formulazione della vernice stradivariana??
Grazie!!
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claudio
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Messaggio da claudio »

la vernice alla propoli proposta da Sacconi può essere considerata una vernice all'essenza, in cui può essere aggiunta una piccola quantità di olio di lino. tuttavia l'esperienza ha evidenziato che quella formulazione non ha dato i risultati sperati.

Il fatto che il libro di Sacconi sia vecchio di decenni non vuol dire nulla, anche il Colosseo è vecchio 2000 anni ma nessuno si sogna di buttarlo giù. Quindi il libro di Sacconi va considerato a tutti gli effetti un monumento alla liuteria di grandissima attualità. Ovviamente gli studi sono proseguiti ed è stato anche grazie a Sacconi che si è capito che le vernici antiche fossero principalmente formulazioni piuttosto semplici a base di olio di lino e resine terpeniche, quel che le ha rese così famose non è la natura stessa della vernice, ma il modo in cui furono applicate e in cui fu trattato il legno.

Nel 1995 ho pubblicato un articolo su The Strad che spiega un pò le cose, successivamente i liutai Jose Maria Lozano e Koen Padding hanno trovato il modo di rendere usabili ed applicabili le vernici antiche, e fortunatamente ora è possibile anche per il comune mortale poterle riprodurre senza troppi problemi. Resta pur sempre lo scoglio dell'apprendimento e del metodo di applicazione, che nel caso di questo tipo di vernici ad olio è piuttosto impegnativo superare.
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Ananasso
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Messaggio da Ananasso »

claudio ha scritto: ...

Resta pur sempre lo scoglio dell'apprendimento e del metodo di applicazione, che nel caso di questo tipo di vernici ad olio è piuttosto impegnativo superare.
Sarebbe molto interessante per me capire come hai fatto in particolare a dipingere il fondo del tuo Ausonia. Più lo guardo e più mi intriga.
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claudio
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Messaggio da claudio »

Il prossimo sarà il Neapolis, vedremo se ti intriga anche quello e ne riparleremo.
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Ananasso
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Messaggio da Ananasso »

claudio ha scritto:Il prossimo sarà il Neapolis, vedremo se ti intriga anche quello e ne riparleremo.
Grazie. Mi sa che a te ti ha intrigato il Vesuvio.
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claudio
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Messaggio da claudio »

No, il mio Neapolis non c'entra niente con il Vesuvius perchè è fatto a modello di un Guarneri del Gesù, inoltre io non ho mai visto dal vivo il Vesuvius.
Per quello che riguarda le vernici ad olio, io in questo momento uso quella all'ambra che dà risultati superiori a tutte le altre che ho provato. In antico penso che non potesse essere usata molto spesso per via della difficile reperibilità, dell'alto costo e infine per la difficoltà di renderla solubile nell'olio. Non bisogna dimenticare che ai tempi di Guadagnini le vernici stradivariane non godevano di molta stima proprio perchè piuttosto fragili e predisposte a prendere impronte anche dopo decenni dalla loro stesura.
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Messaggio da 1972pianoman »

Beh ora vedremo come si comporta quella alla sandracca, molto bella, di colore rosso naturale.
A me intriga tantissimo il tuo Neapolis, lo avevo già adocchiato qualche giorno fa nella tua galleria; non vedo l'ora di vederlo, spero dal vivo.
segidio
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Messaggio da segidio »

Si sta facendo interessante la discussione!
Certo Claudio, a Sacconi va riconosciuto assolutamente il suo impegno, e leggendo qualche pagina di libro anche un assoluto ignorante in materia come me riesce a trarne la passione con cui è scritto e la continua ricerca dell' autore. Il testo penso debba essere ancora un punto di riferimento per come viene analizzato e studiato ogni singolo particolare di uno strumento. Ovviamente le tecniche di ricerca continuano a ritmi serrati anche in questo campo e con strumenti sempre più all' avanguardia, come è giusto che sia, e come è giusto che sia ogni liutaio percorre la propria strada di ricerca. Hai fatto pure riferimento alla vernice di Stradivari e al fatto che essa non riscuteva troppo successo ai tempi di Guadagnini per la sua fragilità e facilità di prendere impronte: un amico di famiglia liutaio, costruttore di strumenti medioevali e splendide chitarre classiche che utilizza una vernice a base alcolica stesa a tampone (gomma lacca, sandracca, copale manila, gomma elemi etc...) ripete sempre che la bellezza si paga, nel senso che la vernice è sensibile al calore estivo e al sudore, tanto da consigliare l' interposizione nella stagione calda di un panno fra la chitarra stessa ed il braccio del musicista. E non di rado si ritrova a dover dover ripassare chiatarre sue e non. Premesso quanto sopra, mi domando a questo punto, negli insegnamenti delle scuole di liuteria come a Cremona per esempio, che tipo di vernice (alcol, olio, mista) fanno utilizzare agli allievi.
Surreale
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Messaggio da Surreale »

claudio ha scritto:Non bisogna dimenticare che ai tempi di Guadagnini le vernici stradivariane non godevano di molta stima proprio perchè piuttosto fragili e predisposte a prendere impronte anche dopo decenni dalla loro stesura.
Per curiosita' riporto cio' che e' scritto nei "Carteggi" del Salabue:
"...La vernice pero'di cui fece uso esso Stradivari, tutto che bella a vedere, e' di natura a non attaccarsi bene al legno per cui facilmente si distacca e si logora a pregiudizio dell'instromento medesimo, che non potranno conservare in buon stato tanti secoli, come sene vedono negli Amati".
8O
Detto oggi sarebbe un'eresia...
segidio
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Messaggio da segidio »

Ahahahah... Vernice o non vernice (importantissima anch' essa proprio per la funzione in primis di proteggere) inutile dire che il genio di Stradivari è un insieme di cose, a partire dal suo orecchio per intuire le caratteristiche acustiche del legno, passando per le fasi di costruzione. Non ultima cosa ricordiamoci che, beato lui, campò circa novant' anni e costruì circa 1100 strumenti: è chiaro che di questa grande produzione molti sono stati perduti, altri probabilmente si sono distrutti, vuoi per mancanza di conservazione adeguata, vuoi per usura anche dei materiali.
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