per la diteggiatura delle launeddas ci sono delle differenze enormi con la diteggiatura del flauto dolce (e di tutti gli altri strumenti di legno che, chiavi a parte, si assomigliano molto, quando addirittura non sono uguali) in quanto i buchi vengono aperti uno alla volta; in sostanza quando si fa la nota corrispondente al buco del dito indice, gli altri debbono essere tappati; se si passa ad aprire il buco del medio o dell'anulare, bisogna prima ritappare il buco dell'indice, e così via; per questo sarei curioso di approfondire le mie conoscenze. per il resto sono daccordo anche se in linea teorica, essendo io ( ma tu più di me ) un pò distante da Genova per andare per osterie, senza contare il fegato un pò in disordine
a parte gli scherzi, sarebbe utilissimo ricercare e tentare di tramandare certe manifestazioni tradizionali anche se in Toscana ci stanno provando (poeti improvvisatori in ottava - ci sono anche dei giovani che se la cavano benino -; strambotti, ecc..), spesso con il fattivo aiuto delle amministrazioni comunali. Speriamo che riescano!!