Violini e Pittura.

Suonare e costruire i violini
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claudio
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Violini e Pittura.

Messaggio da claudio »

E' noto che la pittura svolge per la liuteria italiana una funzione di autentica memoria storica, infatti se non ci fossero quadri ed affreschi antichi a raffigurare come erano fatti gli strumenti della più remota antichità, oggi il nostro patrimonio di conoscenze sarebbe certamente più povero.
Ieri sera, in occasione di un concerto per violoncello solo tenuto dall'amico Giuseppe Cecchin che ci ha entusiasmato con le suite di Bach e le sue trascrizioni di Prokofev e Paganini, svoltosi in una graziosa chiesetta di Casole d'Elsa (Siena):
http://www.casole.it/modules.php?op=mod ... page_id=61
ho avuto occasione di ammirare alcuni affreschi del XVII sec. che ricoprivano le volte. Ad un certo punto sono rimasto attratto dalla figura di un angelo musicante che suonava una specie di antico parente del violino, probabilmente una viola o una lira da braccio:

Immagine

Come potete vedere si tratta di uno strumento arcaico, ma che richiama già le forme del violino così come lo conosciamo oggi. Innazitutto notiamo le "CC" che aprono letteralmente il corpo dello strumento, il ponticello praticamente sembra vicinissimo a quella che sembra una barretta incollata alla tavola armonica atta a reggere le corde. La tavola armonica medesima sembra piatta, il manico sembra essere attaccato al corpo formando tutta una linea con esso, la tastiera sembrerebbe interrompersi al bordo della tavola armonica e il cavigliere su cui oggi vediamo ergere il riccio tanto familiare, vede invece uno scudo o qualcosa di simile, del tutto simile anche ad analoghi manici stradivariani, viole d'amore e simili.
L'importanza di questo affresco sta nel fatto che qui non ci troviamo a Cremona, bensì in uno dei tanti paesi inseriti nella sconfinata campagna senese. Ricordo che a pochi chilometri sorge l'antico paese di Colle Val d'Elsa, luogo di nascita di colui che ci ha tramandato uno dei più antichi e validi manuali antichi di pittura e affresco, si tratta di Cennino Cennini che visse a cavallo tra la fine del 1300 e la prima metà del 1400. Ancora oggi passeggiando per quelle campagne si rimane stupiti per la ricchezza dei colori di quelle terre. Infatti fin dall'antichità il famoso colore "Terra di Siena" era tratto proprio dalle argille di Colle Val d'Elsa.
Ma ritornando al nostro strumento raffigurato nell'affresco, notiamo anche la minuzia con cui è stato raffigurato l'arco e la corretta presa delle dita effettuata sul medesimo: allora il crine veniva tenuto in tiro con la semplice pressione del pollice. C'è da precisare che le bacchette degli archi erano piuttosto esili e facili da piegare con la pressione delle dita.
Da quanto sopra se ne ricava che, seppure Cremona ha conosciuto il genio dei più grandi liutai, le botteghe di liuteria e i liutai, chiamati anche "violinari", hanno sempre esercitato la loro arte in Toscana, perlomeno nell'ambito delle province di Firenze, Pisa, Livorno e molto probabilmente anche Lucca. Questo è un dato che emerge dagli archivi storici ove in documenti del '400 ed epoche successive vengono spesso nominati "violinari" e non di rado tali documenti riportano gli inventari di questi antichi laboratori.
E con questo si spiega perlomeno parzialmente, la presenza di un antico strumento ad arco, sicuramente antenato del violino, in uno sperduto paesino delle crete senesi.
Va anche considerato che forse l'età del dipinto può essere anteriore al XVII sec., ma va anche considerato che per un certo periodo la coesistenza del violino di forma moderna con gli strumenti più antichi era da considerare normale. Inoltre un dipinto può anche tradire e risultare non affidabile nella datazione basata sulla raffigurazione degli strumenti rappresentati, perchè bisogna tenere conto che anche gli artisti della pittura e dell'affresco spesso seguivano antichi schemi figurativi (leggi: cartoni) che niente avevano a che fare con la loro contemporaneità.
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