asimmetria violini di pietro guarneri
asimmetria violini di pietro guarneri
l'altro giorno mi sono guardato il poster di Strad di un Pietro Guarneri. Ho notato, laddove vengono riportati gli spessori del fondo, che questi non sono rigorosamenti simmetrici, rispetto all'asse principale del violino. In altri termini, la parte destra del fondo ha uno spessore diverso dalla parte sinistra, anche se di poco.
Non mi è mai capitato di leggere che nella costruzione del fondo, si utilizzi differenziare, nello spessore, la parte destra dalla parte sinistra.
Esiste invece una razionalità ad un comportamento del genere?
Non mi è mai capitato di leggere che nella costruzione del fondo, si utilizzi differenziare, nello spessore, la parte destra dalla parte sinistra.
Esiste invece una razionalità ad un comportamento del genere?
- Alfredo
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Re: asimmetria violini di pietro guarneri
La simmetria non è sicuramente stata lo scopo principale dei liutai antichi.arman ha scritto:l'altro giorno mi sono guardato il poster di Strad di un Pietro Guarneri. Ho notato, laddove vengono riportati gli spessori del fondo, che questi non sono rigorosamenti simmetrici, rispetto all'asse principale del violino. In altri termini, la parte destra del fondo ha uno spessore diverso dalla parte sinistra, anche se di poco.
Non mi è mai capitato di leggere che nella costruzione del fondo, si utilizzi differenziare, nello spessore, la parte destra dalla parte sinistra.
Esiste invece una razionalità ad un comportamento del genere?
Se guardi alcuni violini di del Gesù, vedrai che alcuni anno delle asimmetrie colossali, effe storte e anche differenze di larghezza tra tavola e fondo.
Stranamente queste asimmetrie sono scaturite da un processo artistico e quindi hanno un loro "ordine" estetico.
Nè l'una, nè l'altra cosa: le asimmetrie sono dovute unicamente al metodo di lavorazione che prevede l'uso della forma interna. In questo modo è quasi impossibile fare un violino perfettamente simmetrico. Sulla forma interna se ne è parlato parecchio:arman ha scritto:un loro ordine estetico o anche un loro senso funzionale?
In fondo un violino è uno strumento asimmetrico, per la presenza dell'anima da una parte, della catena dall'altra e di quattro corde con diametro e tensioni diverse.
http://www.claudiorampini.com/php/modul ... de=results
andante con fuoco
- Alfredo
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Anche noi abbiamo il cuore a sinistra e siamo tutti diversi...arman ha scritto:un loro ordine estetico o anche un loro senso funzionale?
In fondo un violino è uno strumento asimmetrico, per la presenza dell'anima da una parte, della catena dall'altra e di quattro corde con diametro e tensioni diverse.
Claudio, io però parlo non di asimmetria nel profilo del fondo, cosa spiegabile con l'uso della forma interna, ma di asimmetria negli spessori del fondo.
Mi pongo la domanda, perché ho spesso seguito discussioni su questo forum, nelle quali si concludeva che, per fare un buon violino, non è tanto importante la qualità dei legni, ma la capacità del liutaio di lavorarli (ed immagino di portarli ai giusti spessori).
Mi pongo la domanda, perché ho spesso seguito discussioni su questo forum, nelle quali si concludeva che, per fare un buon violino, non è tanto importante la qualità dei legni, ma la capacità del liutaio di lavorarli (ed immagino di portarli ai giusti spessori).
La questione è stata spesso dibattuta da esperti e studiosi, c'è stato in passato anche un documentario televisivo secondo cui si dimostrava che le asimmetrie negli spessori del fondo fossero il "segreto" di Guarneri del Gesù per conferire bassi pieni e corposi ai propri violini. Io ho usato anche spessori asimmetrici qualche volta, ma non ho trovato differenze tali da giustificarli. Anzi, direi che nell'economia generale dello strumento non è importante quanto siano precisi gli spessori, piuttosto bisogna fare attenzione al loro andamento. I liutai classici lavoravano gli spessori senza l'ausilio del comparatore e quindi era facile ottenere zone di disomogeneità, ma per quanto riguarda l'andamento erano abbastanza rigorosi ed ognuno aveva le proprie caratteristiche. Gli spessori devono essere sicuramente (giusti) e rispettare la tradizione, ma non bisogna dimenticare l'altro fattore vitale nella costruzione di uno strumento: le bombature. Ho visto e sentito suonare bene anche strumenti con spessori molto grossi (ma sottili ai bordi), tuttavia il loro timbro e qualità era diverso nella loro qualità. Noi dobbiamo seguire il "suono italiano".arman ha scritto:Claudio, io però parlo non di asimmetria nel profilo del fondo, cosa spiegabile con l'uso della forma interna, ma di asimmetria negli spessori del fondo.
