gewa89 ha scritto:...La viella si puo' far derivare come sviluppo dalla ribeca o deriva piu' precisamente dalla crotta? Questo strumento si diffuse in tutta l'Europa? La viella quando e dove compare?
Ambedue le teorie sono state avanzate con basi sulla constatazione di fatti sensati, ed ambedue sembrano plausibili: quali sia realmente l'input alla base della nascita dello strumento... chi può dirlo? La crotta, conosciuta in tutta Europa durante il medioevo, era però "specialità" dei musici professionisti di area anglosassone e scandinavo-baltico-tedesca (non a caso nell'Europa continentale veniva spesso definita col nome di "Rotta Germanica"). Le testimonianze più antiche di lire che ci siano giunte sono la lira sassone di Sutton Hoo, trovata in una tomba in Gran Bretagna e datata dagli studiosi intorno agli inizi del VII secolo, quella forse leggermente precedente trovata a Trossingen (Germania) ed alcuni strumenti (anzi, frammenti di strumenti) classificabili nella stessa famiglia, di tarda età vichinga che sono stati ritrovati in torbiere e bitumaie danesi, svedesi e del nord della Germania. Questi strumenti erano considerati indistintamente adatti per essere suonati con il pizzicato del dito nudo, con il plettro o con un arco molto corto ed estremamente ricurvo, quasi come un arco da tiro, realizzato con un ramo alle cui estremità era annodato o forse cucito un fascio di crine (non ce ne sono pervenuti se non nelle incisioni)
Teoria personale, e quindi opinabile: mi sento di pensare che inizialmente gli struemnti fossero pensati a pizzico, e solo successivamente sia stato elaborato un sistema alternativo per emettere il suono (arco sì, ma anche plettri in corno e penne d'aquila, o martelletti in osso o legno, come nel caso delle innumerevoli varianti di strumenti a corde tese su telaio che in qualche modo possono rientrare nella famiglia del salterio). Il primo passo è stato probabilmente quello di suonare le corde a vuoto: solo successivamente ci si sarà resi conto che la corda poteva venir accorciata temporaneamente con l'ausilio delle dita, variandone perciò l'altezza della nota prodotta. Questo non richiedeva obbligatoriamente una tastiera: molti sono gli strumenti che consentono la tastatura pur essendone privi, anche se in genere con gli armonici o con il sistema di piegare lateralmente la corda anzichè premerla. Uno di questi, sempre della famiglia delle crotte, è lo jouhikko finlandese, antico strumento con le corde in crine, tuttora abbastanza diffuso (vedi foto: ho un interessante volume dei primi del Novecento su questo strumento, prima o poi mi prenderò la briga di tradurlo dal finnico e magari chissà che qualche editore italiano fiuti il possibile best-seller!
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Per quanto riguarda la viella, i primi esempi iconografici che si possono ritrovare sono risalenti all'inizio del XII secolo, in una forma ancora piuttosto rudimentale: diventa però davvero impossibile fissare se quella era la data in cui erano state realmente costruite le prime vielle, e non piuttosto quella in cui alcuni illustratori avevano ritenuto lo strumento degno di comparire in mano ai loro soggetti (la troviamo, nelle raffigurazioni, attribuita a nobili, a personaggi dell'Antico Testamento e ad angeli). Se così fosse, dovremmo ipotizzare che era già uno strumento conosciuto e piuttosto diffuso, quindi probabilmente esistente da tempo.
Non dimentichiamo una cosa: non ci sono giunti esemplari di strumenti ad arco (all'infuori delle lire ad arco già citate) precedenti al XV sec., con la cosiddetta "Violetta di S. Caterina di Vigri" (la Santa era nata nel 1413). Tutto quello che è precedente lo dobbiamo mediare dall'iconografia, il che lascia molti margini di incognito e di dubbio.... e rende tanto difficile il discorso di quella benedetta cronistoria
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