nuovo violino del M° Rampini

Strumenti, pensieri e confidenze a lume di candela.
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Lore75
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Messaggio da Lore75 »

Bello, bello, bello davvero!
Anche se non so che suono ha, io me lo sogno la notte un violino così... :cry2:

Anch'io ti faccio i miei complimenti! :D
"Vola solo chi osa farlo." (L. Sepulveda)
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claudio
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Messaggio da claudio »

sullacorda ha scritto:Complimenti, mooolto bello!

Una curiosità: il modello è lo stesso del violino che avevi fatto qualche mese fa, ma da quanto capisco le caretteristiche acustiche sono diverse. E' voluto o è un qualcosa che nasce dall'individualità di ogni strumento per cui pur usando lo stesso modello il risultato differisce? E di quanto differisce?
Mi ha sempre incuriosito questo punto, cioè, dato un modello, quanta variabilità si possa avere sul risultato premesso che si faccia un lavoro fatto bene da professionista.

grazie e complimenti ancora

Questo ultimo violino è stato costruito utilizzando la stessa forma dello strumento di Giulia, la figlia del nostro Zappa57. Confrontando le due foto se ne riscontrano gli elementi comuni, tranne che nell'ultimo esemplare le punte sono state leggermente allungate per seguire il gusto del cliente.
Le proprietà sonore dei due strumenti sono ovviamente simili, ma presentano differenze importanti: il precedente è uno strumento costruito seguendo principalmente l'esigenza della potenza e dell'emissione sonora, il successivo è stato concepito avendo per obiettivo la qualità del suono.
In poche parole, il primo esprime una potenza mascolina, quasi brutale, il secondo è un pò più "gentile".
Mentre il primo può essere "educato" e "plasmato" alle proprie esigenze da un violinista virtuoso, il secondo va un pochino più incontro alle esigenze del violinista che predilige il suono tenuto.
Sul secondo violino è stata montata una catena con forma leggermente diversa, il cui apice è "centrato" nella zona del ponticello. Inoltre la curvatura longitudinale della tavola armonica scende leggermente meno repentina verso la sguscia, aderendo sempre ai canoni del modello di curvatura guarneriana del periodo anni '40 del 1700.
Queste le intenzioni, poi si sa che all'atto pratico ogni strumento riserva un ampio margine di imponderabilità per cui è difficile, se non impossibile, prevederne esattamente le caratteristiche reali del suono. Anche i materiali fanno la loro parte, in entrambe i violini è stato usato un abete tedesco a venatura molto fitta e con densità media, che secondo me offre ottimi risultati su modelli che io definisco "da competizione", come sono i Guarneri del Gesù dell'ultimo periodo.
Fin qui il lavoro del liutaio, il resto lo deve fare il violinista, che plasma lo strumento a seconda del suo modo di suonare.

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Porthos
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Messaggio da Porthos »

Bellissimi! E dire qualcosa di più originale che "complimenti" mi porterebbe lontano.

Tu dai un nome ai tuoi (magnifici) strumenti?
O li numeri?

Se io sapessi costruire violini, non resisterei alla tentazione di dargli un nome.

Dalle due foto a confronto le due C di ciascun esemplare sembrano lievemente asimmetriche. E' vero o dipende dalle foto (o dal mio vecchio monitor) ? e se è vero, è voluto?
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sullacorda
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Messaggio da sullacorda »

grazie mille claudio della spiegazione .. molto interessante!
complimentoni ancora .. moolto belli! :)
sersedario
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Messaggio da sersedario »

Ciao a tutti sono Serse.
Avrei una proposta per il maestro Rampini e per tutti voi:
visto che mi piace molto il suo nuovo violino, e sembrerebbe che il suo colore armonizzi tanto con i miei capelli biondi, vorrei bittarla lì, non si potrebbe fare un incontro per sentire anche come suona? Fra tutti noi ci sarà certo qualcuno capace di suonarlo, che lo valorizzi in pieno e ne faccia salire le quote. Si potrebbe fare a Roma , visto che è la mia città ed è al centro? Magari dopo il 26 giugno, perchè prima sono fuori.
Per il posto, sarà facile trovarlo.
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claudio
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Messaggio da claudio »

@Porthos: non ho mai numerato i miei strumenti, ma ogni strumento ha il disegno di piazzamento delle effe. In quanto al nome ho sempre pensato che questo venisse automaticamente dato durante la vita dello strumento, ma quando esso vede la luce nella bottega del liutaio che nome vuoi dargli?
Però in questi ultimi tempi il nome è diventato quasi una necessità per aiutare i miei clienti a distinguere il violino giusto nella galleria fotografica. Quindi per i violini destinati alla California il prossimo violino si chiamerà "Santa Clara" e quello successivo "Monterey", invece per i violini destinati all'Italia utilizzo in genere le iniziali o il nome di battesimo del musicisista.
In quanto alle "CC" asimmetriche, questo è un effetto collaterale della lavorazione con la forma interna. Se hai avuto occasione di osservare un buon numero di strumenti antichi te ne sarai subito reso conto. Su queste asimmetricità gli studiosi delle varie epoche ci si sono rotti letteralemente la testa, pensando a chissà quale espediente sonoro, ma in realtà è una differenza che si produce durante la sagomatura degli zocchetti.