Mi pongo la domanda, perché ho spesso seguito discussioni su questo forum, nelle quali si concludeva che, per fare un buon violino, non è tanto importante la qualità dei legni, ma la capacità del liutaio di lavorarli (ed immagino di portarli ai giusti spessori).
andante con fuoco
- valternahar
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L'impressione che ho avuto, da quando leggo i vari forum, è che la precisione dell'esecuzione di uno strumento e, in particolare, di un violino fosse determinante per avere degli strumenti di grandi qualità acustiche.
Stimolato da "il violino nuovo" mi sono documentato ulteriormente (Stroebel, Sacconi e altri testi di liuteria) e l'impressione è stata confermata da quanto ho letto.
Mi sono messo con questa convinzione a costruire il mio primo violino... poi, pian piano, ho scoperto tante eccezioni alla "regola della precisione assoluta", come quello che leggo qui oggi. La mia sicurezza adesso vacilla un po' : se non devo cercare di essere il più preciso possibile, che meta devo cercare di raggiungere nel mio lavoro?
Sicuramente mi pongo queste domande a causa della mia ignoranza da appena arrivato... però non demolitemi il mito del lavoro preciso al massimo livello.javascript:emoticon('') Le foto del tuo violino in lavorazione, Claudio, mi hanno affascinato profondamente. E non è una "sviolinata"! E' la verità.
Stimolato da "il violino nuovo" mi sono documentato ulteriormente (Stroebel, Sacconi e altri testi di liuteria) e l'impressione è stata confermata da quanto ho letto.
Mi sono messo con questa convinzione a costruire il mio primo violino... poi, pian piano, ho scoperto tante eccezioni alla "regola della precisione assoluta", come quello che leggo qui oggi. La mia sicurezza adesso vacilla un po' : se non devo cercare di essere il più preciso possibile, che meta devo cercare di raggiungere nel mio lavoro?
Sicuramente mi pongo queste domande a causa della mia ignoranza da appena arrivato... però non demolitemi il mito del lavoro preciso al massimo livello.javascript:emoticon('') Le foto del tuo violino in lavorazione, Claudio, mi hanno affascinato profondamente. E non è una "sviolinata"! E' la verità.
- valternahar
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Il mito della precisione: si provi a pensare alla cucina, a nessuno viene in mente che un piatto di tortellini o di lasagne siano fatti in modo "preciso". Piuttosto si direbbe che sono buoni, eccellenti, cattivi, mediocri. Eppure per fare un piatto di lasagne al forno c'è una ricetta abbastanza precisa, solo che ogni massaia ci mette un pò del suo, e poi dipende dal forno, dagli ingredienti usati e dalla loro genuinità, e da altri fattori ancora.
Perchè pensando ad un violino si parla spesso solo di precisione? se fosse solo per la precisione, oggi esistono macchine a controllo numerico che sono in grado di costruire violini in modo precisissimo fino al centesimo di millimetro, e quindi si possono copiare i violini antichi in modo esattissimo.
Siccome sono recentemente tornato da un viaggio in California, mi viene in mente che da quelle parti, guarda caso, sia il cibo che i violini fatti rispettivamente dai cuochi e dai liutai americani abbiano spesso un sapore ed un suono mediocre. Eppure i cibi sono fatti in maniera precisissima rispettando le ricette in modo quasi ossessivo. Ripetitivo, direi. Anche i violini fatti dai colleghi americani spesso sono copie esattissime degli strumenti originali, copiate in modo maniacale anche nel più piccolo dei graffi. Eppure questi violini hanno spesso un suono che farebbe inorridire persino un allievo appena uscito dalla scuola di liuteria. Molto spesso ho ricevuto molti buoni consigli proprio dai liutai americani sul come usare gli attrezzi, affilarli, averne cura, ecc ecc. Ma quando ho provato io a ricambiare il favore e a tentare di indurli a far suonare meglio i loro strumenti, mi sono trovato davanti ad un muro: l'andare contro l'idea della precisione per la maggior parte di loro è inconcepibile, non fa parte del loro modo di pensare e quindi non lo capiscono.
