Alfredo ha scritto:
Almeno non mi dovrò più sentire in colpa ad interrompere unoo scambio di post in piena notte!
Che caro...figurati se ti devi sentire in colpa!! Piuttosto, tu dormi pochetto
Alfredo ha scritto:
"Quindi si affronta uno studio profondo per cercare di trovare il modo piu' consono e corretto per esprimere la spontaneita' insita nella musica e nella musicalita' e pertanto in noi...puo' andare come ragionamento? Ho capito bene le tue parole? "
Esattamente, non so se è giusto o se è debba essere per tutti così però è la mia esperienza.
E' la tua esperianza che voglio sentire.
Ora ti racconto io due cose avvenute durante le mie lezioni. Sovente sono stata rimproverata (piu' o meno affettuosamente) perche' non sentivo la musica, non seguivo il filo emotivo, non capivo il respiro della musica, le sue pause, le sue tensioni (come quello che hai spiegato tu sulle prime due note della "Campanella", ma a un livello piu' elementare). E mi sono sempre chiesta come tutto cio' si potesse "capire". E' forse il mio errore sta proprio in questo.
La seconda cosa riguarda una Tambourin di Chedeville. Anche in questo caso, la musica non c'era, solo note. Piu' suonavo, piu' il mio Maestro si innervosiva, fino a quando non decise di accompagnarmi con un sonaglio...un gioco per bimbi piccoli. Fu in quel momento che tutto divenne un gioco, divertente, pieno di allegria...la mia mente non pensava piu' a nulla c'era solo la musica con il ritmo allegro e trascinante di una Tambourin. Quanta energia in quella stanza.
Tutto questo per dirti che e' importante cio' che hai scritto perche' mi insegna qualcosa che fino ad oggi non capivo, anche se sentivo. Se poi e' valido per tutti o per un solo, non importa.
C'e' un'altra cosa che mi sorprende nella Musica ed e' il rapporto tra il compositore che la scrive e il musicista che la esegue. Mi sorprende come in un semplice pentagramma ricco di note e altro, si possa avere un intero linguaggio. Come si fa a sentire che una scala ascendente di Mozart deve essere suonata con un forte crescente per arrivare a creare la tensione giusta per le note e la melodia che seguira'? Quale magia si crea nella mente del musicista di fronte ad uno spartito? Sono cose che si imparano o sono il dono della musicalita' di cui si parlava prima?