@sersedario: benvenuto! La proposta è interessante, ma lo sarebbe ancora di più se nella prova si utilizzassero strumenti di diversi autori, in modo da avere un confronto diretto. Roma potrebbe andare bene, ma anche Pisa con il suo bel teatro non sarebbe affatto male. Cmq trovo l'idea molto buona, anche perchè in passato si è pensato a qualcosa di simile da realizzare proprio a Roma, ma poi ci siamo persi.
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Porthos
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Messaggio da Porthos »

Boh, darei allo strumento un nome che rappresenti cio che ne ha ispirato la costruzione. Ma forse 'Macho' e 'Kindness' sarebbero esagerati.

Grazie per la spiegazione delle C asimmetriche.
Mi viene in mente Campanile, La lettera di Ramesse.

Facciamo un concorso di liuteria con giuria popolare? Il Teatro Massimo Bellini di Catania è uno dei migliori come acustica, ed è pure sprecato per quello che ci viene suonato.

(vabbè, ci ho provato)
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sullacorda
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Messaggio da sullacorda »

altre domande claudio:
- ho visto nella galleria le foto del violino con sullo sfondo immagini di quello orginale (almeno così le ho interpretate io): il riccio lo fai secondo un tuo stile ("il tuo riccio") o secondo lo strumento da cui prendi la forma?
- come si fa a scegliere a che modello ispirarsi? Questi 2 violini li hai fatti partendo dallo stesso modello, ma lo hai fatto in base ad una precisa richiesta del cliente oppure lui ti ha chiesto un certo tipo di strumento e suono e tu l'hai indirizzato verso un certo modello?
- in questo ultimo modello hai allungato le punte ma c'è qualcosa che "non ci tocca di un rampini"? Per dire se un cliente ti chiede una vernice bionda o arancione invece che rossa .. o non so, c'è qualcosa che dici no, questa è la mia firma e non si "tocca"?

.. una richiestina: vedo tante foto di violini ma pochi di violoncelli e viole: non è che potresti aggiungerne? Magari con qualche foto in costruzione?
Mi piacerebbe vedere "un po'" di violoncelli. :)
grazie
ciao
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claudio
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Messaggio da claudio »

@sullacorda:
Il riccio dei miei strumenti è ispirato ad un modello stradivariano. Sinceramente non credo di essere pronto per creare uno stile proprio riguardo al riccio, e pochi liutai contemporanei lo sono. Ricordo che artigiani come gli Amati avevano alle spalle una lunga tradizione di intaglio e che i loro ricci sono i più belli, i più dinamici ed originali che mai siano stati scolpiti. Molto difficile creare qualcosa di originale in questo ambito. Va da sè che ogni riccio è comunque una interpretazione personale che riflette la creatività e il carattere del suo autore.

Riguardo al modello all'inizio si tiene conto solo del fatto che si deve costruire un violino nel miglior modo possibile e con un suono decente, ma facendo esperienza si sceglie il modello esclusivamente in funzione del suono. Il che non vuol dire che si trascuri il fattore estetico, ma è comunque importante capire quali sono le peculiarità di ogni forma. Nell'ambito del mio lavoro cerco sempre di capire le esigenze del mio cliente, oppure tento di "anticiparlo" proponendogli le mie idee oppure facendogli provare gli strumenti che ho costruito nel passato. Nel caso di questi due violini, che sono ispirati alla forma dell'Alard 1742, ho voluto portare avanti un'idea di violino che non avesse problemi di potenza sia alla distanza che sotto l'orecchio. Nel passato alcuni musicisti hanno osservato che il mio modello del "Toscano" 1690 non fosse così potente sui bassi, quindi ho cercato di colmare questo vuoto scegliendo un modello che rispondesse ai requisiti di potenza. Quando terminai il primo violino ispirato all'Alard vennero condotte alcune prove insieme ad un esemplare del Toscano. Il risultato fu sorprendente: sotto l'orecchio le differenze di sonorità e timbro risultarono sorprendenti, l'Alard risultò davvero potente e "brutale" rispetto al Toscano, il quale pur essendo dotato di qualità timbrica superiore non riusciva lontanamente ad eguagliare il nuovo modello.
Ma le sorprese non finirono qua: provando i violini ad una distanza di circa 10-20 metri le differenze risultarono alquanto assottigliate, tanto che a volte non si riusciva a capire bene quale violini si stesse suonando in quel momento. Queste sono le incognite che riserva la proiezione del suono e gli armonici che uno strumento è in grado di sviluppare.
Cmq fui più che soddisfatto, anche perchè l'idea di costruire violini potentissimi che gettassero un'ombra sugli strumenti precedenti non mi confortava troppo.