Quindi noi ci teniamo stretti i nostri violini e le nostre lasagne. Queste ultime, tra le altre cose, sono letteralmente prese d'assalto dai turisti americani e stranieri in genere. Le apprezzano, le capiscono, non ne possono fare a meno, ma non sono in grado di riprodurle.
Insomma oltre al mito della precisione c'è un altro importante parametro da considerare: la Qualità.
La qualità non la si misura con il termometro e anche se è vero che l'industria alimentare ci ha abituati a sapori standardizzati, bisogna sempre considerare che un piatto preparato con ingredienti genuini da una brava massaia è quanto di meglio si possa assaporare rispetto alle porcherie preconfezionate.
Se noi osserviamo un quadro di Leonardo o una scultura di Michelangelo non diciamo "è preciso!", ma "quanto è bello!". Lo stesso accade o dovrebbe accadere di fronte ad un violino di Stradivari, la nostra educazione pseudoscientifica non ha abituato nè l'occhio nè l'orecchio a discernere nel mondo della creatività, così che la maggior parte di noi sono costretti a rimediare la lacuna nell'età adulta. Ma non è la stessa cosa, così come non è lo stesso imparare il violino da adulti. Essere educati all'espressione creativa significa semplicemente ragionare con la vita in termini qualitativi e non solo quantitativi.
Perchè pensando ad un violino si parla spesso solo di precisione? se fosse solo per la precisione, oggi esistono macchine a controllo numerico che sono in grado di costruire violini in modo precisissimo fino al centesimo di millimetro, e quindi si possono copiare i violini antichi in modo esattissimo.
Siccome sono recentemente tornato da un viaggio in California, mi viene in mente che da quelle parti, guarda caso, sia il cibo che i violini fatti rispettivamente dai cuochi e dai liutai americani abbiano spesso un sapore ed un suono mediocre. Eppure i cibi sono fatti in maniera precisissima rispettando le ricette in modo quasi ossessivo. Ripetitivo, direi. Anche i violini fatti dai colleghi americani spesso sono copie esattissime degli strumenti originali, copiate in modo maniacale anche nel più piccolo dei graffi. Eppure questi violini hanno spesso un suono che farebbe inorridire persino un allievo appena uscito dalla scuola di liuteria. Molto spesso ho ricevuto molti buoni consigli proprio dai liutai americani sul come usare gli attrezzi, affilarli, averne cura, ecc ecc. Ma quando ho provato io a ricambiare il favore e a tentare di indurli a far suonare meglio i loro strumenti, mi sono trovato davanti ad un muro: l'andare contro l'idea della precisione per la maggior parte di loro è inconcepibile, non fa parte del loro modo di pensare e quindi non lo capiscono.
Quindi noi ci teniamo stretti i nostri violini e le nostre lasagne. Queste ultime, tra le altre cose, sono letteralmente prese d'assalto dai turisti americani e stranieri in genere. Le apprezzano, le capiscono, non ne possono fare a meno, ma non sono in grado di riprodurle.
Insomma oltre al mito della precisione c'è un altro importante parametro da considerare: la Qualità.
La qualità non la si misura con il termometro e anche se è vero che l'industria alimentare ci ha abituati a sapori standardizzati, bisogna sempre considerare che un piatto preparato con ingredienti genuini da una brava massaia è quanto di meglio si possa assaporare rispetto alle porcherie preconfezionate.
Se noi osserviamo un quadro di Leonardo o una scultura di Michelangelo non diciamo "è preciso!", ma "quanto è bello!". Lo stesso accade o dovrebbe accadere di fronte ad un violino di Stradivari, la nostra educazione pseudoscientifica non ha abituato nè l'occhio nè l'orecchio a discernere nel mondo della creatività, così che la maggior parte di noi sono costretti a rimediare la lacuna nell'età adulta. Ma non è la stessa cosa, così come non è lo stesso imparare il violino da adulti. Essere educati all'espressione creativa significa semplicemente ragionare con la vita in termini qualitativi e non solo quantitativi.
