C'è prima qualità e prima qualità...

Suonare e costruire i violini
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Fabrizio1
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Re: C'è prima qualità e prima qualità...

Messaggio da Fabrizio1 »

Se sopravvivo al manico e al riccio, lo lascio in bianco :mrgreen: :mrgreen:. Ho notizie su lavori di principianti, più o meno decorosi, che sono stati infatti rovinati proprio dalla verniciatura... Ho conservato praticamente tutti gli sfridi, sia abete che acero, proprio per fare tutte lo prove per scongiurare pasticci o colori improponibili. Prima di arrivare alla vernice, come dicevo, dovrò superare lo scoglio del manico e del riccio, per il quale non ho ancora studiato abbastanza...
La catena può andar bene così?
Come sempre, grazie.
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claudio
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Re: C'è prima qualità e prima qualità...

Messaggio da claudio »

Sulla catena non ti so dire, per quanto possa sembrare strano anche la catena dipende molto dal metodo costruttivo che si sta seguendo. Per la vernice conviene sempre affrontare l'argomento molto, ma molto in anticipo rispetto alla fine dello strumento, così da trovarsi un minimo preparati. Anche per il manico, e le altre fasi della costruzione è sempre necessario studiare "prima" e poi mettere in pratica.
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Fabrizio1
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Re: C'è prima qualità e prima qualità...

Messaggio da Fabrizio1 »

Grazie per il consiglio, se mi dilungo ancora non lo finisco più... Credo che sul forum troverò tutte le informazioni.
Grazie ancora e buona (calda...) serata.
:chrs:
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Fabrizio1
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Re: C'è prima qualità e prima qualità...

Messaggio da Fabrizio1 »

Quando una cosa non mi era immediatamente comprensibile, mio padre - persona di pochissime parole - faceva partire quasi fra se e se un proprio, efficacissimo, rigoroso, asciutto, pittoresco e austero adagio: "Ci devi sbattere le corna".

Forse inizio a comprendere perché Stradivari adottava il metodo Stradivari......

Ieri sera ho provato la chiusura a secco della cassa.
Una guerra.
Eh si, perché con tutto il tempo trascorso senza tavola, la fine inverno, la primavera, l'estate e ora i primi freschi, hanno fatto sì che le fasce lato tavola si siano un po', come dire, "adagiate" e si sono messe comode di qualche decimo. Per far coincidere il loro profilo con il tracciato sulla tavola, ho faticato. E la fatica richiede sforzo. E lo sforzo può fare danni.

Nella lotta greco-romana che si è instaurata, un paio di morsetti si sono mossi e uno degli steli ha ammaccato il bordo esterno (già rifinito...) della tavola. E visto che il greco non ne voleva sapere di starsene fermo, che fai? Dai una "serratina" in più ai morsetti che, nonostante il morbido sughero, hanno fatto perdere freschezza al bordo della sgusciatura (già rifinito...).
Per carità, porrò rimedio (spero); l'ammaccatura l'ho ritirata già fuori col cotone bagnato con acqua bollente e, una volta incollata la tavola, al bordo della sguscia gli darò una "riaffilatina". Invece per la lastra di ghiaccio che mi si è formata sulla schiena aprirò un topic su Vanity Fair.

Sembrerebbe niente di irreparabile. Però si perde tempo. Tanto tempo.

E nella bottega di Stradivari, con i suoi 1600 e dispari violini prodotti al ritmo di uno al mese, il tempo era danaro.
Comprendo il perché facesse i bordi dopo l'incollaggio di tavola e fondo sulle fasce; comprendo perchè di conseguenza filettasse e sgusciasse a cassa chiusa e perché rifinisse tutto "a giochi fatti".

Stradivari era una "macchina da guerra", aveva ordini da ogni dove, un nome da difendere e pertanto non poteva assolutamente permettersi di perdere tempo a stare attentissimo o, peggio, a rimediare. La "serie" non poteva fermarsi. E il cliente esigeva puntualità e un lavoro a regola d'arte.
Aveva già, a suo modo, fatto un processo di ottimizzazione industriale, massimizzazione dei risultati e minimizzazione del rischio. Davvero niente male per un'attività aperta 350 anni fa. E della quale ancora si parla.

Come farò ora? Pazienza, pazienza e ancora pazienza. E uno scialle sulla schiena. Farà freddo.

Non bruciatemi su una pira di trucioli.

Buona serata a tutti.
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Re: C'è prima qualità e prima qualità...

Messaggio da claudio »

Mi spiace per l'inconveniente, ma se continui ad operare a cassa aperta sicuramente c'è una tecnica per ovviare al problema dei bordi che non tornano con il contorno fasce. Purtroppo non so dirti molto di più perché uso il metodo di rifinitura bordi a cassa chiusa.

Questo è un metodo teorizzato e messo in pratica da Sacconi in base alle osservazioni fatte sugli strumenti originali, e non era esclusivo di Stradivari ma anche di altri liutai della classicità cremonese, tra i quali gli Amati.

