Certamnte mi sono espresso male e mi scuso.stringbrass ha scritto:Scusa Ted, cosa c'entra l'agonismo? Io, da dilettante, cerco di progredire continuamente, suonando, se possibile, con quelli più bravi di me, non per superarli, ma per imparare; e l'intima felicità è, per me, quella che provo quando suono quanto più possibile come un "violinista". Anche io, come tanti, non ho fatto studi regolari, ma non perdo occasione di osservare, di chiedere per fare sempre meglio, anche se non sarò mai un concertista. Dal maestro vado ogni tanto, per "rimettermi in carreggiata", prima che i difetti diventino irreparabili (ben sapendo che, ahimé, sono quanto di più lontano si possa immaginare da una specie di perfezione). Vedo, però, quando suono insieme ad altri, che molti dilettanti fanno ben pochi sforzi per migliorarsi, anche solo ascoltando e cercando di mettere in pratica i consigli e i suggerimenti degli esperti. Per molti, purtroppo, l'intima soddisfazione è accontentarsi dell'imparaticcio, senza tentare di uscire dai limiti provocati dalla mancanza di studi regolari. Ogni tanto mi capita di eseguire qualche elementare duetto col mio maestro (da tempo in pensione), e tutte le volte trovo qualcosa da imparare, anche perchè da me pretende sempre (giustamente) il massimo, come se dovessimo eseguire in pubblico il doppio concerto in re minore di Bach; mi "tartassa", ma alla fine mi sento "violinista", e per me è tutto.
Volevo solo dire che che per chi inizia tardi a suonare uno strumento gli obbiettivi sono molto diversi rispetto ai quelli dei suoi coleghi giovani.
Spesso "l'imparaticcio" è già un obbiettivo raggiungibile consci dei propri limiti ( personali e di tempo da dedicare), non commisserarli per questo.
Nella vita c'è anche si si accontenta e usa molto poco parole come " dare il massimo" o " perfezione".
Credimi non alcun intento polemico, volevo soltanto ritagliare uno spazio per i suonatori di fra martino come dice giulia.