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- valternahar
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Mi hai tirato su di morale, anche perché alla fabbricazione di strumenti con macchine automatiche avevo pensato, con disappunto.
Apprezzo molto quanto dici e lo trovo molto giusto.
Una domanda però mi penzola ancora sulla tastiera (che bello quando si poteva dire "mi resta ancora nel calamaio") e cioè mi chiedo: perché un violino fatto bene, tecnicamente parlando, non deve, anche, suonare bene?
Nel frattempo, in attesa di capire questo mistero, cercherò con il tuo aiuto e con quello degli amici del forum, di costruire un buon tortell... violino!
Apprezzo molto quanto dici e lo trovo molto giusto.
Una domanda però mi penzola ancora sulla tastiera (che bello quando si poteva dire "mi resta ancora nel calamaio") e cioè mi chiedo: perché un violino fatto bene, tecnicamente parlando, non deve, anche, suonare bene?
Nel frattempo, in attesa di capire questo mistero, cercherò con il tuo aiuto e con quello degli amici del forum, di costruire un buon tortell... violino!
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Quando si può dire che un violino è fatto bene?? quando è copiato con la massima ( e pedissequa) precisione?? o quando il liutaio tenendo conto delle differenze di struttura del singolo pezzo di legno adegua gli spessori creando quindi delle difformità??
Se il legno fosse un materiale amorfo e perfettamente riproducibile nella sua struttura, allora,una volta trovate le misure le bombature e gli spessori ideali verrebbero fuori a migliaia gli strumenti eccezionali, ma dal momento che il legno è una materia viva e che un pezzo è differente da un altro pezzo anche se venuti fuori dallo stesso tronco e dallo stesso "libro" allora la cura del liutaio che non vuol fare un soprammobile sarà quella di interpretare il singolo pezzo di legno e comportarsi di conseguenza. Nella misura in cui sarà stato correttamente interpretato il pezzo di legno (in relazione anche agli altri pezzi di legno che compongono il violino) si avrà la qualità del suono. Non è facile??? certo!!! é difficilissimo, ma per questo esistono i grandi, i mediocri e gli scarsi liutai!!!
Se il legno fosse un materiale amorfo e perfettamente riproducibile nella sua struttura, allora,una volta trovate le misure le bombature e gli spessori ideali verrebbero fuori a migliaia gli strumenti eccezionali, ma dal momento che il legno è una materia viva e che un pezzo è differente da un altro pezzo anche se venuti fuori dallo stesso tronco e dallo stesso "libro" allora la cura del liutaio che non vuol fare un soprammobile sarà quella di interpretare il singolo pezzo di legno e comportarsi di conseguenza. Nella misura in cui sarà stato correttamente interpretato il pezzo di legno (in relazione anche agli altri pezzi di legno che compongono il violino) si avrà la qualità del suono. Non è facile??? certo!!! é difficilissimo, ma per questo esistono i grandi, i mediocri e gli scarsi liutai!!!
dice che l'età porta saggezza; la mia deve averla dimenticata da qualche parte!
- valternahar
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Perfetto. Grazie. Mi rendo conto di avere male interpretato il discorso della "precisione". Perdonatemi l'ingenuità.
E' che per un principiante, come me, è molto più facile "vedere" una misura precisa che "dosare" il lavoro sulle caratteristiche del legno che si sta usando e mi rendo conto che questo non può venire che con l'esperienza.
Del resto avevo letto, sul Sacconi, che Stradivari modificava gli spessori a seconda della venatura, stretta o meno, ecc.
Grazie a voi sto facendo i primi passi in un mondo più vasto... e molto più interessante.
P.S. Aldeo, a me piace la musica indiana. Perdonami!
E' che per un principiante, come me, è molto più facile "vedere" una misura precisa che "dosare" il lavoro sulle caratteristiche del legno che si sta usando e mi rendo conto che questo non può venire che con l'esperienza.
Del resto avevo letto, sul Sacconi, che Stradivari modificava gli spessori a seconda della venatura, stretta o meno, ecc.
Grazie a voi sto facendo i primi passi in un mondo più vasto... e molto più interessante.
P.S. Aldeo, a me piace la musica indiana. Perdonami!
- valternahar
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