Rieccomi qui
Susanna, ho letto tutto il 3d e mi sembra veramente un'ottima idea.
Tutti gli spunti sono interessantissimi anche se, suonando da pochissimo il violino, alcuni sono di più difficile comprensione
Anch'io inizio sempre l'esercizio con le corde vuote lente, poi con le scale e con ritmi diversi.
Solo dopo questa "trafila" sento di esere entrata in contatto con il violino ma questo forse dipende anche dalla mia inesperienza.
La mia insegnante dice sempre che le corde vuote non vanno mai trascurate e che moltissime volte anche i "concertisti" prima di suonare sul palco vi si dedicano
Grazie Susanna!
Mi è tutto molto utile!
P.s. Qualche esercizio per le crome?
Gruppi di studio-lezione n. 1
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detaché.... sembra facile ma secondo me non lo è.
Io cerco di iniziare con l'arco fermo sulla corda, per sentire il peso del braccio. Poi inizio a muovere soprattutto il gomito, sempre di più. Per me il detaché è un movimento di gomito che viene ammortizzato dalle dita e dal polso che sono morbide e rilassate. Non mi piace chi lo fa solo con le dita.
Ci deve essere appoggio - e molto - ma scioltezza di articolazioni.
Il peso del braccio è costante (sempre lo stesso), non ci sono attacchi come nello staccato.
Quando suono, soprattutto quando insegno, mi piace immaginare: per il detaché immagino una cosa pesante che scivola (un treno sui binari o, non so se ricordate, quella specie di padellona di quello strano sport chiamato curlig: la padellona è pesantissima ma scivola sul ghiaccio). O ancora alla coda del gatto, mentre si muove per terra.
Io cerco di iniziare con l'arco fermo sulla corda, per sentire il peso del braccio. Poi inizio a muovere soprattutto il gomito, sempre di più. Per me il detaché è un movimento di gomito che viene ammortizzato dalle dita e dal polso che sono morbide e rilassate. Non mi piace chi lo fa solo con le dita.
Ci deve essere appoggio - e molto - ma scioltezza di articolazioni.
Il peso del braccio è costante (sempre lo stesso), non ci sono attacchi come nello staccato.
Quando suono, soprattutto quando insegno, mi piace immaginare: per il detaché immagino una cosa pesante che scivola (un treno sui binari o, non so se ricordate, quella specie di padellona di quello strano sport chiamato curlig: la padellona è pesantissima ma scivola sul ghiaccio). O ancora alla coda del gatto, mentre si muove per terra.