Che Stradivari consegnasse i propri strumenti puntualmente ho qualche dubbio, esiste una sua lettera autografa in cui si scusa per il ritardo della consegna causa l'esposizione al sole dello strumento per fare essiccare la vernice, non ponendovi troppa attenzione il sole estivo può avere effetti disastrosi sulle incollature della cassa. Anche il musicista/compositore Lully attese a Cremona la consegna di un buon numero di strumenti ordinati (non ricordo in quale bottega, ma si trattava sempre di uno famoso), ma dopo tre mesi di permanenza dovette congedarsi dalla città a mani vuote.

Parlare di "serie" riguardo la produzione artistica di Stradivari potrebbe essere come bestemmiare in chiesa perché comunque si trattava di strumenti sempre molto curati e al vertice della qualità, anche se nella sua bottega sicuramente aveva un buon numero di aiutanti. Il metodo a cassa chiusa, semmai decidessi di adottarlo, serve per il suono e di riflesso anche per evitare problemi con i bordi.
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Re: C'è prima qualità e prima qualità...

Messaggio da Fabrizio1 »

claudio ha scritto: martedì 20 settembre 2022, 21:14 ...
Parlare di "serie" riguardo la produzione artistica di Stradivari potrebbe essere come bestemmiare in chiesa perché comunque si trattava di strumenti sempre molto curati e al vertice della qualità...
Per carità, non voglio bestemmiare!!!! Ho parlato di "serie" non nel senso dispregiativo ma pensando più ad altri esempi di eccellenze, anche se "moderne"; mi era venuta in mente una serie (appunto) di Aston Martin One-77 fatte interamente a mano (lamierati di alluminio compresi....) in soli 77 esemplari, la cui cura nella realizzazione è arrivata a livelli poco immaginabili, tanto da far arrivare il prezzo a 1 milione di Sterline inglesi ad esemplare. Nessuna voglia di paragonare la bottega di stradivari al concetto di "serie cinese"!

Per la chiusura della cassa mi servirà molta calma; nel frattempo ho approfittato per fare il foro guida del bottone...

Buona serata.
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Re: C'è prima qualità e prima qualità...

Messaggio da claudio »

Era giusto per chiarire e per evitare possibili fraintendimenti perché da come lo descrivevi, Stradivari sembrava davvero un imprenditore in stile moderno. Cosa che in realtà non è del tutto sbagliata perché comunque aveva in un certo modo reso abbastanza sistematico il suo lavoro, ma i criteri di produzione/creazione restarono quelli antichi.

Mi sono ricordato che il mio primo violino fu realizzato a cassa aperta, ma non ebbi grossi problemi per far tornare i bordi sul contorno fasce, ebbi solo cura di estrarre la forma dopo avere incollato il fondo. Per la tavola fu più complicato e fu necessaria qualche forzatura, ma alla fine tutto andò quasi bene. Quando al terzo violino provai il sistema della cassa chiusa decisi subito che non lo avrei più lasciato, ma dovetti costruire alcuni strumenti per farci pratica e capire la natura e l'importanza delle sgusce.
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Re: C'è prima qualità e prima qualità...

Messaggio da Fabrizio1 »

Anche io avevo incollato il fondo e poi estratto la forma, solo che da febbraio a oggi le fasce se la sono spassata. Stasera ho fatto delle prove di elasticità delle fasce e penso che, bloccata la posizione sugli zocchetti inferiore e superiore, i primi due morsetti li piazzerò al centro delle CC, zona in cui c'è in pratica tutto lo scostamento; in tal modo le fasce non hanno vincoli e potrebbero essere più trattabili. Poi bloccherò le punte, finirò le CC e poi a completare il restante contorno.
Farò tesoro di tutti questi piccoli intoppi...
Grazie, come sempre.
Buona serata
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Re: C'è prima qualità e prima qualità...

Messaggio da Fabrizio1 »

Per adesso, tira di qua, spingi di là, ho rotto una punta...
Quindi prima di chiudere la devo rincollare... E' snervante...
Chiedo scusa per l'effetto chat, non me ne vogliate, non l'ho mai fatto e sarà l'ultima volta, ma quando ho sentito crack non sapevo a che santo votarmi; a casa se ne parlo mi rinchiudono...
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Re: C'è prima qualità e prima qualità...

Messaggio da Fabrizio1 »

Alea iacta est... Vediamo domattina che cosa ne esce... Io ce l'ho messa tutta, non ho forzato, qualche tratto di bordo all'interno delle CC avrebbe dovuto essere più aggettante ma va bene così.
Una buona serata a tutti.

DSC_4064L.jpg

DSC_4065L.jpg
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Re: C'è prima qualità e prima qualità...

Messaggio da Fabrizio1 »

Buonasera, solo ora riesco a trovare un po' di tempo libero per collegarmi.
Giorni fa ho tolto i morsetti e la situazione mi sembra meno tragica di quella che pensavo.

Eccolo qui:
DSC_4075L.jpg

Le 4 punte:
DSC_4076L.jpg
DSC_4077L.jpg
DSC_4078L.jpg
DSC_4079L.jpg

Ho fatto la prova che illustra Sacconi e la nota, bussando sul fondo, è risultata essere un "si sotto il rigo".
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Re: C'è prima qualità e prima qualità...