Riguardo alle scelte del cliente in genere lascio scegliere il colore della vernice e il legno, su uno strumento ad arco non sono poi tante le scelte che si possono fare. Invece con le viole ci si può sbizzarrire come si vuole, e questo vale un pò anche per i violoncelli. Il violino è, e resta, lo strumento più critico e difficile nella famiglia degli strumenti ad arco.

Di viole in questi ultimi anni ne ho costruite poche e così pure di violoncelli, dei quali ne ho costruiti solo 2. Ma forse un terzo vedrà la luce nei prossimi mesi, quindi il tutto sarà corredato da fotografie.
Ho introdotto la pratica di accompagnare con fotografie la costruzione dei miei strumenti solo recentemente, un pò per la necessità farne uso nel forum e poi anche per mostrare che i miei strumenti, pur con i miei limiti, sono veramente costruiti dalle miei mani. Questa sta diventando una necessità sempre più importante, visto che già in passato ho avuto qualche problema di strumenti non miei rimarchiati con il mio nome. Ma quello che mi preme più di tutto è che in un momento come l'attuale in cui vengono immessi sul mercati quantità industriali di strumenti provenienti dall'est europeo e dall'Asia, è tentare di salvaguardare la nostra identità di artigiani italiani.
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Addendum al mio intervento precedente: la necessità di prendere a riferimento i maestri è costante, anche se alla fine non bisogna essere schiavi dei lavori degli altri autori, altrimenti i nostri strumenti si "irrigidiscono". In questa fotografia in particolare stavo studiando la posizione dei fori dei piroli. Il riccio che appare nelle fotografie del libro è quello del Toscano 1690, il mio riccio è quello che ho poi montato sull'ultimo Alard.


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Buongiorno Maestro Rampini, volevo chiederti dove si possono prendere i disegni dei violini dai quali si deve prendere la forma del futuro strumento?
grazie
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claudio
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I poster di The Strad sono un ottimo inizio.
http://www.thestrad.com/
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sullacorda
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Messaggio da sullacorda »

grazie mille claudio, molto interessante come sempre!
Una curiosità ancora: se ti chiedessero di fare un violino su una forma che non hai mai usato saresti in grado comunque di dire che suono ne uscirà? Non so ci sono delle regole "basi", legate alle bombature, ..? E' stato molto interessante i discorso delle differenze tra i tuoi due ultimi violini quindi vorrei capire se hai usato dei criteri che non so puoi usare anche su un modello stradivari o se invece cambiando la forma cambia il modo con cui poi la si può interpretare .. visto che il discorso della differenza della catena lo si può fare anche "provando" mentre le bombature una volta fatte non le si tocca più ..
grazie ancora,
molto interessante
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Messaggio da MCR »

claudio ha scritto:I poster di The Strad sono un ottimo inizio.
http://www.thestrad.com/
:D GRAZIE! 8O :pray: :salto: :salto: :salto:
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claudio
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@sullacorda:
anche se mi commissionassero un violino a forma Stainer o Amati, il discorso non cambierebbe, perchè sono le regole di base a non cambiare. Purtroppo o forse fortunatamente, queste regole non sono sempre facilmente verbalizzabili perchè fanno parte del patrimonio di sensazioni che il liutaio acquisisce con l'esperienza. Cmq nel caso del cliente che desiderasse un violino particolare, sarebbe mia premura avvisarlo dell'ipotetico risultato sonoro. Ossia, se si costruisce uno strumento a forma e bombature Stainer non si potrebbe poi pretendere di avere una potenza eguagliabile a quella dei Guarneri del Gesù.
I criteri di costruzione, pur nella diversità delle forme, sono abbastanza uguali. Un discorso a parte lo meritano le bombature, le quali sono sempre soggette a movimento e quindi anche a cambiare il suono con il tempo. Quando si costruisce uno strumento si prendono spesso a riferimento bombature che sono lontane dal loro stato di originalità, perchè in 200 o 300 anni è ben difficile che non abbiano avuto qualche movimento o deformazione permanente. In questo caso si è costretti ad interpretare la bombature e sulla scia della costruzione degli strumenti precedenti si cerca di combinare al meglio tavola e fondo. Diciamo pure che lo spazio interpretativo è riempito spesso da ciò che il liutaio "pensa" o "desidera" che avvenga usando determinate curve, il che può dare risultati più o meno confortanti, ma con l'esperienza il margine d'errore è sempre più ridotto. Per questi motivi è importante esaminare tanti strumenti e aver lavorato tante tavole e tanti fondi.
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