Messaggio da Fabrizio1 »

Ho iniziato anche a squadrare il blocco per il manico:
DSC_4069L.jpg
Il blocco ha la venatura parecchio di traverso, quindi ho cercato di "girare" la squadratura per rendere il più possibile parallele le fibre al lato corto.

Pulcinella avrà molto da fare con i trucioli:
DSC_4070L.jpg
Un saluto e buona serata.

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Re: C'è prima qualità e prima qualità...

Messaggio da claudio »

La chiusura della cassa sembra essere avvenuta senza troppi problemi, mi pare che la distanza del bordo dalle fasce sia piuttosto pronunciata. Ricordo che nella norma è 2.5/2.75mm circa, nei violini. In ogni caso ricordo che un bordo pronunciato aiuta a compensare i problemi di uniformità di distanza dalle fasce, ma nelle CC questo non aiuta il musicista con il giro dell'arco, ed in genere i bordi e le punte risultano più soggetti a danneggiamento e rottura. In ogni caso hai potuto apprezzare la difficoltà di chiudere una cassa partendo da tavola e fondo con i bordi già rifiniti, cioè a dire forzature più o meno notevoli.

La nota indicata da Sacconi circa la risposta della cassa armonica senza anima, serve a determinare in modo abbastanza approssimato una delle numerose proprietà timbriche degli strumenti stradivariani originali, ma anche in questo caso ricordo che è abbastanza facile trovare questa nota in violini molto diversi per fattura ed epoca. Ma questo non significa che con il Si sotto il rigo gli strumenti siano tutti uguali e che suonino tutti bene: gli armonici, la dinamica e la timbrica stessa, non li consideriamo?

E' per questo motivo che la categoria dei "belli senz'anima" che suonano maluccio, cioè a dire violini molto ben fatti che percossi una volta estratta l'anima restituiscono il suddetto Si sotto il rigo, è purtroppo numerosa.

Bisogna anche precisare che il Sacconi indica un preciso metodo, e lo fa per una serie di ragioni, non mi risulta che prendendo un po' qui e un po' là di questo metodo si ottengano risultati migliori.
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Re: C'è prima qualità e prima qualità...

Messaggio da Fabrizio1 »

Ciao Claudio,
grazie per le tue considerazioni sempre molto utili e circostanziate; in effetti il bordo è "carnoso" perchè - sempre mosso dal timore del principiante - mi sono detto "meglio avere del margine in più"...
Concordo pienamente sul fatto che un "si" non fa primavera; ma per un novello come me il fatto che non produca un "fa" mi rende più sereno :ciuc:
Grazie ancora e buona serata.
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Re: C'è prima qualità e prima qualità...

Messaggio da Fabrizio1 »

Buonasera,
è arrivato il redde rationem: ho iniziato a lavorare sul manico...
Trovo il "tema" difficoltoso, una parte di me - inconsciamente - lo sapeva ed è per questo che sto con tutti gli occhi ben aperti e più di qualche volta ho rimandato...
Dopo aver finito di piallare e squadrare il blocco, ho proseguito piallando la tastiera (0,4 mm a dx; 0,5 mm al centro e 0,6 mm a sx) e per fare delle prove l'ho incollata su una tavoletta di abete sulla quale ho tracciato le misure base (130 mm dal bordo superiore della tavola sino all'inizio della tastiera); ho poi lavorato la parte della tavoletta che poggia sulla nocetta e sulle fasce per regolare l'inclinazione in modo da avere 28 mm di quota fra tacche delle ff e il prolungamento della tastiera. La distanza tra Il piano di incollaggio della tastiera a fine manico e la sguscia è 6,5 mm.
Con queste inclinazioni ho disegnato su un foglio la linea del piano di incollaggio della tastiera (e la misura di 130 mm) e ho aggiunto, con le dovute inclinazioni, la sagoma esterna delle fasce e la superficie di incollaggio sulla nocetta. Poi ho provveduto al riccio; per quanto riguarda lo stile, a onor del vero, non sono andato proprio per il sottile, ho trovato un modello che mi piaceva che ho fotocopiato e incollato, con i dovuti adattamenti, allo schema fatto in precedenza. La copia completa del manico l'ho incollata su una lamiera di alluminio da 1 mm di spessore e ho lavorato di traforo. Ho poi rifinito con le lime e la carta smeriglio.
Ad essere sincero sto avanzando un po' a fatica, il lavoro mi prende tante risorse e la famiglia ha i suoi bisogni e i suoi tempi...
Di seguito pubblico qualche foto (in verità di qualche giorno fa, ma solo ora ho un po' di tempo per giocare col PC).

DSC_4128L.JPG

DSC_4129L.jpg

DSC_4130L.jpg

DSC_4133L.jpg

Ho tracciato col punteruolo la sagoma sul blocco e ho iniziato lo scontorno, cosa che con la sega a mano è davvero faticosa (belli i video con la sega a nastro... :D ).

Come al solito, non bruciatemi su una pira di trucioli (stavolta anche di alluminio!)

Buona serata

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